Sfilata di testi d'accusa favorevoli agli imputatai nel processo per l'incaglio della " San Giorgio"

Sfilata di testi d'accusa favorevoli agli imputatai nel processo per l'incaglio della " San Giorgio" Sfilata di testi d'accusa favorevoli agli imputatai nel processo per l'incaglio della " San Giorgio" Ita incidente per la lettura dell'inchiesta Un telegramma del contr'am mi ràglio Cutinelli al capitano A1ben§a (Per telefono alla STAMPA ) («flapotl, i, atra, ! Per a eeoonda udienza per l'Incaglio del San Giorgio al Tribunale marittimo maggiore è l'Interessamento del pubblico che (a ressa nei corridoi e nella sala d'udienza. Mezz'ora prima delle 9 giunsero 1 due imputati ciascuno accompagnato dal propri difensori. Ambedue appaiono calmi e tranquilli, ed in attesa che si apra l'udienza conversano coi difensori e con altri ufficiali. Fra il pubblico ed in alcuni posti riservati vi sono molte signore, i Una ■plefasleaa tei et». Albenfa Allo 9 e minuti il eott'ufflclale funzionante da ufficiale giudiziario annunzia il Tribunale pcPgcvrvmlsdnce, non appena dichiarala aperta l'udienza dal i mpresidente conti-ammiraglio Baggio Ducerne, ti tenente Bordlgjanl chiede alla cortesia ( ldel capitano Aibenga che voglia chiarire una frase da lui pronunciata ieri e che egli non comprese. • cioè : ■ n capitano Aibenga disse ohe dopo 11 primo via da lui approvato era sua convinzione a buona regola mannaia passato l'ostacolo di non accostare più ». II contT'ammjraglio Cagni, che, come o noto, e difensore militare dellSUbenga, dice che questi affermò soltanto che è buona regola marinara quandqpi è stabilita una rotta per un punto determinato, di non modificarla più. Albanga non disse ohe l'ufficiale di guardia non potesse e non dovesse accostare, ma che egli non aveva dato ordini quando vide che il Bordigiiani invece di passare a 400 metri passava a 160, non sapendo spiegarsi perchè ciò fosse avvenuto. Aibenga. — Ripeto che quando si dirige ima prora per passare a una data distanza e a un dato punto, non vi è più ragione di modificare la rotta con successive accostate. Sorge a questo punto l'avvocato fiscale a proporre che vengano risentiti i testi già eecussi, ma i difensori del comandante'Aibenga si oppongono. Il vice ammiragli» Viotti Viene quindi chiamato il teste vice-ammiraglio Viotti, al quale dopo aver dato le generalità 11 contrammiraglio Cagni chiede quale opinione ha delle qualità, marinaresche di Aibenga e quale è il suo giudizio sull'incaglio della San Giorgio. Teste. — Desidero separa se lo sono testimone o perito, e prima di rispondere chiedo che 11 Tribunale decida la mia qualità, perchè credo che rispondendo alla domanda fattami lo rivesta la queliti di'pefltò. Presidente. — Lei è solo testimone. Teste. — Allora non posso rispondere. Giudice ammiraglio Bertolini. — Ma la Difesa vuole sapere solo quale stima ha ella del comandante Aibenga. scGleAdcmrdnDgnbtccimglvsgscfn ^— =— • __ , ... . ; 7^1 ™<"~ ~?vlh0 5SUto ^ mì?, alfe™1*™6 ccome mio allievo alla scuola di Livorno e non lo ho seguito nella sua carriera; ma dai suol colleghi ho sentito parlare assai favorevolmente di lui e credo che sia l'ufficiale che abbia il maggior numero di anni di navigazione. Circa Tdnvestìmento non posso manifestare la mia opinione che solo per quanto ho sentito dire.' E' tecnica marinaresca che le boe sono segnali di allarmi.ed è tecnica marinaresca che si navighi con rilevamenti e che nessuno al affidi completamente ai segnali; ma vi sono dello eccezioni e il più déDe volte 1 disastri avvengono per queste eccezioni. Non «o^oipe.si eia,comportato UAlbenga••navigando nel golfo' di Napoli, ma se aveva là convinzione che la boa fosse appunto al suo posto non ho nulla a ridire. Ora credo che avesse questa convinzione perchè le carte furono corrette nel 1910. e la boa della Gaiola, come quella luminosa del porto di Genova, sono segnali di tale importanza* che fanno eccezione a quanto ho detto in principio della mia deposizione, n teste è licenziato. L'on. Baccelli E" quindi chiamato l'on. Buccelli, che nella sua gioventù fu ufficiale di marina. — Io, egli comincia, ho navigato dal 1880 al 18S5 sulle navi Maria Pia, Castelfldardo e Citta ài Genova e su corazzate di grande tonnellaggio... E prosegue, dicendo che una volta si trovò a passare vicino alla Gaiola quando sulla nave era imbarcato re Umberto, insieme a molti illustri personaggi e nessuno mai dubitò che le carte fossero sbagliate. Cagni: — Qual concetto ha ella dall'Aibenga? Teste: — Ne ho ottimo concetto e quando ho saputo dell'incaglio della San Giorgio, sono rimasto fortemente meravigliato ed ho formulato il voto che. nel disastro non vi fosse stata la responsabilità dell'Aibenga stesso. Il ten. di vascello Aiello Licenziato il teste, è introdotto il tenente 'ài vascello Luigi Aiello. Cagni : — Può dire 11 teste se si sia mai trovato a passare con una nave al comando deil'Aibenga In passaggio pericolosi? Teste: — Sissignore. A Portoferralo ci trovavamo ad uscire fuori del porto con un mare violento e con un vento cosi forte ohe la nave era per Infrangersi sulla costa. Allora, l'Albenga prese il comando della nave e con manovra riuscitissima potemmo avanzare al largo. il testimone ricorda due episodi durante una campagna dell'Attenga, nei quali questi dimostrò di essere abilissimo. Cagni fa notare che oltre gli episodi narrati dal testimone, l'Albenga fece moltlsime campagne difficili. Il contrammiraglia Cutinelli Viene chiamato li contrammiraglio Cutinelli, ohe fu relatore della Commissione di inchiesta nominata dal ministro della Marina per accertare la causa del disastro. Egli si rimette alle conclusioni della relazione. La Commissione fu nominata per assodare le cause del disastro. Si accertò che una causa principale era stata lo spostamento della boa. Inviata al Ministero questa constatazione, la Commissione si occupò quindi della responsabilità flbe nel disastro avevano l'Albenga e, l'asociale di guardia. Cagni: — L'inchiesta fu fatta per accertare IUncagllo della San Giorgio o per accertare la responsabilità del comandante Aibenga? Teste: — L'inchiesta fu fatta principalmente per accertare le cause che determinarono il disastro e in secondo luogo per accertale la responsabilità dell'Albeiiga. Ua incidenta per l'inchiesta U Presidente, vice-ammiraglio Baggio-Ducarne, nota a questo punto cho il Tribunale vuol sapere se vi èia soltanto la responsabilità del comandante nel fatto che, essendo la boa spostata sul limite di una secca, il comandante vide la nave investire su questa s.vca. A questo punto il contrammiraglio Cagni solleva incidente e dice: — L'inchiesta ufficiale venne a due apprezzamenti, che devono essere ben chianti, perchè da cento anni a questa parte non vi è mai stato un comandante sottoposto a processo per investimento, tranne nel caso che ci siano state delle vittime. Ma In questo caso 11 Paese deve sapere quale responsabilità gravi sui due accusati. Perciò l'inchiesta deve illuminare 11 Paese; si deve assodare se vi sia, e quale essa ala, la responsabilità del comandante Aibenga. L^inchlesta deve quindi essere allegata al processo. L'avvocato fiscale ritiene che l'inchiesta non si debbo allegare al processo, poiché il Tribunale è estraneo al giudizio dato dalla Commissione. Law. Maresca fa notare che l'errore di questo interpretazione è stato commesso dall'avvocato fiscale, il quale, mentre ha voluto indurre B tosto OutìnsHi ha voluto invece tap¬ iamlsagnsmclcm6mFGtvlgNfgcrabcfdtBgdscnrr pargli la bocca per . quello che riguarda le conclusioni della Commissione dinchiesta, Perciò insiste nell'incidente sollevato dal Cagni. L'aw. Mlstretta, a sua volta, replica dicendo che sia citato 11 Cutinelli per dire a viva voce ciò che non si è potuto leggere nel rapporto scritto, perchè la legge lo vieta. t'avvocato Maresca replica dicendo ohe l'avvocato Mlstretta è caduto in contraddizione del momento che, mentre si proibisce di allegare l'inchièsta agli atti del processo, d'altra parte si decide di far sapere le-risultanze di essaL'aw. Staly si associa alla richiesta della difesa di Aibenga e sostiene ohe la Cassazione dice che l'Inchiesta altro non è che un documento che può leggersi in pubblico dibatti- mento, t'avv. Maresca aggiunge ohe la richiesta del la AÌSgi& e non 60i0 per ja lettura dell'inchie- sta tecnica Gorla, ma anche per conoscere le cause che determinarono 11 disastro della San Giorgio. L'avvocato fiscale si oppone alla lettura della deposizione contenuta nell'Inchiesta Gorla e alla richiesta della difesa del comandante Aibenga. . •Il Tribunale si ritira per deliberare sull'incidente, e mentre il Tribunale si intrattiene in camera di deliberazioni, la folla diviene veramente straordinaria. Le signore sono innumerevoli ed appartengono per lo più a famiglie di ufficiali superiori. A mezzogiorno preciso il Tribunale rientra nell'aWa ed 11 presidente ammiraglio BaggloDucarne legge l'ordinanza con la quale si rigetta la richiesta della difesa tendente a far venire dal Ministero l'Inchiesta segreta sulla boa e con la quale si limita a concedere soltanto la lettura delle considerazioni e delle conclusioni dell'Inchiesta stessa Intorno alle casue, che determinarono il disastro. Jnram' il segretario legge questa parte dell'inchiesta. " Questo è un teate dì accusa !,. E' richiamato nello stesso tempo 11 contrammiraglio Cutinelli, che dice: — (Mentre più fervevano i lavori di disincaglio della San Giorgio, il maggiore Vanola mi lece osservare che il timone delia nave aveva una posizione angolata per qualche punto sulla sinistra. Tale constatazione mi meravigliò non poco, essendo risultato dall'inchiesta sull'investimento queptà circostanza. Presidente. — Si è recato di nuovo a Bariare col tenente Stretti, sulla San Giorgio, allorchè fu nominato comandante? _ Teste. — Parlai con molti ufficiali; non con lui. .. . Presidente. — Le mandò una lettera il tenente Stretti? Teste. — Xo, nessuna lettera; 6olo lo mi ac leste. — .*o. nebauiLd. lettela; ouìv xu *"* «v- corsi dal suo contegno che egli aveva da dlr-ini qualche cosa., ed allora gli chiesi che cosa ave.-se da dirmi, ed egli mi rispose evasivamento. Seppi dopo cho egli aveva avvertito l'ufficiale di guardia Bordigiani di non accostarsi troppo alla costa. Cagni. — Crede che le responsabilità a cui accenna l'Inchiesta per il comandante Aibenga si debbano intèndere responsabilità penali? Cutinelli. — Sono responsabilità morali e disciplinari. Tale è stato 11 concetto della Com missione d'inchiesta, e tale è anche oggi, per-che risale sempre al comandante di una navela responsabilità di tutto quello che avviene, cosi come risale a suo onore' ciò che alle volte andrebbe attribuito all'equipaggio. L'aw. Della Zonga presenta un telegramma, perchè l'ammiraglio Cutinelli lo ripono6ca. L'ammiraglio Cutinelli lo guarda attentamente e legge ad alta voce: — Comandante Aibenga, presso contessa Fad di Bruno.,— Val momento In cui la San Giorgio lascia lo scoglio fatale il cuore deltuoi ufficiali e quello del vecchio amico rie- vacano il Juo ricordo, confermando recisamen-le. Immutabilmente slima, affetto ». L'ammiraglio Cutinelli spiega che nel man- le Lchè delS tato Maggioro, ju un momento di gioia, parve a lui. successore di Aibenga di fare atto di gentilezza affettuosa all'amico sventurato. Cagni. — Questo è un testimone di accusai L'udienza è sospesa. Udienza pomeridiana L'udienza pomeridiana si riprende alle 15.10. Nell'Ulula si nota sèmpre un pubblico molto affollato e, come sempre, vi sono numerose signore nei posti riservati. E' nuovamente richiamato l'ammiraglio Cutinelli. Il tenente Caracciolo, difensore del Bordigiani, domanda: — Come è risultato che il tenente Stretti ha avvertito 11 Bordigiani di non accostarsi alla boa? Vorrei sapere se avendo appreso questa circostanza, durante l'inchiesta avrebbe modificato o no il suo giudizio sulle responsabilità del Bordigiani. Teste: — No, non ammetto consigli. Caracciolo: — Aveva obbligo l'ufficiale Stretti, come ufficiale di rotta, di segnare la rotta? Teste: — SI. Caracciolo: — Quale è l'opinione del teste sul Bordigiani ? Teste: — Non lo conoscevo prima dell'incaglio, ma di lui ho sempre sentito parlar bene durante ili lavoro del disincaglio. Egli si mostrò ufficiale pieno di intelligenza e di zelo. Cagni: r- E' possibile ad un ufficiale adatto al comando di una nave dB navigare ad occhio nel golfo di Napoli? Teste* Si. L'ammiraglio Cutinelli è licenziato a al dilania 11 capitano di vascello Manzi. Avv. Staly: — Quale è l'opinione sua sul tenente Bordigiani? Teste: — E' stato (tee anni con me sulla Ferruccio e fu uno ?A migliori ufficiali per carattere e coraggi. Cagni: — Quale opiniona ha del comandante Aibenga 7 Teste: — Come navigatore e manovratore era maestro. Cagni: — Avrebbe avuto 11 teste difficoltà ai enti-are senza bussola e carte nel porto di Napoli? Teste: — Nesuna difficoltà. Il teste è licenziato. Raccordo si rinunzia alla deposizione del capitano di artiglieria Boddi. Il capitano commissario Monticelli •Si chiama 11 capitano commissario Monticelli, che faceva parte della Commissiono di collaudo per la; prove dei timoni e degli impianti frigoriferi. ^ , ■ . — Mentre redigevo il verbale, sentii come sola nave avesse avuto una forte scossa. Salii in coperà e vidi che la San Giorgio era accasciata eul lato sinistro, ed ebbi l'impressione che fosse troppo vicina alla terra. Mentre mi rendevo conto della posizione della nave, vidi il comandante poco lontano, sul barcarizzo di -Unisrra. indicare la boa, facendo rilevare come essa era spostata. La prima impressione che ebbi del comandante fu di persona sorpresa ed irritata. Durante la notte, poi. ebbi l'impressione che il comandante era presente a se stesso per far fronte al disastro. Bicordo che il comandante ordinò fin dal primo momento agli ufficiali di coordinare, ciascuno secondo le proprie competenze, le operazioni dì verifica e di sicurezza per la nave. Anche il tenente Bordigiani si rivolse a ma e gli suggerii di chiedere l'approntamento del grande bacino per l'invio di mancine e di pontoni per i lavori di salvataggio della nave. Durante l'inchiesta sentii dire da tutte le parti che l'ufficiale di rotta Stretti aveva in tempo utile consigliato all'ufficiale di guardia di mantenersi pia al largo; sentii anche che lo Stretti, interrogato dalla Commissione d'Inchiesta, confermò tale circostanza. Vvv Jachino. — Che si diceva a bordo appena 'avvenuto l'incaglio, sulle cause che lo avevano determinato? Teste. — 11 comandante mi mostrò una car¬ ) te. sulla quale era segnata la boa, ad essa attribuendo la cattiva segnalazione e quindi l'incaglio. Avv. Della Zonga. — Che impressione le face 11 comandante? Test». — Ho già risposto a queste domanda. Confermo chiaramente quanto ho detto nell'interrogatorio scritto, cioè che era presente a se stesso, ma appariva Irritato a addolorato. D. teste * licenziato. coieziòne. Verso le 16,15 sentii un tmmmschianta e poi un orarne: Ferma la navT^MUn cara di ladf Si chiama B capitano macchinista Glar- deaii, il quale dica: •^w^ — Ero dmfoaireato sulla atawa San Giorgio ned reparto macchine. Vi' restai. 11 giorno deV l'incaglio Mino alle 13, allorchè mi recai ai iuu Jató, manovre conseguenti per tentare il disincanto. Cagni — Che opinion» taa 11 tosto del comandante Alb-antga? Teste — Ho molta stima di lui per il «io carattere e per le sue qualità. Si chiama fi tenente di vascello Paimigiani.Avv. Jachino — Il teste, ohe fu membro della Commissione di collaudo, può dirci se fu sempre in comunicazione col comandante? Testo — SI. Caracciolo — Che optatone ha H testo del tenente Bordlgtainft? Teste — Abbiamo navigato materne a bordo della San Giorgio e della Ferruccio ed ebbi di lui ottima impressione. Cagni — Cho impressione ha avuto lei del comandante dopo l'incaglio? Teste — Serena; e mi detto oratoli opportuni con grande precisione. E' licenziato. Il temente Caracciolo desidera che l'ammiraglio Cutinelli dica se è vetro che 11 Bardigiani in una conferenza tenuta alla Scuola di guerra preconizzò S! trionfo delS'areopla no. in guerra ed li contrammtoagliito CutitneKi conferma il fatto. E' chiamato ili capitano Brunella, del Genio navale, che fu insieme al capitano iMomtiioelli alia testa dell'ammkiistrazlione della San Giorgio. Presidente — Da che parte si arar/ava S timone al momento dell'incaglio? Teste — La nave incagliata aveva IH timone a sinistra Come mia impressione posso dire che una. nave del tonnellaggio dalla S. Giorgio, alla velocità di 13 mitrila, ìiavigawdo in qualche punto difficile, debba non proseguire più l'accostata a meno che 'la natura del! fondo noni concorra a farla deviare da unIl capitano Monticelli è richiamato. L'ammiraglia Cagni chiede quale èia stato il contegno daE'equlpaggiio verso ffl comandante. Testa — Contegno affettuoso e di grande stima. "La boa era fuori della secca,, E' chiamat» Il guardia marina Bombe!!*. Egli dice: Ero sulla plancia della San Giorgio al- 11 orche il comandante dopo Capri dette ^tfjg8Carso Napoli. Passato NteÈda, a breve distanza dalla Gajola, udii un fortissimo schianto.- il tenente Strettì mi diede subito ordine di calare una lancia in mare per osservare dove si trovava la boa II capo operaio, cho era ancora la, mi disse che anche i suiti Vcompà- ; di costeggiare a settecento metri. Navtesmfhi | né! gólfo' dfJPozzuoh", dirigendo la prtia^S» gnì g erano accorti che la boa éraè fuòri"déì ia cecca i .presidènte — n comandante, passati* Nii gfcja, domandò dove trovavasHa boa? 1 Teste — Si, lo "domandò Presidente Durante la navigazione fu ì TTJs-* sl^flnoT cheZL?^ò di guard* ti tenente Romano. Àw. Della- Zonga — E quando 3 teste fuimbarcato sulla San Giorgio si prendevano molti rilevamenti ? Teste — SI, in una crociera sulTAdriatico facevamo sempre rilievi' Jachino — Conferma il teste che passata Nisida si avvicinarono anche a cinquecento metri dalla costo? Teste — Si. I timonieri di guardia Si chiama il marinaio Sorrentino, il quale dice: — Alle 16 montai la guardia al timone e restai fino al momento dell'incaglio. Dopo l'investimento l'ufficiale di rotta, signor Stretti, disse a quello di guardia, signor Bordigiani, che era passato troppo vicino alla terra. Non intesi dare dal comandante alcun ordine all'ufficiale di guardia prima di entrare noi golfo di Napoli. Fino al momento dell'investimento ho manovrato il timone secondo gli ordini dell'ufficiale di guardia. Passala Nisida, poi, ho avuto due volte dall'ufficiale di guardia l'or dine di accostare alla sinistra. Per seguire l'accostata mettevo nel primo momento 10 o'ió gradi di terra, che viducevo poi a cinque appena la nave aveva iniziato il movimento, per essere pronto ad ascoltare il comando di via Bicordo ' che alla seconda accostata Impiegai meno barra. Cagni: — Quale fu la rotto enttaata dal ce mandante T Teste: — CasteUamare. Presidente : — Quante furono le accostate? Teste: —r Tre, e mentre mi ordinava l'accostata mettevo la prua della nave rivolta sempre verso il Vesuvio. Presidente: — n. timone come si trovava,al momento detllncagBo ? Teste: — Non ricordo con precisione. E' chiamato il sergente Busso. Egli dice: — Ero di guardia al momento dell'incaglio e mi trovavo vicino al marinaio, ohe era al timone, sorvegliando per ordine del tenente Bordi-giani. Dopo l'accostata a sinistra per Napoli non ricordo se siano 6tate fatte altre accostate fino al momento dell'incaglio, «alvo qualche lieve. accostala di due o tre gradi, fatta sempre per ordine dell'ufficiale di guardia. Nell'istante dell'Incaglio la nave era- in rotta. Presidente : — Udì lei il via del tenente Bordigiani? Teste; — No, udii solo l'ordine di rivolgere la prua verso il Vesuvio. Si chiama il timoniere Napoli. Egli dice — Alle 16 ho montato la guardia. SI navigava verso Nisida diretti a Napoli. Udii dire da un ufficiale ad un altro: Ora passo ricino alla boa; e dopo qualche minuto Incagliammo.Presidente: — Che ordini dette il comandante allora? Xeste: — Dette ordine di segnalare: Ferma le macchine. MÈ Il teste è licenziato e si sospende l'udienza. "L'incidente non ai deve che alla boa,, Quando si riprende si ha la deposizione dell'assistente del genio navale Formica, che afferma tue al momento dell'incaglio il timone era a sinistra è ciò fin dal primo giorno deltentativo di disincaglio. SI chiama quindi111 capo-timoniere Scotaz- zaro, che guidò la betta N. 5. e che si trovò prèsso la Gajola alcuni momenti prima del- l'incaglio II teste dice: — Comandavo la betta N. 5 nelle ore pome-ridiane del Vi agosto, e navigavo verso la co- sta diretto a Napoli. A metà cammino fra NI- ■Mda e la Gajola vidi la San Giorgio. Io na-vigavo a non meno di cento metri dalla boa. La corazzata era a cinquecento metri al largo di Nisida; dopo qualche momento la nave cambiò rotta e pochi istanti dopo- Incagliò. 1 Aw. Della Zonga. — Ebbe il toste l'imprea- sione che la nave navigasse motto vicino alla | sterra? fTeste. — No; era al largo, e poi anch'Io a- vevo vieto rimettere la boa a posto nelle pri-1 lme ore della mattina, e perciò l'incaglio mi: produsse grande impressione. La posizione ldella boa avrebbe incagliato qualunque ma linaio. Jachino. — Fa 11 teste Imbarcato «on rAibenga.? . Te3te. — SuHa torpediniera m, ed ebbi agio di constatare che era un ottimo navigante. Cagni. — il teste, che è un ottimo navigatore senza carte e senza bussola, entrerebbe di notte nel porto di Napoli? leste. — Si, lo farei; anzi, «Uà Maddalena in una notte di nebbia, stanchissimo entrai in porto con una torpediniera, senza fanali e senza bussola, e riscossi 11 plauso del comandante della difesa. .Cagni. — E' insidioso il golfo' di Napoli? Quale opinione ha sull'Albenga? — Il nostro golfo non è per nulla pericoloso. Ho ottima impressione del comandante Aibenga, e l'incidente di cui fu vittima non si deve che alla boa. Gli obblighi dell'ufficiala di rotta E' introdotto l'ufficiale Malbertl, capo-timoniere della San Giorgio, il quel* dice: — Insieme all'ufficiale Stretti,' subito dopo i incaglio, mi recai su una Imbarcazione ad esaminare la posizione della boa, e l'ufficiale mi disse: « Lo avevo avvertito, quella testa ai asino, di navigare più al largo Non so però a chi si riferivano questo parole. Quando tornammo a bordo della San Giorgio, il tenente Bordigiani mostro allo Stretti una carta idrografica, facendogli notare come le indlca- m^m^^t .-t M^^Hftf££j!p*W* d& * tf o V a o . o e l o i l a i o i n ara sulla plancia? ^ T,??*0- ~T N°: mi ▼! recai due miniti prima dell'incaglio. Presidente. — Non sa proprio a ehi era diretta la frase pronunciata dallo Stretti? Teste, — No, assolutamente. Presidente. — Bichiamlamo il teste Stretti e domandiamogli a cW era diretta la frase. -E introdotto lo Stretti, li quale risponde che la frase era rivolta al Bordigiani, che però non la udì. : 11, presidente vorrebbe sapere quale fu la dizione precisa della frase, cho il teste non ricorda più. L'ammiraglio Bertollril chiede che si rileggano le deposizioni del tenente Stretti, lettura che viene fatta, occupando parecchio tempo. Appena terminata la lettura, Cagni chiede: — Io desidero sapere dal teste se l'ufficiale di rotta deve prendere i rilevamenti solo, o li ordina il comandante, e se questo obbligo gli incombe per dovere d'ufficio. Tasto. — SI: questo era 11 mio dovere. lnd+pendentemente dagli ordini del comandante. Caracciolo. — Quando la navigazione è costiera e il comando della nave è tenuto dal comandante, l'ufficiale di rotta ha ancora questo obbligo? Teste. — Sempre. Cagni. — n comandante non ordina mal di prendere rilevamenti all'ufficiale di rotta E* obbligo di questo di farlo, ed il comandante, cvhm solo se lo crede, chiede conto dei rilevamenti fatti dall'ufficiale di rotta Teste. — lo. come già dissi, il giorno dol'incaglio non credetti di fare dei rilevamenti, Il tenente Caracciolo fa notare che quando l'ufficiale di rotta è presente.Tufflclale di guar- dia non prende mài rilevamenti. Da parte sua, il tenente Stretti aggiunge che. data la brevità dell'accostata, egli, se avesse preso i prelevamenti, sarebbe giunto sempre tardi ad evitare l'incaglio. Tenente Caracciolo. — L'ufficiale di rotta ha l'obbligo di fornire al comandante 1 dati per compiere a rapporto di navigazione? Teste. — SI. è obbligo. Tenente Caracciolo. — Crede che si sarebbero potuti, scorgere dei punti ned tratta Nlsida-Gaióla? — Col rilevamento a distanza. " Rettifico la deposizione scritta.,.,, Il difensore del tenente Bordigiani continua a tempestare 11 tenente Stretti con domande di indole tecnica, molto dielle quaili sono rUferlte atd altri argomenti che lì Presidente dice dovranno svolgersi durante *a ditfesa. A questo punto si alza 11 tenente Botrd-fgiani e con voce concitata, fra .l'attenzione del pubblico, dice: — Il temente Stretti ha affermato etaa te abbia jta mania di voler randeggiate. Da quali dati ha desunto ciò, se solo dia poco tempo eravamo imbarcati Insieme T Teste — Da una vecchia storia. EgM m. tanna che quando era ufficiale di rotea mWIride fece una ardita manovra presso Sorrento con l'autorizzazione del mio comandomfài il quale quando vide fl{ pericolo corso, ma no impressionò e lo avverti di non fante più. Bordigianil — Lo Stretti ha dichlatrato che IH tenente Romano gii disse che io avevo la manìa di ifundeggtere e che di - ciò mi mossa appunto ia 'comandante dèlia Ferruccio, Ora, il Romano ed il comandante deBà Femuxio, capitano -Maina*, hanno negato ciò nella letti deposiztonà ' — ..Ma e'jeu ammetto di aver fatto fi racconto dell'/ride? Bordigiani — «, è vero, ma te faccio notare che il tentante Romeno ha senitlto di aver detto allo Stretti che io ho la mania di randeggiare. Teste — Rettifico la deposlzios» scritta, nella quale è detto «he IH Ramano aveva narrate erre sulla Ferruccio il Bordigiani etra stato rimproverato dal comandante perchè ara passate medito vicino ad una batroa da pescai Invece colui 11 quale era stato rimproverato dal comandante ara proprio 11 iRoaaa^ no stesso. Tenente Caracciolo — Vorrai eh* fi Tribùnate notasse che mentre lo Stretti diceva che l'Albenga era vittima della mania del Bcurdigianil di randeggiare, non ha mai navigato con Itok Tutti gli ufficiai che con lui mavir garono, lo hanno smentito. L'udienza che sino alla fina il «ra «volta con grande uniformità, dir esala, più iatar**sante per le comtestazioni fatte dai difensore del Boidiglanl. Siccome sono la 18,35, a Presidente rinvia l'udienza a domani.