Condotta leale di alleate nei riguardi della nostra guerra

Condotta leale di alleate nei riguardi della nostra guerra Condotta leale di alleate nei riguardi della nostra guerra gUn "silenzio,, erroneamente interpretato j e e o a a , e a e l l i ifc o ^ oa i e i n o . e o à i ro e nie. ne io a a io i i a a ao oi. si* ua. eao sor. se a i, er ae li ie. ni rte ol ofongoge ne n la el il te si de te ia el la ooti. er eaeti. Roma, 7, notte. Anche questa volta le mie informazioni diplomatiche sono state pienamente confermate. Ieri vi dissi che ero in grado di /aliadeacsmentire nel modo più reciso la notizia ten-'fadenziosa, messa in circolazione dal pari- degiino « Echo de Paris », cioè che la Gei*- prmania e l'Austria avessero opposto un veto Priall'eventuale occupazione italiana delle isole| iu la del del rteno. di Chio e di Mitilene. Oggi la « Gazzetta di Colonia», la quale attinge le sue informazioni diplomatiche alla Cancelleria dell'Impero germanico, pubblica un telegramma da Berlino nel quale è qualificata pura invenzione d'iiniforanazione diffusa ieri a Parigi, secondo la quale l'Italia e le sue alleate sarebbero in completo disaccòrdo a causa dell'occupazione delle isole dell'Egeo, perchè la* Germania e l'Austria-Ungherta non sarebbero disposte a lasciare che l'Italia occupi Mitilene e Chio. Ieri ed oggi ho fatto indagini sul contegno delle nostre alleate e sono ora in grado di mandarvi le seguenti informazioni attinte a fonte ineccepibile. La prontezza e l'energia con cui la cancelleria dell'Impero germanico ha smentito -la falsa notizia del veto dimostrano in modo non dubbio che la Germania è animata dal fermo proposito di tenere verso-l'Italia una condotta correttissima e leale. Si deve quindi escludere che da Berlino' possano partire istruzioni tendenti a limitare direttamente la libertà di azione dell'Italia, che deve restare piena e completa. La Germania intende osservare sul serio, scrupolosamente i doveri deri-. vanti dalla dichiarazione di neutralità, doveri che sarebbero apertamente violati il giorno in cui una potenza neutrale si permettesse di opporre un veto o un limite all'azione bellica di ciascuno dei due belligeranti. L'Italia è padrona di portare la guerra dovunque le convenga e di taile convenienza è solo giudice il Governo italiano. Perciò la Germania non.si associò alla proposta inglese tendente a prevenire l'azione dell'armata italiana nel mare Egeo e restò del tutto indifferente alle doglianze della Francia per le cannonate alle.due nari turche rifugiate nel porto di Beirut. L'Austria-Ungheria è nello stesso ordine di idee della Germania ma, continuamente travagliata da preoccupazioni balcaniche, è risoluta anch'essa ad osservare scrupolosamente i doveri' della neutralità e perciò non ha mai fatto la minima osservazione sull'azione navale dell'Italia nel mare Egeo malgrado le alte grida di quasi tutti i giornali viennesi. La stessa circostanza che i giornali viennesi hanno eccitato ora la Francia ed ora l'Inghilterra ad intervenire nel mare Egeo e nel mare Mediterraneo orientale dimostra che non avevano nulla da sperare dall'Austria o dalla Germania. L'Austria-Ungheria, dunque, ha lasciato piena libertà di azione contro Chio, Mitilene, Lettino e magari contro i Dardanelli e contro Costantinopoli; ina vigila sui Balcani in -piena armonia con l'Italia, che ha sempre dichiarato;'fin dal giórno in cui intimò la gùerra'alla Turchii^the non estenderà la guerra "alla penisola' balcanica. Essendo l'Italia al pari dell'Austria-Ungheria, interessata al mantenimento dello «statu quo» nei Balcani, la vigilanza dell'Austria sui medesimi non può in alcuna guisa offendere la legittima suscettibilità del Governo italiano Messa fuori questione la piena ed assoluta libertà di azione dell'Italia sia in terra che in mare, sia in Africa che in Asia ed in Europa, ho spinto la mia indagine nel campo dei rapporti quotidiani derivanti dai doveri di neutralità e dall'alleanza. Quali sono in questo momento le relazioni fra la Germania e l'Italia? Certamente corrette ed amichevoli, ma... c'è proprio un ma. La diplomazia germanica porta da' qualche giorno il broncio alla Consulta non per l'azione navale nell'Egeo, non per la condotta della guerra da parte. dell'Italia, ma per un incidente parlamentare nell'aula di Montecitorio, perchè Fon. Di Scalea, sottosegretario di Stato al Ministero degli Esteri non ha risposto alle accuse che l'on. Barzilai rivolse alla Germania per la mancata tutela dei sudditi italiani espulsi in massa da Smirne. Che l'on. Di Scalea non abbia risposto nulla, è vero; ma è anche vero che egli dichiarò di non rispondere all'interrogazione per uniformarsi alla massima, stabilita d'accordo fra il Presidente del Consiglio e la Camera, di rimandare a tempo indeterminato lo svolgimento di tutr te le interpellanze e di tutte le interrogazioni attinenti alla guerra. A rigore di re^ gelamento, l'on. Barzilai non avrebbe dovuto replicare perchè il sottosegretario non aveva risposto alla 6ua interrogazione; ma egli era troppo vecchio parlamentare per lasciarsi sfuggire l'occasione di dire ciò che intendeva dire: cosi avvenne, come del resto avviene quasi sempre in simili casi, che l'interrogante, replicando od una risposta che non c'era stata, trovò modo di dire che la Germania non aveva seglil.cozaesfaladipohadeDtaqunoi'ozimdeveCsidunastGgiprerecozeIo■litrnladbvacdchgdeI pqmnCslipedcdspntsmmdèntinsedagldgpmzdszsscrldmmttmcdlf /atto nulla per la tutela dei sudditi italiani affidati alla sua tutela. Il silenzio del sottosegretario di Stato di fronte alle accuse, comunque venute fuori, non ha 'fatto buona impressione alla Cancelleria dell'Impero germanico, la guaio l'ha inter»' pretato come un tacito consenso. Sta pro Prio qui l'errore. . j. | L'on. Di Scalea non volle nè poteva con-' a è o o l e e i i e e -. l a . e ò a e e è ò e o i sentire nemmeno tacitamente, molto più dia gli erano ben noti l'attività, lo zelo e perfino il. sacrificio del sonno del console, del vice console germanico di Smirne per l'assistenza degli italiani espulsi. Sono gli stessi espulsi che, appena arrivati in- Italia, hanno fatto i più grandi elogi dell'autorità consolare germanica di Smirne. Como vedete, c'è di mezzo un semplice equivoco dovuto alla poca conoscenza che la diplomazia tedesca ha del regolamento della nostra Camera dei deputati. Essa crede che il silenzio deli'on.' Di Scalea si debba interpretare come un ' tacito consenso, mentre l'ori. Di Scalea tacque unicamente perchè aveva dichiarato di non voler rispondere all'interrogazione deli'on. Barzilai. Mi è stato inoltre riferito che la diplomazia tedesca si dolga della traduzione del famoso comunicato della « Gazzetta Universale della Germania del nord » in ordine all'eventuale occupazione italiana delle isole di' Chio e di Mitilene, perchè dicono, nella verJ sione italiana il comunicato appariva più' duro verso l'Italia di quello fosse nell'originale. Io, elle non ho avuto sott'occhio il. te-' sto apparso nella «Gazzetta universale della . Germania del nord », non sono in grado di giudicare l'esattezza o meno di questo ap-l ' punto linguistico, ma mi pare che si possa! replicare: perchè non avete rilevato e corJ retto l'errore di traduzione pubblicamente con un nuovo comunicato alla stessa gaz^' zetta o, per lo meno, alla « Gazzetta di Ce-' Ionia»? Quando si tratta di cosa tanto de-^ ■licata, anche la correzione di un errore di traduzione merita di essere elevata agli onori di un comunicato ufficioso. Comunque,; la stessa privata doglianza dt inesatta traduzione dimostra che si tratta di un vero' broncio da amici o alleati. Chiarito l'equivoco del silenzio deli'on. Di Scalea e preso atto reciprocamente noi della loro doglianza contro il traduttore del comunicato, e loro della nostra protesta contro il comunicato,! che non avrebbe dovuto apparire in, nessuni giornale e molto meno nell'organo inassiino della Cancelleria imperiale, non resta nulla e si torna più amici di prima. C. . : l :

Persone citate: Chio, Di Scalea, Lettino