I turco-arabi ricacciati a cannonate verso Regdaline

I turco-arabi ricacciati a cannonate verso RegdalineI turco-arabi ricacciati a cannonateverso Regdaline (Per telegrafo da uno dei nostri inviati speciali) TRIPOLI, 5, ore 20,25. Dopo le giornate famose del 27 e del 28, U nostro Corpo di operazione di Sidi-Said non aveva, sino ad ora, più. fatto alcuna ricognizione importante, con t'intento di prendere contatto col nemico. Soltanto ieri mattina, all'alba, avvenne una notevole marcia in avanti, combinata su due colonne. La marcia aveva per iscopo d'i osservare dove si fosse stabilito il nemico, e possibilmente di 'ledere di quante truppe attualmente disponesse. Le solite fumate Perciò partirono da Sidi-Said il 6.o e 7.0 battaglione di eritrei, seguiti e protetti da una batteria da montagna. La colonna si diresse verso sud-est, puntando su Sidi-Sultan e Zelten. La prima parte della marcia avvenne senza incidenti. Nella campagna sabbiosa, arsa dal sole, non si vedeva alcuno; sembrava che il nemico fosse completamente scomparso. Ma giunti a circa sei chilometri verso sud-est, i nostri scorsero dei gruppi nemici, chiaramente visibili sulle dune di faccia. Subito gli ascari fecero uno spiegamento, cercando di occupare la massima linea possibile, ma furono nello stesso tempo visti dai nemici, i quali eseguirono la manovra che è loro solita in simili casi: spopolarono, cioè, le gran guardie, per rientrare ed avvertire i compagni. Si videro intanto nettamente parecchie fumate azzurrognole levarti contro il cielo turchino catico. Erano i segnali di guerra, cosi famigliari ormai ai nostri soldati. Gli ascari si misero in ordine di battaglia, sapendo bene ciò che sarebbe succeduto. Infatti, poco dopo si videro apparire delle compatte masse turco-arabe di cavalièri e di fanti. E subito incominciò quel fuoco nervoso, a scatti, caratteristico dell'esercito che ci fronteggia in Libia. Evidentemente, i nemici credevano ad una nostra avanzata. Ciò almeno appariva dai preparativi che andavano facendo; ma i nostri non risposero che blandamente, standosene riparati, e eseguendo mirabilmente il loro compito, che era quello di osservare soltanto. Ritirata disastrosa Oitando i nemici, nella foga di combattere, si scoprirono completamente; " ~> minciò il rapido, terribile, incalzante fuoco della batteria da montagna, a cui si aggiunse quello, più spaventevole ancora, dei pezzi da 149, piazzati sull'altura del marabutto. A quella musica tremenda si univano qua- ■ si contemporaneamente le voci-dei cannoni della regia nave Iride. A tale ridda di can- lionate i turco-arabi non poterono e non se-anero resistere e si ritirarono dopo vani seppero re»«ic.c i r tanfnHni jiì nnnosi-ionp La loro fu una tentativi di •JJJf^J^J*^ ritirala disastrosa, poiché qualunque via prendessero erano raggiunti pur nella fuga dai nostri shrapnels e dalle granate che seminavano la morte nelle loro file, quanto fossero rade e distese su una vasta superficie Un'ora 'più tardi si poteva ritenere che il nemico, il quale indubilamente era avanzato da Regdaline, fosse rientrato nelle di sue posizioni in assai minor numero quando ne era uscito. Quando non vi fu più nessun dubbio dì conirattacco .la nostra colonna ritornò a SUli Said. Il sappeliimento di altri cadaveri Prima di mezzogiorno la doppia ricognizione era finita e le truppe nostre, d'accoMc probabilmente in questo col nemico, cedendo all'impero della temperatura superiore di quaranta gradi si offrivano qualche ora di riposo. Anche a Tripoli mentre i"=r ista Un'altra colonna composxa di due bat- taglioni del 6O.0 e di un battaglione di ber- a . .. saglieri si spinse frattanto più a sud epercorreva gran parie del campo di bat- a i- j 1.- a... r.ìr.»,.niÀ 11 M, „„„ tagha delle due giornate. Il nemico su que- sto fronte non si fece vedere e il compito dei nostri soldati si limitò al seppellimento ,., ._, ■ » • di moltissimi cadaveri arabi che ancora si trovavano fra la sabbia nei luoghi ove pìù cruenta era infuriata la battaglia. vi telegrafo il termometro ha raggiunto un'altezza che in Italia parrebbe una enor- . mila, ma qui il caldo, come tutto il resto, ti considera da un punto di vista assolu- tornente africano, e la gente suda senza protestare, lieta se può nelle ore libere ri- fugiarsi alla marina dove spira perenne una brezza relativamente fresca. I sette cannoni turchi di Ain Zara in viaggio per l'Italia Domani partirà per l'Italia uno degli eroi della battaglia di Zanzur, il capitano Fassi ni, del 5,o battaglione eritreo, quegli che]cadde ferito innanzi alla sua gloriosa 4.acompagnia, tra i suoi prodi ufficiali, tenentidigatagh dagli ufficiali medici, nell Ospeda-le di Tripoli il bravo capitano è guarito, ed ora si reca in convalescenza. Oggi, il Fassirii assistette al concerto diSciara Azizia, e fu fatto segno ad una rosa e simpatica dimostrazione da part ufficiali e di giornalisti. Un piccolo gruppo di giornalisti e di ™; riosi ha assistito oggi alla partenza da Tri-poli dei famosi sette cannoni turchi, efee vpnnprn nreti aiiearampnte al nostro enre-vennero presi allegramente al nostro egre Travaglio e Fautori, sulla famosa duna verde. Dopo una cura lunga ed affettuosa, prò- gio nemico dai fucilièr'l italiani, nella indi- menticabile giornata di Ain Zara. Allora.quando questi pochi, ma noiosi strumenti di guerra dell'esercito turco furono trasportati a Tripoli, da quel gruppo di valorosi, che fiavevano conquistati, una grande folla aveva applaudito; gli applausi erano diretti ai soldati nostri, non ai cannoni nemici. Oggi, in cui quei soldati erano assenti, nessuno si preoccupò dei meschini rappresentanti dell'artiglieria turca'.'Fu bello vedere la stessa popolazione tripolina inflschiarsene, rimanendo indifferente dinanzi a quegli sconquassati cannoni, che una volta le avevano fatto paura. Tripoli, avvezza ormai al mirabile spettacolo delle nostre artiglierie, non può più impressionarsi di quei poveri, decrepiti spauracchi di acciaio. Una compagnia di artiglieria da fortezza li trascinò, gocciando sudore, sotto un sole che per tutto il giorno fece ascendere il termometro oltre i quaranta gradi, dal Comando sino al Porto, ove domani saranno imbarcati. 1 sette cannoni sono diretti aRo-ma, dove probabilmente figureranno come trofeo di guerra nell'edificio del monumento a Vittorio Emanuele, a rammentare la epica gesta del 4 dicembre 1911. GIOVANNI CORVETTO

Persone citate: Giovanni Corvetto, Suli Said, Travaglio