Le malattie decimano i turco-arabi a Bengasi

Le malattie decimano i turco-arabi a Bengasi Le malattie decimano i turco-arabi a Bengasi (Per teleg. da uno dei nostri inviai speciali) . BENDASI, 24. ere 18,80. , Come al solito, il postale settimanale di-j ret>o "dall'Italia, ha portato i giornali,; Il qwM, costituiscono anche per Bengali la' fonti principale per apprendere quello che-, avviene fuori della ristretta sona delle nostre fortificazioni. Ha suscitato fra gli ufficiali parecchi ah legri commenti l'articolo, pubblicato sull'Illustration Francaise, di Giorgio Re-, mond, suo inviato speciale nel campo tur-i co. Il Remond, il quale si trovava prima' in Tiipolitania,. dopo aver compiuto con1 una carovana la traversata idei, deserto sir-\ lieo è giunto nella regione bengasina neH centro dell'accampamento turco-arabo, che", trovasi di fronte alle nostre posizioni di, Bengasi. L'articolo è stato conosciuto qut, dal riassunto che ne dà la Stampa con un] fonogramma del suo corrispondente dà Parigi. L'articolo merita alcuni gommenti.. Malgrado che il signor Remond dica : « Ho; fatto tutti gli sforzi per guardar le cosej da critico assolutamente disinteressato » ed: agcivnga che per.'nulla affatto Subì l'in-\ fluenza dell'ambiente nel quale vive ormai da quattro mesi, tuttavia col suo articolo dimostra di comportarsi in modo alquanto diverso. Siamo, del resto, largamente, infermati del valore che hanno le famose corrispondenze degli inviati esteri nel cams . po turco. Non possiamo 'certo pretenderei di conoscere come Remond,-il quale ci vìa ve, le particolari abitudini del campa turco; siamo però abbastanza edotti delle cose per sapere come sopra una base di qual-1 che verità, molte inesattezze contenga l'ai* ticolo del giornalista francete.' Come potei informarvi altre volte, la vV, ta nella regione bengasina è lungi dal poter essere ordinata ,eà<' idiliaca come vorrebbe la descrizione di Remond. Le infor-> .mozioni giunUÌfui sono del resto confer-> mal? dagli stessi arabi turcoflli. d'Egitto ey cor-.c mi diceva .Una persona giunta ava ni fieri da Alessandria, dimostrano che nel} campo turco regnano parecchie malattie infettive, tra cui predomina il tifo. Per1' cercare di limitare l'infezione i. turchi, do*: venero spostare perfino gli attendamenti] Il rifornimento dell'acqua, col progrCdU re della stagione estiva, si fa sempre più difficile, malgrado già da parecchio temi po carovane di cammelli debbano andari la a cercare, a sei ore di distanza, sopra l'altipiano. Trattasi di dar - da bere ad uni agrdomeramento di gente che vària tdallsr otte alle diecimila persone, non ottanta^ mila, come ha tristo con una lente di inA grar, dimento il signor Remond. ' La magi gioianza componente il campo lurco-arai bo, tranne alcune tribù limitrofe, è compo-à sta dai rifiuti di varie tribù, cui si aggiuni gono numerosi nomadi, i quali finora vivevano rubacchiando a destra e a sinistrai Questo elemento è accorso al campo nèmù co sapendo di trovarvi paga e viveri. Ub-i bin.o già la piena conferma di questo fattaalla battaglia delle Due Palme, dove la\ quasi totalità <dei cinquecento ■ morti tirai vali nelle famose buche, era formato 'daquesto elemento eterogeneo. I Per cercare di fare nuovi adepti, approì, fittando dell'appoggio di alcuni capi dls\sidenti della setta dei Senussi, Aziz oey,j comandante delle forze nemiche, continua ad affermare il prossimo arrivo del Gravi Senvsso con numerosi armati. Trattasi pe-i rò di uno dei soliti metodi ingannatori Hi cui gli ottomani sono maestri. E* come'delle famose batterie delle quali in TripolU tanìa Fethy bey annunciò durante quattro mesi l'imminente arrivo al campo di Azu zia. Informazioni ripetute recentissime, continuano a confermarci la neutralità del Gran Senusso, il quale è troppo diplomatico per lasciarti trascinare in un intervento, dal quale comprende di avere tutto da perdere. A Bengasi vi è un notevole aumento net valore delle case. Se quelli che si sono alleati ai turchi potessero vedere la vera trasformazione compiutasi a Bengasi in questi mesi, comprenderebbero come gli italiani non sono venuti a sfruttare, ma a creare la ricchezza del paese. Essi veden*. \lo le grandi somme che si sono spese per il miglioramento della città, certamente comprenderebbero che sapremo creare nuove fonti di lavoro e di guadagno. La penetrazione nell'interno sarà lunga, mai a mio parere, può sembrare men difficilei specialmente quando, cessata la guerra^ gli abitanti di fuori potranno far parago* ni tra il presente ed il passato, che aveva impoverito il paete. Vi dirò cota che sembrerà strana: anche quella parte dell'eiemente arabo che entro il suo cuore ci è> contraria, comincia a desiderare la sconfitta rapida è definitiva dei turchi, il Mesi-, deri- maggiore in tutti è chela guerra fini* sea pretto e che la vita ridivenga normale e si. possano riprendere i. commerci e le coltivazioni. Prolungandosi le ostilità, la necessità economiche non tarderanno a costituire il nostro migliore alleato contro la dominazione ottomana, la eui esistenza comprendiamo che è definitivamente condannata in Cirenaica. • 8AV0RGIAN M figAZZi/ ' __,_n.w. A.*--» -„l Tri . Wm

Persone citate: Aziz, Giorgio Re, Remond

Luoghi citati: Alessandria, Bengasi, Cirenaica, Egitto, Italia, Parigi