In Tripolitania

In Tripolitania In Tripolitania le uni perdile del nemico nell'attacco di Bn Kameck BU KAMEOK, 25 (Ufficiale). Ieri ed oggi venne eseguita una serie di ricognizioni fuori delle ridotte di Bu Kameck e particolarmente sul oampo di battaglia del 23. Queste rloognlzioni hanno condotto a constatare la gravità delle perdite subite dal nemico, li numero Mei suoi'morti ammonta a parecchie centinaia, solo raggio di mille metri dal forte furono i sepolti dai nostri oltre a sento cadaveri ab- bandonatl, fra I quali sono stati riconosciuti parecchi cavalieri regolari turchi, con i loro cavalli. Gli arabi feriti e da noi fatti prigionieri, sono concordi nell'affermare le enormi per¬ ticaduti 'ddite subite dal loro; speeialmento a cagione.\dell'efficacissimo fuoco Incrociato delle no-'stre batterle della penisola e di terra ferma. Varmerò dai soldati nostri raccolte numerose arnri e bardature. SI conferma da tutte le nostre fonti di in- formazioni essersi trattato nella giornata ' del 23 di un vero attacco a fondo preparato daj reg0|ar, turon, e aagn ufnola,i c0„ im.jua< rcg<n«i lurvii o >« «in» ■ {ponenti masse arabe, e destinato a rloao-]dore in mare la Intsra divisione sbarrata, j I nostri feriti meno gravi sono stati im-, baroati sulla nave ospedale; tra bsbI vi é Battimento sostenuto e della constatazione . ... .. •,,.„„ rfoll- " dB W,,U" ,alta da' "°,dat KravlsVsLa del combattimento diBuKamek (Servizio speciale della Stampa). Parigi, 26, notte. il capitano Bianchi, in Istato soddisfacente.!LO spirito delle truppe si mantiene altls.!, „„-, \simo, in conseguenza del brillantissimo com-^sime perdite subite dal nemico. Questo si è ritirato verso oriente oltre Secca, mostrando psolo qualche cavaliere vigilante a grande distanza. ['', li Governo turco pubblica intorno al coni-!battimento di Bu-Kamek del 23 aprile le informazioni che vi trasmetto a titolo do-jcumeutario: cSecondo la versione ottomana le truppe ■ italiane avevano lasciato il forte di Bu- Kamek per discendere verso il sud onde occupare la via delle carovane. Il cp'man-;dante Fethi-bey, avvertito di questo ino- vimento, partì da Sidi-Said (?!) con 1500 cavalieri, 2500 fantaccini e due pezzi di af turcni'avrebbero inflitto grosse perdite ' alle truppe italiane, che dovettero battere la ■ ritirata!... Belia, nevvero? Far partire Fethi-bey coi 6uoi fanti e cavalieri e cannoni da Sidi-Said, proprio nella penisola di Macabez, ove sbarcarono senza colpo ferire le truppe del generale Garioni, è una bella trovata; il trasformare la sanguinosa disfatta dei turco-arabi nel combattimento di Bu-Kamek !in una disfatta e ritirata delle truppe ita- liane, è una menzogna turca, che vale quanto tutte le altre precedentemente spacciate La Banda del Garian in esplorazione Effetti dell' occnnazlone di Macabez ir |TRIPOLI, 26, ore 11,25. La Banda del Garian esplorò la zona tra Mellaha e Tetig Qafi arrestando sei arabi provenienti dall'interno. A Suani Ben- Aden giunsero circa 200 orfella ma non vi giunse nessuna carovana. I Turchi dicono ohe dò dipende dalla quarantena impoeta in Tunisia; ma gli arabi dubitano che ciò sia effetto «^Niìpul^di Macabez. Alcuni giorni sono partirono da Zuara 400 cavalieri. Si assicura ohe vi ita al oampo turco deficienza di danaro. (Ag. Stefani). TRIPOLI, 25, ore 18,10. L'arabo Mefla ben Salem, ex-lenente dc-^. „aptiè aeat*alo Ut spionaggio, è statocondannalo all'ergastolo. -Sfaserò si inaugurano t ™, ™» espressamente alluopo, del nuovo CircolomuUare. (Agenzia Stefani) locali adattati ... _ 11 gCIl. JNaSBlIl-KOCCH tornato in Italia permalattia p«ru§ji« 26 ter* ^ r:'lornav.a ^ aì sua «uarnfeione di Perugia il . v,.,,ninra,n ,.>, .-niruiridriv.-L co-f «^oto. ^,K,a ' d^f Cor^l ò«uP«- redo doVùto- ziùne a •|rij,0li._ll suo ritorno si c jal]G sue coadiz-ion'l di 'salute, elio furono costantemente malferme. Vilmente addetto come zaptiè al Corpo dei n^rocesso e Is coDdanna all'ergastolo d'un ex<4enenie della gendarmeria turca (Per telsgr. da uno dei nostri Inviati speciali) TRIPOLI, 25 ore 20,5. Oggi si svolse al Tribunale di guerra un interessantissimo processo contro Muftì Beri Salem, ex-teyiente dei gendarmi.turchi ed al- w^.po:»».»nosi carabinieri, accusato di delitto di\spionaggio. Vàvvenlura per citi si scoperse-\ro i suoi clandestini rapporti coi ;iemtcfj merita per quanto in parte già nota, d'essere ricordata. Muftì Ben Salem, che dopo la nostra conquista aveva chiesto ed ottenuto.,pur perdendo il suo {/rado di tenente, di presta? servizio Timie gendarme semplice sotto il Governo italiano, era riuscito per, '" b"ona condotta a farsi stimare dei superrtori e benvolere dai compagni. Ricevette ^\m'!" ™'"i"*w'"- ii.«»B«0|ttn giorno una lettera col timbro da CostanefìHopofi. Quando questa missiva giunse alla eascrma dei carabinieri, cui egli era addetto, egli sì trovava assente, perciò la lettera capitò in mano al maresciallo che, vedendo. 9'iel timbro, si insospettì e decise di sorticOliare lo zaptiè. Muftì, rientralo in quar- "ere; aPrJò to leltera,e *e \a mise aelosa;. niente in tasca senza leggerla innanzi agli aHH carabinimi. Ciò «evi i sospetti del maresciallo, che raddoppiò l'attenzione non tralasciando di spiare le mosse dello zaptiè. Finalmente lo scorse in un angolo, dove £ llZ^reindWereT-a e 'avzu ikuio ai simxitare ina\ncren~a e se la lettera in tasca. Poco dopo il si credeva inosservato ed intento a prende-1re visione della lettera, lepidamente <U ma- rcsciallo l'avvicinò con un pretesto e notò ^ sorprem g vimpacdo dJt,aUro chc (u(. e rimimàre- sciallo si allontanava e si nascose in un punto donde avrebbe potuto seguire le mosse dell'ex-lenente, senza essere veduto. Ma dovette assistere ad una spiacevole scena, che lo riempi di sospcUo. Muftì ben Salem stracciava in minuti pezzettini la lettera ricevuta, poi se ne andava tranquillamente. Il maresciallo però non era uomo da perdersi di animo, e quando lo zaptiè fu scomparso, ebbe la pazienza ammirevole di raccogliere i pezzetti di carta e presentarli al maggiore Caprini, che si .accinse coraggioa ricostruire l'importante documenfo. La costanza c la diligenza del marescialio, la fatica paziente, del maggiore furono coronate da buon successo, perchè le pagi- della leltera riapparver0 interc come se , . . y ». ' la lacerazione non fosse avvenuta. E la lette»a era graie, recava nientemeno la prova lampante che Muftì manteneva relazioni segrete coi turchi, dei quali era apprezzato informatore tripolino. Infatti la persona che "riverii da Costantinopoli lo ringraziava de»e interessanti mformazUom date spectaljnente sugli ultimi movimenti delle trup pe italiane entro la cerchia delle trincee di Tripoli, l'incitava a perseverare nella sua diligenza. Vi era poi qualche Uvea di Un, ^JKSg"-Vrato W'nÒn^'rlùTcTaTkieTl Omaggio «/raro cnc non si riuscì ad mter- vrelare. Il fatto era avvenuto il 30 marzo. « 31 il tenente Muftì veniva tratto in arresto, malgrado le sue proteste e i suoi fermi dinieghi. "0'1 era diretta alui- Ma niMa va<lse tale a/fermastone, poiché si potè ricostruire an- Innanzi al Tribunale presieduto dal colonnello Del Ile, Muftì si presentò assai maestoso avvolto in un elegante barracano a vivaci colori, nuovo fiammante. Interrogato, egli si mantenne nella negativa, affermando che la lettera trovatagli in possesso che la busta sulla quale era scritto il suo indirizzo. Di più la calligrafia era la medesima che aveva redatto altre lettere, pure ricevute dall'ex-lenente e che furono sequestrate dopo l'arresto tra i suoi indumenti. ^^^f^'"^;.^^' cmo dì parlare, assumendo un atteggiamento distratto, co me se non si trattasse di lui. Molto efficace Queste ed altre prore accumulandosi avreb- bero dovuto annichilire l'imputalo. Ma gite-sti mantenne invece sempre U Vtyefa]tranquillo ed indifferente. Quando vide che le sue negazioni erano smentite dalla lim¬ fu (a testimonianza del maresciallo Buratti, al quale si deve se l'informatore turco tjc?i-ne smascheralo. Con accento di convìnzio-ne e con sicura energia il maresciallo de-scrtsse minutameute i falli come erano av-venuti. Quando egli terminò la deposizione,^ fl Chiappironi!t f te da^ MMtt fhicse ,infatH v (o . tulli i presenti erano convinti della colpe- v°lez~a >li Muftì Ben Salem. { aWergastol0i ° 1 — ' T . '"■ \™»*j_ias_era °vunque c<wl mvustma *°a , r. ,.,.„:„,.„ a lo. Dopo l arringa di difesa pranunciata daVlenente Belimi, che seppe compiere il suodovere, malgrado il senso di ripugnanzache provava, essendo costretto a difendereun nemico d'Italia, il Tribunale condanna- va Muftì Ben Salem, colpevole di spionag- La notizia della severa condanna fu ac-GIOVANNI CORVETTO L'inaugurazione [Fan ritrovo elegante a Tripoli (Per telegr. da uno dei nostri inviati speciali) TRIPOLI, 2fi, ore 0,20. Al inondo ufficiale e al mondo gentile di Tripoli (• sembrato stasera di non essere p{tì nella Tripoli d'oggi ma'dn quella di domani, quando, a guerra terminata, la cit tà ..vivrà la sua gaia e spensierata .vita moitdana. Il miracolo si compieva nella ci- veltnolu palazzina delVex circotó militarew/»>» usile tale diluenti di iure elettrica dove ndU.sale fulgenti di luce elettrica, nel «rfe/ior» che si protende sul mare e suite' terrazze che guardano l'Incantevole panorama' del porto, una folla elettissima;di 'sigi ore', ufficiali, autorità, hanno'-'cele-j. ,.,, j„, „^:mn «iwww !0r"tn |w™2ffi ?ll,1 Mt^^^olo iramr""' "e»a"tc. acna jijosira nuova c"'»-,nia, quello che,ci darà dora innanzi liuti- sione di vivere in una ciltà europea. A'di-.mostrare come simile locale fosse nella ca-!ro,, Bpmagrioli, Salsa ... " .';,n":^^af,m;,,i:a,e . adla flio.| 1' 1lo,e litUa oeuc.za jemmtntK e acuti giù-|vitnì ■ della Tibia dove sino a ieri non csi.| ' ,„', j; mr,i>i>m,n «--'steva un qualsiasi luogo di convegno, una nera necessita, accorsero le .autorità ?niB-,(ari, come i generali Frugoni, Di Caj-pciic-!te autorità civili co- me il vrefetto, il questore Hassuna Pascià: venta militare; qualche console: uno stuolo]di impiegali e professionisti e il gruppo dei mpiegati e professionisti e il gruppo <tei'corrispondenti di guerra. Il signor Zcrboni,\che ha intitolato all'Italia questo suo ori. *..»■. _ I villino dedicato a sfamare e a dissetare al rena di essere in ^qualche hotel di spiaggia durante la stagione dei bagni. Una sola co. sa mancava per rendere completa la breve illusione: ima orcìiestrina che accompagnasse i soliti quattro salti. GIOVANNI CORVETTO. «il. Lilia di nell'Egeo »» la buona maniera milanese gli Italiani a Tripoli, può andar orgoglioso del suo successo, che del resto si meritò. A percorrere stasera quelle luminose e spaziose sale, dalle alte specchiere, dai tavolini di marmo, dai divani, di velluto, ove, tra le bottiglie di champagne, i dolci e i gelati era una profusione di bandierine tricolori, pa per tagliare i cavi tra le isole c il continente turco Siracusa, 26, nette Si è ancorata nel nostro porto la nave posacavi Città di Milano, addetta attualmente ai lavori di affondamento dei cavi sottomarini Siracusa-Tripoli e SiracusaBengasL Come ò noto, la Città di Milano è stata quella che ha tagliato i cavi che riunivano le isolo dell'Arcipelago al continente turco Sicuro di potere avere dei particolari intorno alla brillante sua crociera nell'Egeo mi sono recato a bordo. Trovai il comandante, capitano di Corvetta Guido Milanese, il quale, pur accogliendomi gentilmente, si chiuse nel più assoluto-mutismo, tacendomi perdere la speranza di avere le notizie che desideravo. Cercai di spigolare pazientomente le notizie negatemi dui mu» lB^? d^ c°mandante ed ho potuto esattaunente ricostrurre, passando da un ufficia le ad un graduato e da questi ad un operaio telegrafista, l'audace crociera della Città di Milano. Questa ha a bordo l'ingegnere tecnico cav. Jona e parecchie squadre di meccanici forniti dalla ditta Pirelli di Milano. 11 13 aprilo la nave era ancorata a Taranto, ove ricevette l'ordine telegrafico di salpare immediatamente per l'Egeo ove àvrebbe trovato la squadra. Il 17 notte la Ciltà di Milano giungeva nell'Arcipelago, ove incontrava i cacciatorpediniere Lanciere e Corazziere, che la scortarono nel lungo lavoro di distruzione dei cavi. Nella notte del 17 allo ere 3, malgrado fosse stata illuminata dai raggi di un riflettore dei turchi, potò, certamente non vista dal nemico, tagliare per primo il cavo che uidva l'isola di Iinbros al capo Helles all'imboccatura dei Dardanelli. Alle ore 10 del 18 fu tagliato il cavo tra Lemnos e So**^ lo tra Lemnos e Costantinopoli Il giorno 19 si aggiunsero di scorta alla Città di Milano, altre due navi : il cacciatorpediniere Fuciliere c l'incrociatore protetto Coalit. Venne tagliato alle ore 12 il cavo tra Mitilene e Tenedos. Il giorno 20, mentre si attendeva al taglio del cavo tra Scliio e Syra, la scorta della Città di Milal"0 avvistò una corazzata-straniera, che tT^-Hl^^^J^?^^ zionahta. Era i'Avcroff, incrociatore greco. 1 Allontanatasi dotti ^^ mnl,i e l'incrociatore ausiliario Duca di .Genova. [e Schamet. Nello stesso giorno raggiunge|vàno la Città di Milano le navi Pisa, A Il ventuno .avendo compiuta la sua mis- Veioue Ja CM& dj MiiónoTasciava l'Egeo e raggiungeva il 23, Augusta, ove si ancorò. n 24 si rifornì di carbone ed alle 17 lascia va Augusta per ancorarsi a Siracusa. La crociera cui ho accennato, ha ritardato i lavori della posa dei cavi Sirueusu-Bongusi e Siracusa-Tripoli, i quali non potranno essere inaugurati prima del prossimo mese di Giugno. La Città di Milano riprenderà il lavoro di affondamento del cavo Siracusa-Tripoli domenica 28 venturo. Una. strana .coincidenza : la Città di Milano nel-1906 riparò il cavo tra Schio e Syra. Marinai italiani insultati ed aggrediti da arabi fanatici a Porto Saiii ., Roma, ■<:«. sera ' d'Italia ha. do. Alessandria ii Corriere d'Egitto, 2-1: Da Porlo Said viene'segnalata una grave rissa tra marinai italiani e arabi, rissa provocata dalla ignoranza o dal fanatismo di questi ultimi e dal represso odio italo- fobo, aumentato 'negli arabi dalla guerra' italo-turca in poi. I marinai italiani del va-»0™ "ìglose ?«* della compagnia « Pemn-: s.' and 0ne"tal "» che (a servizio posta- j ]c de„a valigia.delle indie, erano scesi a terrà per vendere alcuni prodotti alimen- tari che settimanalmente comprano a Brìn;disi e per comprare alcune provviste necesjsar»' a bordo; Un marinaio si avvicinò ad !un indigeno venditore di generi alimen¬ itari e *" chiese il prezzo di alcuni frutti, i,Poichè la ricniesta gu parve esagerata, fe-' ce per allontanarsi. Il venditore perù, irri- .tato per non aver potuto smaltire la merce !e acceso da furore italofobo, incominciò a | duecento arabi stavano per venire a con- |fluin (>nh . ma,.iiial it^ltani; I marinai, vi- | scagliare contro il marinaio ogni specie di 'Insulti estendendoli. all'Italia ed a tutti gli ltallanL T lnarinaii naturalmente, risposero ,pel. ,u rlme Altri avabi'presenti entrarono !ancnessi ,lei vivacissimo battibecco ed in breve nacque un parapiglia tale che lar piazza diventò presto il teatro sul quale duecento • flitto coti ]^^^hiaiCTncom^ncTàrÒno a difen- , 'dersj a fulja pugni e di spallate e cer-i\carono di resistere all'onda incalzante de-|gli arabi finché, fattisi un po' di largo, I . . ' _ _ . * . _ giunsero ad un vicino negoziò, dove le se^ die divennero ner assi altrettante armi di dìfestrnneroPecofwronte^ rtE'wà0 — S"HZÌa- M\££i che 1 intervento delle guardie non s^cb valso a sedare la rissa senza il provviden-1 e e i a o o e e » a o s ziale sopraggiungere del giannizzero del consolato italiano, Mobamed Omar, .il qua- le prontamente intervenne; facendosi lar- go fra la folla, ed Impose alle guardie di occuparsi degli indigeni mentre egli a-1 vrebbe' provveduto a condurre gli italiani al caracol. quindi; davanti al Mamur, maggiore Moore. Questi, intese tutte le de- posizioni, fece rilasciare immediatamente in libertà i marinai italiani e dichiarò in arresto varii indigeni fra i più feroci. Da tutti 6 Iodato il contegno dei marinai ita- liani, i quali ricorsero ai pugni e alle sedie; ralo quando si videro aggrediti dalla tur- ba inferocita. | nittlOttlAlilùlo 'lllvlUUl ICt£t5 ..... . i • ti n s è rivoluzionari wém ali! ^teRoma, 26, notte. | Il Giornale d'Italia reca una intervista con due membri del Comitato dell'organizzazione ;interna macedone, i quali Hanno v-iag«iato1 per : le maggiori capitali europee per espone la si-' luazione inquietante in cui si dibaite la Ma- cetìonia dopo ctip; in seguito alla rivoluzione costituzionale di quattro anni fa, le espressio-. ut del programma di -Mursteg, a poco a poco, j attraverso una Ininterrotta soluzione, attenua- tosi e levigatosi in quello di Revel. vennero ! T!lùe intervistati, eh* sono i professori MI-|lelititch e Gheorgof, apj>artensono alla Uni-I versiti! di Sofia. Essi sono stati a iPietrobur-! go. Parigi e Londra, ove hanno conferito con i rispettivi ministri degli esteri e con i capi dei gruppi politici più importanti. A Pietro- burgo è stato loro risposto che durante la guprra italo-turca non era possibile prendere in considerazione il Memoriale del Comitato centrale della organizzazione Interna mace- done, ma che sarebbe stato esaminato "alla'chiusura delle ostilità. Ulna identica risposta «lM^ venuti a noma, come termine del loro giro po- litico, dal quale hanno escluso Vienna e Ber- lino, perche essi hanno dichiarato che era inu-i tilo andare in Germania e in Austria, essendo glj interessi dei due paesi assai stretti.a. quel- l^&T^M^^^^questi ha fatto rispondere di non poter riceverli Il Memoriale, che il .-Comitato centralo della organizzazione macedone ha indirizzato alle 0 a l , a e . i uKsauixxuziuue uiaceaone na indirizzalo ane grandi Potenze pòrta la data dell'ultimo ot- tobre. Il Comitato centrale non nutre, fldncla che la irilstlone dei due delegati raccolga frut-'li positivi: desidera soltanto avvertirò l'Euro-. pa, in modo die gli avveriiiiienti futuri non debbano sorprenderla e irritarla. ' II Memoriale adunque constata anzitutto la perfetta hBncurotta della politica dei Giovani Turchi In Macedonia. In questa provincia, come in tutto l'Impèro, la situazione è restata quella che era sotto Habdul Hamid, e le lèggi non esistono per l'elemento cristiano, che è tagliato fuori "dallo "leggi. "La"espulsione"^dei.mezzadri bulgari dai poderi che essi coltiva-1 vano da numerosi (inni. Vini ingrazio ne dei' inussnlniriiii dai papsi stranieri, con In scopo : di sopprimere socialmente .e politicamente "la'Influenza della popolazione cristiana, ossas-\sinii pclitki. persecuzioni, inquteizlonl ine- narrabili, trattamento inumano del cristiani !sotlo le armi, modi violenti coni quali sono IiMfZ^&S^^f^^mmaniz/.are le scuole e ia nazionalità, la legge 'del-bastone, è questo 11 quadro dèlia Macedo,\nia attuale, e In popolazione macedone trova la situazione presente più insopportabile di'quella degli ultimi anni del Governo hamldia-' no. .mando il controllo europeo era ancora in \igore. Pero u movimento rivoluzionario, non mai'morto, ma arrestato per un momento per ■endero i Giovani Turchi all'opera', ft toma-!:Ìo„lTrA^ nia sl governi autonoma, sotto la protralo-i- e . a i i o e à 6 per un momento perì:<ttende.rc i Giovani Turchi all'opera, fi torna-!lo ■ee< do ne e la garanzia delle grandi Potenze.- Slò cosi ad un passo avanti in quello che si compie applicando il programma di Revel. Il Co Mutato centralo ammonisce cho, ove non provvedesse l'Europa, l'organizzazione tenderebbe con ogni mezzo a raggiungere lo scopo: autonomia della Macedonia. L'Imperatore ha Vìen«ii?, 2B (ufficiali), rilevato dal suo posto TI, - post. capitano di fregata Remv Be'rzoncovìtch ad* detto navale all'Ambasciata austro-ungarica aRoma, conferendogli l'ordino della Corona diKorro di terza classe, e ha nominato il te- nenie di vascello principe Giovanni di Liech-tensteln. addetto navale a Roma. I guai della Francia in Marocco Nuovo ammutinamento U Parigi, 26, mattino. Mandano da Tangeri, 25, al Journal: Mi giunge notizia per mézzo di;un corrie- . ' - - .-. i ' j . "it?i i.- ........ K ~ ; i * I. —. spicfaÌo venuto da El Kzarche il tabor di ^valleria scerifflana accampato ad Ar b ad alcuni cnilometn da El Ksar, e 'coruandato dal capitano Vary e dai tenenti Ri0ttot, Thiriet e Garcin e parecchi sott'uf: nciaii istruttori francesi appartenenti alla j nostra missione militare, si è ammutinato nella, mattinata ed è scomparso portando seco armi e bagagli, iflciali, "alcontrario di ciò che è accaduto 'per i loro disgraziati commilitoni di Fez» sono stati rispettati dai loro uomini, che si sono limitati ad abbandonare il loro postò. Questo atto di ribellione è tanto più inquie- «Le informazioni che si hanno per ora' sopra questo avvenimento sono molto succinte. | « Si riferisce che i nostri ufficiali e sott'uf- • del paese. E' da supporsi che i soldati sco- rimani abbiano creduto che l'arrivo di que. tante inquanto che è accaduto "in una re-' gione già in agitazione, poiché si ricorda1 come il capitano Valy abbia dovuto chiede-,' re rinforzi, che gli sono stati mandati dal campo di Sebu e come il caid Cherkaus ha rgii stesso condotto un contingente-di 100 cavalieri ad Axbu, a motivo dell'agitazione distaccamenU sarebbe stato il segnale i^6' ^oro disarmo? Bisogna scorgervi le con |scffu.enze.di Hn intervento di elementi stra "Ion od ind\6eni? Ad ogni modo 1 cavalle- a ninni fiii'iti *r» ' ^ho ri;l«rn wv\r\ nnlln nrtm .->»i a S^w^T °eUa reeÌ°119 Plesso-gli indigeni, il che può provocare dilt° >° stat° i "Si assicura che il tabor, invece, della fanteria scerifflana c rimasto al suo posto »«i 1 A Fez Si ha da Fez, 23 : « La calma sembra sia ritornata nella città. Attualmente 1200 fi scari hanno già reso i fucili e le cartuccie. 1 Non si ode più alcun colpo d'arma da fuo Co. La città è stata divisa in settori elio hanno ciascuno un capo responsabile. Le visite domiciliari continuano con una len-i tezza comprensibile in una città di.cento-' mila abitanti. L'« oued » di Fez continua a. trasportare una quantità di oggetti saccheg-' giati. - • ; «I generali Moinier e- Brulard conside rano che la situazione è assai migliorata e | hanno deciso di mettere sotto la giurisdizio- ine ordinaria dei Consigli di guerra gli ani 'mutinati prigionieri, i quali saranno d'ora innanzi incarcerati alla prigione de) Par' scià, la sola disponibile. E' questo che ha' te^&W«iÈa«^ | «il Sultano, che nelle prime ore temeva per la propria vita, si va rassicurando ; e-, ;.gij 5 fatto parecchie volte raccontare gli : avvéniménti da testimoni oculari, 6 tali rac' nM i,„nnr) nrnvnM)n i„ ,„_ :nÀ;rTria,;r.nn conti tianno.provocato la sua indignazione, Le tribù vicine a Fez continuano a rimane. re calme ». j n*fl_ ti* J* T> . KliìPlll 111 l<P7 ! *** * |f«CÌUtÌ dfllle tl'Uppe frailCCSÌ I Parici "fi rinite ! „ ■■b. -o, «u»«. II Temps riceve dal. suo corrispondente jft ]?ez: o- ' _ , •, i- . . . . " Sl sono S»à fucilati parecchi individui la cui partecipazione ai massacri e ai sac cheeBri h stttta nrovntn Ip trnnnfi franr-pei . »gl L stala Provata. Le. truppenancesi 'vigilano sempre a tutte le porte di Fez. I governatori di Fez-Djeded e di Fez-Bali so responsabili del mantenimento dell ordine in città: Sembra oggi provato che le tribù vicine erano sul punto di ribeli ,„_„, «. „l,„ „ „ ,4 4 . j , , larsi e cne sono s^ stornate dal" loro proposito solo dalle misure prese dalle au^m «elitari.. Le tribù più lontane, inve- ce, si concertano, ancora sul contegno do. assumere. Alcune sono eccitate alla ribellione da bande di soldati, armati che si so- . « ~ ■ ■ r-■ ■ *" no rifugiate presso di loro. Si e cominciato lo sgombro del quartiere di Mellah e si '-,„,„.,■ ... ... , , . "rovvede alla alimentazione 0 al ricovero della popolazione »La stampa francese non prevedeva certo, quando recentemente faceva sue le turpi accuse dei turchi contro il nostro esercito a Tripoli, che a breve distanza di tempo Je . truppe della Francia si sarebbero trovate 1 nella dura necessità di domare a Fez una ' ,„„,,, - .. "R u 1 e~ una : rtoolta indigena non meno selvaggia di 'guelfa che colpi i nostri soldati a. Sciarti\Seiat Cnii a Ve- rnm« „ e^tAt .u ,.' , ì.f ome a Selara-Sciat} gli ! dram nan colpito a tradimento, hanno mas I sacrato, han strazialo i cadaveri delle lord ^m^ e come-il-nostro Comando militare 'a Tripoli dovette istituire mia Corto mar\ziale e,lar fucilare i maggiori responsabili ti " '- mu-!>sacr0> ce>sl il Comando militare. ' francese a Fez si affreUa a far funzionare n j plof.07?i di esecuzione. .,„ ,„ ., .. . ■ Ma la slan'Va italiana, chc !tener testa alla bufera di con _ anche dai tornali francesi contro i" nostro esercito, non si sogna davvero — ì "* •MW"i«« «wwinu, cnc pur dovette !tener testa alla bufera di contumelie sca, e qui sta la differenza — di levare la menoma accusa co.ntro le truppe che stantw ristabilendo, l'ordine.a,Fez... Violenti atolli di M a Roosevelt - -• New York, 26, mattino. 'Mandano da Boston e da Springfield che il presidente Tuft-ha di nuovo vivamente ut-, tuccato Roosevelt. L'ha accusato di essere in ai suoi * '■niaUVvfede;"dl essere; venuto meneal impegni e di mirare ulla iIRtatura. ■ -.. 1 sempre esprimendosi-con grande vee- ì nienza Ira detto che Roosevelt ita di deliberato -i f'roP°si1,0' snaturato le- sue parole e inalo in- tcrpretuto,i-suoi atti alla Casa Bianca.