La critica situazione dei turchi

La critica situazione dei turchiLa critica situazione dei turchi nel Yemen Roma, 9, notte. La Tribuna ha dal Cairo : « Ricevo una messe di informazioni MètìSte e preziósissimo dal Yemen o ve "To''comunico, integrandole con quanto si afferma al Cairo da pèrsone molto bene informato sulla situazione nell'Arabia meridionale. Colà la situazione diventa ogni -giorno più critica a causa delle concessioni clic il Governo ottomano ha accordato all'Ima.» .Yaya e agli altri 'scéltela di Te'hàm_.-..' " ' Una " enterite cordiale,, Un mese e mezzo fa Veniente cordiale intervenuta fra Izzet-p.ascià e l'Iman Yuya "ffu codificata in una specie di impegno dialleanza politica, che cominciò a entrare in vigore nella seconda metà di marzo, do- po essere stata spedita, riveduta e appro- vata a Costantinopoli. Nel tempo stesso la legge dello scherial è stata applicata in tutta la regione del Teliamo.. E' stata soppressa la tassa sui beni mòbili nella regione montugnosa soggetta all'influenza diretta dell'iman, c regna una'certa tranquillità; ma è facile prevedere fin d'ora che questa calma non sarà duratura. Infatti, una paiate delie tribù ha già cominciato a criticare l'.eittente stipulata con Yaya, cui ò stato affibbiato il nomignolo di Sahib et Turchi, amico dei turchi. Nella regione del Tehama la sicurezza pubblica o personale lascia molto a desiderare. Si può dire che Ilodeida non c solo bloccata per rìiare dalle navi italiane ; ma anche da parte di terra dallo tribù scatenate al saccheggio. Le comunicazioni coll'interno sono difficilissime e pericolose. Ogni giorno avvengono assalti, aggressioni, rapine. La tribù dei Zaranik, già violenta e bellicosa, 6 stata sobillata da Idriss> che l'ha resa di una audacia e di una aggressività veramente preoccupante. Ultimamente gli Zaranik hanno imposto al Governo ottomano di indennizzarli per un grosso contrabbando, che era stato intercettato e confiscato dalla dogana di Hodeida. Gli Zaranik l'hanno avuta vinta e le autorità locali hanno dovuto restituire le mercanzie di contrabbando. Incoraggiati da questa loro vittoria, gli Zaranik hanno subito avanzate pretese sbalorditive, minacciando di interrompere altrimenti tutte le comunicazioni con Hodeida. Infatti, di tanto • in tanto essi tagliano il filo telegrafico che collega Hodeida col resto dell'impero. La baldanza degli Zaranik deriva dal fatto che essi si sentono fortemente sostenuti da Idris. Giorni sono le autorità locali hanno potuto mettere le mani.addosso a tre individui inviati al campo degli Zaranik da Idriss. Su di loro si trovarono lettere colle quali Idriss invitava le tribù a ribellarsi. La potenza di Idriss va crescendo La potenza di Idriss va sempre crescendo e nè ai turchi, nè all'Iman Yaya riesce di domarla. Ogni giorno- egli acquista nuovi proseliti: 11 Yaya nort ha forze sufficenti a sconfiggerlo ed ha dovuto ricorrere a bandire proclami contro di lui, cercando di accendere la popolazione contro di lui, ma senza risultato. Anche ad Hodeida il Yaya ha fatto affiggere proclami invitanti i fedeli a tenersi pronti per la « guerra santa » contro gli italiani ed i loro accoliti, in codesti proclami si fa parecchie volte menzione degli infedeli e dei Kafris. Le autorità turche cercano di dare la maggiore.:, diffusione a tali manifesti ; ma la popolazione finora si è mantenuta sempre indifferente ; cosi lo spirito dei governanti .è molto depresso. Il mutasserif di Hodeida specialmente si ò mostrato incapace ed inetto..Quando l'incrociatore Elba arrivò a Loheia per notificare al kaimacan òlio era proibita la circolazione dei sambuchi.battenti bandiera ottomana fra Salif, Loheia e l'isola di Kai maran, il kaimacan di. Lòhèià telegrafò al mutasserif di Hodeida che. gli italiani gli avevano notificato il blòcco e il mutasserif informò i consoli «he il blocco del litorale da Salif, Loheia e l'isola di Karaaran era accentuato fino dal Lo aprile. Notificazione prettamente erronea, ..ma fatta <i bella posta dall'autorità turca per irrita'e gli stranieri contro gli italiani. Nel p iineriggio dell'8 aprile un ufficiale delia nave Piemonte scese a terra e consegnò aitódel^ to del blocco aei «.o gennaio mio a i.oncid,comprendendovi anche le isole del litoralee Kamaram. L'isola.di Farisan bloccata dalle nostre naTi Tn quei giorni un battello sospetto,; Il Woodcok, parti da Salif, diretto all'isola' di Farisan. Gli italiani lo fermarono a mezzk strada, lo confiscarono e lo portarono',!!. Massaua.. C'era a bordo un ingegnere d1«: retto alla isola di Farisan per esaminare, dicevasi. quelle sorgenti, ratralifere. Il: s\}.spettò wsotìVà fiat taftcCcnèTr^aTOHcf'chey aveva scaricato la-sua mercè • a--Salif, an dasso a Farisan. Forse il sedicente ingegno re non era altro che' un pretesto per por tare della farina per\parte del Governo ot tornano alla piccola .guarnigione dell'isola costituita da trecento uomini,* e ohe era sul punto di» doversi arrendere, per manctmza di viveri, alla gente che Idriss vi ha mcndato per impossessarsi dell'isola. L'isola ù ora bloccata dagli italiani. Il !2 un.ufficiale del Piemonte è-sceso a Hodeida. per comunicare ai Consolati che gii itoli&ni si offrivano di imbarcare suite l.u'o navi gli europei che desideravano di Ipsc'arc Hcdeida. Gli europei erano cinque o sei. Oltre lSOoInreM feriti nel bombardamento dt KnnvKaless? i Roma, 9, notte. La Tribuna ha da Savona che in una lettera giunta dalla Turchia ad una distinta persona inviata da un'altra distinta persona di nazionalità estera, che ha buoni rapporti di amicizia in Italia e degnissima di fede, mentre si fa plauso alla vigorosa azione della flotta italiana, si accerta altresì, e nel modo più esatto e con particolari della massima precisione ed importanza, che i turchi rimasti feriti durante il bombardamento iniziato-dalie navi italiane contro i forti situati all'imboccatura dei Dardanelli, sorpassano il numero di 1500. Tutti questi feriti, tra cui molti piuttosto gravi, sarebboro stati portati di notte tempo negli ospedali turchi con tutta segretezza e con la proibizione assoluta a chi li ac- compagnava di darne notizia al pkWm^o e * ° di lasciarli avvicinare da chicchessia. Le fandonie turche sugli avvenimenti di Rodi Roma, 9, mattino. Il «Popolo Romano», commentando i comunicati ufficiali e ufficiósi turchi sulla nostra azione a Rodi, 'comunicati a cui mo qtnS Hi rtrpstnr ferie anche il ^residente del- suo ai prestar, teae.ancne u presiuema aei la Càmera turca, osserva: «Circa sei mesiaddietro alla Camera turca furono comu-•„„f„ • „;„ • .,„.„, A„a nicate in giorni diversi due notizie «ellostesso genere: gli italiani erano stati cac-ciali in mare, ed a Dania ©d a Tripoli sven-telava nuovamente la bandiera ottomana. Il18 aprile, scorso il Governo turco annunziava che la « Varese » era stata colata a picco; ieri si è fatto dire dal presidente della Camera che ii governatore di Rodi, già pri-gioniero nostro, ha sconfitto gli italiani, ilquali stanno per tornarsene a casa, lascian- do un migliaio di prigionieri. Il presidentedella Camera turca si è messo al coperto, dichiarando che la notizia non era ufficiale; anche per la ripresa di Tripoli fu detto lo. „, . ,, ' . , r ., , - , stesso. Si trattava di rialzare il morale delParlamento.e della pubblica opinione della capitale, depresso dalle notizie della guer- « ,-i ■ «nnfortaTft i 'nnrtutnri di rendita ra, e di confortare 1 portatoli ai renana turca ». Domani, alle 11, arriverà nel nostro por- • ■ ' 1 to l'yacht UqhensoUern recaute 1 imperato-Irò Guglielmo li. Guglielmo II arriverà oggi a Genova Saaova, 9, notte. Domani, alle 11, arriverà nel nostro por-

Persone citate: Guglielmo Ii, Iman Yaya, Rodi, Sahib, Turchi