Gli orrori del "Comitato rosso" descritti e commentati da Cherif-pascià al nostro corrispondente parigino

Gli orrori del "Comitato rosso" descritti e commentati da Cherif-pascià al nostro corrispondente parigino Gli orrori del "Comitato rosso" descritti e commentati da Cherif-pascià al nostro corrispondente parigino (Servizio particolare della Stampa) (Servizio particolare della Stampa) Parigi, 13, notte. Ho avuto oggi occasione di sentire un turco, un insigne personaggio turco, debbo aggiungere, fare un tal quadro delle condizioni interne del suo paese che davvero c'è da chiedersi, esaminandolo, se la Turchia, più che coll'Ita lia, non sia fieramente in guerra con se stessa. Questo personaggio, un profugo politico, rifugiato qui da parecchi anni, è Cherif Pascià. Cherif Pascià, ex generale di divisione del l'esercito turco, antico ministro della Turchia a Stoccolma: editore, direttore, proprietario della rivista* mensile Uecheroutlette, organo che si stampa a Parigi, del partito radicale ottomano; Cherif Pascià, già allievo della scuola di Saint-Cyr, grande ufficiale della Legion d'Onore, ecc. non è — naturalmente — partigiano della nostra azione in Tripolitania; ina amico, prima della guerra, di alcuni italiani, non ha creduto di troncare per la guerra le antiche relazioni; ed anzi, fu precisamente in una casa italiana — italianissima — di me ili' Chateaudùn che io ho avuto morto di incontrarlo e di sentirlo discorrere. Ecco, dunque, nuove prove e nuove illustrazioni, se ancora ne occorressero, aello stato di anarchia e di terrore, in cui, sotto la tirannia del Comitato Unione e Progresso, sempre più prepotente, si trova la Turchia, a Comitato rosso ». « fucina di delitti », * focolare d'inferno », le cui scintille minacciano <Tin cendio l'intera Europa » : non mai altrimenti chiama Cherif Pascià il famigerato Comitato Imperante; e nessun epiteto gli pare abbastan za rovente per bollarne le gesta nefaste. Ripeto scrupolosamente le parol» sur: — Il Comitato Unione e Progresso è la. causa prima di tutti i mali che affliggono il nostro disgraziato paese. Una delle due: o bisogna sacrificare il Comitato 0 la patria; ma, finora, apparentemente, non è il Comitato che si manda al sacrificio! Moltissimi nostri concittadini, che/si erano un tempo illusi sui ineriti di questa associazione segreta, si sono ravve-duti del loro errore, ma troppo tardi! Il Comi- tato, — il «Comitato rosso » non mi stancherò mai dal ripeterlo, — sorretto da un pugno di uomini senza scrupoli, che per interesse per-sonale hanno legata la loro sorte alla sua, è senipre il più forte, ed inoltre tiene schiavo il paese col terrore! E su questo punto Cherif Pascià si diffonde ampiamente in spiegazioni ed esempi. — Vedete che cosa fu fatto in Macedonia! — Quando fu proclamata la costituzione, i brigantaggi, i delitti che desolavano e rovinavano la regione, cessarono come per incanto. Le bande deposero le armi; i popoli delle varie nazionalità si affratellarono; tutti i cittadiai, senza distinzione di razza 0 di religione, si rallegravano della loro uguaglianza dinanzi alla legge. Non si poteva cominciar meglio.Ma fu forse troppo bene, anzi, giacché 11"co- •mitàtò si credette allora permesso tutto. No,»immaginò egli di far predominare la razza in». Hii.u»! , „«i 1 1 , , fin in' lo!^ • i '^"ó-0"'3, introduce!!- nJn^l™^ Bosnia-Erzegovina, i Mouhadjirs? - Cosi si esasperarono le popolazioni cristiane. Gli an tiehi capi di banda, che di se stessi avevano abbandonata la lotta, furono perseguitati. La SS^TSmSJll^i^ l1 disarmo nei san'giaccati d. Monastir e di Salonicco, come pure,in Albania, ha lasciato nella popolazione cri- HÌu"aHÌfr,;ÌbÌIÌfeT?ntÌ t*°2% ?w VÌ Par,l0 delle detenzioni arbitrane, delle torture, delle atrocità cue accompagnarono questa opera- zione:, tutta l'Europa le sa! Che meraviglia se le bande sono ora riapparse, e se un po' dappertutto si fondano associazioni rivoluzionarie, come quelle dei « Fratelli rossi » e della ■i Mano Nera », e se da ogni lato scoppiano le bombe? Il terrore ha pure presieduto le ultime elezioni. In Turchia si vive sotto ad un continuo regime di colpo di stato. — La campagna elettoralo de! 1912 rimarrà memoranda per le sue infamie e per le sue scelleratezze. Tutti gli avversarli politici del Comitato vivono nella perpetua minaccia di un attentato. Si dice che si consulta il popolo nelle elezioni. Proprio ! Come supporre che le persone le quali hanno istigato tutti gli assassinii che furono enumerati nel processo Zeky bey, avrebbero permesso al popolo ottomano di esprimere la sua opinione con piena libertà di coscienza? I giornali d'occidente hanno già raccontato molti degli errori commessi, ma voi non sapete tutto. E Cherif Pascià riprende il triste elenco: — Cosmidi effendi, uno dei capi greci dell'opposizione, dopo essere stato minacciato di morte da tre fedais, all'uscire oa un caffè, ù arrestato e condannato a tre mesi di prigione. Il socialista Benaroya è arrestato ed imprigionato a Salonicco. Loufti Fikry, bey. arrestato durante la sessione parlamentare, poi liberato, è poco dopo, durante il periodo eletr torale a Smirne, oggetto di una dimostrazione ostile organizzata dal Comitato, e che è terminata ti colpi di rivoltella. Riza Nour bey viene messo nell'impossibilità di recarsi nella sua circoscrizione, a Smirne. Mustafà Nour Bey è lasciato per morto a Salonicco. Hassam Fehmi bey, avvocato, è per tre riprese assalito e bastonato a Monastir, e ferito infine gravemente. Ovunque, i candidati dell'opposizione, la maggior parte turchi, sono minacciati di morte, perseguitati, arrestati, torturati. L'arcivescovo di Grevena ha ricevuto una lettera anonima in cui lo si avverte'cne sarà assassinato, come il suo predecessore. Il Comitato, naturalmente, ha sotto mano agenti de\gni di lui, che va a cercare, quando occorre, anche nelle galere. I famosi capi del brigantaggio curdo, Moussa c Kiazim, che hanno commesso centinaia di delitti sono stati graziati, ed hanno fatto un ingresso solenne a Mousch, con una cinquantina di uomini di scorta armati di fucili. Come attestato della loro riconoscenza, il Comitato ha loro chiesto, senza dubbio, di lavorare per loro alle elezioni. Ed in Macedonia non ebbe esso al suo servizio il brigante Tchakmas7 E le autorità non hanno fatto recentemente evadere di prigione dei briganti turchi, fra cui Ali Capetan, di (ìrevena? Questo messere fu l'agente del ] Comitato, ed avrebbe specialmente ricevuta la missione di « sopprimere » il deputato de;- j l'opposizione, Boussios. Ovunque si guardi non. si trovano che orrori e sangue. Grazie alle discussioni di un processo celebre, tutti sanno oggi che i poveri Hassan, ! Fehmi, Samim, Zeky. e tanti altri giovani e^ vecchi l'berali. esighati ed oppressi anche sot-. to l'antico regime per le loro idee liberali, furono assassinati per ordine del Comitato,1 che li trovava ostacolo all'esercizio della loro | onnipotenza. •Ma. grazie al 'Comitato « Unione e (Progresso ». la politica si è insinuata persino nelle scuole, e quale politica! La troppo celebre Associazione segreta ha saputo reclutare agenti e spie persino tra gli allievi del ginnasio bui- j garo di Salonicco. E' così che si lavora all'u-1 nione delle razze! Nei giovani cuori, che non dovrebbero conoscere che la passione dello | studio, si vanno suscitando le peggiori pas-1 sioni di parte. La scuola è contaminata! I risultati sono già terribili! Un giovane alitavo, Giorgio H. Dimitroff. essendosi ribellato con-i tro l'occulta ed attiva propaganda dei suoi j compagni, spie del Comitato «Unione e Pro- presso ». fu assassinato il 17 aprile, mentre lisciva dalla classe di canto. I parenti, inquieti, attendevano il suo ritor 1 no. 11 domani il padre, ministro della chiesa '■ di Vardar, informò la Polizia di questa scomj parsa. Egli ricevette dal commissario questa 'risposta grossolana: «Vostro figlio è diventato 1 comitadji (rivoluzionario)». Il padre, dispei rato, ritornò a casa, non sapendo come conso' 'are la famiglia. 11 2-2 aprile, un agente di poU'2'3 avverti il rtirettore del ginnasio che a'veva trovato fuori della città il cadavere di un allievo bulgaro, e lo stesso giorno il coni missario interrogava certo Boris Chopoff, come rappresentante il « gruppo nazionale del ginnasio ». Sul luogo dove fu trovato il cadavere del povero ragazzo non c'era nessuna, traccia di sangue. Il suo corpo era appena riconoscibile.1 II dottore pretese che la morte era stata causata da un'arma da fuoco, ma sul cadavere j;5' S 1 Ir XIT»n£ M ^ * 2 le. Il collo portava traccia di dite.i :0''' "fh ,er1ano, «tat, bruciati da una sigaretta' I ;iccesa; 11 '"graziato, inoltre, era stato stret-, 1 tinnente ammanettato, ed aveva avuto le un-; i M de]] strappate. Altre atrocità: il! ™ Piede destro appariva troncato; ili | naso attnnnffliat0-. ,a te6ta forata in parecchi i Verso 1 p°rentl delIa vittima le Auto1'"* ™- ìrono ?emplicemente infami. Il padre, avendo punti da spilloni L'autopsia'fu fatta nella celebre prigione di \ Jedi Coulè. i chiesto al commissario di polizia che gli tele- i fonasse per dirgli quando gli sarebbe stato 1 permesso di inumare il suo figliuolo, si ebbe per tutta risposta che « i telefoni imperiali non erano fatti per quell'uso ». La vittima fu seppellita il 63 aprile, senza nessuna pompa. Fu proibito al popolo di prendere parte al corteo funebre, ed eguale proibizione venne fatta agli allievi delle scuole, condiscepoli della misera vittima. Ora, ecco quello che si è venuto a sapere: Alcuni sriorni prima della sua morte, il povero Dimitroff aveva dichiarato ai suoi intimi che per parecchie sere, regolarmente, era stato avvicinato in istrada da uno sconosciuto, che voleva rivelargli « un segreto ». Ma il giovane non gli nvnva risposto. Egli assicurava poi che da qua!, he giorno si sentiva pedinato da agenti dilla Polizia segreta. Tutti i suoi amici sono sicuri, e ne hanno le prove, che egli è stato vittima della » Mano nera del Comitato Unione e Progresso ». La Polizia avrebbe aiutato gli allievi-spie a compiere il delitto! Colla corruzione e col terrore, despota all'interno, il « Comitato rosso », per contro, non ispira la politica estera della Turchia che colla inettezza e colla incoerenza. Secondo Cherif-pascià, fu la sua perfida ne- gligenza che spinse gli italiani ad impadronirsi di Tripoli, e fu l'ostilità sua evidente verso certe Potenze che ha alienato le simpatie di queste verso la Turchia. E Cherif-pascià non e! perita di fare una più netta e più terribile denuncia: — I più ferventi di questo Comitato nutrono in segreto un progetto, non so se più pazzo, 0 criminale. Ed è, quando si sentiranno materialmente perduti, come lo sono moralmente, di suscitare nel paese disordini dl natura tale da provocare un intervento europeo... Li ho intesi io stesso dire che avrebbero tentato di governare il paese alla loro guisa, e che, se non ci fossero riusciti, avrebbero preferito lasciarlo in balla degli stranieri, che passare il potere ai loro avversari... E Cherif-pascià non si stanca dal ripetere: — « Comitato rosso ». «.fucina di delitti », « focolare d'inferno, le cui scintille minacciano d'incendio l'intera Europa! »... ERNESTO RAGAZZONI.