Una ricognizione fuori delle ridotte a Derna

Una ricognizione fuori delle ridotte a Derna Una ricognizione fuori delle ridottea Derna (F»er dispaccio da uno dei nostri inviati speciali) <**»-DERNA, 16 aprile. r nove chilometri dalle ridotte sulla sinistradell'uadi Derna, ma le. informazioni non abbondano. Mancanza d'informazioni (14 acrile) Un'altra settimana di vita di guarnigio-ie a Derna, durante la quale notoriamen-v molto si è variato del nemico, ma senzavederlo Nei crocchi di ufficiali, che la sera■ „j,L„t,!, ir, nin-n Zr ■«■ambiare auat-trTarZere st'c'omZiavTfino tro chiacchiere, si comincia perfino^ a au ottare della sua esistenza. I cannocchialij; • ,„ „■„ attenda-danno per certa la presenta ài un altenaa mento turco-arabo alla distanza di circaQuando si farà la storia di questa guerra,errà in luce un fatto di molta importatiza, del quale i competenti si rendono ragione fin d'ora e che spiega moltissime cosemer se stesse non molto evidenti, ed è chesecondo i buoni principii Siella guerranonsi possono né predisporre, né attuare granli operazioni militari quando si è all'oscuro delle effettive condizioni del nemico.Voi disponiamo di moltissimi uomini, deccellenti fortificazioni, di armi perfezionate, di servizi logistici superiori ad ogni elogio, abbiamo insomma un esercito di primissimo ordine e di una schiacciante superiorità. Di fronte al nemico tutto va hene, tutto è perfetto, eppure un tale com-plesso di cose finisce per assomigliare olduna di quelle macchine potentissime che,per difetto di lubrificazione non è moltoconveniente mettere in molo. Noi non ab-bondiamo di informazioni sul nemico. Conlodevole iniziativa il Comando di questa di-visione si dà attorno per riparare a un taleinconveniente, che non toglie nulla allebuone disposizioni, allo spirito di iniziati-va e al valore delle truppe. Furono lebuo-ne informazioni che in ogni guerra batte-rono la strada agU eserciti e cooperarono,quanto il sacrificio delle vite umane e Vap-poggio dei cannoni al raggiungimento del-la vittoria e della pace Ogni qualunque%MrttZr-J».i^jL !, iniziativa nostra è subordinata a questaessenziale condizione, e però merita appro-vazione il Comando per non essersi lascia-to prender la mano da impazienze inop-portune e per volere che all'azione preve-da la preparazione necessaria. Quando franoi e il nemico sarà completamente cadutoil velario che ce lo nasconde, la nostra li-berta di azione apparirà anche qui in tut-ta.la sua luce. Enver Bey SÌ fa SenuSSO Enver Bey non è un tale genio di guerrache ci possa mettere paura fino a paraliz-zare i nostri movimenti, né le forze delle ' .... . ,. ' , '. quali dispone sono tali da poterci o prima ° poi impedire il successo. Intanto, si va dicendo che egli, per meglio darla a bereni o.- <■,/, iniin tiiiiuecn rhì m *ho ». «< *«<>.>■ « fattoselo. Casa che. il W™fm<> non?° ^ ^ n %. l^^^J^!^f±^& ma ver 0ra n0n ne trasparc alcun accen- no. l soliti gruppi misti di regolari turchi, di bedumi e di egiziani stazionano, frazionati, a & straccioni, che ci fronteggia. n cp 1° retatila distanza dalle trincee e fanno le h- consuete dimostrazioni di fucilate nottur- g- ne e diurne senza spaventare e senza col- Ia pire nessuno. Una cosa è tuttavia da sup- a porsi ragionevolmente, e cioè che dopo qua- l- ranta e più giorni di silenzio se il nemico z " farà vivo, non saranno certo le munizio- c mancheranno Maometto in al- si ni c«e gn martelleranno, maomeuo in ai- - *°> ti Kedivè in basso sono di aiuto a que- n faccendieri di nuerricri e ca ««° franco di faccendieri, di guerrieri Fucilate innocue (15 aprile) La mattina del 13 un battaglione del Lo'qfanteria ed un altro del 22.o fanteria, con la una batteria da montagna uscirono fra le g- cinque e le sei dalle trincee orientalì per n- una rapida ricognizione offensiva. Infor- ve nazioni giunte al Comanào davano per ae certa la presenza di óirca cinquecento ne- qn mici aua nostra estrema sinistra, fra il on- vallone di Bent e la Cascina Aronne. lo- i,a nave Etna cominciò alle ore sei i suoi so, tiri indiretti sul fondo del Bent, collo sco- di po di snidarne gli arabo-turchi, che si pre- aa- supponeva vi fossero annidati, mentre il ee- battaglione del settimo in avanguardia do- ci- veva osservare e regolare l'effetto del tiro ru- e battere ,il nemico in ritirata. Le truppe le- avevano ordine di non oltrepassare l'ù'adi c- di Bent, ma erano libere quanto all'ora del nd fitorno. Comandava i due battaglioni il d, colonnello Grillo. io Atl'inizio del bombardamento il tenente s- Cesaroni si sollevò a volo sul mare col suo un Deperdussin, ma forti raffiche di vento lo di- costrinsero a tornare agli hangars. L'azio- me ne si svolse sollecitamente in vista alla e nota Cascina Aronne, dove comparve un] - 9™PPO di quaranta o cinquanta uomini' - con regolari turchi. Furono scambiate al- i- cune fucilate di nessuna conseguenza, tan- t, t0 che la noslra batteria non credette op- s- portuno tirare un soi colP°- "- l\ fondo al Bent il nemic0 71011 a™arve le Probabilmente essendosi spostato nella noi- o te Piu probabilmente ancora per informa- ea ^ .^.^ La colmna ìndiiiur. s- bata negli aii0ggianienti verso le ore 11. d- lSon ubbonduno le notizia sul nemico. Un d- informatore reca che l'ultima battaglia p- del 3 marzo Costò al nemico cinquecento *a morti e circa duecentocinquanta feriti gra- do Dtv una tale proporzione non è molto per- u- suasiva. Le cifre sono da accogliere con ri- s- serbo. d , La salute delle truppe è eccellente. Pare a cìle ver il Oiorno 18 sia stato deciso il rivi- ima patrio dei richiamati della classe dett'88. t- Le Condizioni Sanitarie della città fe fl6 &VXlie) L "p.rue,> ca Essendo qui venuto il dottor Hoffer, sono na in grado di darvi esatte informazioni sulle e condizioni igieniche della popolazione di ,». n.«,« nii„n.,i.,„'(. ..•» „„™„i„._ ,n _.. , -. 5l Derna, Nonostante il completo abbandono ™"ì CM '? GoMr"°. tUTC° aVBVa lUSCÌato que~ c ^^tll^^^J^^ ^ ^ niche « sanitarie della popolazione non 'sia- r n0 cattive. La vmma?ioM è costante, la v ubiflcazione è favorevole, la mitezza del a, clima e la ricchezza dell'acqua correnteI conversazioni con gli arabi del paese e dalle prime osservazioni dei medici militari. Anche un profano nota subito la fre- hanno reso meno grave la deficienza di o- gni provvedimento atto a garantire la saIute pubblica Difficile è dire con esattezza quali stano le malattie dominanti e con quale frequenza e intensità si osservino morii epidemiche. L'indigeno è restìo a chiedere Vassi- stenza medica. Lo Stato Civile è tenuto fl¬ irrP„„7„r(. „ „„„ L nora ln moao irregolare e non nota la causa> neppure probabile, dei decessi.. Le sfluenti sono dùnque attinte da quenza impress'ionante delle malattie oculari, sopratutto dei tracoma con le conseguenze più gravi. La tubercolosi palmonare non vare frequente, invece si esservano spesso lesioni tubercolari alle ossa e alle articolazioni. La febbre tifoidea è frequente nel paese, ma non pare abbia datò origine ad epidemie gravi. L'infezione malarica è rarissima, il vainolo ha mietuto spesso vittime. L'Ufficio Sanitario studia ora il modo di assicurare l'assistenza medica gratuita ed efficace per gli indigeni. Attualmente l'uni ca istituzione che offra loro il modo di curare le infermità, che non obblighino al letto, è l'ambulatorio della suore italiane, che funzionava giù sotto il cessato Covarno e che è stato subito riaperto d'ordine del Comando, che vi ha destinato due va- ienti medici militari. E' evidente la neces- sita di fondare un ospedale civile, di cui una sezione diretta da uno specialista che dovrebbe occuparsi esclusivamente dqllè malattie degli occhi, i _ nuesiione dell'acmia notabili» " H»«»« « c |hm«umc questione dell'acqua potabile è intiinamente connessa alla nostra azione filitare e non potrà essere risolta che quando saremo padroni delle sorgenti. Quasi ogni "'!a ar,ab? \a un p0ZZ0 che formsce acqwa lb}>ondante< frescate ^renne per uso potaode, ma disgraziatamente tali pozzi sono esposti ad inquinamenti sia dall'esterno, sia dall'interno per i facili infiltramenti dei pozzi neri. Mancano le fognature scadati, e le latrine primitive delle case arabe portano a delle fosse assorbenti, che spesso *ono scavate nella pubblica via e ricoperte da un leggero strato di terra, sostenuta da una stuoia sorretta da travicelli, che distano in generale pochi metri dai pozzi della «jasa stessa. La nettezza urbana èancora affidata al sindaco del paese, che viimpiega qualche negro pezzente e due o tre somarelli con cesti per il trasporto del- f S^S^^SS^ ^ LffilT !^do -venire piccole carrette coperte e destinandovi un perso- naie numeroso ^ i>m/i v 't • • h ' ,et IZZ^rfl 12v 1°,? 5tl° ana soi vegliando aeue sostante alt- ™iUu?e ^^^ITrt^S pdc0 *»«« coniano ad inviare quTmerct ^aste od avariata, vini e liquori adulte- ratte'nocini'alia 'salute,' ma'Tcovtm'do^è vigilantissimo a questo riguardo e merita amplissima: lode. LUIGI AMBROSI NI.

Persone citate: Cascina Aronne, Cesaroni, Enver Bey, Hoffer, Vassi

Luoghi citati: Derna