August Johann Strindberg

August Johann Strindberg August Johann Strindberg Della triade che in questi ultimi • cimquant'anmi tenne il governo spirituale nella Scandinavia e ne guidò la letteratura, August Johann Strindberg era il più giovane, éd ormai il superstite. Più grave assai d'anni di lui, Henrik Ibsen l'ha preceduto nell'ai di là da parecchio tempo, ed è andato pur innanzi a lui, nell'ignoto eterno, 'altro grande rappresentante della geniaità nordica: Biornson Biòrnstjerne. ilei tre era certamente il minore per energia d'intelletto e risultato di opere; ma non da meno, anzi superiore per l'asprezza, la vioenza, l'incontenibile spirito bellico della ua azióne di ribelle. "Anoh'egli, Augusto Strindberg, s'era da parecchio tempo — come accade pure per e energie più fiere ed indomite — quietato. Le ire degli uomini, la violenza delle critiche 0 delle cose e degli eventi sociali si erano n ultimo mutate attorno" a lui. Nella sua Sfcockolpia ormai l'aspro ribelle d'un tempo ■i trovava placato dalla reverenza generale : nel suo animo l'odio e lo spirito distruttivo di un tempo, il pessimismo nihilista avevano, alla fine, ceduto quanto avevano di più violento ed eccessivo. La, psicologia di August Strindberg è, in complesso, quella di tutti gli spiriti che 'azione e la letteratura dei popoli scandinavi ci hanno offerto in questi ultimi tre quarti di secoli ; còme Ibsen, come Biornson, come Hermann Bang, come, la maggior parte degli uomini più liberi ed intelligenti dele tre nazióni sorelle Danimarca, Svezia e Norvegia, lo Strindberg. si trova >ad essere in disaccordo e in rivolta con lo spirito de' suoi tempi, con le convenzioni e gli ordini sociali, con la piccola filosofia opportunistica e interessata della vita minuta. Ma, a differenza degli altri grandi contemporanei, la sua rivolta distrugge senza creare, annichila in uno scetticismo aspro, terribile, desolante. La sua mano, o per dir meglio il suo pensiero, la sua penna colpiscono tutto e tutti, anche i sentimenti più tradizionali e cari; e dopo aver distrutto il mondo contro cui si è messo in guerra, non sapendo come altro edificare, lo Strindberg si rifugia nel suo scetticismo sterile ed aniaro. Questo movimento di ribellione non è, come a primo sguardo appare, solo un modo di essere e di vivere degli spiriti scandinavi: parte, in essenza, da quel fondo di idee che già hanno fecondato l'altra Europa: sono le idee di Darwin, di Haecfeel, che sconvolgono le tradizioni ed i pregiudizi naturali e scientifici, sono quelle del Taine, del Buckle, del Nietscke da cui originano nuove leggi, sociali, e filosofiche. L'anima scandinava quando dai confini della sua isolazione nordica esce a contatto di quelle nuove energie, le' accoglie in sè, e vi "fonda sopra la sua azioue di ribelle. August Strindberg trasse infatti dalle idee darviniane della Storia della civiltà «»• glese del Buckle il succo della sua educazione positivistica : di qui la sua avversione por ogni filosofia teologica, e per ogni inorale che non nasca dalla verità- della scienza e della natura. Se dinanzi a Emanuele Kant ©gli si chiede chi dei due è imbecille, lui che si tormenta per capirlo, o Kant che non si fa comprendere, lo storico-filosofo inglese trova per contro in lui uno spirito singo1 larmente pronto *ed aperto alla sua filosofia della realtà, anzi uno spirito che va al di là, e fabbrica il suo sistema sul dubbio, sul la contraddizione; negativo e scettico, sino all'assoluto. August Strindberg,^ nato dal popolo — era figlio d'un armatore del porto di StoccqJma e d'una sua fantesca — non fu nella vita e nella politica, come in arte, uno che appartenesse alla t maggioranza' ». Nono- etante il sangue plebeo che gli veniva — come confessò più volte — dalla madre, egli non fu un democratico: e non arrivò ad essere aristocratico pur odiando la folla, i suoi gusti, la sua morale. Come il dóttor Stockmann, l'eroe di uno dei più umani drammi di H. Ibsen, lo Strindberg pensava che la maggioranza ha sempre torto, eia teoria gli era confermata dalle mutazioni poIitiche interne del suo paese, allorché tra il '6D'eil '70 la cosidetta parte liberale, composta degli agrari e. dei contadini, mandati alla Carniera a inaugurar il nuovo regime di costituzione e di libertà, vi avevano fondato una consorteria egoistica e interessata. Come a' suoi tempi l'Ibsen si trovò nel suo spirito acceso di libertà ad essere intimamente discorcle e separato dai così detti liberali, così lo Strindberg regalò il suo disprezzo e il suo odio ai liberali e ai democratici, del pari che ai conservatori e ai retrivi. In fondo al suo pensiero egli dovette ripetere l'assioma ibseniano: « L'uomo solo è il più forte ». Ma la sua solitudine non fu jl vero sinonimo di forza e di energia, essenzialmente perchè mancò di equilibrio: la sua ribellione ad ogni forma di. organamento sociale, morale o famigliare, mancò di efficacia positiva per gli eccessi e per la violenza a cui ed abbandonò. Si disse che in ogni libro, romanzo o dramma di August Strindberg, dei personaggi vi è sempre uno che raffigura l'autore o per lo meno, si riveste spiritualmente delle sue idee, mentre tutti gli altri sono posti innauzi esclusivamente ad essere bersaglio per l'odio e per il disprezzo dello scrittore. Là penna fu, in verità, per Strindberg un'arma essenziale di combattimento. L'arte, la letteratura, le loro forme dal romanzo al Teatro, non sono in generale per questi uomini del Nord un puro sfogo estetico, uh trastullo o un giuoco di sfaccendati: ma raccolgono in sè tutto il fervore della loro mentalità, le agitazioni del loro spirito, riflettono l'azione sociale e morale, della vita, sono un campo, una'palestra, un mezzo di I i SgvdcurspogsmccgsLltss a i — e — i a e a i o a lotta, di predicazione, di propaganda. Lo Strindberg non potè, per il carattere pugnace della sua intelligenza, concepire diversamente l'ufficio di scrittore. Dal primo dramma Mastro Olaf ch'egli scrive nel 1872 ma non può trovar aperto un teatro che sei anni più tardi, nel 1878, sino alle ultime sue composizioni letterarie, in quarantanni di attività spirituale, quasi ogni sua opera ha sollevato un movimento di protesta, ha suscitato ribellioni di spiriti, odi, collere, battaglie. Ecco il Nuovo regno, una satira violenta della società svedese che incomincia a mettere fra lui e il suo paese una barriera ostile, ecco la Camera rossa il primo romanzo che gli dà la celebrità, ed è nel suo obbiattivismo semplice, nel suo naturalismo schietto, l'amara figurazione di una società di bohèmes svedesi, ecco VVtopia, il Viaggio di Lyco-Per, Le storie svedesi, Il figlio della serva, fedele auto-biografia, dove la sua osservazione e il suo spirito rivoluzionario e caustico non si trattengono dal denudare le. intimità famigliari, ed a cercare il soggetto, e la materia di una analisi distruttiva nella stessa figura volgare e grossolana di sua madre, ecco il Romanzo o Le confessióni di un pazzo, ohe distrugge anche le ultime illusioni sull'unióne coniugale, e venne al mondo tra un coro di pubbliche proteste, ecco il Padre, il dramma maggiore dell'anti-femminisxno strindberghiano, ecco la Signorina Giulia, i Creditori, ognuno dei quali assorbe nelle sue sceno il succo della satira amara e dello scetticismo inguaribile del loro autore insofferente e spesso anche insoffribile; eccessivo spesso nei colpi che tende all'ordine costituito delle cose e delle idee, grossolano in certe sue asprezze, e negli assalti che muove anche agli affetti ed ai sentimenti più sacri, ma non insensibile talora egli stesso agli assalti di una commozione che è testimonio di un dolore recondito, di una tristezza non priva di nobiltà per ciò che è e non può mutare in meglio nel mondo. Di questa copiosa attività di scrittore, non rimarrà molto: molto vi è nella produzione letteraria dello Strindberg che rispecchia soltanto un effimera effusione di un'energia in lotta con le condizioni di idee tra le quali si svolge, ma tutto quanto egli produsse è strettamente congegnato in un sistema di pensiero organico. Uno dei temi fondameli tali è il disdegno per la maggioranza e il concetto speciale della verità. La verità e terna secondo Strindberg non esiste. La verità è la realtà che muta. La verità di oggi è o può essere l'errore di domani. Così in Mastro Olaf, Olaus Petri, l'apostolo, che accolto da Gustavo Wasa introduce in Svezia la riforma di Lutero, incarna l'idealismo, mentre Gustavo Wàsa rappresenta il realismo, e il vescovo Hans Brask raffigura la verità di altri tempi che è diventata er rore nel presente. La verità è in perpetua evoluzione, e cessa di esser tale quando un uomo riesce a persuader la folla di possederla. Così nella Camera Rossa, il romanzo che descrive la vita della bohème di Stoccolma, Falk, l'eroe principale, in cui l'autore ha messo tanta parte di sè stesso, dopo aver lottato nel giornalismo e nella vita politica per il trionfo delle sue idee di libertà e di verità, rinunzia in fine, disilluso, alla lotta I suoi sforzi sono inutili, egli rientra nel l't ordine normale delle cose », e diventa un impiegato, un burocratico qualunque. Lo scetticismo e il pessimismo dello Strindberg non potevano arrivare ad altra conclusione, ed è d'altra parte la conclusione di una quantità di casi consimili nella realtà pratica della vita. Ma tutta la mentalità dello Strindberg tutta la sua attività intellettuale, più ciecamente ancora e più strettamente obbedisce al concetto d'un anti-femminismo irredu cibile. Tra le persone ch'egli odia ne' suoi libri, e contro le quali si scatena la sua pollerà, si esercita il suo sarcasmo, la donna occupa il primo posto: la donna, il nemico naturale dell'uomo, la donna per cui il vocabolo amare non è che l'equivalente di « prendere » e di « sfruttare » Questo anti-femminismo, o misoginismo assume nello spirito di August Strindberg il carattere di una lotta ad oltranza. Nelle Confessioni d'un pazzo egli dice: « Poiché in un combattimento a morte tra due popoli, il meno scrupoloso, il più corrotto ha maggior probabilità di vittoria,, e dacché incatenato dal suo rispetto innato e super stizioso per la donna, l'uomo è portato ad averne soggezione, ed essa non si occupa che di sfruttarlo e di combatterlo, io prendo la cosa sul serio e mi- armo per la lotta » E la lotta lo trovò in prima fila, nel movimento - femminista che si diffuse in Svezia ed in Norvegia, all'apparire di .Casa di Bambola e degli Spettri di Henrik Ibsen, del Guanto di Biornson Biòrnstjerne e delle prime commedie di Edward Brandes.' Il moto di emancipazione femminile che si propagò nelle due nazioni nordiche, al contatto spirituale con quelle donne ibseniane, così libere, così ardenti, così volontarie, così profonde inspiratrici di vigore nell'uomo, e di affrancamento - morale e, dirò così, ses suale nelle altre donne fu straordinario. Ed 'allora alcune audaci apostolo di ribellione alle ' leggi sociali stabilite, tiranniche, come le femministe Ahlgren e Benedioksen, iniziarono verso il 1886 nei giornali, nei circoli, con conferenze, con iaassdqdsdcnantceFgnnLscsncfuèrlpsmmcpmqsdalmanznelcgqdtdcgscctt articoli, una campagna attivissima di riven-, dicazioni sociali contro la quale si trovò ^avversario terribile, sottile, inesorabile, senza tregua, armato di ironia e di sar-1 casmo August Strindberg. Pochi scrittori si sono scagliati contro la metà del genere umano con maggior acca- nimento, con più atroci requisitorie. L'è* . ,r„ , . , 'mancipazioM éalM donne e per lui pecicolo universale. La tisana non ha una dose di intelligenza maggiore di quella che poteva avere nell'età del bronzo: è una eciinumia autropomorfa feroce e divoratrice. La sua superiorità sull'uomo consiste solo nell'essere priva di senso morale, il che la rende dannosa. Questo disprezzo della donna, quest'odio sistematico che già incomincia a delinearsi fin dal primo suo dramma Mastro Olaf, nel quale la madre e la moglie del protagonista Olaus Petri sono descritte come esseri incapaci di comprendere la sua nobile sete d'ideale, e appaiono tutte intente a deprimerne lo spirito, s'inasprisce a mano a mano nelle altre opere sino a diventare un motivo unico dominante, una' specie di ossessione. E non risparmia affetti e gelosi sentimenti famigliari come nel Figlio della, serva, si indugia a descrivere gli inconvenienti della vita coniugale, come nella raccolta di novelle « Sposi » giunge nella Commedia i Creditori e nel volume Le confessioni di un pazzo ad essere uria spietata condanna della donna, nella sua incorreggibile falsità, nella sua civetteria, nel suo supremo egoismo da cui l'uomo non sa,e noi può difendersi. Nel Padre, il dramma che le scene italiane accolsero parecchi annifa, il sentimento ostile alla donna domina cori1 un pessimismo tragico atroce. Anche qui; è la donna che contrasta al marito il- di- j ritto di educare la famiglia, ed insinua nell'animo del poveretto il dubbio della sua paternità, sino'a farlo impazzire. E l'uomo soccombe< dinanzi alla donna: così anche il misoginismo dello Strindberg conduce all'amara conclusione dell'impotenza di chi è chiamato il dominatore del. mondo. Una critica siffatta del femminismo, o per esser più esatti, una siffatta guerra mossa alla donna, mentre è fondata su una quantità di osservazioni della realtà, e nasconde, in più d'un istante l'accoramento dell'autore nel doverla combattere, diventa alla fine una specie di clichè psicologicoletterario: un tema di esercitazioni più o meno, sottili e dialettiche, una specie di atteggiamento forzato, che riesce anche meno sincero e simpatico. August Strindberg ebbe, per conseguenza ammiratori ed assalitori accaniti : la sua non fu una di quelle ribellioni di spirito, eque, che si conciliano, anche nel dissenso, l'ammirazione dell'avversario, fu di quelle che si circondano di asprezza, e si restringono in un angusto campo di lotta. Per questo l'opera sua non potè come quella di Henrik Ibsen — anche ammesse le dovute proporzioni — chiamarsi agitatrice feconda di. animi e inspiratrice di poesia. Il Teatro che egli più d'una volta assunse come forma di espressione del suo pensiero, della sua satira acerba e del suo pessimistico concetto del mondo, non ebbi» in .lui un vero autore. Il Padre, I creditóri, Mastro Olaf, la Signorina Giulia non possono essere colonne sicure di una letteratura drammatica. Non ebbe la visione larga e geniale della rappresentazione, hè alle sue idee egli seppe dare quella base di azione e di dimostrazione umana che ai drammi simbolici ibseniani conferisce l'energia so vrana della vita. Il Teatro non fu per lui che una forma accessoria da soggiogare al servizio della sua filosofia e della sua critica. Anche nelle pagine migliori del Padre, che è la sua più notevole opera drammatica, August Strindberg è assai lontano dalla virtù de' suoi due fratelli maggiori scandinavi. Ma la sua virtù di riproduttore della realtà, le sue qualità di pittore sensibile alle suggestioni della natura si rivela più efficace nelle novelle, nei romanzi: nella Camera rossa egli ha pagine che fanno ripensare a certi procedimenti naturalistici di Flaubert e di Zola: in una delle sue ultime opere: In riva al libero mare le sue qualità di artista e di scrittore, libere dalla violenza e dal preconcetto del pensatore sociale, si adornano di squisite bellezze poetiche.'Par quasi di aver dinanzi un altro Strindberg. Ma- non è il vero : non è quello fatto e figurato dal complesso delle sue opere e della sua vita : una fioritura letteraria battagliera, ed una vita, battagliera, avventurosa che trascorre in gioventù fra le più diverse occupazioni : studente, giornalista, impiegato, in lotta con la povertà. Il vero Strindberg è quello che sorge materiato di audacia, pieno lo spirito di tutti i più ribelli sentimenti, iu lotta perpetua con se stesso e col mondo: il meno imparziale, come fu detto, di tutti gli scandinavi : il « mostro » come fu chiamato da qualche avversario. Dopo tutto questo odiator di donne in spirito, che uou si trattenne però dall'ammogliarsi due volte, era forse poco imparziale anche verso se stesso. La sua missione di ribelle e di misogino incoercibile, ridotte nei confini delle sue opere, ha perduto certo, col tempo, ed ora che è morto l'implacato combattente, una ragione di vita ed anche un elemento di valore. DOMENICO LANZA. dvdaelDitcddì ! I ! '

Luoghi citati: Danimarca, Europa, Norvegia, Stoccolma, Svezia