I Dardanelli

I Dardanelli I Dardanelli non saranno attraversabili prima di mercoledì spaccio del Foreign Office il quale dichiara che l'ambasciatore inglese a Costantinopoli Londra, 3, notte. Un comunicalo del Llogd riferisce un di- annunzia: uSi spera che i primi piroscafi, uscenti passeranno lo stretto la mattina del giorno 8, ma mollo dipende dal tempo, in questo momento un forte vento spira ai Dardanelli. I piroscafi che devono entrare passeranno probabili nenie lo stretto ilgiorno 9. Si fanno tutti gli sforzi per affrettare l'apertura ». (Agenzia Stefani). I daoiii enormi pitti alia Mi [Servizio speciale della Stampa). Vienna, 3, notte. Sui danni provocati dalla chiusura deiDardanelli la Zeit riceve da Costantino- Polii: L amministrazione finanziaria turcasopporta enormi perdite per la chiusura deiDardanelli. Gli uffici fanali a Costanti-nopoh sono completamente vuoti. Si calco- la cho le perdite delle dogane nelle ultime tre settimane raggiungano la cifra di un milione di lire. Le entrate derivanti dai di- ntti dei fari, dalle autorità sanitarie e dal-te tasse, che devono essere pagate dalle na-vi straniere, sono quasi interamente seom-parso. Il traffico nel porlo è ancora sta-guanto. I battellieri si trovano in coudizio-ni critiche. Gli alberghi sono vuoti. Il coni-mercio è completamente arenato. Tra i commercianti si lamentano numerosi falli-menti. A ciò si aggiunga un grande rinca- ro su quasi tutti i viveri che hanno rag- giunto prezzi eccezionali; perciò si saluta con grande gioia la riapertura dei Dardanelli ■>. In commento dei "Débats,, Parigi, 3, notte. Il Journal des Débats trova che il Governo ottomano Ita proso, ;i proposito della riapertura dei Dardanelli, la sola decisione conveniente per la circostanza. «Il Governo ottomano ha impiegato un po' troppo tempo però, perché la sua lentezza, pur causando al commercio un grave imbarazzo, ha fornito alla Russia l'occasione di rinnovare in modo più pressante la sua domanda precedente, cioè di avere libero il passaggio per gli stretti. La Turchia aveva infatti stabilito il suo diritto di chiudere gli stretti in un caso di forza maggiore per la salvaguardia della capitale dell'impero; ciò doveva bastarle. Era pericoloso, sotto tutti i punti di vista, prolungare senza necessità uno stato di cose di natura tale da sollevare le lagnanze generalati Ora, la necessità non esisteva più giacché la flotta italiana si era allontanata. Inoltre, la configurazione e la lunghezza dello stretto dei Dardanelli sono tali che, vi sarebbe stato sempre tempo, in caso di pericolo, di porre nuove mine nei paraggi dove sarebbe stato più pericoloso per laflotta nemica. Quello che è certo si è che il prolungamento della chiusura avrebbe inevitabilmente provocato un'azione diplomatica tendente a regolare, vale a dire a restringere, i diritti della potenza territoriale. Non è nell'interesse della Turchia che la questione sia posta; perchè la questione non sia posta è necessario che la Turchia, invece di insistere ostinatamente su un principio, lo applichi con spirito più largo ». Nessuno sbarco a Rodi Roma, 3, notte. La notizia dell'avvenuta occupazione di Rodi, pubblicala oggi da varii giornali, è assolutamente falsa. (Agenzia Stefani) Ufficiali turchi feritiche riparano in Tunisia Il nemico demoralizzato dalle sconfitte, dalla fame e dal tifo (Dai nostro inviato speciale) Tunisi, 3, notte. (G.) Notizie da Sfax recano che martedì giunsero colà dal sud quattro ufficiali turchi feriti alla testa, al petto ed alle gambe. Numerosi feriti passano continuamente la frontiera. Le truppe turco-arabe sono capitanate personalmente da Fethy-beg. Esse:;wno demoralizzate dui continui rovesci, 'dalla fame e dal tifo che infierisce. Nume rose automobili sono attese a Sfax con uf fidali, che si recano alla frontiera. A Uen gardane un arabo dell'interno ha venduto sul mercato settanta chilogrammi di og!f/efÉi d'argento per procurarsi dell'orzo, di !cut si difetta terribilmente, giacché diffi1 cilmente se ne trova. I cumellieri non sono disposti a battere le strade carovaniere eisposta alle incursioni dei nostri ascari.