La scissione ufficiale del Partito socialista è compiuta

La scissione ufficiale del Partito socialista è compiuta La scissione ufficiale del Partito socialista è compiuta pBissolati e gli altri espulsi costituiscono coi "destri,, il " Partito socialista riformista„ — Bacci direttore deiT " Avanti! „ — Il confusionismo rivoluzionario sulla tattica del Partito — Un ordine del giorno contro la Massoneria — Lerda abbandona il Partito. (Ir*er telegrafo dal nostro inviato speciale) Il nuovo partito Raggi* Emilia, 10, i«n. Ti è molta Indolenza oggi, come reazione per la vivace animazione di ieri II voto forma l'oggetto di tutti i discorsi e le conseguenze di esso danno luogo alte più svariato previsioni. In generale si osserva che il significato più notevole di tale voto è la sconfitta dei turatiani, ohe pure per i primi avevano ingaggiato la battaglia e il cui ordine del giorno, presentato dal Modigliani, raccolse il minor numero di voti. Musatti smentisce che si sia proposto il 6uo nome per la nuova Direzione dell'Avariti/, che passa in mano ai rivoluzionari. Però il suo nome si ripeto ancora insistentemente. Ma prima di passare al resoconto della seduta del Congresso, vi segnalo la deliberazione importantissima, 'presa dai destriJ nella loro riunione. I fondatori del nuovo partito A questa riunione, tenuta all'Hotel Scudo tìt Francia, si trovarono presenti gli onorevoli Bissolati, Bonomi, Cabrini, Bertesi, Berenini, Trapanese, Ferri Giacomo, PodreccéL Vi aderirono gli onorevoli Meri ani, Dello Sbarba, Badaloni, Noi'ri, Graziadei. Della defunta Direzione del partito erano presenti Pignatari, Ciotti, Rossetti e Bidolli. Fra le personalità più in vista dei riformisti destri si notavano Basile, Boninsegni, Pranzi, Lopardi, Silvestri, Vercelloni, assessore di Roma, Meoni, Vittorio Govi, Ettore Mazzoni, ex-amministratore dell'Acanti/ e Zanardi. La riunione, ordinalissima, si mostrò ben decisa a prendere subito un atteggiamento risoluto. Presieduta dall'on. Canepa, la discussione procèdette animatissima. Subito si manifestarono due correnti. L'unii, su parere di Podrecca, tendeva a dare una denominazione al nuovo partito, costituendo un partito di «azione socialista», appunto per dimostrare come esso non erra nel campo chiuso della metafisica, e delle idee.teoriche, ma va diritto sulla via delle riforme e delle conquiste per il miglioramento del proletariato. L'altra corrente, sostenuta dal Pignatari, tendeva a denominare il nuovo partito '« partito socialista riformista », per bene far comprendere che solo i destri sono i veri e propri riformisti, mentre i sinistri turatiani sono più o meno degli intransigenti, e quindi una specie di partito di destra dei rivoluzionari. Interloquirono a lungo Bissolati, che sostenne la proposta del Pignatari, Lopardi, Bidolli, Meoni, Bonomi, ' Basile, Bertesi e Cabrini. Specialmente per l'influenza dei deputati espulsi, si approvò la denominazione difi ii partita socialista riformista ». 'Quanto alla tàttica subito fu esclùsa lai possibilità di un'unione col partito radicale) Anzi, su proposta di Lopardi e di Pignatari, si volle dimostrare che il nuovo partito nulla vuole avere a che fare col partito radicosocialista, che già si annuncia alle viste. Oggi avrà luogo una nuova riunione dei destri, i quali voteranno un ordine del giorno, con cui decideranno di tenere un prossimo Congresso nel mese di ottobre a Roma, e intanto di fare una attiva propaganda di conferenze nelle varie città d'Italia. Il dott. Luigi Negro, piemontese, pure intervenuto all'adunanza, annunciò l'uscita dal partito dei « destri » e l'adesione al nuovo partito dell'Unione dei piccoli proprietari del Piemonte. . La propaganda del nuovo partito riescirà specialmente nel Mezzogiormo. Ciotti raccomanda ohe le deliberazioni dell'adunanza non siano per intanto impegnative per le sezioni alla formazione del nuovo gruppo. Cabrini e Bonomi si mostrarono meno ferini tinrinml t»niA»a rhn la nrrK>lnmn7Ìon«vidi. Bonomi temeva che la proclamazionefatta subito del nuovo partito avesse ad Isolare le masse dagli uomini che questa proclamazione decisero: vorrebbe che si incaminciasse a formare i nuclei del nuovo partito nelle sezioni. Bissolati vuole la costituzione del toruppo, .riservandosi di precisarne il programma nelle sue più mi- nule lineo: quando le masse avranno di- mostrato i loro intendimenti, verrà il nuovogruppo. Anche Cabrali vuole che le riunioni odierne siano soltanto preparatorie. Non nascondono però, nelle loro discue-eionl, i destri, la speranza di presto diven- la r« 11 mortilo nrenonderante raccoelitore jSSu LfJùZrt ST 'hif^fnn 'ìuS delle maggiori simpatie ora che sono libe- .rati dagli impacci, più o meno teorici, por tati dalla convivenza con i rivoluzionari. L'ordine del giorno con cui si costituisce il nuovo partito, Nella seduta pomeridiana ì destri nomi- narpno la Commissione centrale del nuovo partito: Bissolati, Bidolli, Boninse- gni, Ciotti, Marconi, Pignatari» Silvestri e Vei celioni; e votarono il seguente ordine j„, •„„ ' _i„ro,s n,i.„i„t aonneti del giorno riassumente i principi esposti pagni per fatti singoli, dà l'ostracismo, come Della discussione » ì sottoscritti, adunati a Reggio Emilia il 10 luglio 491£; visto l'ordine del giorno approvato ieri dal Congresso del partito socialista italiano, col quale, sotto pretesto di espellere quattro com- è palese dalla discussione fatta nel Congresso $ nel giornali, atta concezione riformistica nella sua applicazione pratica; visto che tale ostracismo è ribadito 'ialj successivo ordine del giorno del Partito socialista, che scomunica gli atteggiamenti più] proprii e significativi del riformismo, col che si dimostra ormai Impossibile prolungare la coesistenza in un solo organismo delle due direttive rivoluzionaria e riformista; , riconosce necessario ai riformista se non vogliono sacrificare ogni azione al predominio assoluto della tendenza rivoluzionaria, di compiere atto di solidarietà coi quattro compagni espulsi, di costituirsi in organismo au>tonomo col nome di « Partito socialista riformista italiano » per la prosecuzione del metodi e dei fini del riformismo — prosecuzione urgente e doverosa tn questa ora In cui il socialismo sta per affrontare la.prova delle nuove condizioni create nella vita politica Italiana dal suffragio universale — riaffermando la propria fede nella Idealità socialista e nella causa dell'emancipazione proletaria; delibimi di affidare ad un Comitato, con sede In Roma, Il compito di raccogliere le forge aderenti alla presente dichiarazione e di formulare un programma specifico di Mzione immediata sulle linee tracciate dalla relazione Bessnkìi tVttMtata al Congresso m» i Le dimissioni da deputato deliberate in massima Circa la dimissioni è stato votato il seguente ordine del giorno: • Su richiesta dei deputati socialisti presenti, circa la necessità di presentare le proprie dimissioni, i convenuti hanno decìso che i deputati stessi non abbiano a riprendere alla apertura della Camera il loro mandato politico, se li Collegio non abbia prima, con chiara significazione, riconfermata loro la fiducia ».Fu fatta una sottoscrizione per raccoglier* i primi fondi, sottoscrizione che ha dato per risultato mille lire. La sitoii invai,,esposta al Congresso La seduta del Congresso si apre fiaccamente, con la distribuzione di applausi per la nomina di Barbato alla vice-presidenza, al posto reso vacante dalle dimissioni dell'on. Canepa. L'assemblea manda telegrammi di saluto ad Amilcare Cipriani, a Morgarl e alle vittime delle" miniere inglesi. Grandi applausi accolgono Treves, quando ascende la tribuna per la sua relazione sull'ovanti/ . Le dichiarazioni di Treves sp»ni!ij.eai murimi, aq ogrm uioao nu renui lnterprete della defunta direzione, comunican „ delle quali alla direzione del partito furono consegnate 6050 azioni, per un capitale di lire 605.000, che rappresentano il valore attrt buito al giornale ceduto, e danno pure alla ^^^^^^^^^t& foraito da jsututi cooperativi e mutui, per l'importo di 470.000 lire sottoscritte. Le rimaneriti azioni, per l'importo di lira 125.000, furono messe a disposizione della direzione del partito pei sottoscrittori ritardatari. Il Modi Siiani però nota, e deplora, che vi siano sol tonto «et sezioni del partito che abbiano ac 4 almeno una azione delV Avanti! Se le — Il voto di lori — dichiara il direttore dell'Avariti! — mi esonera dal bisogno di fare un discorso. Anche una discussione politica sarebbe inutile. Non essendo stato favorevole al trasloco dell'Avanti! da Roma a Milano, io ho il dovere di dirvi che ho avutecampo di convincermi che i promotori di tiuel trasloco telino avuto ragionB. L'ambiente romano influiva sull'anirnia del giornale e diminuiva la sua influenza nelle masse. Ito qualunque altra città VAvanti! si fosse trasferito avrebbe dovuto superare non minori difficolta. Anche a Milano abbiamo dovuto difendere il nostro diritto di libertà di critica. I>ella diffusione del giornale e della sua situazione finanziaria altri vi parlerà: io non mi preoccupo che della parte morale : e vi dirò che la funzione principale del giornate sotto la mia direzione è stata quelLu di far argine alla depressione inòiinite nella qua-o la guerra aveva gettato non solo il proletariato ma tutte le categorie della cittadinanza italiana per l'illusione generale che aveva preso tutti, compresa una società per la pace che divenne una società per la guerra, una democrazia che dimenticò i suoi principi! e le suo tradizioni. Tutti furono contro di noi. Nessun altro merito avemmo che questo: resistere e combattere l'infiltrazione nazionalista, sicuri che avremmo trovati consentimenti a tempo opportuno. I fatti hanno «lato ragione allo nostre polemiche. Nel licenziarani da voi devo dirvi che ho la convinzione che il giornale, pur non soffocando i propri sentimenti intimi o pur facendo polemiche con aspra sincerità,- non abbia date prove di settarismo. Perciò, serenamente consegnandovi il giornale, diciamo che continueremo a considerarlo sempre il giornale del Partito e che i nostri uomini come le nostra organizzazioni economiche vi aspetteranno per 11 trionfo delle idealità comuni. La situazione finanziaria Modigliani non crede prudente fare una discussione sullo stato finanziario dell'Avariti! in pubblica assemblea e far sapere ai giornalisti concorrenti le coso interne del giornale. I resoconti*' VldenSei/ — Le sappiamo! Le sappiamo 1 II relatore dice, perù, che l'azienda deùi'Avantil viene lasciata in mano dei rivoluzionarti in buone condizioni e se i rivoluzionari faranno anche amministrativamente il loro dovere, la vita dell'organo del partito è assicurata. Quindi il Modigliani prosegue: — Credo pertanto di interpretare il pensiero del superstiti colleglli della direzione, superstiti perchè gran parte li cacciaste ieri Lazzari. — No, non li cacciammo, essi se ne andarono! Modigliani. — ... Dopo le .pedate che loro somministraste è curioso parlare di usctta spontanea! {Ilarità). Ad ogni modo mi rendo do alcuni dati contabili sxàl'Avantl! La Società -editrice dell'Avanti! emise 12.000 azioni a cento lire l'una, per 1,200,000 lire, sezioni facessero il loro dovere la vita finanziarla del giornale sarebbe certo più felice. Il relatore prosegue notando che se il giornale ha diecimila lire al mese di deficit, ha però una riserva di circa treoentomlla lire che assicurano per due. anni e mezzo almeno la vita al giornale: queste 300 mila lire, peraltro. devono ancora essere esatte perchè li sotto scrittori delle azioni versarono solo 6 decimi del capitale sottoscritto, meno alcuni morosi il cut debito può valutarsi a 20 o 30.000 lire. . " ModlgUani doto poi opera del peno meo La difesa delle lavoratrici — che e già atHvo con um _ c ^ appiausi dell'assemblea onora Anna Kuilschotf, che ne è direttrice. Conclude dicendo che VAvanti' a Milano ha triplicata la sua tiratura e ridotta di un terzo la rosa. La relazione sull'Avanti! è approvata con questo ord'ne del giorno: • Il congresso prende atto della relazione morale dell'Avanti! e mandando il suo plauso giornale per la fiera campagna fatta contro la guerra, passa all'ordine dal giorno. Prende pure atto della situazione finanziarla della Società editrice del giornale, demanda alla nuova direzione del partito ruffWto di prendere esatta nozione dt essa situazione finanziaria e passa all'ordine del giorno ». La tattica del partito Modigliani, turatiano, riconoscendo che i sinistri turatiani sono stati sconfitti ieri, ritiene inutile la discussione. Sarebbe opportuno, per economia di tempo, presentare un ordina del giorno, concordato dalle diverse tendenze, nel quale fosse dichiarato specialmente il pensiero dei sinistri, a dimostrazione che essi pure esistono nel partito, nelle proporzioni misuratesi ieri nei due ordini del giorno, pur rimanendo minoranza. I sinistri, purché il Congresso prenda atto di questa dichiarazione, si asterranno dalla votazione. "La Babele,» Lerda, rivoluzionario, sostiene il suo ordine del giorno, ma combatte vivamente le modifiche che ad esso si vorrebbero apportare dalla parte più avanzata del rivoluzionari, sulla Intransigenza nello elezioni politiche in caso di ballottaggio, e nelle elezioni amministrativa Ma l'oratore è urlato dai suoi compagni, e i pochi sinistri presenti incominciano a gridare: — E te. Babaio' La Babele! et Piccolinol si picchiano! e a . a , a " e a i e to i o i te r o a a e a e . o e l a o ! i o Mazzoni vuole parlare, per sostenere che l'ordine del giorno Lerda è già stato virtualmente modificato dalle deliberazioni in adunanza privata del rivoluzionari; ma I compagni protestano, non lo lasciano parlare: è un pandemonio. Mazzoni si lagna del contegno degli uditori. —- Effetto dell'intransigenza rivoluzionariat — gli gridano Ironicamente. Mazzoni; proseguendo, vuole che non sorgano equivoci, perchè il pensiero del Modigliani, a nomo dal sinistri, è di associarsi non all'ordine del giorno Lerda, ma a quello uuii uu orarne aei giorno iberna, ma a. quenu modificato (Urla indiavolate st levano da tutte le parti). Mazzoni. — Ma questo è diventato il Congresso delle imposture! Nuove urla ed applausi, che si rinnovano quando egli grida: ? . — Modigliani è più rivoluzionario di voi! Le urla, i fischi e gli applausi continuano, e tra la risate ironiche -Mazzoni grida aj rivoluzionari : -Ai — VI rimangiate la vostra intranslgertzaf: Modigliani, risalito alla tribuna, con un breve discorso fa rilevare che già i rivoluzionari, saliti al potere, ne sentono 11 pondo e mostrano molta indecisione. Egli è lieto di vedere che la grande, fondamentale linea de! prlncipli e del metodo socialisti è compresa, non solo dai rivoluzionari, ma dai riformisti sinistri, e da questi, forse, con più precisa visione. Spiega che Mazzoni cadde in equivoco sugli intendimenti del riformisti: essi voteranno l'ordine del giorno Lerda per dimostrare il loro numero, e stando a vedere quanto t nuovi rivoluzionari sinistri del partito promettono e quanto essi sapranno mantenere. Rivoluzionario alle prese coi rivoluzionari Ciccotti dice che, dopo la vittoria di ieri, paiono inutili le modificazioni all'ordine del giorno Lerda, perchè ormai la linea di condotta e il metodo sono 6tati segnati dalla assunzione del rivoluzionari al potere del partito, i quali daranno importanza all'intransigenza ZIbordi, turatiano, osserva con arguzia che ai sinistri emiliani poco importa quel po' di intransigenza che l'ordine del giorno Lerda ammette, perchè essi mai fecero blocchi, mentre votarono sempre la più langa transigenza... perchè 1 rivoluzionali potessero fare i blocchi a Roma (Risa fragorose). Maffioli, rivoluzionario, protesta contro questa discussione, dagli avversari provocata ad arte per creare confusioni e far credere che la frazione rivoluzionaria, appena salita al potere, è già scissa ed incapace di assumere una precisa direttiva. Galeno vorrebbe che, dopo il suffragio universale, nelle elezioni amministrative il partito seguisse una tattica di intransigenza ad oltranza Pistoia, di Alessandria, rileva la insincerità della frazione rivoluzionaria, che ieri, per bocca del Mussolini parlò d'intransigenza assoluta,- tanto amministrativa che poetica, per stralciare forse anche i voti per l'espulsione al destri, e che ora si mette d'accordo sull'ordine del giorno Lorda, rimangiandosi molto questa intransigenza. « Voi incominciate — -egli dice — a diventare riformisti! » {applausi fragorosi). Pistoia ricorda infine il dovere dei rivoluzionari d'indire il referendum sulla Mas*1 soneria e il socialismo. . LVelia, consigliere comunale ronttó5?to'* Voi* rebbe difendere 1 socialisti romani di essere bloccardi; ma è urlato e schernito e non riesce .a parlare, sicché il Velia, rivoluzionario, deve prendersela con 1 suoi compagni, che incominciano con lui a mettere, in atto l'assoluta intransigenza. E' costretto a cedere il posto a Lorda e ad andarsene sotto una carica di scherni. Lerda dice che bisogna che il Partito presenti il suo candidato in tutti 1- 508 Collegi ed invita i socialisti meridionali a muoversi, noin ad attendere sempre l'aiuto dei socialisti dal nord. Si difende dall'accusa che I rivoluzionari abbiano già messo molta aequa nel loro vino, ma l'oratore 6 continuamente .tumultuato. Il pandemonio continua: i rivoluzionari si accapigliano tra loro e coi sinistri. Serrati afferma che i rivoluzionari abbandonarono le modificazioni all'ordine del giorno Lerda perchè, salendo al potere, devono prendere la situazione creata dai riformisti per la dignità del Partito, e, quindi, mutarla in avvenire con criteri rivoluzionari. L'ordine del giorno approvato Finalmente, tra un grande tumulto di applausi e di urla, è approvato l'ordine d-el giorno Lerda. La folla grida: —Viva Lordai L'ordine del giorno Lerda, approvato dal Congresso, è cosi concepito: , «Il Congresso: dopo la discussione in merito al programma ed alla tattica del partito nelle elezioni politiche-, riaffermando anzitutto il concetto fondamentae della lotta di classe, quale base teorica e guida pratica di ogni azione sociaUsta; considerando che il partito socialista non può essere, per la sua essenza rivoluzionarla, che un partito di agitazione ed educazione, mal un partito di Governoj e proclamando indispensabile per la continuità logica e per la efficacia combattiva del partito di porre fine al sistema delle autonomie, colraffidare alla Direzione eletta.dal Congresso la Interpretazione ed esecuzione dei propri deliberati: dichiara incompatibile con i principii, 1 metodi e le finalità del socialismo la permanenza nel partito di Coloro che accettano la partecipazione dei socialista al poterei e di tutti gli altri che consentono nella concezione della nuova democrazia sociale, mirante alla collaborazione delle classi sul terreno politico-economico, e che hanno comunque approvato l'odierna impresa militare-coloniale: dichiara pur contrario ai presupposti socialisti ed agii interessi del proletariato ogni appoggio ad indirizzi di Governo^ rivendicando al partito il diritto di esigere da tutti 1, suoi iscritti, compresi 1 deputati, l'osservan-' za rigorosa dei deliberati del Congresso; e mentre riafferma il carattere antimonarchico del partito, stabilisce che nelle prossime elezioni politiche si debba seguire il metodo intransigente) come logica e necessaria derivazione del concetto e della pratica della lotta di classe, che non consente solidarietà di interessi fra classe dominata e classe dominante-, ed in conseguenza adotta per le prossime elezioni In ogni Collegio candidature proprie, con nomi di iscritti regolarmente al partito da almeno cinque anni, lasciando facoltà alla Direzione di autorizzare le Sezioni ad intervenire nel ballottaggi per candidati di altri partiti; e delibera di improntare la propaganda elettorale a criteri schiettamente socialisti, in modo da mettere In rilievo le finalità ideali e materiali del partito} pure impegnando i propri candidati a combattere in Parlamento per quel programma di riforme, che 11. proletariato nelle sue organizzazioni econo-. miche reclama e vuole, quali armi nella sua lotta per un nuovo assetto sociale. Giovanni Lerda». Seduta pomeridiana I "giovani socialisti,, La sedute pomeridiana non potrebbe riuscire più fiacca e desolata di pubblico. S'incomincia subito 1» discussione sulla riforma dello Statuto dei Partito. lazzari parla a nomi di un frappo Al amici rivoluzionari sulla proposte fatta dalltaatto* Direzdone della soppressione della Federazione giovanile socialista. Lazzari vuole che la si mantenga e le si dia l'autonomia. Modigliani si stupisce che i rivoluzionari, i quali parlano tanto di disciplina, non vogliano un maggior contatto del giovani direttamente col iPa-rtito socialista. Egli chiede la soppressione della Federazione, anche perchè il Partito non cacci dal suoi ranghi quelli che non hanno 1 21 anni, e ciò con una decisione più forcaiuola di ogni legge borghese _;r„„„iT„ x i„<„,«i inintnra Ha1 mar. l'elemento giovanile è infatti Irrigatore del par- rito stesso. Ziboldi propone che 4 giovanotti dai 15 ai 18 annti appartengano alla Federazione (giovanile; dai 18 al 21 possano optare per la Federazione o per il Partito; ai 21 entrino nel Partito. Non è vero che i giovani debbano solo essere dei galoppini elettorali 0 collaboratori materiali nelle tolte del partito. . Valla, creatore della- Federazione giovanile, fervidamente /propugna 11 largo ai giovani, che soli, mentre gn adulti si perdevano nelle beghe d«l'n tendenze e delle teorie, facevano un'aittlva propaganda di salda azione sociaSi finisce per approvare un ordine del giorno concordato, col quale si demanda alla nuova Direzione del Partito di disciplinare le norme regolanti la Federazione giovanile. Ciccotti chiede la sospensiva della discussione sulle altre riforme dello statuto. Propone che la nuova Direzione indica un « referendum » tra le Sezioni, su tale argomento. Serrati propone un piccolo Convegno, per discutere queste modifiche. AUasia, torinese, propone un ordine dei giorno, perchè si rimandi lo studio di queste. Ma l'assemblea non lo vuole più sentire, e gli grida: « Bastai Basta! », e non cessa di urlarlo, applaudendolo invece ironicamente appena si decide a lasciare la tribuna, sconfitto dall'ostruzionismo dell'assemblea stessa. Per ia direzione delPArantU Un attacco alla massoneria Mazzoni, ascoltatissimo invece, chiede insistentemente la rinnovazione del « referendum >f sulla Massoneria; ma quando si accorgono i rivoluzionari che la. mozione tende a colpire Lerda e molti di loro, protestano, dicendo che l'oratore va fuori di argomento. Dopo breve discussione, la sospensiva sulle riforme dello statuto è approvata, e si viene alla nomina della Direzione dell'/i va ntì! (Modigliani, a nome dei Sinistri, ringrazia; ma declina l'offerta di due posti nella Direzione. Musatti annuncia che la Commissione incaricata propone che la Direzione del Partito sia composta del direttore del giornale, del suo segretario politico, di un segretario amministrativo, del (segretario ><lel gruppo parlamentare, e di undici membri, che saranno: Agnini, Della Seta, Cagnoni, Fioritto. De Giovanni, Mastracchi, Mussolini, Lazzari, Smorti, Crematori, Velia. Annuncia, infine, il nome di Bacci quale direttore dellMvan.i.' Si leva allora una intensa ovazione; ma uno dei congressisti fischia. I « compagni », in omaggio alla libertà di pensiero, lo aggrediscono, e l'incidente degenera in grande tumulto. Alcuni riformisti fanno girare una istantanea. In cui si vede -Dacci, rivoluzionario, nell'automobile del Ministro, con Sacchi, che lo complimenta, "u Bacci, salito" alla tribuna, declina rincari co. perchè troppo impegnato nella propaganda nelle Romagna e nel Mantovano. I « compagni » insistono, perchè accetti. E Bacci, dopo taH insistenze, si riserva di decidere e comunicare la decisione alla Direzione del Partito. Colli propone la costituzione di un Comitato agrario socialista da contrapporsi al Comitato agrario borghese, augurandosi che il Partito socialista diventi più economico che politico. Una parte dell'assemblea non vuole che il Partito si occupi dei piccoli proprietari. — Gli agrari non sono operai — si grida da 0 gni parte. Mazzoni riprende la sua questione della Massoneria, dicendola importantissima e ormai Ipocritamente evitato o delusa dal Partito socialista. Egli non intende che si faccia il processo alla «cappa nera», al «serpentello verde», alla « cazzola» e alle altro sciocchezze della Massoneria. (Bene! Bravali. Ma, dato il risultato del Congresso di Reggio, che vuole accentuata l'intransigenza e le deprecazione degli effetti del popolarismo, non può più il Partito rimanere inerte di fronte alla Massoneria, che è la prima causa del popolarismo, anzi, è la gelatina, dove si coltiva ogni microbo del popolarismo: essa non è più la sètta dalle «sante memorie»; si è snaturata, diventando partito politico, cercando di assorbire nelle Loggie la classe operaia, lusingando tutte le piccole vanità; essa si unisce agli organi politici, tra i quali il giornale massonico, bloccardo, popolaresco. Presenta un ordine del giorno, per decretare la incompatibilità dei socialisti con le sètte, come la Massoneria ed esortare il Partito a combattere la Massoneria con tutte le sue forze. Propone il « referendum ». decotti appoggia, tra gli applausi, questo ordine del giorno, anche perchè le esigenze tattiche della intransigenza obbligano singolarmente i socialisti, impónendo loro la rigidità e la lealtà della condotta. L'ordine del giorno è approvato all'unanimità, meno uno. — Afiora — osserva qualcuno, ironicamente, — anche 1 massoni presenti, e ce ne sono parecchi, hanno approvato. Lerda. dichiarandosi massone, vieto l'ordine del giorno approvato con tanta precipitazione, sente 11 dovere di rassegnare le dimissioni dal Partito. — No, — si grida da una parte. — Si, — si grida dall'altra parte. Lerda. con infiammate parole, deplora che i « compagni » abbiano dato prova di tanto settarismo, livragando • compagni », che appartengono a una istituzione, che non conoscono. Gherardlni, tra il tumulto dell'assemblea, si mostra indignato che Lerda voglia piuttosto rimanere nella Massoneria che vivere e morire tra il proletariato « nel socialismo. n tumulto si scatena più violento ancora, e Lerda. fremente di sdegno, abbandona l'aula. Si fischia, si applauda Gherardinl si scatena contro la Massoneria, che è casta chiusa, segreta, dove 1 socialisti devono rinnegare 1 loro principi: fa però la carità della tolleranza per i socialisti massoni di antica data. (Urli, proteste e fischi di 0gni sorta). , Anche ZIbordi Invoca l'indulgenza per Lerda, perchè un massone che sulla tribuna pubblicamente si dichiara massone, non è più pericoloso. Mazzoni, invece, dice che non si deve subire dal Partito nessun ricatto per l'affetto : le cose si fanno o non si fanno. E qui nuovo putiferio. Ciccotti dice che l'ordine del giorno parla di risoluzione della questione della Massoneria,- non di espulsione di massoni; respinge l'accusa fatta da Lerda, che l'ordine del giorno sia stato un agguato, una vigliaccheria, perchè Lerda fu lealmente avvertito e consti!- tato. Propone che si respingano le dimissioni di Lerda. E il Congresso approva, con tiepidi applausi. La chiusura E siamo giunti alla fine del Congresso. Lazzari fa il discorsetto di chiusura; leva un inno al socialismo e manda un saluto a Prampollnl, invitando 1 congressisti a sciogliersi al grido di « Viva il socialismo! oontro la Reggia e contro lo Stato! ». Ma i congressisti hanno furia di andarsene; applaudono frettolosamente e non fanno eco affatto al grido, invano enfatico, del vecchio rivo'flzionario. OINki- \