In Tripolitania

In Tripolitania In Tripolitania TRIPOLI, 30, ore 18;S0 (Ufficiale). . Stamane II reggimento lancieri Firenze ha eseguita una ricognizione verro Fonduk-èlTokar per accertarsi delle condizioni della «la carovaniera di eul II lungo disuso aveva fatto smarrire le traccia. A tre chilometri da Fondukel-Tokar fu avvistato un gruppo di cavalieri nemici, contro i quali venne lanciata parte di uno squadrone. I nemici presero la fuga. I nostri, inseguendoli, sorpresero un gruppo di cinque arabi armati ohe cercarono di disperdersi. Raggiunti, si gettarono a terra, tirando a bruciapelo contro i lancieri, ma furono tutti trapassati dalle lancio. Da parte nostra rimasero morti il sergente Pals-Ssrra e un caporale maggiore, mentre ourvl eul loro cavalli colpivano il nemioo, HOT Ili dei nostri ascari tripolini (Per ttleg^ da «no dei nostri inviati ti*citili) TRIPOLI, 80, ere 10,60. Stamane a Sukelgiema, ossia sul piazzale del « Mercato del venerdì » ho assistito alia prima grandiosa fantasia che abbiano eseguito le tre bande, indigene insieme riunite, cioè la banda del. Garian, la banda del Sahel e la banda di Tarhuna. La fantasia si celebrava in onore del capitano delle bande che oggi stesso prendeva il comando lasciato dal capitano Scaroina. Il nuovo comandante, capitano Strevi, è un provetto e provato ufficiale colonialé, che fu a lungo in Eritrea e combattè al Benadir, ove acquistò pratica nella guerra africana e seppe 'distinguersi assai. Lo Scardina che lo precedette e 'riuscì'con lavoro lento e faticoso ad organizzare le bande, abbandótia il suò-iposto-yer; passare- air ìlji, residenza del Staìiel, insieme al, capitano Set carabiniere \ AndfrinL . \ ., Alle 8, quftndo giunsi a Sukelgiema da Tripoli, àppo una bella e rapida cavalcata per l'ampio e lungo stradale di Tagiura tutto formicolante di comitive di. arabi che recavano in città sulla propria lesta o- sul dòrso dei loro somarelli ì prodotti dell'oatri, trovai le tre bande raccolte, ciascuna attorno ai suoi capi, in tre luoghi diversi dell'ampia spianala, cui fa corona il più. lussuóso palmeto dei dintorni tripolini. .Alla nènia bizzarra dei.pifferi, al batter ritmico delle mani, ogni banda si abbandonava, in attesa della cerimonia, ad una sua spedale manifestazione di gioia. Se in mezzo ai fez fiammanti portati sulla nuca alla maniera araba non avessero luccicato dei fucili, avrei creduto di trovarmi dinanzi a tre compagnie di saltimbanchi, che offrissero spettacoli di ginnastica alle palme, al sole ed ai giardini profumati. Infatti i gregari di ciascuna banda, dispostisi in Circolo, hanno lasciato uno spazio Ubero per i più valenti, della comitiva.che eseguirono sul tempo della musica caratteristica 4-dei battimani continuati, salti, capriole, danze audaci e sensuali. Per esempio, mentre un giovanotto robusto balla una specie di kake-walke alla sua maniera, un compagno che gli si rizza in piedi sulle spalle balla lassù come fosse su un pavimento morato una capricciosa contraddanza, tenendo fra mani disteso un fazzoletto di colori sgargianti. Pare dì assistere alla danza di Salomè, con qualche provocante nudità di meno e molto barraccano di più... Queste coppie di ballerini sovrapposti ■possono essere parecchie. Intanto altre coppie si abbandonano a gesti e contorsioni fin troppo pittoresche, che vorrebbero esmre voluttuose, mentre qua e là ballerini isolati si contorcono e abitano il ventre per conto loro.-Il divertimento ■ potrebbe continuare, ma un fischio annuncia che è artipato il capitano, i -I tre tenenti: Spiano per la banda dei ! Tarhuna, Pio per quella del Sahel, Pom foni per quella del Garian, fanno a suon di fischietto ammassare i tre gruppi nel centro della spianata. ■ L'ins/ieme è di magnifico effetto pittoresco. Sono in tutto sei .cento uomini, i pm in barracano e giubettì variopinti, che soltanto da qualche piccolo segno sul copricapo rivelano la diversa banda cui appartengono. Disposti in circolo essi attendono, la mano sul fucile, l'avanzarsi dei loro superiori. Ed ecco dp parire insieme il comandante di oggi e quello di domani. Appena, questi compaiono, seicento fucili si lavano in aria luccicanti ti iòle, mentre un lungo urlo gutturale, il caratteristico grido di gioia degli arabi, li saluta. Poi, fattosi silenzio, il capitano Scaroina presenta alle bande il nuovo comandante con belle parole italiane, che vengono subito tradotte in arabo da uno degli interpreti appositamente incaricato. Il capitano vanta le virtù del nuovo comandante, che ebbe un brillante passato come ufficiale coloni ale, e si dice soddisfatto dei militi indigeni nel tempo che furono ai suoi Ord&ii. .— Saha ! Saha ! — rispondono in. coro.i jajiif.rrn rrp.r'TrnrrfiTjj.fi cosi il loro addio.; ufdsVdsgctssprgf n , i l i i i i i ; Allora un 'vecchio capo si avanza e canta una cantilena con strani suoni nasali, cui fanno eco a intervalli gli. urti delle tre bande che emettono con indescrivibile entusiasmo il grido della, vittoria. Il capitano Strevi ptonùncia quindi un Vnve discorso tradotto, periodo per per iodo.dagli interpreti. ÉgUsidice lieto di esser venuto dall'Italia per guidare gli indigeni alla vittoria contro i turchi. «1 turchi r-i égli aggiunge —- vi botino' calpestati; gli italiani vi rialzano.: Siate dunque sempre con l'Italia, che è grande, generosa, forte e vuole il tìepfe, non il danno dei popoli che conquista». Ed"anche a lui, che ha parlato con voce sonora; energicamente risponde un coro: di consentimento fra vivi gesti di simpatia. La cerimònia si chiude--'con la sfilata o, per meglio dire, ' la ' cò*sfc furibonda delle tre bande che passano innanzi al capitano facendo roteare in alto i futili, mentre dalle file si eleva, coinè Un cupo brontolìo di tuono, il grido delia battaglia: Uhi UHI Alla sfilata partecipa pure il primo nucleo della nuovissima'banda a cavallo, comandata dal capitano :Boselli, e qui i cavalieri in barracano aggiungono una nota elegante al bellissimo quadro. Sono le 9, Il sole cuoce, come in Italia in un meriggio di agosto, e le bande rientrano nelle rispettive sedi. 71 capitano NòvelUs, -èi salito sul suo ae reoplano stamane',-at^ipre 7, per recarsi a fare una ricognìzpqB: sul settore nemico sud e sud-ovesì.'lsfi'e''diretto dapprima a Suani-Beni-Aden ; ha ripiegalo poi su Fonduk-el-Tokar ed è tornato per Zanzur, senza notare in tutto il suo 'viaggio mutamenti apprezzabili nelle posizioni nemiche. GI0VAN|« CORVETTO La siiu^ione La- «bla novità. della giornata consìstè f^jj^^zifl^il^^^èS^to di Foftduk ei fokar. Nulla di nuòvo nella situazione diplomatica. Continuano all'estero lo discussioni su un possibile secondo tentativo di mediazione da pai-te delle Potenze, ma si tratta, per ora, di una semplice accademia. L'ipotesi di una conferenza europea è assolutamente tramontata e la supposizione dì un armistizio è. ^cartata appena foi<mulata perchè il Governo italiano noti ammette la possibilità di discussioni in proposito. 11 « Corriere. d?Italia.» afferma die il Governo, onde sventare l'aria addormente trice che spira dalle cancellerie europèe, dtvcpmpensi a parare ad ógni eventualità il colpo'dando, se occorre, nuòvo-inipulso alle ope- rmoni di guerra tento in Libia quanto nel- l'Egeo. Profughi della Siria a Venezia Venezia, 81, notte. Provenienti da Trieste, sono giunti a Venezia a bordo da un piroscafo del Llòyd austriaco, due profughi italiani scappati da Aleppo e da Béyrut. Sono 'due. operai, certi Parlati Pasquale, di 38 anni, da Messina, minatore ad Aleppo, ed Emilio Rigosi, di anni 67, de. Pedaroba, che a Beyrut esercitava U mestiere di meccanico presso lOspedale.. Questi ha lasciatocela la moglie, ohe e araba, e una figlia di un anno e mezzo. Ha raccontato che ìl direttore dell'Ospedale gì] garanti di tenergli il posto a sua disposizione per sei mesi. Il profugo narra ohe le minacele contro gl'italiani hanno avuto il loro inizio 11 giorno stesso nel quale le navi italiane hanno bombardato Beyrut. I profughi furono alloggiati e provvisti di vitto dietro interro&sa-manto della Questura di Venezia. Essi houiio aggiunto che. gl'italiani «armo dovuto abbandonare la loro residenza e 1 loro averi perchè, rimanendo, rianhiavtvno la vite. . .--i- .■-.>,■ , Numerasi espaisi dalls Torchia andranno a lavorare in Jsvizzera Bellinxena, 81, neltr. L'ufficio di emigrazione in Milano cerca di collocare nella Svizzera parte degli italiani espulsi dalla Turchia. Nei .prossimi giorni ne partiranno da Milano una quarantina., ai quali venne già assicurato il lavoro. Altri ne seguiranno sùbito, per le facilitazioni che qui'autorità-e privati cercano dì accordare con vera e larga simpatia Mille operai espulsi varranno addetti li lavori delia Cunas-Nizza ' Cuneo, 81, maSi apprende che lungo la linea CuneoNizza si stanno aggiuntando degli alloggi per quasi 1000 operiti: per quegli operai cioè che il Governo italiano ha Invitato a venire dalla Turchia in Italia e che saranno addetti ai lavori sulla Cuneo-Nizza. Per gli espulsi dalla Turchia Rèma, 31. aera, Dalle ulteriori comunicazioni pervenute dagli stabilimenti della- Banca d'Italia risultano versate alla Banca stessa altre L. 51,225 per oblazioni - a favore dai nostri connazionali profughi dalla Turchia. La somma comp^aaei va delle offerte trasmesse alla Banca ascende a L. 296,636. 80; Il Consiglio comunale - di Napoli votò per acclamazione la proposta della Ctante di contribuire ^con L. 10 mila a favore degli espnisi dalla Turchia.- - ••

Persone citate: Aleppo, Boselli, Emilio Rigosi, Raggiunti, Saha, Salomè, Scaroina