L'attesa del falco

L'attesa del falco L'attesa del falco (Dal nostro inviato speciale nei Balcani) PODGORITZA, Maggio. II falco della Montagna nera ha ripiegato e ali, già tese e pronte al volo, e riposa. Ma on dorme: guarda con gli avidi occhi viili verso le montagne della Malissia, dove è la preda, e aspetta. Il Montenegro non iuole la guerra e non aiuterà quest'anno 2a rivolta in Albania. La parola d* pace è dtata detta solennemente a Podgoritia. Qui d re Nicola, venuto, subito dopo il suo viag- Cio a Pietroburgo, a salutare gli ufficiali] montenegrini tutti raccolti in una grande1 dunata d'armi, ha ricevuto con onori du. mostrativi la missione turca inviata a Por-\ur gli l'om,aggio del Sultano: poi, come ua abitudine, ha parlato in mezzo alla trada, come un tribuno, dinnanzi al suo opolo, dinnanzi ai suoi soldati, dove erano \mescolati i capi albanesi Malissori che a- pettavano da lui una parola di fuoco, una romana di aiuto, e ha detto forte, impe- \ioso categorico: «Voglio la pace. Non\oglio avventure II Montenegro deve ri- maner amico della Turchia e non cercar orbidi! ». - I capi albanesi, i piccoli falchi he aspettavano solo dal gran falco magiore il grido d'ordine, per lanciarsi sulla reda, sono rimasti delusi e scontenti. L'anno scorso la rivolta dei Malissori fu spirata, preparata, sostenuta fino all'ultimo dal Montenegro. Gli uomini ufficiali di Cettinje possono anche negarlo nelle interiste : ma i loro discorsi non mutano la veità. Senza il Montenegro le poche tribù lbanesi che avevano levato i fucili contro e autorità turche sarebbero state annienate in sette giorni. Il Governo di Cettinje ensò a tutto; ad armare gli insorti, a coni- j attere e a vincere, " \Fu di una generosità' .. , ... ... . ,. ... , ,. \ di un attivila senza pari: distribuì agli .. .... ., ,, , ... . J. . nsorti più di venti mila fucili — i vecchi . . ... l'i"'Wi J j ii. Wender austriaci, già abbandonati dall'eser- ito montenegrino-forni regolarmente ax ombattenti le munizioni e il pane; raccolse > curò tutti i feriti; ospito e sussidu) tutti \ fuggiaschi, uomini, donne e bambini con. ti loro bestiame; inviò ancora a combattere'ra le file dei ribelli, i suoi ufficiali e i suoi oldati distaccandone due per compagnia .. . , , ... . \— e abbandonò la partita con onore, dai rionfatore, dettando i suoi patti nella pace di Cettinye, solo quando s'accorse che le ue casse erano vuote e i ministri delle\grandi Potenze gli intimarono la resa. l capi Malissori si aspettavano ancora un\aiuto simile quest'anno dal Montenegro. SoJi, senza un alleato straniero, essi non si\entono la forza di affrontare a fondo i^sono andati già nell'inverno a urchi. E sono andati già nell'inverno Cettinje a domandare soccorsi e supplicare, ma han potuto raccogliere solo un po' di denaro per i bisogni quotidiani e poche parole velate di promesta. Nulla di più. Il Montenegro è rovinato. La rivolta dell'anno scorso lo ha completamente esaurito: gli è costata tre o quattro ufficiali e quasi tre. ento soldati, uccisi, fra le montagne albanesi, e tutto il suo piccolo tesoro di guerra. Con i sussidi dati ai ribelli e la resistenza passiva e silenziosa dei turchi che, senza minacciare, senza provocare, avevano lenamente concentrato quarantamila uomini attorno il suo confine, obbligandolo ad una mobilitazione generale per guardarsi dalle orprese, il Montenegro oggi non sa neppure più come pagare i tuoi debiti. Il Minitero della guerra, insieme ad altri uffici, non hanno ancora saldato tutti i loro conti e temporeggiano. I cittadini, estenuati anh'essi nei loro minuscoli mercati montanari 'di compra o vendita, non sono più forunati. Fra Cettinje, Antivari, Podgoritza e Niksciè, i quattro centri commerciali monenegrini, si contano teicentomila corone di cambiali non pagate e protettate. Adesso, ancora, dopo la guerra di Tripoli, il denaro nvece di affluire scompare. Il piccolo commercio paesano ristagna: e la Francia, seguendo il tuo programma generale, ha ritirato anche i 150,000 franchi depotitati nelle Casse della Banca Nazionale di Cettinje. Questa acuta depressione economica, che si va preparando da molto tempo, è accompagnala da un Unto declinare della passione nazionale. Non più tutti i montenegrini hanno un'anima di fuoco ver U loro paese. Molti ne sono sfiduciati e ne parlano con una malinconia e già con una lieve ironia che nasconde un profondo scetticismo. Cominciano a sentire la loro povertà e l'impossibilità ad ateendere. Emigrano: contadini ed intellettuali. Qualcuno abbandona il paese, anche tenta passaporto, per un viaggio che non avrà più ritorno. L'elemento colto si tiene lontano dalla politica ed è sempre più assente. Un tale pallido tramono nazionale, forse tolo temporaneo, tpegne e voci di guerra. Altre voci le fanno tacere. I grandi han parlato ai piccini ed hanno ammonito: « Vogliamo la pace : rimanete taggi e tranquilli ! a. Lo hanno detto sopratutto al Montenegro. Tutti i ministri delle grandi Poenze hanno avvitato il minittro degli esteti : « Non muovetevi, non tentate nulla, perchè tutto sarebbe ugualmente perduto per voi e i vostri sacrifici non vi tervirebbero, quando l'Europa non li voleste riconoscere ». Il gran padre maggiore ha ammonito ancor più severamente il pupillo. Lo ctar Nicola di Russia, ricevendo a Pietroburgo, con molta cordialità, re Nicola di Montenegro, gli ha detto apertamente, categoricamente che la Rutila ti atpetta dagli uomini ditCtttinie una politica assolutamente pacifica. La Rustia ha ancora una gran parte e un'autorità mattina in Montene grò. Le voci di dissapori fra Cettinje e Pietroburgo, le notiti» di un progressivo dU stacco del Régno detta Montagna nera dall'Impero degli Ctar sono semplicemente fai se. Non è neppure vero, come si è detto in qualche giornale viennese, che la Russia abbia sospeso o diminuito il consueto appannaggio che il suo ministro distribuisce ogni anno all'esercito montenegrino. Un al to dignitario della Corte montenegrina che accompagnò re Nicola nel suo viaggio aPietroburgo mi diceva: «Ho visto il re quando arrivò e 'quando parti da Pietroburgo: ho assistito alle accoglienze dhe gli sono state fatte. Vi posso dire che il re non fu mai cosi contento ! ». II re è tornato contento a Cettinje: ma anche con un'anima più tranquilla. Prima éil tuo viaggiow.net minitteri li dava metr o a e ra agli albanesi, che domandavano aiuti, qualche parola velata di promessa: dopo il suo ritorno si è cominciato a rispondere con un « no » categorico. Il prezzo di questa n improvvisa pacificazione sarebbe una garano 2iUi offerta dalla Russia, per gli interessi è d» una nuova, un po' fantastica, ferrovia i da costruirsi sulla .via di Vir Bazar-Rieka- Cettinje. i] Quando a re parla si m che a paese l0 ot. e1 bedirA senz<aUro. In Montenegro c'è uni u. costituzione e un Parlamento, con deputati -\stipendiatit come nMe repubf)liche piu d(. e mocraliche, mail Gospodar è ancora tut'.o. a EgU proponet dìscute> decide da sol0t senza o consigUeri. comanda i ministri e però nor. o \ne accetta mai { pareri. governa come „ - buon principe patriarcale, che ha il cuore a generoso per u suo popolo . ma non C0BMCC - \aUra volonla e altra autorità sopra e dopo n\la ma per t0 la mca interna ^ i- esterna acl Montenegro è abbastanza semr puCe nel suo principio motore : essasiriasi sume tutta nMa volonta del re< a u i ù o e - j Si è detto anche che fra i segreti del re c'è un accordo con l'Austria. Si è parlato di un'intesa per il Sangiacato di Novi-Bazar, di un accordo sull'Albania. Tutte queste — si può dire con una certa convinzione — sono fantasìe, che sussidiano degli oscuri giuochi politici, fuori del Montenegro, ma non hanno alcuna anima di verità. Certo l'Austria gravita e pesa sul Montenegro cori la sua formidabile politica balcanica, con la mole del suo commercio : e il piccolo regno, anche quando rimane tranquillo nel \suo pietroso nido d aquila, non può darsi Iv à' ■ ■ < , . . \arie di essere completamente emancipato i . ,„. . . „_ .. . , -, \ ,, . dall Austria. Ma il re è troppo geloso della i „„„ . ,,,„,„„,,'-,„. ,■ „. . , sua indipendenza dinastica ed è anche trop- r- $c definitivamente con ax quaXcUno. Egli è con lutti e contro tutti. Po, e >,e fra vienna e Cettinje un,assoluta inc011. i \ciliabiHta di inleressi. Tutta la storia e la n. tradizione del Montenegro sono contro l'Are'sMa Anche u d'oggi del popolo mani tenegrin0 a su0 bisogno immediatolo stac- a „„„„ j„m,-,™„^„„ j„„i.- i„»,„ „ ... t \cano dati impero degli Asburgo e ne tanno ai . - , ,, ,, . e un ]\emico- 11 f,alco de,la Mmta0™ ™™ «' e spetta e cerca la sua preda proprio la dov, e\anche aVnLa auttriaca.mole stendere il ™° , ""^n^e: neU Mbama: ™UoUcan\Lurto acuto dei due paesi si esprime in unn oJ°rviula molto semplice: il Montenegro ha i\u\"s,s°luto 6"°T- ìespanAer*1 a sut"" i^ell'Albania settentrionale verso le montaa gne della Malissia ; l'Austria ha fra i suo, spoppiddddl'p0ssdbutosMpspLaspzcQtcstdsn/1 acmbpdfgsnbclCm, i aIl nli e. aa. a a nni a e uii, ti nar e ndi o, o meie e moni e. n a omail go è ne n : nnoerr o, ecomandamenti balcanici che l'Albania settentrionale deve o appartenerle o rimanere libera da ogni influenza estranea. E per questo l'anno scorso, fra i più fieri oppositori della rivolta albanese, in cui palpitava molta anima montenegrino, v'era il Gabinetto di Vienna. Il sogno montenegrino di una espansioni1 territoriale verso il bacino di. Scutari non sorge da un movimento imperialista, non riempie solo l'ambizione dinastica di un re : viene da una immediata necessità del paese. Nello Stato attuale il Montenegro è incapace di ogni grande progresso. Basta conoscere, anche solo superficialmente, questo paese di montagne, per non credere più a quel suo avvenire economico di cui qualcuno ha parlato. Nel Montenegro si trova molta pietra e quasi nessuna risorsa per l'agricoltura: dove sembra che vi siano almeno delle foreste da spopolare, come nella conca di Nikciè, mancano le strade, le vìe di comunicazione, e l'industria boschiva, già di per se stessa assai poco redditizia, è con dannata alla sterilità : dove c'è un po' di terra libera da coltivare, come nel gran piano di Podgoritza, rimane il ferreo regime del pascolo comunale, che sottrae alla vanga e al piccone, al frumento e alla vite le oasi migliori. Manca ancora una industria pae sana: il commercio è limitato a piccoli scambi primitivi. Nel paese non c'è ricchezza. Fatalmente il Montenegro è trascinato a guardare là dove c'è una via aperta, per allargare i suoi confini oltre il cerchio delle tue fosche montagne, per non morire e man tenere vivo il suo orgoglioso prestigio di regno. . Il bacino di Scutari, la zona ondulata del la Malissia, che se ne diparte verso Oriente, rappresentano, anche nelle loro linee geografiche, come un complemento naturale del regno della Montagna nera. E là si spie ga la prima propaganda immediata del Montenegro. Una situazione incerta favorisce ancora questo movimento. Fra gli albanesi non c'è unione. 1 cristiani, che s'agita no, si trovano solo d'accordo nel loro malcontento contro i turchi. Più oltre sono divisi: come non sentono ancora la fiamma della nazionalità, non hanno neppure una comunità di vedute e di proposili politici V'è chi vuole uno Stato albanese indipendente, v'è chi domanda una completa autonomia di tutta l'Albania, sotto la sovranità turca. Il vero interesse dei montenegrini à certamente contro una simile indipendenza o autonomia dell'Albania, che significherebbe per essi: là fine delle loro aspirazioni e- PtisnnlnsspsclgldaubrgmmoodalePhtpmdiPGlvcl spansionisle, una nuova base per un'azione ostile dell'Austria, un immediato pericolo politico, poiché gli albanesi, divenuti indipendenti, maturati nella loro coscienza naionale, potrebbero un giorno vantare dei diritti naturali su Antivari e Dulcigno, i due porti montenegrini, dove la gran massa del popolo è albanese. E una tale indipendenza del resto non rappresenta neppure l'interesse delle tribù albanesi cattoliche : poi che un piccolo principato indipendente 0 autonomo, circoscritto all'oasi dei Malissori, non potrebbe resistere solo e sarebbe schiacciato ; mentre un'autonomia o un'indipendenza di tutte le terre albanesi darebbe Ih prevalenza ai mussulmani, che hanno una soverchiunle forza numerica, sugli ortodossi e sopratutlo sui cattolici, che non superano i trecentomila. In queste condizioni la propaganda del Montenegro ha buon giuoco. Essa lascia da parte le cause dell'umanità, che compaiono solo nei discorsi degli uomini di Cettinje, è pensa ai suoi interessi immediati: evita.di Laccare la grande questione albanese, nel suo complesso, e lavora puramente e semplicemente all'annessione della Malissia, la zona albanese che confina immediatamente con le Provincie meridionali montenegrine. Questa propaganda non è certo sempre fatile. Fra i montenegrini e gli albanesi non c'è mai stato buon sangue. Le due- razze si consideravano nemiche ereditarie e si son tempre salutate sulle loro montagne a colpi di fucile. A Scutari, ancora oggi, l'elemento serbo non è assolutamente popolare, come non lo è stato per molto tempo a Cettinje /uello albanese. Però nuove idee si diffondono anche fra 1 Malissori. Un'annessione della Malissia al Montenegro viene discussa e anche ac celiata da molti, come la soluzione più immediata e sicura del problèma di una liberazione cristiana dal dominio turco. Un partito politico, che recluta molta parte dell'elemento colto albanese cristiano, ne fa la base del suo programma. Fra Podgoritza e la montagna della Malissia c'è stato, negli ultimi anni, un andare e venire di gente misteriosa, un vivace scam bio di idee e di fucili. Qualche cosa ma-, , ,ó- . , . ..cura lentamente. Si può cosi capire perc/ie la rivolta dell'anno scorso, alimentata da Cettigne, divampò solo nella Malissia; co- , .. , ,. . minciò a lazi, a mezzora di struua daPodgoritza, e s'inaugurò al grido della tribù dei rpwrnti rhp rtrorlnmn ron moltoiriou aei cementi ine proclamo, con mono •> nsemplicismo, la sua annessione al Monte negro... Quest'annessione non si è compiuta l'anno scorso; non si compierà, se non scoppia la catastrofe balcanica, neppure quest'anno. L'Europa vuole la pace. Il Montenegro s'accontenterà di aiutare qua e là, nascostamente, ì nuovi movimenti dei Malissori, per non perderne la popolarità : ma no s'impegnerà a fondo, come nel passato. E . .... . f . con questa passività montenegrino, anchela rivolta dei Ma'issori si consumerà senzagrandi fiamme sanguigne. Ma il falco 'della Montagna nera non si dà pace: custodisce vivo nel cuore il suo sogno audace e aspetta, senza rinuncie. VIRGINIO GAYDA. L'uà foriez^u di Rodi attualmente occupata dal nostro 34 fanteria

Persone citate: Asburgo, Maggio, Rodi