Sfilata di testi al processo per il crack della Banca di Borgomanero

Sfilata di testi al processo per il crack della Banca di Borgomanero Sfilata di testi al processo per il crack della Banca di Borgomanero Novara, 17, netta. Questa mattina, al nostro Tribunale, si è ripreso il processo per al o crak » della Banca di Borgomanero, continuando nella escussione dei testi. Un ex agente della Banca SI chiama il ragioniere Vlasoo. attualmen' NOr te impiegato presso la Banca Popolare vara Banca scomparsa ............ lo al servizio di cassa. Fu nella detta suaqualità che ebbe a Armare lo stato dei valornall'aprirsi della .liquidazione; seppe dell'ammanco di effetti di L. 4Ó.000, e che, per rifarsi deJle perdite, erano stati intaccati i risparmi. Dal ragioniere Primatesta ebbe confermata tale diceria, ma il direttore Sartorelll lo assicurò che tale voce era al tutto infon data, 'anzi, contraria a verità. Dal' cavaliereGnigiàone venne presentato al direttore, il quale curò subito di scagionarsi delto dice-ria, affermando che non erano stati Intaccatii risparmi, bensì a coprire le perdite doveva servire quella riserva speciale interna. Per parte mia, però — aggiunge il teste, — debbo affermare che quando il Sartoi'6'Jfi lasciò il servizio, si trovò una mancan- za effettiva, senza che la mancanza dovesse attribuirsi ad un mero errore contabile. Nonso se l'ammanco era di quella parte di ca- pitale, che serviva per coprire perdite di lìoisa. Conferma che si facevano operaaioni, con partite intestate a prestanomi; si ricorda clie, quando vennero sequestrati i libri dall'Autorità Giudiziaria, ebbe occasione di vedere una partita intestata a certo don Fossi, ed in tale partita, contro una garanzia di circa Mro10.000, erano annotate operazioni per mezzomilione: al teste constò, per le voci In giro, che il don Fossi versasse in non florido condizioni finanziarie. Si sa che buona parte — se non tutti — degli impiegati daUa Banca, giuocavano, o per loro conto, o in società; ricorda, anzi, che dall'ex-amministratore Poglianl venne Incaricato a fare pratiche presso di Pozzi ed 11 Bertona, acciò oostoro desistessero dalle loro operazioni e sistemassero la rispettiva loro posizione verso la Banca; ricorda ott più che in quella occasione il Pog'iiani, forse più per fare dello spirito che per altro motivo, ebbe ad aggiungere : * Tanto più che quando si guadagna, a costoro piace ritirare i denari, ma quando si perde...! •. Uri Incidente Viene chiamato quindi il teste Zerbonl Giuseppe, esattore consorziale, e già azionista della Banca. L'avv. Berenini domanda al teste se sia o non vero che e^li si sia assunto, col Gallesi e con altri, l'impegno di sostenere in comune le spese, tanto di costituzione di Parte civile nell'attuale procedimento, quanto delle cause civili vertenti avanti questo Tribunale, 3 che sono attinenti alla Banca di Borgomanero. Il teste risponde affermativamente, attorniando che l'Impegno non riguardi lui solo, ma un gruppo di amici, che agiscono ed aRirono come lui, facendo capo al1 dottor Gaiflesi. per modo che se la causa avrà, esito felice per loro, a ciascuno di essi spetterà una quota sugli utili, che, eventualmente, potranno agli stessi derivare, in proporziono del rispettivo numero di azioni. L'oa. Bernini propone allora formale incidente, sostenendo che U Zerbomi, per la sua Indiretta partecipazione all'aziono sostenuta oggi dalla Parte Civile, non può essere sentito come denimziante, non come querelante perchè querela da lui non fu mai sporta; non come teste, con o senza giuramento, non capendo con qual veste oggi si trovi davanti al Collegio. Rispondono per la Parte civile gli avvocati Carlo Nasi ed Omodei, ai quali replicano gli avvocati di difesa on. Palberti .e Caron. Il P. M. vuole che lo Zerbonl sia escusso come teste e con giuramento, ed a lui controreplica l'aw. Paleari. Dopo di che, e dopo una buona mezz'ora di camera di consiglio, il Tribunale pronuncia ordinanza colla quale respinge l'ordinanza della Difesa ammettendo lo Zerboni a deporre come teste e mandando a proseguire il dibattimento. Il teste Zerboni Fatte le riserve d'appello contro Tale orUlnanza da parto dei difensori, il teste Zerboni comincia la sua deposizione affermando che ebbe a sentir parlare di 'irregolarità nella tenuta dei registri e di giuochi dì borsa; ricorda che in una delle ultime assemblee degli azionisti senti che si parlava di operazioni che fossero accollate a prestanomi; per parte sua non f eco mal investigazioni. Sa che il Sartorelll andasse sovente allevarle Sorso tanto che talvolta rimaneva assente per 4 o 6 giorni della settimana, come pure sa—per aver sen. tito dire — sia delle Società costituitesi fra gli impiegati per le operazoni di borsa sia delle partite speciali in cui si annotavano tali operazioni. Dal Dulio Bernardino ebbe notizia che questi col Bertone faceva numerose operazioni; però il Bertone altre ne faceva per tramito del teste col banchiereBauer, e senza 11 tramite del teste anche con altri banchieri. Ebbe notizia dell'ammanco di sessantamila Ure. somma che faceva parte del fondo Interno a tutela dei titoli di proprietà della Banca, ma non destinata a coprire perdite per giuochi di borsa. A proposito del quale-ammanco ricorda che. poche sere prima dell'assemblea del luglio 1907, Incontrandosi il teste col, rag. Cavaglioni. questi lo consigliò di muovere interpello alla prossima assemblea se era o non stato fatto lo spunto del portafoglio, perchè sapeva che mancavano cessantamila lire di effetti. Degli Imputati, dà buono referenze. SI passa quindi all'escussione della teste signora Pecorini, la quale riferisce delle operazioni che il direttore fece al suo nome in base alla garanzia da lei depositata per 4 o 5000 lire. Il Sardarelll ebbe ad acquistare cinquanta Bapld, delle quali parto erano per la Pecorini, parte per una persona di sua conoscenza ed un residuo pel fratello del direttore. Non seppe mai delle operazioni che venivano eseguite; una volta il.Sartorelli insistette presso la teste per l'acquisto di alti titoli; da principio si oppose, pòi la Pecorini lasciò che la pròpria •figlia Giuseppina Armasse col nome della madre tale nuova operazione. Non ammette di aver firmato in alcun tempo i fissati. Un prestanomeP Si viene cosi alia escussione del teste sacerdote don Edoardo Fassi, uno dei varii che, secondo l'accusa, avrebbero prestato il loro nome per partite che occultavano le operazioni aleatorie fatte dalla Banca in proprio. Premette don Fassi di aver avuto fin da principio legami di amicizia e sentimento vivo di fiducia nel direttore Sartorelli, tanto più che, delle varie operazioni agli non conosceva nè la partita, nè le responsabilità ohe dalla stesse potevano derivar», il Sartore!!! «H promise l'ac¬ quislo di azioni veneziane, acquisto che egli accettò tanto per conto suo, quanto per conto della Sorella, e diede al Sartorelll mandati illimitati di azione. La cauzione che il don Fessi diede alla Banca era di circa 50 mila lire. Dapprima il direttore gli fece conoscere che aveva in poco tempo realizzato un utile di L. 17 inua, somma che aveva depositata 6U un Moretto a et¬ sero superiori aUa garanzia, data di ironte l'aumento_ delle operazioni che si facevano a nome di don Passi. 11 direttore richiese al sacerdote Una maggiore garanzia ed egli gli consegnò 25 azioni di sua soreUa. Avendone però più tardi avuta richiesta dalla sorella, a sua volta chiese ed ottenne dal Sartorelli la restituzione delle azio- ni. Insistette il direttore per un aumento della garanzia, e il don Fassi gli offri duecento aznoni della Banca di Borgomanero, ma il Sartoreui non le ritenne valide. Offri allora delle azlonl. del Piccolo Credito bustese, ma non ne fece mai la consegna, tanto più che in quell'epoca, per consiglio di un amico, di cui non dice il nomo (che esclude però essere il SartorelM), tali azioni furono dal don Fàssi intestate aiia sorella. Nonostante l'aumento del debito, quantunque questo superasse la garanzia data, Uj don Fassi non diede ordine di tentare di troncare le operazioni a suo nome, tanto che aj termine la partita superava di non poco le centomila lire. Questa forte perdita fu però Improvvisa. Più tardi 11 teste, accordatosi col Consiglio di amministrazione, fece un secondo debito di lire 25 mila in cambiali, debito che venne poi transatto in dieci mila lire, che il n-ojj pagò a definitiva regolarizzazione del conto. A domanda del Presidente, il teste afferma: — Le operazioni fatte dal Sartorelll anche quando venne esaurito il debito, io-le ho sempre ritenute fatte per conto mio e nel mio interesse. Aggiunge che mai intese che il suo nome fosse un prestanome e non 6a quanti conti fossero aperti a suo nome. L'avv. iBiàoro Bedoni Licenziato il teste, viene introdotto l'avvocato Isidoro Bedoni, che comincia col fare una lunga cronistoria della società fra suo fratello ed un tizio, e che, in seguito è animato lui stesso a far parte della Società.. IR quell'epoca' egli esercitava la professione df notaio, in Borgomanero, e con la Banca cpminclò ad aprire un conto corrente, o depositò presso la stessa i «itoli ed i valori dei propri clienti, da lui tenuti in ufficio, Nello*tobre 1906, il conto corrente era composto d» azioni della Banca di Borgomanero, di cui 125 di Rendita dello Stato, e 100 azioni del Cotonificio di Borgomanero, e di due libretti di risparmio, l'uno di tremila, o l'altro di ventimi <i lire. Era allora grande amico del Sartorelll e non per iniziativa propria, ma per consiglio e sollecitazione di costui, fece le prime operazioni insieme ad altri, 'Jhe gli fruttarono un utile di 130 lire. Si portò in seguito II teste in Banca, dove si SartareHI gli feco vedere come la Banca godesse la fiducia di molti cliente' per operazioni di Borsa, e lo invitò a portare egli pure del- clienti, perchè la Banca doveva prosperare. Più di una volta il testa ciò fece, accettendo anzi di filmare per avallo, o per girata, Je cambiali del suoi clienti e amlcL. Direttamente, li teste non fece mai operazioni di Borsa. Fu invece sollecitato dai Sartorelli, che gli faceva comprendere come ne potessero a lui derivare utili non insignificanti Varie volte il Bedoni vide II Sartorelli in Borsa, o l'impressiono che ne ricavò fu ia seguente: — IJ SartorèOU faceva un traffico grandissimo dL titoli. DI questi, nella stessa giornata, una parte ne vendeva al Borsino, e la parte restante veniva distribuita fra 1 vari clienti: tale distribuzione avveniva verso la fine di ogni mesa. La vendita, che avveniva al Borsino, si effettuava, o per conto della Banca, 0 dello stesso Sartorelli- Fu in seguito a quelle vendite e distribuzioni che si formò anche ja partita mia. Una volta. Il Bedoni éb&e una visita dal di rettore, nel suo studio: in tale occasàono cominciò il Sartorelli a dirò che la Banca di Borgomanero doveva trionfare, ma però aveva bisogno di qualche partita di comodo per quel titoli, che non erano stati collocati. Aggiunse che -nel Consiglio di Amministrazione daila Banca era sorto una discussione, appunto in ordine dei titoli non collocati^ e da ulti mo gli richiese se aveva ancora della Rendita. Con questo, il Sartorelli avrebbe fatte delie operazioni, promettendo anzi un competi* so in anticipo. Da principio il teste nicchiò, in ultimo, però, annuì, a patto che non figurasse il suo nome. Sulla scrivania si trovavano vari fascicoli. 11 primo dei quali portava il nome De Alessandri. Il Sartorpin scelse questo nome per formare la partita dell'Alessandri. Dopo qualche giorno portatosi in Banca vide che la sua partita era esaurita, mentre vi erano operazioni segnate a nome De Alessandri. Nega 11 teste di aver ricevuto la liquidazione mensile e di aver firmato dei fissati, nè al proprio nome nè a quello di De Alessandri. Passa a ricordare certe lettere scritta secondo il teste sotto la dettatura del direttore e da lui firmate. Infine viene a parlare di una cambiale da lui firmata, di cui non poteva provvedere al pagamento. A questo riguardo ricorda cimi» fletta cambiale, che era di settemila lire, non fosse altro che il debito di certi compratori di stabili, forse alcuni suoi clienti, cambiale che doveva essere pagata nel novembre 1S0G, ma che scadeva il 30 novembre 1906. Quando fu in scadenza, siccome la cambiale era avallata dal teste, fu avvertito che se non provvedeva al pagamento sarebbe stata protestata, ed egli reclamò d'i simile ingiunzione. Si portò in Banca, dove tanto pregò il cav. Giglione ed il dottore GhiringheUi che ottenne una rinnovazione a gennaio successivo. In tale circostanza il Bedoni si lamentò con 1 due amministratori della condotta del Sartorelli, non facendo però alcun accenno alle operazioni con presta nomi e molto meno alla partita De Alessandri. Aw, Caron: — Dopo le operazioni del 30 novembre, il teste ha avuto rapporti con il Consiglio di amministrazione e con i sindaci? Il teste risponde che forse ne parlo col Ghi rlnghelli, 'mal però con alcuno dei sindaci. Licenziato il teste, vengono sentiti il si gnor Pecorini, 11 rag. Cavagllari, i signori Marchisio e Cavallo e per ultimo il teste Molsio, delegato di P. S. prima a Borgomanero, ora a Tripoli, i quali tutti danno informazioni ottime sulla moralità dell'imputato e sulle ineccepibili qualità morali. La continuazione viene rinviata a mercoled, per la quale udienza si prevedono nuovi lucidanti.

Luoghi citati: Borgomanero, Sorso, Tripoli