Il Consiglio di disciplina di Spezia dichiara revocabili Albenga e Bordigioni
Il Consiglio di disciplina di Spezia dichiara revocabili Albenga e Bordigioni Il Consiglio di disciplina di Spezia dichiara revocabili Albenga e Bordigioni ggIl ministro dà ssiouziiHe al giudizio • Una Commissione d'inchiesta ministeriale (Per telefono alla Stampa) Rema, 4, sera Ieri sera un consiglio di disciplina, nominato per giudicare il comandante Albenga e i tenenti di vascello Bordigioni e Stretti, rispettivamente comandante, ufficialo di guardia e ufficiale di rotta della reeia nave San Giorgio al momento dell'incaglio, rispondendo ad analogo quesito proposto dal Ministero della Marina, ha dichiarato all'unanimità passibili di revocazione per mancanza grave in servizio, il capitano di vascello Attenga e il tenente di vascello Bordigioni. Hw risposto negativamente, a maggioranza al medesimo quesito proposto per il tenente di vascello Stretti. Su proposta dei Ministri della Marina e dei Lavori Pubblici, ed in seguito a deliberazione del Consiglio dei Ministri, è stata nominata una Commissione mista con l'incarico di accertare se e quali responsabilità sussistano in dipendenza dell'erronea posizione della boa di segnalamento della Secca della Gaiola, constatata in occasione dell'incaglio della regia nave San Giorgio, avvenuto il 12 agosto 1911. Tale commissione è composta cosi: Conte ing. Severino Casana, Senatore del Regno; Grande Ufficiale Carlo Marchese, vice-ammiraglio nella riserva navale; comm. ing. Italo Maganzini, Presidente di Sezione del Consiglio dei Lavori Pubblici. La predetta Commissione avrà facoltà di eseguire tutte le più ampie indagini del caso per l'espletamento del mandato affidatole e avrà a tale uopo a sua disposizione il capitano di corvetta oav. Giuseppe Cantù. (A. Stefani) 11 giudizio e l'opinione pubblica Roma, i, notte. La revocazione dal grado del comandante Albenga e del tenente di vascello Bordigioni sta per diventare un fatto compiuto. Il ministro della marina si uniforma al verdetto del Consiglio di disciplina di Spezia. Non è senza dolore che il ministro Leonardi-Cattolica si accinge a questo provvedimento, come non è senza dolore che l'opinione pubblica vede eliminati dai quadri due ufficiali di marina che un coro di testimonianze avvenute nel processo di Napoli dipinse come fra i più intelligenti deila nostra marina. Ma la giustizia ha le sue inesorabili necessità. L'opinione pubblica, rimasta insoddisfatta dopo la blanda sentenza del Tribunale di Na.poli, reclamava <che la ricerca delle responsabilità venisse proseguita. La sentenza di Napoli, pur assolvendo da pene corporali il comandante Albenga ed il tenente di vascello Bordigioni, indicava come rimanesse aperta la ricerca delle responsabilità dal punto di vista dei provvedimenti disciplinari. Il ministro della marina, che aveva valuto il processo di Napoli, insistendo perchè tutto venisse portato alla luce mentre pendeva la minaccia di soffocare ogni cosa nel periodo istruttorio, deferi subito dopo l'assolutoria l'Albenga ed il Bordigioni, i due ufficiali assolti al Consiglio di disciplina. Tale annunzio valse a disarmare il malcontento dei deputati che, in seguito alla sentenza del Tribunale di Napoli, avevano presentato interrogazioni alla Camera. Nelle repliche al Governo dei deputati interroganti venne fatto intendere chiaramente come l'opinione pubblica non potesse in alcun modo ritenersi soddisfatta del palleggio di responsabilità avvenuto durante il processo. A processo finito il pubblico notava nel suo buon senso che veniva a mancare ogni designazione di responsabilità precisa nell'incaglio della « San Giorgio » e veniva fatto di chiedersi se il re spoiisabile non fosse lo scoglio della Ga:ola, che aveva avuto il torto di trovarsi proprio sotto la chiglia della bella nave da guerra. I deputati, che presero la parola in quella seduta alla Camera, fecero intendere chiara mente che la questione non potesse ritenersi chiusa La questione fu infatti riaperta dal Consiglio di disciplina e viene chiusa 6ol- tanto ora con la deliberazione del ministro di uniformarsi alla severa decisione del Consiglio stesso. La decisione è severa, ri petiamo, ed il provvedimento del ministro è doloroso, ma icome non inchinarsi al giudizio di un Tribunale tecnico che ha sentenziato sulle responsabilità dei due ufficiali che si trovavano sul ponte di comando della « San Giorgio >i al momento dell'incaglio? Questo Tribunale tecnico presentava tutte le garanzìe di imparzialità per i giudicabili Esso era composto di ufficiali dei più alti gradi e dei più anziani. I giudici erano stati estratti a sorte e non avevano in alcun modo partecipato ne direttamente uè indirettamente a tutto quanto si riferiva all'incaglio della «San Giorgio» ed ai provvedimenti relativi. Se dunque questi nuovi giudici hanno riscontrato la responsabilità del comandante Albenga e del tenente Bordigioni, ciò «igni fica che il punto esatto di determinazione dello responsabilità esisteva nella ricerca di responsabilità disciplinari. Al giudizio non rimane pertanto che inchinarsi. Il pubblico nota d'altronde che q> ndo la permanenza di alcuni ufficiali nei quadri della flotta pone questa in pericolo, quando lo Stato deve spendere cinque o sei milioni in un salvataggio, qualcuno deve pur pagare. Alla ricerca delle altre eventuali respon sabilità provvede il ministro della marina col suo provvedimento odierno, consistente nella nomina di una Commissione d'inchiesta incaricata di accertare se e quali re sponsabilità sussistono circa l'errata posizione della boa allo scoglio della Gaiola. L'on. Arrivatene, uno dei deputati interroganti alla Camera sull'incaglio della « San Giorgio », aveva invocato appunto che ve nissero ricercate le responsabilità di coloro che avevano, anni addietro, collocato la boa a circa 300 metri dal punto in cui avrebbe dovuto trovarsi. Già nel processo di Napoli la Difesa degli imputati aveva indicato questo punto ancora oscuro della questione addossando a coloro che avevano collocato in errata posizione la boa, la maggiore responsabilità di quanto è avvenuto. Il ministro ora, a verdetto pronunciato dal Consiglio di disciplina, fa ragione alla giusta richiesta dell'Arrivabéna ed apre l'ultima pagina della ricerca delle responsabilità per il doloroso incidente.
Persone citate: A. Stefani, Carlo Marchese, Giuseppe Cantù, Italo Maganzini, Leonardi-cattolica, Severino Casana
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