Processo per il crack della Banca di Borgomanero

Processo per il crack della Banca di BorgomaneroProcesso per il crack della Banca di Borgomanero Le imprese del direttore eegammnstratorisvelate dai testi Novara, 19, notte. Non appena viene dal presidente dichiarata aperta l'udienza, è chiamato il teste Guastalla, già fattorino della Banca di Borgomanero dal 1904 al febbraio 1907. Un ex fattorino della Banca Questi afferma che si fecero fin dal principio operazioni di Borsa, e capì perchè il Sartorelli diceva di recarsi a Milano per vedere se v'era da fare qualcosa in Borsa. Le sue gite a Milano da principio erano rade, ma poi divennero frequentissime. Le operazioni erano fatto per conto del clienti, ai quali alla fine di ogni mese il teste recapitava le liquidazioni mensili. Sa delle operazioni che faceva il Bernardino Bullo, col tramite della Banca, operazioni eseguite anche telegraficamente; in tal caso i telegrammi erano cosi concepiti : « Comperato per nostro conto, ecc. ». e firmati colla parola convenzionale « Burgob'ank » ; però il nostro si' riferisce alla persona che operava, e non implicava un'azione diretta per conto della Banca. I telegrammi di risposta venivano dallo stesso direttore mandati o trasmessi al Bernardino Dulio. Ricorda che fin dal 1905 Cerruti Antonio, Duiio Bernardino. Bertone e Brambilla ei erano costituiti in Società, ma tutte le operazioni dagli stessi compiute erano personali, mai per conto della Banca. Seppe delle speculazioni sulle Terni, e lo seppe dal cassiere, il quale un giorno gli disse che 11 direttore era preoccupato perchè aveva fatto speculazioni colle Terni, ed aveva perduto. Circa il modo con cui il direttore procedesse nelle operazioni di Borsa tanto di Milano, quanto di Genova, nulla sa; ricorda solo che alla fine di ogni mese, per avere denari, dava ordini di riporto, per esempio, alla Banca di Basilea, dei titoli depositati a dossier alla Banca di Busto Arsizio, e quella Banca a sua volta disponeva della somma richiesta a Milano a favore del direttore; questi a Milano ritirava l'ioiporto. Nulla sa circa le garanzie prestate dai sin goll clienti, come pure delle partite, me .l'ac cusa vorrebbe intestate a prestauomi. Ricorda invece che a tutti i clienti residenti sulla piazza portava lui stesso i biglietti, mentre a quelli fuori piazza venivano mandati per posta. Mai seppe che vi fossero clienti «fittizi, nè mai sentì parlare di partite, che si facevano passare dall'uno all'altro. Sa invece di operazioni compiute dagli impiegati, sia separatamente, sia in società.; ma a ciascuno egli consegnava ogni mese le rispettive liquidazioni mensili. Ricorda cho costoro mai guadagnarono, ed alle sue osservazioni. circa le continue Derdite dagli stessi subite, taluno di essi rispondeva che sperava in un eventuale prossimo guadagno; altri che speravano che la Banca non facesse for loro qualche brutta figura: è certo che di ogni operazione che essi compivano veniva dato loro carico. Era consuetudine, sempre osservata, di pubblicare all'esterno della Banca alla fine d'ogni mese e su apposito cartello le situazioni mensili, e queste stesse, in piccolo formato venivano pure regolarmente inquadrate all'esterno della Banca. Passando ai rapporti del Bertoni colla Banca, ricorda che solo in ultimor e cioè dopo la scenata avvenuta, fra esso ed il Sartorelli, in seguito alla quale il direttore cacciò il Bedonl fuori della Banca, il Bedoni respinse i biglietti che il teste gli portava, ed una volta il Bedoni disse al Guastalla: « Non voglio più riconoscere le operazioni », affermazione cui il teste non diede peso, e che non riferì quindi al direttore, convinto che, se il Bedoni voleva dar valore a quella frase, avrebbe scritto qualcosa in merito al Sartorelli.- Sa che 11 Sartorelli rimaneva alla sera in ufficio fino a tarda ora. e fu in una di quello sconto della Banca ». Circa l'operato degli amministratori e dei sindaci, ricorda che i primi avevano grande fiducia nel direttore; i secondi poi ebbero a compiere due o tre verifiche in lutto; in que- Vovelle" «ancTne esaminava i registri, e talvolta si portava dal direttore col registro di liquidazione o di Dor- tafoglio, per richiederne informazioni Un episodio Accenna ad un episodio a sua conoscenza per avervi preso parte. Un giorno arrivo un telegramma: il Direttore, dopo averlo letto, disso al teste: «Se viene Dulio Bernardino e che si mostri rammaricato delle cifre esposte nel telegramma, ella fìnga di portarsi al telegrafo per controllare so vi sia errore nella copiatura del testo, e poi ritorni». Difatti il Dulio vi andò, lesse il telegramma; il Guastalla ricevette dal Sai-torelli l'ordine di andare al telegrafo; ritornato in Banca ed avvertito che ii telegramma era giusto sì e come era concepito, il Dulio disse: «Se avessi preveduto o saputo, non avrei comperato questo titolo'» A richiesta dell'on. Bernini il teste risponde che il consigliere di settimana non sussisteva; però ogni sera portava le lettere per la firma all'uno od all'altro consigliere, e questi data una sommaria scorsa alle lettere le Armava. A domanda dell'avv. Paleari, dice il Guastalla che le lettere in assenza del Direttore erano firmate da due consiglieri; però in tale caso la corrispondenza era aperta dal rag. Carlo Sartorelli, fratello del Direttore, e gli ordini che in quel tempo si davano colla firma «Burgobank» erano dati dal Sartorelli!m<i ««• cnntn d«l Tinlln Bernarillnn mni n»> contraila Banca Bernardino, mai per, del teste <&] ^ VdeWe^ ge un incidente. li n incidente .i'L'avv. Bernini interroga il geom. Bertotti se sia o non vero che concorse col Gallesi e coli altri alle spese di costi-uzione di parte civile in questo processo; ed avendo il Ber- lotti risposto affermativamente, l'avv. Berni-ini dichiara di sollevare formale incidente cir- ca la sua audizione. I a lui si associano gli avv. Cavaglià. on.'Palbertl e Paleari. rilevando che oltre alle argomentazioni già svolte a proposito del Sìg. zerboni nell'incidente di ieri l'altro, nel caso concreto si aggiunge un nuovo fatto, ' che il Bertotti fu denunziarne per ben due I volte, e richiama a questo riguardo le denuncie consacrate nei fascicoli orocessuali. Replicano gli avvocati Omodei e Nasi della Controreplica l'avv. Cavaglià affermando che il Bertotti è però sempre un azionista denunziante, che però di tale rilievo impor-l tantissimo, e non pensando alle conseguenze' che poterono avere le sue denunzie, dovrà il Tribunale tenerne conto per l'ordinanza. 1 11 Tribunale dopo oltre mezz'ora di Carne ra di consiglio pronuncia ordinanza colla quale respinge l'eccezione della difesa ed ammette il BeTtottl a deporre come teste deferendogli il giuramento. La difesa protesta di appello l'ordinanza. Un ex-sindaco della liquidazione Finalmente il Bertotti incomincia la sua deposizione. Egli ricorda di essere stato nomiirato sindaco della liquidazione Insieme col Camossi, .ed in seguito alle dimissioni di quest'ultimo, a lui fu sostituito il Bruni. Dall'esame da luì compiuto sul vari registri e libri In genere, dice dì avor rilevato che fin dal settembre 1906 si facevano operazioni colle Rainitere e colle Hapid; e cosi che Ambro sini e Prlmatcsta facessero vendite a Geno' via delle Ramifere operando al ribasso: tali operazioni erano fatte u -mezzo della Banca, Mille furono le Rapid comperate, cho venne ro poi divise fra Psrimatesta, Zerbont, Don Passi ed altro che il teste non ricorda. Più tardi in tali operazioni entrò anche il Bertone. Il Direttore si portava sovente a Milano ed a Genova; a Genova si recò anche il Dulio; sa che l'Ambroslnl fu richiesto di portarsi a Genova nel novembre a dioembre 1906 per operazioni delle Ramifere, richiesta che proveniva dal Sartorelli che colà si trovava; non sa però se l'Ambrosini si sia effettivamente recato, e suppone che l'operazione sarebbe stata per conto della Banca. Non ha appurato se gli amministratori dovessero sapere delle operazioni compiute della Banca in proprio. Rilevò che i collocamenti del varii stock di titoli acquistati dal Sartorelli venivano fatti quasi sempre alla fine di ogni mese ed erano fatti su partite di comodo, quali la De-Alessandrla e la Don Passi. Non sa e non cercò di sapere se chi agiva pel De Alessandria era il Bedoni; e per Don Fassl il teste arguì cho fosse un prestanome perchè mentre colui era senza garanzia, a persone di Borgomanero solvibilissime erano richieste speciali garanzie per operazioni delle Ramifere. Sa che tutti gli impiegati erano insolvibili e tutti giuooavano, però — secondo lui — «tutti senza testa»; esclude che facessero operazioni non per iconto loro, ed anche quando erano in perdita continuavano nelle operazioni sperando in un eventuale rifacimento. Aggiunge che dagli amministratori venne di poi fatto scomparire tutto quanto potesse far presupporre operazioni aleatorie, e cosi per esempio t fissati. Sa che esìstesse una riserva di 58.000 lire che secando 11 teste non era altro che l'avanzo degli utili «lei giuochi di borsa fatti dalia-Banca in proprio, e tale riserva aveva l'unico scopo di sopperire alle eventuali perdite di borsa. Sa che gli amministratori manomisero i registri per mascherare tutto quanto potesse far capire l'esistenza dei giuochi di borsa. Vengono presentati al teste due libri In ciascuno dei quali è riferito uno stesso verbale: di ciò il teste fà grandi meraviglie tanto più che ambedue sono scritti e firmati di suo pugno, e di ciò non sa dare alcuna spiegazione nonostante le incalzanti richieste del Presidente. L'avv. Ca.vaglia chiede al teste da qual fonte apprese tutto il materiale surriferito, ed al teste osserva che lo desunse dall'esame da lui fallo personalmente e dalle discussioni fatte nelle varie assemblee. Sfilata di testi a dilesa Sfilano di poi vani testi di moralità, cosi il prof. Edoardo Bonardi il quale fa anche una, J*S«*a, spiegazione delle malattie che nel 1906 afflissero il cav. PogUani, U Cornai. Ayv.Pesar« S?**1' 1 6Ai,?Il'/n^<Gio»r«ge«i' ,ViaSneì"' rU.i-Si.nn1! lV:t «TiW0. Sln£ !• ^rlco Castagnoni, prof. BalZari, i quah tutti danno ottime informazioni sulle qualità morali degli iimjputati, rilevando però che per le loro spe- ciali attitudini, non potevano, ad eccezionedei Direttore - del Pogliani, avere grande fa- migliarltà con quanto è Banca ed operazioni di borea, Indonnì nai Kilonrl inganni nei nuanci „Si passa quindi all'escussione del teste sig Cèsare Prandoni, il quale, ricordando come il ribasso delle Ramifere e delle Rapid sia av- venuto nel 1906, avverte che si era allora in un'epoca in cui vi era grande frenesia per tutu i titoli in genere e specie per le Rami- fere, ritenendosi che quella società fosse flo-rentissima. La causale dell'improvviso ed im- prevedibile ribasso devesi ritenere consistes- se tanto negli inganni avvenuti nei bilanci quamto nella resa del materiale che non dava maggior rendimento. Si-ricorda che si face- vano allora delle ci«re di attivo come pto- venti delle miniere mentre erano acquisti fat- ti di fuori. Varie furono le operazioni d'im- piego fatte dalla Banca di Borgomanero per conto dei clienti, e nel frattempo essendo di- ventati insolvibili i clienti ed essendo ribassa- ti d'assai i titoli, ne derivarono fortissime per- dite. Sa che la situazione del 31 maggio, dato il valore dei titoli, non potevasi compilare con sistema diverso da quello con cui fu compilata, e ciò per la naturale ragione che la crisi delle Ramifere non era ancora scop-piata. Depone sulla, moralità degli imputati; dopo di che viene licenziato. Gli ultimi testi Seguono quindi leijdeposizioni del rag. Enea Malusàrdi, di Zoppis Antonio, Giustina Pie- tro, Don Gaudenzio Stroia, Savoni Serafino, cav. Carlo Vimercatl, Arnaldo cliimico' Ti- betti, Giuseppe Gassine, Gattoni Carlo, ing. "k"' uiuotpìk vnwua, uaiium oojuo, mg. Umberto Frisa, avv. cav. Vercelli, Giuseppe f^&J£S$ì$l otitoe^snuì SiT'l », ^f^&a^^4n1 e qualsiasi Sentimento di scorrettezza, specie dubbio di ben limitata capacità in operazioni bancarie, eocezjone fatta per questo ultimo punto il^eav. Pogliani, del quale il banchiere Cauzioni conferma la malattia avuta nel 1906- 1907 e che lo tenne lontano dai lavori sia della Banca di Borgomanero, sia da quella di Busto Arsizio. , L'udienza viene rinviata a domanU in cui si esamineranno le escussioni di altri testi, per poi far luogo alla dissezione peritale