Nel pandemonio della Convenzione di Chicago

Nel pandemonio della Convenzione di ChicagoNel pandemonio della Convenzione di Chicago Roosevelt dice: io sono on guerriero, non un profeta!, {Servizio speciale della Stampa). Chicago, 13, notte. I lavori della Convenzione repubblicana continuano fra mi orgasmo indescrivibile e fra innumerevoli armeggìi di dietroscena. l'inora, è impossibile prevedere a chi toccherà hi nomina. La prima affermazione positiva che la Convenzione ha fatto votando ieri sera per eleggersi un presidente temporaneo, è riuscita favorevole a Taft, ina in misura tutt'altro che decisiva. La situazione dunque rimane ancora sospesa. L'aritmetica è nn'opinione Le cose ieri sera si svolsero così. Dopo che il deputato rooseveltiano Adley ebbe presentato il suo ordine del giorno per la revisione della lista dei delegati a scopo di farvi includere 92 delegati rooseveltiani, in sostituzione di altrettanti delegati taftiani, che secondo lui vi erano stati inclusi in modo fraudolento, l'assemblea decise di rimandare ad oggi ogni discussione al riguardo. Quindi, essa procedette subito alla elezione del proprio presidente. Due erano )' candidati a questa cerica: il taftiano Rootl e il rooseveltiano Mac Govern. L'assemblea elesse il Rooth con una maggioranza, che, secondo i taftiani, fu di 56 voti, ma che a detta dei rooseveltiani fu d? soli 18 voti. Non bisogna meravigliarsi per questa differenza di cifre. A Chicago anche le cifre diventano ormai delle opinioni. Comunque, la maggioranza toccata a Taft, quand'anche fosse di 56 voti, sarebbe sempre assai magra dato lo spirito di molti de- ■r-,1-, i .-. * .....'11 ...il 1_ i m.m ■ putali vacillanti, che potrebbero mutare péli sieiQ llUuUjmo momento buttandosi dalla 1 biarono il consueto torrente di ingiurie, mi- naccie e diffamazioni. Esplosioni di applau- si frenetici vi si alternarono con scoppi di muggiti, di grugniti, fra il clangore delle musiche, in uh baccano d'inferno. I dele- gat-i californiani favorevoli a Roosevelt oan-tavano ogni tanto : « Addosso, addosso, ad-dosso, mangiateli vivi!» E poi: « Ra! Ra! Ra!» E gridavano ai taftiani: «Ladri! bri-parte di Roosevelt. D'altronde, però, anche il drammatico colpo di scena con cui Roosevelt intendeva cattivarsi la Convenzione, facendo proporre l'ordine del giorno di Adley, andò fallito. Addosso!... Ra!... Rai... Ad ogni buon fine, tanto Roosevelt che Taft, restarono perfettamente soddisfatti dell'esito della votazione di ieri ed hanno ciascuno per proprio conto la certezza della vittoria finale. I partigiani di Roosevelt se ne mostrano entusiasti e dicono di aver preso al laccio gli avversari. Roosevelt da parte sua si astenne oggi da ogni profezia: « Io sono un guerriero, non un profeta! — gridò egli ai « reporters ». Non occorre dire che durante il seguito della seduta di ieri, le due fazioni si scam I taftiani rispondevano per le ganti! » rime. Questa mattina la seduta di ieri era commentata a gran voce per tutta la città; negli alberghi, ai bars, dove si consuma wisky e cognac senza economia, avvennero alterchi e tafferugli I giornali sono divisi nei loro giudizi sulla prima giornata campale. Quelli contrari a Roosevelt dicono che l'ex-presidente è ormai alla vigilia della sua Waterloo, mentre quelli favorevoli a lui dicevano che Taft era spacciato Una sola cosa per il momento sembra chiara, ed e questa: che nessuno dei due candidati verrà eletto alla prima votazione. Ciò non può sorprendere, giacché per alcune nomine nelle convenzioni precedenti occorsero fi.no a cinquanta votazioni. Si annunzia che la nomina definitiva del candidato presidenziale avrà luogo venerdì prossimo. Oggi e domani continueranno i lavori preparatori. La secessione? Da qualche giorno circola la voce che Roosevelt se vedesse le cose metterei male per lui, farebbe buttare a mare la Convenzione dei suoi delegati, i quali, abbandonando il «Culiseum», /costituirebbero una Convenzione per conto loro, sconfessando l'altra ed adottando la candidatura di Roosevelt. Ciò significherebbe la divisione del partito repubblicano. Dagli accenni fatti stamattina da Roosevelt in un suo discorso, sembra che egli abbia in mente di svolgere questo piano. Fino ad oggi, però, la grande secessione non si i verificata. Prosegue invece la gara fra Roo sevelt e Taft per la conquista finale della maggioranza della Convenzione. Le più strane dicerie circolavano stamattina a Chicago, insieme con le previ sioni più strampalate. I taftiani dicevano che sarebbero lieti se I rooseveltiani si ritirassero dalla Convenzione perchè rimarrebbe sgombro il terremo per la nomina di Taft; i partigiani di Roosevelt, a loro volta credono di poter assicurare la nomina di questi a candidato. La seconda giornata La Convenzione, intanto, ha ripreso i suoi lavori. Oggi alle 11,15 il «Culiseum» era affollatissimo come ieri. Il delegato rooseveltiano Adley svolse il suo ordine del giorno dichiarando di non voler fare Una questione personale, ma di essere irremissibile pr<rchè il problema riguarda Tesi stenza di tutto il partito repubblicano. Du rante il suo discorso avvennero urla, e fu multi che a stento si Calmarono. Alla fine Adley propose che vengano inclusi nella lista 9:.' delegali rooseveltiani. Parlarono quindi dei delegati taftiani, combattendo la proposta. Quelli di Roosevelt replicaromo accusando gli altri di frode e di furto. (Daily Chronicle)

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