La guerra nell' Egeo e nella Libia

La guerra nell' Egeo e nella Libia La guerra nell' Egeo e nella Libia La guarnigione tnrea di Rodi manca di viveri e ricorre al saccheggio ^ Il vali e 14^ altri prigionieri imbarcati pejr T Italia - Ghra.ppi nemici attaccati oltre Bengasi e Bu-Kamek. , 1 anglo-italiana Roma, 10, (Ufficiale). La Berliner Zeitung Am Mittag riproduce alcune rivelazioni del redattore politico della Suddeutsche Monatshefte, che si firma « Spectator Germanicus », secondo le quali, l'Italia avrebbe stipulato una Convenzione segreta con l'Inghilterra, circa la occupazione di Rodi e di altre isole dell'Egeo, rinunciando, in seguito a tale Convenzione, ad un'ulteriore azione contro i Dardanelli. Le, pretese rivelazioni non sono altro che il parto della fantasia del redattore politico di detto giornale, (Per telegrafo e per telefono alla STAMPA) Le garanzie del prestito ^ dell&BancaOttomana alla Turchia Costantinopoli, io, notte. Il prestito ad opzione, che fu annunciato, sarà garantito dalle entrate doganali di Salonicco, Smirne, Beirut, Adrianopoli, Brussa. Circa tre milioni di lire turche saranno adibiti alla costruzione della rete ferroviaria del bacino del Mar Nero. Lo stato d'assedio a Istip e a Koeprulu è stato tolto. (Ag. Stefani) Nessuno sbarco di truppe in altre isole Roma, io. notte. La Tribuna pubblica: «Possiamo assolutamente smentire che lo nostre navi abbiano bloccata l'isola di Chio e che le nostre truppe di sbarco abbiano preso terra in altre isole »•■ la stella, calzoncini corti, che lasciavano scoperto il ginocchio alta scozzese e mollettières dì fox più fine di quelle che usano gli inglesi. Perquisiti gli abiti, si trovò un brolck-notes vergato con scrittura diritta e rotonda, tutto in inglese, e altre carte. Insieme con la barella giunse sul luogo un interprete mandato dal Comando ed il capitano farmacista Tedeschi. Il capitano Quartarolì, mentre si caricava il ferito sulla barella, tentò di procedere ad un interrogatorio sommario, ma l'ufficiale non volle assolutamente rispondere. Dopo di lui si caricò il beduino, impacchettandolo, perchè perdeva sangue da tutte le parti e nei convulsi moti dell'agonia mlìnacciava di rovesciarsi fuori dalla barella. " È l'ultima volta ohe cado! „ Il corteo si avviò verso lo sbarramento a valle dell'uadi di Derna passando sull'orlo di precipizi, ma purtroppo le condizioni dell'ufficiale peggiorarono rapidamente durante il percorso. La palla entrata per l'inguine aveva leso la colonna dorsale. Il moribondo s'agitava convulsamente, sì '.he quattro soldati non bastavano a tenerlo fermo. Il capitano Quartaroli gli raccomandata, di non muoversi perchè sarebbe caduto. Gli rispose in arabo: — E' l'ultima volta che cado! Altre poche parole in perfetto inglese scambiò con un giornalista; poi, quando s'accorse che lo portavano in città e vide le prime casette dell'oasi, ebbe un gesto dì dispetto e col braccio ferito si coperse la faccia con un lembo di barraecano. Non voleva farsi vedere e volle velare la propria agonia. Quando si giunse all'ospedale un rantolo fioco veniva di sotto la coperta, sollevata a quando a quando da un energico sobbalzo. Disteso sulla tavola operatoria, gorgogliò qualche parola e parve domandasse da bere; glie se ne portò; mandò giù- una sorsata d'acqua e cognac e mori mentre cominciavano' a lavargli le furile. Subito la sua faccia fu coperta ed il t'Mpu venne ricomposto nella barella con le lunghe braccia nude incrociate. Fu quindi portato in una stanza senza finestre e deposto sul pavimento e lasciato solo con una sentinella all'entrata, nell'ombra di quella specie di cripta provvisoria. Ufficiale o giornalista? Il fatto avvenne, come dissi, nelle prime ora della mattina e fu oggetto di discorsi Ì7i tutto il giorno, ma subito cominciarono dubbi sulla reale qualità dell'ufficiale dell'esercito turco. Al Comando si fecero molte induzioni. Il sospetto che si trattasse di vn ufficiale inglese parve rafforzarsi all'esame delle carte, poi si cominciò a dire che poteva trattarsi di un giornalista. Questa supposizione, che vi trasmetto per la cronaca, sarebbe fondata nel fatto che il block-notes conteneva una lunga relazione in forma d'articolo sulla battaglia del 3 marzo. Erana parecchie cartelle con spazi vuoti qua e là e un numero in ciascuno di essi rispendente al numero della fotografia che doveva esservi inserita. L'articolo aveva persino spunti polemici con la Neue Freie Presse e si davano in esso le sòlite notizie fantastiche sulle nostre perdite. LUIGI AMBR08INI. La fedeltà e il valore della banda del Barca BENGASI, 9 (Ufficiale). Questa mattina la nostra banda del Barca, Impiegata a protezione di mietitori bengaelnl, attaccata da beduini a Qarluna, ha dato di nuovo prova della sua fedeltà e del suo ardimento contro-attaccando il nemico o causandogli quattro morti a alouni foriti, senza subire perdile. Gruppi nemici dispersi a Bu-Kamek BU-KAMEK, 10 (Ufficiale). Ieri mattina è etata eseguita una ricognizione sul fronte sud-est delle nostre posizioni. Una colonna, costituita da un battaglione del eo.o fanteria e da una batterla da montagna, avanzò verso la Ssbea, disperdendo e fugando vari! gruppi nemlol ohe el erano presentati. Nessuna perdita da parte nostra. Carovana sbandata dalle nostretroppe al confine tunisino Tunisi, 10, sotto. Giunge notizia che giorni fa una carovana di quattromila cammelli venne assalita dagli italiani presso Bu-Kamek. I cammellieri opposero una vivissima resistenza fino a che sopraggiunsero importanti contingenti arabo-turchi, che, si dice, costrinsero la ricognizione italiana a ritirarsi. La carovana fu però scompigliata e gli Italiani si impadronirono di molti cammelli. Molti arabi raggiungono continuamente il campo turco dalla Tunisia. Bonura. A Rodi RODI, 10, (Ufficiato). I regolari turchi, rifugiatisi nell'Interno dell'isola, al trovano scarsi di viveri e sono costretti a ricorrere al saccheggio per procurarsene. Una nave è stata mandata a protezione del villàggi posti nelle rade di Kalitnea e di Aphando. Come fu catturato 11 Vali E eoo alcuni particolari Intorno all'arresto del Vali di Rodi. L'ammiraglio Amero, avendo saputo ohe II Vali, fuggito il « da Rodi, sì era diretto a Lmdoa, mandò colà il cacciatorpediniere « Ostro » che era già stato sul luogo. Per ogni evento l'« Emanuele Filiberto» fu poi Inviato a sostegno dell'» 0et.ro ... il comandante dell'» Ostro » scese a terra con alcuni marinai armati, e andò a conferire col Vali, il quale ei persuase a costituirsi ool euoi per evitare un Inutile spargimento di eangue. Fu fatto salire a bordo dell'» Ostro » Insieme a due segretari e a tre seguaol. Il commissario turoo e li direttore della dogana, ohe pure el erano costituiti prigionieri, furono lasciati nel posto per II disimpegno dello loro funzioni, e per II mantenimento dell'ordine pubblico. A protezione di Linde* furono lasciati I marinai. I prigionieri In viaggio per l'Italia L'incrociatore « Duca degli Abruzzi » ha lasciato Rodi, diretto a Stampalla e a Ta ranto. Sono imbarcati eul « Duoa degli Abruzzl» li Vali di Rodi con due euoi segretari, Il Mudlr di Stampalla o due Impiegati turchi. Sono Inoltra Imbarcati cinque ufficiali turohl con 107 soldati regolari turchi e nove gendarmi prigionieri di guerra. Sono Inoltre partiti per Napoli I piroscafi «Europa» e «Toscana». Sul «Toscana» sono altri quattordici gendarmi prigionieri. Il blocco dell'Isola Dal 4 di maggio l'isola di Rodi al trova in stato di blocco notificato quel giorno al Vali, ineieme con l'intimazione di reea; ma dopo la nostra occupazione, per aooordl presi tra II comandante della forza navale Ivi presente, ammiraglio Viale, e II comandante il Corpo d'occupazione generale Ameglio, e per non danneggiare gli Interessi del neutri, si concede di volta in volta pratica ai piroscafi nel porto di Rodi, sotto la oorvegiianza e la disciplina del Domando del Corpo d'occupazione. Non è stato oonoeeeo lo sbaroo a nessuno del giornalisti ohe finora el sono presentati. (Agenzia Stefani). in [attillato il di Kalkia L'attivissima crociera delle nostre navi Roma, 10. mattino. Sulla cattura della guarnigione turca dell'Isola di Kalklia, il Messaggero riceve da La Canea: « L'incrociatore ausiliario « Duca di Genova, » seguendo lo specchiò d'acqua a nord-est di Rodi, inviò nella vicina isoletta di Kalkia due lance armate con trenta marinai i quali, appena sbarcati, intimarono La resa al presidio ottomano composto di U uomini, che non opposero alcuna resistenza e furono condotti prigionieri a bordo del. « Duca di Genova ». Sul posto di guardia ideila piccola isoletta fu issata la nostra bandiera, ma non vi rimase alcun presidio italiano. « Il vice ammiraglio Viale ha disposto un servizio di crociera attivissimo onde evitare che, a mezzo di piccole navi a vela, la guarnigione turca a piccole pattuglie, possa svignarsela ripetendo il tentativo del vali fermato a tempo debito. E che la supposizione del nostro comandante le forze navali non sia errata, lo dimostra il fatto che nei giorni 7 ed 8 le nostre siluranti hanno fatto una. vera retata di velieri ottomani, una trentina circa, che tentarono di appressarsi alla costa di Rodi, specie a quella d'oriente, fra Lindo e il capo Istros. Alcuni di questi velieri eran carichi di vettovaglie, di armi e di munizioni, che furono sequestrati; - « Risulta anche essere stati ripresi i due terzi dei reclusi fatti fuggire da Abdullah la sera avanti l'entrata degli Italiani a Rodi. Sobih-bey, il vali di Rodi catturato mentre stava per imbarcarsi, ha protestato vivamente, ma vanamente, contro il suo arresto: è sopratutto irritato che gU abbiano sequestrate le carte che portava con sè Buche si riferiscono non solo alla gestione li Rodi, ma alle pratiche amministrative e politiche delle altre isole del vilayet non occupate ancora dagli Italiani. « Sobih bey è uno dei più noti e stimati funzionari del nuovo regime turoo. Ebbe una gran parte nelle vicende di Maometto V quando salì al trono; fu prefetto a Costantinopoli, carica che esercitò con grande energia e che abbandonò poiché ebJe la nomina di vali del vilayet dell'arcipelago. « .Sobih bey ha avuto ieri un lungo colloquio con il vice-ammiraglio Viale, che le ha trattato con ogni deferenza, a Gli operai italiani non faranno espulsi da Smirne Un Bini che esplode mentre la il ripesai Costantinopoli, 10, mattino. Ieri, mentre si toglievano le mine dai Dardanelli, una di esse è esplosa. Non vi è alcuna vittima. Si dice che il ministro degli Affari Esteri, consultato circa la possibilità del sequestro delle automobili appartenenti agli Italiani che dimorano a Costantinopoli, abbia risposto negativamente. Gli operai italiani saranno esclusi dall'espulsione dei loro connazionali dal vilayet di Smirne. Si ha da Saloiùicco: « Un battaglione di fanteria e una batteria da montagna di Vskub sono stati inviati a Verisovitch diretti probabilmente a Ipek e nei dintorni, ove regna una forte agitazione. » Il ministro dell'interno è giunto a Monastir. Kiamil Bey, uomo di fiducia del Comitato Centrale dei Giovani Turchi di Salonicco, ha dato le sue dimissioni da deputato dì Magnesia ed è titornàto a Salonicco come vali. (Agenzia Stefani). Sa 55 mine ne sono state tolte 31 I Dardanelli sono presto libiri! Costantinopoli, 10, notte> . Su 55 mine poste nei Dardanelli al momento del bombardamento, se ne sono tolto fino a ieri 31. D'altra parte quattro o cinque sono saltate. Sarà dùnque sufficiente qualche ora con bel tempo per render libero il canale. Il vento ha impedito-ieri le operazioni di ripescaggio delle mine; — (Ag. Stefani). Notizie Iella sitnazìone i Boni recate ad Atene Roma, 10, notte. n Corriere d'Italia ha da Atene: Malgrado il grande rigore spiegato dalle siluranti della nostra squadra, che incrociano giorno e notte- intorno all'isola di Rodi e che ha avuto per conseguenza la cattura di molti velieri sospetti, qualche imbarcazione è riuscita a lasciare l'isola diretta ai lidi della Grecia. Una di esse approdò ieri sera al -Pireo e ne discesero poche persone, quasi tutte dirette colà per ragioni di commerciò. Dalle informazioni che abbiamo potuto assumere da loro sul conto della nostra occupazione di Rodi, risulta concorde l'opinione che il generale Ameglio voglia procedere prestissimo alla marcia verso l'interno per attaccare le forze turche. Questa marcia anzi sarebbe già stata compiuta so il comandante italiano non fosse stato costretto a ristabilire in città quell'ordine che era stato profondamente turbato dopo la bella prodezza compiuta della autorità turche prima di fuggire con l'aprire le prigioni a molti detenuti. I più grandi elogi sono stati fatti all'energia dimostrata dal generale Ameglio nel sollecito ristabilimento dell'ordine pubblico, e nella organizzazione del Governo provvisorio nella capitale dell'isola. Le posizioni occupate dalle nostre truppe sonò giudicate molto favorevolmente. La maggior parte di esse sono rimaste fuori della città, in appositi accampamenti disposti in modo da dominare tutte le. strade che dalla penisola di Rodi, vanno verso l'interno. Nessuna opera di fortificazione campale è stata fin qui costrutta da queste truppe, il che sta a confermare l'opinione che il generale Ameglio non voglia rimanere a lungo in quella località. Il contegno della popolazione è sempre molto favorevole a ubi. Tutti lodano l'azione spiegata dalle nostre truppe nella repressione dei disordini provocati dai reclusi evasi, molti dei quali sono stati ripresi Il disarmo della popolazione procede regolarmente senza che avvengano contestazioni o resistenze, da parte dei, cittadini. Sembra che oltre al. vali di Rodi sia stato anche arrestato quello della Mecca, che si trovava nell'isola per compiere non si sa quale missione. Inoltre, sarebbero stati arrestati anche due altri pascià, dei quali non è dato di conoscere il nome. <c Le truppe turche sono sempre ferme nella loro prima posizione occupata. dopo lo sbarco della divisione Ameglio. Esse si fanno ascendere ad oltre tremila, compresi gli irregolari, e sembra siano provviste di molte munizioni, ma di pochi viveri, quelli cioè che riuscirono ad accumulare nell'iiteruo appena ebbero sentore del nostro imminente sbarco nell'isola. «Relativamente alle forze turche, che si trovano nelle altre isole, che si suppone possano essere da nói occupate, circolano qui le seguenti voci: a Metellino vi sono 2500 regolari turchi con sei cannoni da montagna ed otto mitragliatrici. Più numerose sarebbero le truppe volontarie con le quali la difesa complessiva dell'isola si farebbe ascendere a circa 7000 armati. Tutte queste truppe si troverebbero concentrale nel golfo di Pera. A Scio vi sarebbero ^2000 regolari e parecchie centinaia di volontari costituite da cretesi e da cittadini mussulmani di altri luoghi. Anche qui vi sono artiglierie, che si fanno ascendere a due cannoni da montagna ed a sei mitragliatrici. A Cos esiste solo un centinaio di regolari, con circa un migliaio di volontari. Qui non sembra vi siano artiglierie. In molte isole minori non esiste guarnigione ; fra esse si citano quelle di Icaria, Patmos, Calimnos, Pilos, Atos, ed altre di minore importanza. Ovunque, sembra che le popolazioni siano del tetto a noi favorevoli »„