Il caos nella Convenzione di Chicago

Il caos nella Convenzione di ChicagoIl caos nella Convenzione di Chicago Tra i due litiganti stava per godere un terzo 3 rooseveltiana usciranno dal partito ? ^{Servizio speciale della Stampa). adesso si trova- addirittura in uno stato caotico. Essa si viene mutando drammaticamente quasi di ora in ora. Dei cablogrammi contraddittori si susseguono ogni momento ed è una matassa assai difficile da dipanare. Con molta probabilità, in base ad un accurato esame delle notizie giunte fino a stanotte, g'1 ultimi avvenimenti si sono svolti nel seguente modo. Il compromesso fallito Dopo che la Convenzione stessa sciolse la seduta, ieri sera, la fazione rooseveltiana capi essere alquanto difficile che essa possa ottenere una maggioranza alla Convenzione, ed allora essa si trovo di fronte a questo dilemma: o separarsi addirittura dal partito repubblicano ufficiale, abbandonando in massa la Convenzione per tenerne un'altra o nominare Roosevelt come candidato di un nuovo partito repubblicano indipendente, oppure venire, ad un compromesso per evitare tale scissione. Naturalmente, occorrerebbe a ciò anche il consenso della fazione taftiana. Il compromesso sarebeb in questo senso: tanto Roosevelt che Taft rinunclerebbero alla candidatura presidenziale ed inviterebbero i rispettivi delegati à raccogliere i propri vóti su un terzo candidalo repubblicano, il quale cosi diventerebbe il candidato ufficiale del partito repubblicano per la presidenza della Repubblica. Questa soluzione avrebbe il merito di non produrre una disastrosa, divisione nel partito repubblicano, divisione che invece è inevitabile se tanto Roosevelt quanto Taft rimangono al loro posto.■ Oro, nelle primo ore di ieri, pareva che la fazione taftiana e quella rooseveltiana. fossero in procinto di accordarsi per venire ad un cobi promesso, che salvasse capra e cavoli, infatti, febbrili negoziati si svolsero dietro le scene ed un accordo pareva quasi raggiunto, tanto è vero che Roosevelt mise in libertà iLondra, 20, notte. La situazione a Chicago continua complica- lissima fin dal principio della Convenzione eiiiioi delegati con una nota ufficiale In cui liinvitava a votare per un terzo l-andidato. Ciòlasciava supporre che anche da parte dei taf-tiani una decisione simile fosse stata presa eche lutto fosse deciso per un compromesso. Iterzo candidato, anzi, era stato già scelto nel-la persona del delegato roosevelttiano Adieyquello che propose il famoso ordine del gior- <■* P«Uto rooseveltiano contro le frodi praticate a danno di Roosevelt nella compilano di Ieri l'altro, lìgi; è governatore dello Stato del .Missuri. e politicamente gode molte simpatie giacchè ha processato vari trust. L'Adley, che si trovo forse sulla soglia della presidenza all'improvviso, ha appena quarant'anni : è un uomo molto abile ed onesto. Senonchè. due ore dopo, il compromesso era già U'amontntu. Clic cosa era avvenuto? Non si sa. Si sa solo che Roosevelt, ritirò la nota ufficiale con cui poneva in liberta i suoi delegati. Probabilmente su qualche particolare era sorta qualche controversia e la soluzione del compromesso era andata a monte. Il colpo del sen. Flinn La riapertura delie ostilità venne eseguita da quattro delegati rooseveltiani. che erano membri del Comitato per la verifica delle credenziali, Comitato eretto ieri dalla Convenzione. Questi quattro delegati, con alla testa il senatore Flinn, uno dei più forti sostenitori di Roosevelt, si dimisero all'improvviso dal imitato di cui sopra in atto di protèsta contro i:i contegno della maggioranza del Comitato stesso. Questa maggioranza, infatti, èl era rifiutata di accogliere il ricorso'. e a e o d . o e i e o a , . a n e , i sevelt ad una assemblea generale da tenersi al tocco al quartier generale di Roosevelt Tutti i delegati accorsero, e Roosevelt, dopo nvei- crmferttn mi «jiioi tnaufrirtrpr.il ,],«« la! .1 .?/ JT,as.V™l 1 zio ne della lista dei delegati delja Conven zione. Il partito rooseveltiano chiedeva, eo|me è moto, che 92 delegati rooseveltiani e- tclusi,' sembra ingiustamente, fossero inclusi nella Ksta in .sostituzione di 92 delegati taftiani inclusivi per puro settarismo. Invece, la maggioranza del Comitato decisa di passare sopra a questa protesta. Immediatamente, i quattro membri rooseveìtianii si alzarono ed abbandonarono la sala. Il senatore Flinn corse da Roosevelt e g1!: disse che non c'era speranza che -i taftianl si riducessero alla ragione. Noni rimaneva «quindi più che di separarsi dal partito, lasciando la fazione taftiana ai suoi destini, abbandonando con un colpo di scena la Convenzione. Questo colloquio avvenne ieri sera a. mezzanotte. Fiato ai megafoni .Subito dopo, degli emissari rooseveltiani furono sguinzagliati per tutti gli alberghi a convocare con megafoni i delegati di Roo- ohe era" gamia l'ora di prendere una posizione decisiva sulla questione morale delle ingiustizie e delle frodi praticate dalla fazione avversaria in danno de) partito rooseveltiano. — E' 'inutile parlare contro i metodi fraudolenti dei. nostri avversari se noi continuiamo a rimanere nella Convenzione — terminò Roosevelt. — Quindi, è mefU'o non avere più nulla a fare coll'associazione dei fraudolenta delegati di Taft. I delegati rooseveftiani accolsero questa decisione col più grande entusiasmo. Essa significava una separazione decisiva dal parUto repubblicano ufficiale, stamattina, la Convenzione si riaperse, verso le undici, ma il ,™""*c ». n.iK.»«i:»» *e uuuìu.. »»Comitato per la verifica delle credenziali, annunziò subito che non aveva ancora po-i-luto compilare il suo rapporto. Cosi la seduta ò venne to'Jla e f- ' stasera. la Convenzione rinviata ae| ,V quel che sembra, la maggioranza del cJl Imitato avrebbe agitato, durante tutta la not--.: t(,_ delle idee piuttosto conciliative ed avreb"-. j L,e tentato di indurre i quattro membri roo-, seyetÙàni dimissionari a ritirare le loro di¬, è a n a a l a o e nmissioni. Ma questi rimasero duri e dopo il rinivio della Convenzione essi annunziarono di mantenere le proprte dimissioni. Quindi . |é uscita una dichiarazione firmata da Roosevelt, hi cui eg:ii dichiara che se i propri delegati gli resteranno fedeli, egli formeràun partito indipendente, a sè. Tanto il mantenimento delle dimissioni dei membri del Comitato quanto questa dichiarazione indicano che ogni idea di compromesso è esclusaQuindi, i ■ delegati taftiani, abbandonata laldea di un. compromesso, sono sceslin guerranifi forti di nrima e diefiiararo che la vitto-più iora ai. prana e ammarano cne la viti» — Ad essi non resta-che eleggereTaft; ma questa nomina è alquanto pericolosa, data la popolarità di Roosevelt nel paese. Stasera, la Convenzione si riunì di nuovo.

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