L' "ultimatum " alla Porta dei convenuti a Junik

L' "ultimatum " alla Porta dei convenuti a JunikL' "ultimatum " alla Porta dei convenuti a Junik I capi tribù mussulmano-albanesi contro i Giovani turchi Le dimissioni del Gran Visir Sald Pascià 1 . .1 . (Servizio speciale della " STAMPA) Vlanna, 27- notte- ! co,. Anche oggi non éi hanno notizie chiare*Go'i precise sugli avvenimenti albanesi. In ge-'fanerale,si'ha l'impressione che si voglia tacere la verità e soffocare nel silenzio la gravità della situazione. 1 circoli politici e diplomatici interessati seguono con molta attenzione gli avvenimenti, mali giudicano con molta calma. In generale, si continua a credere che gli avvcnlimenli non possono dar luogo a complicazioni internazionali, non legittimando ancora l'intervento di alcuna Potenza. Il punto di vista generale è che si tratti di avvenimenti che, per quan'to pericolosi, riguardano solo la Turchia. Naturalmente, però, non si dissimula che il •momento è delicato e si riserva perciò ogni ''giudizio definitivo sulla situazione. Da fonte sicura da Salonicco ricevo queste notizie. La situazione a Monastir non presenta alcun miglioramento. Le truppe 'ammutinate dispongono di due mitraglia'Mei con numerose munizioni. Esse sono ac'campate sulla montagna di Hesna, dove anche Niasi-bey, in occasione della rivoluzione giovane turca dell'anno 1908, si è concentrato' con la sua gente. Finora, non si \è iniziato un energico inseguimento contro idi essi, sia perchè si vuole prima tentare 'di persuadere i ribelli amichevolmente, e isopratutto perchè lo spirito delle altre trup\pe non si dimostra disposto ad 'impegnarsi contro i compagni. Vi sono pessimisti che credono di vedere anche nella guarnigione di Salonicco sintomi di movimenti simili a quelli, manifestatisi a Monastir. Cosi, l'iispettore Zekki-pascià non ha potuto prcnIdere ampia misure repressive ed ha dovuto ÌHndtarsi a tentare di impedire che la parte ^della guarnigione finora rimasta tranquilla \non sia influenzala dagli attuali torbidi. \Pare che Zekki-pascià si sia persuuso che '.delle misure violente contro gli ammutinati 'non riuscirebbero allo scopo e potrebbero 'condurre il Governo a pericolose complicazioni. Si aspettano ordini del ministro della guerra e si pària di invìi di truppe da Costantinopoli. Il Governo cerca di venire a patti j Ed ora ecco le notizie dei giornali viennesi: La Neue Fi-eie Presse riceve da Salonicco: «Pare che il Governo turco non •osi tentare di agire militarmente con la 'violenza contro ì ribelli, temendo di sollevare un movimento insurrezionale più valilo dell'attuale. Una Commissione formata 'di Eiub Sabri, dirigente del Comitato centrale giovane turco, e del capitano albanese Tahir-bey, uno di quelli che sembra essere alla testa del movimento di Monastir, si recherà insieme ad alcuni ufficiali e altre persone di fiducia nel campo degli ammutinati per trattare con essi per il loro '.ritorno. Eiub Sabri, secondo voci che corrotto, si dichiarerebbe disposto ad abbandonare, se è necessario, la direzione del Comitato centrale giovane turco. Come è voto, i ribelli domandano il suo ritiro. Pare an\che che Eiub Sabri sia stato autorizzato ^intanto a fare molle concessioni ai ribelli per poter appianare il conflitto ». L'attuale rivolta i ricorda quella contro Àbdnl Hamid i La Viener Allgemeine Zeitung rieete da ^Costantinopoli: «il senatore albanese Akif ha ricevuto da Monastir un telegramma da cui parrebbe che i rivoluzionari abbiano fatto prigioniero il vali di Monastir, Miteni/, e il comandante della città di Istip. La rivolta militare, il cui centro principale è costituito dalle città di Monastir, di Perlepe e di Dibra. va estendendosi. A Monastir si sarebbero sollevati dodici battaglioni. Quattro di essi si sarebbero uniti ai ribelli (questa cifra del giornale viennese si può considerare, mi sembra, assai esagerata). Un giorno di Stato ha dichiarato che l'attuale ricolta albanese ha molta rassomiglianza con 10 rivolta giovane turca scoppiata contro 'Abdul Hamid ». : I.ribelli albanesi sembrano mirare a coniigorrc un nuovo esercito della libertà. Si può temere che il movimento rivoluzionario penetri anche a Costantinopoli. Il capo deliarivolta sembra essere il Vali di Salonicco che avrebbe la stessa parte avuta a suo tempo da H'ilmi-pascià. La crisi di Gabinetto • Appena unite le nuove notizie dall'Albania il ministro degli interni si è recato con {gli altri ministri dal Gran Vizir e gli partecipò che la rivolta militare va prendendo una piega sempre più allarmante. Il Gran \Vizir, Said-pascià, dichiarò allora, per rivendicarsi degli ultimi conflitti avuti col 'Comitato, che appetta si potrà provare che 11 malcontento e diretto contro l'attuale Governo, egli si sentirà obbligato a dare le sue dimissioni, poiché egli non vuole aggiungere alla guerra esterna una guerra interna. Said-pascià rimane fermo su questo punto di vista, benché il ministro degli interni abbia dichiarato che se il Gran Vitir dà ora le sue dimissioni, egli farà causa comune con i rivoluzionari. ', Si è poi raccolto un Consiglio dei ministri, tal quale però non è intervenuto Said-pascià. U Consiglio durò sette ore ed è stato deciso 'di entrare in. trattative con Hilmi-pascià 'e Hakki-pascià e tentare di indurre uno 'di questi due uomini ad assumere l'ufficio idi Gran Vizir. Alla Porta giungono continuamente notizie che parlano dell'estendersi della ripolla. ' Conoscete già nel breve sunto telegrafico le curiose dichiarazioni fatte dal ministro della guerra turco al corrispondente della Neue Freie Presse. Esse, per quanto riguarda la rivolta militare c le congiure d'Albania, possono sembrare anche ingenue, è TIl crchtrGinditevgpbinseziscngtrmAecrdfegrcrtmmGrrdvabitmttsanbdeulgdgorncsdvnj | contrastanti come sono coi comunicati dèli tipoGoverno, del quale Mamhud Chef kel-pascià\l'atfa parte. Quanto alle sue dichiarazioni su n a a , o , o i a f a o a è e i n in o ò ao o an ro n iol he oe ga eli ia i, à. so ià no io oriamite to re ue, Tripoli e la pace esse appaiono ■sibilline. Il ministro vuole giuocarc di prestigio e far credere che la rivolta albanese abbia qualche rapporto con l'attuale guerra e possa trovare ad ogni modo una imitazione se il Governo turco concludesse la pace, mentre invece è nolo a tutto il mondo che l'attuale disordine albanese è prodotto da cause interne che sono state provocate dal mài governo turco. Quanto all'invocazione alle grandi Potenze di rispettare la Turchia, perchè essa è in cattive acque, — e si noti bene, per colpa propria, — non è il caso dì insistere: è semplicemente ridicola. Anche nella vera Albania la situazione sembra alquanto aggravata. Secondo notizie di buona fonte da Salonicco gli ultimi scontri avvenuti fra truppe e gli Arnauti nei dintorni di Alessio sono stati assai più gravi di quello che pareva da principio. Le truppe turche, che nei primi giorni di fermento erano state inviale da Dibra verso Alessio, furono attaccate per via, cosicché esse non poterono intraprendere un efficace inseguimento degli Arnauti. Un maggiore, un tenente, dieci soldati turchi, un gendarme rimasero uccisi, molti altri soldati feriti. Gli Arnauti si sono impadroniti d'una grande quantità di armi e di munizioni, tira il Comando militare ha dato ordine anche al battaglione di El Bussati di marciare contro gli Arnauti. Il comandante delle truppe turche operanti in Albania, che prima aveva minaccialo dì punire esemplarmente gli albanesi, ha consigliato ora il Governo di concedere una amnistia gene, rate, come solo mezzo efficace per comporre rapidamente il conflitto. Questa amnistia dorrebbe estendersi a tutti i capi del movimento rivoluzionario ed eventualmente anche all'ex-deputato di Pristina, Hassanbey, ed al famoso capo-banda Issa-Bolge ponmeto delelicno il ce,te serdeioito1 J /qusi il uffiwAprdadadcinalbcanetimdAudompanizisoiinaz. Credo bene di riassumervi i postula- dti che i capi-rivoluzionari albanesi hanno pemesso ora a programma del loro movimen-\rato insurrezionale. Come vi avevo a suo' tempo informato, i capi-albanesi qualche settimana fa si raccolsero in una solenne assemblea nazionale nel villaggio di Junik, fra Giakova e Ipek. Le domande dell'Assemblea di Jnnik Appunto in questa assemblea furono elaborate le dodici domande seguenti, che tendono quasi ad una autonomia dell'Albania, e che gli albanesi hanno presentato come un ultimatum al Governo turco: .Lo'Piena libertà agli albanesi di istruirsi nella lingua albanese; 2.0 Riconoscimento legale dell'esistenza nazionale degli albanesi con gli stessi titoli e diritti della nazionalità ottomana ; 3.o Garanzia che non si ripeteranno in avvenire gli atti anli-costituzionali del Governo-centrale e dell'autorità locale, compiuti in passato in Albania: temlap«".sspetto di tutte le religioni, abitudini e tra- ndizioni degli albanesi; i.o Assoluta libertà dagli albanesi di eleggere secondo la propria volontà i propri deputati, 'il cui numero deve essere proporzionule alla popolazio- vom5PàagGc?ne; 5.o Or<7am;:a2Ìojie dell'amministrazione dei vilayets abitati dagli albanesi, avendo per base il sistema della deccntralizzaj zìone ; 6.0 Scelta del Vali e degli altri fun| zionari fra gli impiegali più capaci e migliori, i quali conoscano la lingua albanese, gli usi e costumi dell'Albania ; nomina di impiegali civili e finanziari dei tribunali che siano di origine albanese; reclutamento della gendarmeria, degli agenti di polizia.fra gli albanesi più capaci nei varii Coìti uni ; 7.o Nomina di un rappresentante del Sultano con poteri di governatore generale per un certo numero di anni, con missione di vegliare per il mantenimento della legge costituzionale e per l'adempimento dei doveri da parte del Vali e degli altri funzionari ; 8.o Uso della lingua del paese nelle comunicazioni fra popolo ed autorità governative e nei tribunali. La lingua deve essere anche quella ufficiale del Governo in Albania; 9.o Servizio militare per tutti gli albanesi con il sistema cantonale in tempo di pace e speciale organizzazione nelle contrade confinanti con gli Stati balcanici ; 10. Impiego dei proventi di tutte le imposte riscosse in Albania per i bisogni locali, fatta eccezione per le somme ricavate dalle poste, dai telegrafi, dai tabacchi e dallo spirito; 11. Diritto per il Consiglio generale, di controllare il bilancio del paese e le spese ; 12. Impiego di alcune entrale per stabilire, un fondo sufficiente, allo scopo di ricostrurrc le case bruciate nella precedente rivolta e nomina di vita. Commissione mista indipendente' che sorvegli la ricostruzione di queste case distrutte dall'artiglieria e restituzione delle armi confiscate alla popolazione. I giornali viennesi mostrano oggi un maggiore interessamento agli avvenimenti albanesi e sembrano meni) riservati. In. una sndmsdTnlipdflSaspbBsgplriccCd' i dicdvncqvbgrctccdIddldttabreve nota dell'ultima ora la Neue Prete tIn questi circoli politici\nPresse scrive iammutiiiumento degli ufficiali e dei soldati albanesi ha destato una sfavorevole impressione. Si pensa tuttavia che si debba attendere l'ulteriore svolgersi degli avvenimenti per poter stabilire con sicurezza se nei torbidi di Monastir si tratti solo di un avvenimento locale o se lo spirito delle tribù albanesi corrisponda neramente a quello delle popolazioni. Il Governo turco non agisce con. la, forza militare contro gli ammulinati, dimostrando con ciò di Cernere che una azione militare possa provocare utio. soli e iasione generale ». L'ufficioso Neue Viener Tageblatt scrive: «Le notizie dell'ammutiti amento appaiono oggi più gravi che in passato ed hanno destato una certa inquietudine a Costantinopoli. L' prematuro dare un giudizio defini- nim i tipo. IL movimento, sembra diretto contro \l'attuale regime, cioè contro il dominio prei ì i i ù e o é i a e l , e a e ponderante dei Giovani turchi proprio co me quattro unni fa il nutrimento era diretto contro Abdul Hamid. Allo stalo attuale delle cose non si p}iò' tuttavia concludere elicgli effetti dell'attuale movimento saranno eguuli a. quelli del 1908. Ad ogni modo, il movimento non è vantaggioso per la pace, poiché come potrebbe il partito dominante tentare ora la pace se una parte dell'esercito protesta proprio contro V dell'attuale Governo e ione più energica». desidera anzi un'a- Come vedete, questo punto di vista, espo-1 Tito dal giornale viennese, coindide con' 1 J / il 71 / /ì n il ri fi ì - i , ri \r>tì nW/i iiìn»-ni .•11 r\ ~\7 s\ >i ' polePl'apezivrsaCch| chrte dell'c-, taattitudine j vchchquanto andavo dicendo giorni sono. Non si comprende solamente la conclusione che il Neue Viener Tageblatt vuole trarre dagli gmufficialmente che il movimento albanese è swnimcnti in rapporto alla guerra di Tri- Ai. E' stato dichiarato tante volte'anche ^provocato dal sistema elettorale inauguralo fdai Giovani turchi, dalle mancate riforme, \fdall'odio verso alcuni membri preminenti J*dcl Comitato, cioè da cause assolutamente ieinterne e non*si c niai sentito dire che gli albanesi attaccassero il Governo turco a causa della guerra di Tripoli. La conclusione del giornale non ci sembra perciò legittimata dai fatti. ■ Le dimissioni del Gran Visir Said Paseià Berlino, 27, notte. Un iiispuccio da Costantinopoli al Lokal Au/oiger dice che il Ministro degli Interni, dopo ricevute le ultime notizie dall'Alba- a(i sma, si recò a trovare il Gran Visìr Said ipascià cui annunziò che la rivolta milita- ini, come quattro anni fa, prende proporzioni pericolosissime. Numerosi ufficiali si soro rifugiati sulle montagne. Said pascià - dichiarò che crede suo dovere ritirarsi, o perchè non conviene aggiungere alla guer-\ra lc discordie tmteétkU. Said pascià mano' e e cvdsdèmtenne le dimissioni. Giungono continua- gmente alla Porta dispacci annunziatiti che lla rivolta si estende. (\ Stefani) i t'nT