L'unanimità

L'unanimità L'unanimità Roma, 11, notte. Non credo di ingannarmi aflermandovl he in nessun Parlamento del mondo è mai avvenuto ciò che oggi è avvenuto nell'aula i Montecitorio. Nessuna assemblea lagisla-' i va'ha mai approvato alla quasi unanimità una riforma della legge elettorale politica destinata a sconvolgere le basi elettorali con a triplicazione del numero degli elettori e, iò che più monta, con l'ammissione al diritto di voto di parecchi milioni di analabeti. Coloro i quali vanno dicendo che pre» vale l'egoismo e che lo spirito di sacrificio da lungo tempo scomparso dal mondo hanno oggi avuto una clamorosa, solenne mentita. Dei 391 deputati che oggi hanno isposto « sì » alla domanda se si dovesse passale alla discussione degli articoli, quanti sono sicuri di essere rieletti dal nuoo corpo elettorale? I rieletti saranno probabilmente molti, ma pochi, pochissimi posono oggi dirsi sicuri della rielezione perchè non è possibile prevedere le conseguenze ell'entrate nelle'liste elettorali di oltre cinque milioni di nuovi elettori. Che avverrà n quei collegi (e sono molti) nei quali il numero degli elettori sarà triplicato e magari quadruplicato. In quei comuni nei quali su ento abitanti ci sono ottanta analfabeti? I ollegi del Piemonte, salvo qualche ecceione, non subiranno grandi trasformazioni, perchè non sarà notevole U numero dei nuovi elettori, ma i collegi del Veneto, della Toscana, del Lazio e del Mezzogiorno d'Itaia subiranno una grandissima trasformaione, perchè in essi il numero dèi nuovi lettori sarà di ,gran .lunga maggiore del numero dei vecchi elettori. In tali condizioni sono molto pochi i deputati che possono inceramente dira di essere sicuri della rieezione. Sono invece molti coloro che dichiaano apertamente di aver pochissima speanza di essere rieletti è non mancano quelli he dicono di essersi oggi suicidati. Eppure, contrari alla riforma sono stati appena ei, cioè gli on. Albasini, Bacchelli, Brunialti, Mosca Gaetano, Papadopoli e Spirito Francesco. Come si spiega questa mirabile virtù di • sacrificio? Come sì spiega questo atto ipolitico nuovo negli annali parlamenari di tutto il mondo? L'on. Giusso, il quale 'anno scorso aveva fatto le sue riserve sul'allargamento del voto perchè nella geneale apatia temeva che il partito socialista arebbe divenuto arbitro del paese, ha ggi dichiarato di votare con grande enusiasmo a favore della riforma perchè la mpresa di Libia aveva annullato le sue riserve, perchè con l'impresa di Libia l'Italid*ha ripreso la sua missione storica nel mondo, perchè in Libia, nel mar Rosso, nel mar Egeo rivivono le gloriose tradizioni di Roma antica e delle città marinare di Napoli, Amalfi, Pisa, Genova, Venezia. L'on. Giusso ha detto che faceva questa dichiarazione anche a nome di alcuni suoi amici, ma si può ben dire che egli ha fedelmente interpretato il pensiero di molti deputati, perchè è indiscutibile che molti deputati, già avversi per istinto di conservaione a una larga estensione del diritto di voto, sono stati spinti a passare sopra la oro stessa conservazione dalla meravigliosa condotta dell'intero popolo italiano nel'impresa di Libia. Quando un popolo inte^ o prova di possedere un senso politico così maturo non si può fare distinzione fra abbienti e non abbienti, fra alfabeti ed analabeti. Il popolo, che suscita l'ammirazione e l'invidia degli altri popoli in un momento così difficile della sua vita, merita a preerenza di ogni altro il diritto al voto. Non c'è dunque nè ci può essere dubbio che la mpresa di Libia abbia contribuito immensamente all'odierno avvenimento, ripeto, nuovissimo negli annali parlamentari di utto il mondo. Ma poiché tutte le cose, per quanto efficienti in sè stesse, non hanno efficacia o 'hanno molto scarsa se non c'è l'uomo che e coordina e approfitta di tutti e di tutto per farle valere, bisogna riconoscere anche nei giornali quello che è stato generalmente riconosciuto da deputati di ogni gradazione parlamentare, cioè che si deve a GiovanniGiolitti lo straordinario addirittura fenomenale favore con il quale la Camera ha accolto il suffragio quasi universale. Il presidente della Commissione, on. Lacava, che è decano della Camera, rivendicata all'anica sinistra l'iniziativa, che, auspice Francesco Crispi, estendeva in senso ampiamene e schiettamente democratico il diritto eattorale, ha detto che l'attuale riforma consacra alla storia il nome di Giovanni Gioitti. Il relatore della Commissione, on. Bertolini, che fino a pochi anni addietro è stato fido amico dell'on. Sonnino, ha tenuto a dichiarare che l'on. Luzzatti, il qualepaso in pi-ima linea il problema dell'estensione del suffragio, non tenne conto che i grandi problemi non rafforzano un ministero debole ma sono invece indeboliti dalla debolezza del ministero che li presenta. Di più la soluzione del problema quale era proposta dal ministero Luzzatti era assoluamente inadeguata perchè appena qualche diecina di migliaia di nuovi elettori sarebbe venuta ad aumentare il corpo elettorale. Finalmente quella proposta era prematura perchè esautorava troppo presto la Camera presente. L'on. Giolitti ha avuto invece il merito di intuire il momento veramente opportuno per proporre il suffragio universale e di sapere, anche per questo grave namente, raccogliere intorno a sè la piena fiducia del paese. Auguriamo alla patria che egli si valga di tale fiducia per spingere sernpre più la Corona ed il/Parlamento sulla via della gloria e del progresso. »•