Il mistero di Agadir

Il mistero di Agadir Il mistero di Agadir [ H chiarissimo scrittore di politica estera, Andrea Tardieu, che nella prima colonna dell'autorevole giornale parigino Le Tcmps lumeggia e commenta ogni giorno la situazione intemazionale ed i principali episodi della politica estera di ciascuno Stato, ha testò pubblicato un bel volume di oltre seicento pagine, nelle quali svela il mistero di Agadir. Perchè mistero? Ce lo dice nella breve prefazione : «Dall'estate del 1911 alla primavera del1 8912 la Francia ò passata di sorpresa in sorpresa. Non ha compreso perchè il l.o luglio 1911 la Germania abbia inviato una nave da guerra nel porto marocchino di Agadir. Non ha compreso perchè alla partenza di questa nave la Germania fosse padrona di un buon quarto del Congo francese ». i Ma In politica 11 mistero non esiste. Non si comprende, perchè non si sa. Quando si sa, 11 mistero svanisce. Perciò l'autore servendosi di documenti, nella maggior parte inediti, ha rifatto la storia diplomatica di trenta* rè mesi, allo scopo di far comprendere alla Francia ciò che la Francia non ha compreso. Egli ha preso le mosse dall'accordo dell'8 febbraio 1909, che, negoziato molto segretamente, destò, appena reso pubblico, il più vivo Interesse In tutta l'Europa, ed è arrivato, senza nulla trascurare, fino alla definitiva approvazione dell'accordo fran> co-germanico e alle polemiche suscitate dal la discussione di esso da parte del Senato, Se il problema marocchino fosse stato de flriitivamente risoluto, mi limiterei a mandarvi un articolo bibliografico; ma poiché il problema è ancora insoluto praticamente, poiché la Francia incontra difficolta militari non lievi nell'applicazione dell'accordo concluso con la Germania, poiché la pubblicazione del libro che svela il mistero di Agadir coincide con le difficoltà militari della Francia, mi pare opportuno di far conoscere largamente le cause delle presenti difficoltà. Cosi i lettori completeranno la loro conoscenza del grande problema coloniale, che travaglia la Francia da molti anni. L'8 febbraio 1909, il barone von Schoen, che allora era ancora segretario di Stato per gli affari esteri dell'impero tedesco, e l'ambasciatore francese Giulio Cambon, firmarono in Berlino il seguente accordo: « Il Governo della repubblica francese ed il Governo imperiale tedesco, animati dall'uguale desiderio di facilitare l'esecuzione dell'atto di Algesiras, si sono accordati di precisare la portata che essi danno alle clausole dell'atto a fine di evitare per l'avvenire qualsiasi causa di malinteso tra di loro. « In conseguenza: il Governo della repubblica francese, intieramente legato al mantenimento dell'integrità e dell'indipendenza dell'impero scerifflano, risoluto a salvaguardare in esso l'uguaglianza economica e conseguentemente a non intralciare gli interessi commerciali ed industriali tedeschi ; e il Governo imperiale tedesco, non avendo di mira nel Marocco che interessi economici, riconoscendo, d'altra parte che i particolari interessi politici della Francia sono strettamente legati al consolidamento dell'ordine e della pace interna, e deciso a non Intralciare questi interessi ; dichiarano che essi non solleciteranno e non incoraggeranno alcuna misura di tale natura da poter creare in loro favore o in favore di un'altra qualsiasi Potenza un privilegio economico e che essi cercheranno di associare i loro nazionali negli affari dei quali costoro potranno ottenere l'impresa». Lettere esplicative scambiate lo stesso giorno dai signori Cambon e von Schoen precisavano che in conseguenza del disinteressamento politico della Germania, la direzione delle grandi imprese, principalmente di quelle che avrebbero presentato un carattere politico, sarebbe stata riservata alla Francia. Le due lettere aggiungevano che, nella misura del possibile, i due Governi, associando i loro nazionali, avrebbero tenuto conto del fatto che gli interessi economici della Francia sono nel Marocco superiori a quelli della Germania. Cosi dopo quattro anni di pericoloso conflitto diplomatico — viaggio dell'imperatore Guglielmo a Tangeri, missione a Fez del conte von Tattenbach, caduta del signor Delcassó, drammatico negoziato del 1905, aspri dibattiti di Algesiras, ulteriori controversie ia proposito del riconoscimento di MoulayHafld e dei disertori di Casablanca — tre mesi dopo del giorno in cui era parsa possibile la guerra, fu firmato l'accordo che sgombrò l'orinzonte dalle nubi minacciose. Pichon, ministro degli affari esteri della repubblica, si congratulava coi due Governi che avevano eliminato tra di loro tutte le cause di complicazioni negli affari marocchini, ed il principe von Radolin, ambasciatore tedesco a Parigi, diceva alla sua volta che tra le due politiche definite con questa precisione non. era più possibile un urto, nè concepibile un equivoco..., al contrario ci sarebbe stata una intesa durevole. L'indomani l'imperatore Guglielmo si felicitava col signor von Schoen, il re d'Inghilterra, che allora era a Berlino ospite dell'imperatore, si congratulava col sig. Giulio Cambon. L'imperatore d'Austria, il ministro degli affari esteri d'Inghilterra ed il ■ministro degli affari esteri d'Italia si dichiararono ugualmente soddisfatti. Come era avvenuto il rapido cambiamento nell'attitudine della Germania, che fino ! allora aveva tanto tenacemente contrastato 11 Marocco alla Francia ? In parecchi articoli io ho avuto occasione di notare che il conte di AehrenthaJ, a differenza del suo predecessore che nella conferenza di Algesiras ed in tutto il resto aveva ciecamente sostenuto gli interessi della Germania, teneva ad emancipare la politica della monarchia austro-ungarica dalla direttiva germanica, a fare una politica austro-ungarica ben distinta dalla politica germanica. Il Tardieu va più in là della mia osser- ncfdlvnva1pnemvafmsmfmvlnfddtdsrupb( di Agadir 1 a a n n l e a vazione. Egli afferma addirittura che nel Marocco, sia a proposito del riconoscimento di Moulny-Hafld, sia nella questione dei disertori, il Governo austro-ungarico aveva preso- un'attitudine nettamente favorevole alla Francia, e perciò contraria alla Germania, col proposito di guadagnare il favore della Francia alla sua politica orientale. La Germania, accortasi di questo tentativo di evoluzione, per impedire che anche l'Austria facesse un tour de valse à Vitalienne (sic 1), preso l'ardita risoluzione di concludere una pronta eniente con la Francia. E la Spagna? Dal 3 ottobre 1001, data dell'accordo franco-spagnuolo, in ogni fase della questione marocchina la Francia e la Spagna avevano sempre proceduto in pienissimo accordo, L'accordo era stato concluso in previsione della Conferenza, che fu poi tenuta ad Algesiras, ed in questa i due Governi erano stati completamente solidali. Nel dicembre del 1906 i due Governi ave. vano preparato d'accordo la dimostraziono navale di Tangeri. Nel 1007 la Francia aveva chiesto ed ottenuto che la Spagna si associasse allo sbarco di Casablanca. Nel 1908 le due Potenze avevano insieme proposto all'Europa le condizioni che esse reputavano necessarie al riconoscimento di Moulay-Hafld. In una parola, finché la Germania stette di fronte alla Francia, questa teneva stretta a sè la Spagna. Appena la Germania accennò ad avvicinarsi alla Francia, questa si affrettò a piantare in asso la Spagna. Infatti la Spagna fu tenuta all'oscuro delle trattative, e quando queste approdarono e l'accordo franco-germanico dell'8 febbraio 1909 fu reso di ragion pubblica, tutti gli sforzi della Spagna per entrare nell'accordo riuscirono vani, essendosi Francia e Germania ostinate a tenerla lontana da loro e dal Marocco. L'autore, anziché giustificare questa indipendenza di cuore della Francia, nota con compiacimento che l'accordo franco-germanico escludeva dal Marocco non soltanto la Spagna, ma anche tutte le altre Potenze che erano intervenute alla conferenza di Algesiras. L'atto di Algesiras veniva relegato al secondo piano e la Francia d'allora in poi, anziché aver da fare con dodici Stati; avrebbe fatto i conti con uno solo, con la sola Germania, il che sarebbe stato molto meglio e più comodo. Ma ogni medaglia ha il suo rovescio. In fondo l'accordo francogermanico non era altro che una dichiarazione di procedere d'accordo. E se questo accordo non fosse stato mantenuto ? Se fossero nate forti divergenze nell'applicazione dell'accordo ? Ad Algesiras la Francia era stata sostenuta dalla Spagna e dalla maggior parte degli Stati. Ora che essa aveva escluso tutti per unirsi alla Potenza avversaria, avrebbe trovato nuovamente il favore dell'Europa per tener testa nuovamente alla Germania? In Francia l'accordo fu interpretato nel senso che era finita l'opposizione della Germania, durata cinque anni, alla politica francese nel Marocco, nel senso che la Germania aveva rinunziato al Marocco in favore della Francia, come aveva fatto l'Italia prima della Conferenza di Algesiras. Ben altra fu l'interpretazione in Germania, ove ad una popolazione di soldati e di funzionari era succeduta una popolazione, di mercanti. Quando il Governo imperiale disse ai commercianti tedeschi : « Io ho ottenuto dal Governo francese la promessa di associarvi agli affari dei quali i suoi nazionali avranno la concessione nel' Maroc^ co », il pubblico tedesco, lungi dal considerare questa promessa come un vantaggio secondario, la collocò in cima alle sue speranze. Dove i francesi non vedevano cho un'indicazione, i tedeschi vedevano un impegno. All'interpretazione subbiettiva dei francesi si opponeva l'interpretazione obbiettiva dei tedeschi. Insomma la Francia credeva di essersi impadronita del Marocco, mentre la Germania riteneva che i suoi sudditi avrebbero partecipato a tutti gli affari concessi alla Francia nel Marocco. La Germania per bocca del suo cancelliere principe di Billow, poche settimane dopo la conclusione dell'accordo, nella seduta del Reichstag del 29 marzo 1909, riassunse l'interpretazione tedesca nel seguente modo: « Questa convenzione assicura alla Fran« eia, specialmente interessata al manteni<t mento dell'ordine al Marocco una legitti« ma influenza politica, senza darle la pos« sibilità di appropriarsi il Marocco sotto «cuna forma qualsiasi». Possiamo dunque concludere che le due Potenze firmatarie della convenzione che le metteva d'accordo erano viceversa agli antipodi nell'interpretazione della medesima. Da ciò la lunga serie delle questioni sorte dal 1909 al 1911 per tutti gli affari e specialmente per le miniere, per le strade ferrate e per gli altri lavori pubblici, questioni nelle quali non fu possibile raggiungere l'accordo. Dopo due anni di negoziati tra la Francia e la Germania e tra la Francia ed il Sultano del Marocco, si dovette constatare nel primo semestre del 1911 che era completamente fallita la combinazione economica franco-germanica e che non aveva avuto migliore sorte la collaborazione politica franco-marocchina. Nel 1909, nel 1910 e nel 1911 il Governo francese non prese mai in considerazione le condizioni finanziarie della politica pacifica che esso seguiva al Marocco e trascurando di servirsi del diritto che il Governo germanico gli aveva riconosciuto il 2 giugno 1909, condannò i prestiti marocchini ad essere sterili per il Marocco e per la Francia per mancanza della garanzia dello Stato francese, garanzia giustificata dal carattere dei prestiti e dall'importanza degli interessi politici della Francia. In materia militare il Governo francese nel 1909 portò un gravo colpo ai suoi instruttori, proibendo loro di seguire,lè mehalle. Nel 1910 e nel 1911 indugifj «,'dar loro in denaro e in uomini le risorsjpdelle quali essi avevano urgente bisogno. La riduzione eccessiva degli effet- crcnlfsmllaCnPrvtngnleaVcfsnzttrvAsazvlLlqflcrsdtI tivi, l'assenza di un piano economico, la lentezza nelle decisioni, specialmente in materia di- porti e di strade ferrate, fecero sì che dopo trenta mesi il disordine marocchino fosse cosi profondo come prima. Queste lacune furono più deplorevoli neriguardi dell'accordo con la Germania, perchè di esso non si valse punto la Francianè nel campo economico, nò nel campo politico. La completa inazione della Francia fece sì che il Sultano del Marocco nel 1911 si trovasse finanziariamente e. militarmente meno forte che nel 1909. Perciò potè aver luogo la ribellione del 1911, che provocò l'intervento militare della Francia. Questa non avendo creato nulla a Fez durante due anni dovette marciare su Fez. Il resto nel prossimo articolo. O. Andri' Takdieit: Le mysttre d'Agailir. — ParisCsHmano Lewy, éditeurs.

Persone citate: Andrea Tardieu, Cambon, Giulio Cambon, Lewy, Moulay, Tardieu