Velieri e piroscafi turchi catturati nelle acque della Cirenaica

Velieri e piroscafi turchi catturati nelle acque della Cirenaica Velieri e piroscafi turchi catturati nelle acque della Cirenaica e e e a o l a e qisteriosopersonaggioprigioniero*] (Nostra corrispondenza particolare) TOBRUR, 8 aprile. Oggi, alle 15, è entrato in pòrto l'incrociatore ausiliario Città di Pa'Ieirmo' di ritorno da una vittoriosa eroderai rimorchiando il veliero turco El Ramameli, catturato insieme ad un altro veliero, contrabbandiere come il primo, e di nome Kassid Karìn, che nel tragitto colò a picco %ter il mare tròppo agitato:-L'Incrociatore ha a borio gli equipaggi dei due velieri catturali, un totale di quindici persóne, tra i quali trovasi un individuo, sospetto^ di accertata nazionalità 'turca, che si vocifera' sia un famoso agitatore, ha tua missione sarebbe stata, a quanto si dice, quella di rial' zafe il morale molto depresso delle truppe arabo-turche' di Cerna, dopo le ferite e la partenza di Enver Bey, e forse anche sostituite quest'ultimo nel comando da lui ora lascialo. Per avere particolari e dettagli precisi sulla ben riuscita operazione del Città di Palermo, ho interpellato qualcuno dell'equipaggio ed ecco quanto mi fu riferito: » Partimmo dà Tobruh la sera del 31 marzo c ci dirigemmo subito verso Beyrulh per iniziare la crociera, ch'era nostra missione, tra quel porto e Pori Said. I primi due giorni furono di gran noia per tutti, poiché non ci fu dato di vedere la più piccola vela all'orizzonte; solo nel pomeriggio dei giorno 3 avvistammo molto lontano una piccola nave, che dalla disposizione delle vele dava chiaramente a divedere che cercava dinon essere scorta. Avvicinandoci potemmo distinguere facilmente che si trattava di una goletta a dite alberi, di poche centinaia di tonnellate. A debita distanza il Città di Palermo alzo it segnale internazionale : — Quale è la vostra, bandiera? Il veliero, sempre cercando di allontanarsi, non si degnò di rispondere. Allora Al nostro comandante, capitano di corvetta Hooerto Guida, che ha avuto parecchie occasioni di dimostrare la sua abilità in circostanze simili, fece forzare le macchine e sparò un colpo in bianco per imporre al veliero di fermarsi; poi, messa una lancia in mare, mandò un ufficiale con un picchetto armalo per effettuare una visita, abbastanza giustificata dal fatto di navigare senza bandiera e dall'aggravante di non averla alzata, essendone stato richiesto. La visita diede subtlo dei rtsultatl quali ce It faceva prevedere il modo d'agire sospetto della nave. Osservato rapidamente l'equipaggio, parve evidentissimo ch'esso era di nazionalità turca e fra le otto persone che lo componevano era facile notare che una di esse male armonizzava con, le altre per una certa finezza di modi e per la strana maniera di indossare abiti da marinaro evidentemente non suol: aveva con si un bambino dell'apparente età di otto anni circa e turchissimo-nell'aspetto. « Interrogali sul perchè non avevano alzato la loro bandiera, risposero quasi in coro che a bordo non ve ne era alcuna; invece, appena Iniziata una rapida ispezione, si rinvenne una completa serie di bandiere da segnali avvolte e nascoste in una grossa bandiera nazionale turca. Bastò questo fatto per confermare tulli i sospetti avuti e non potendosi lì per II eseguire una completa perquisizione, il comandante ordinò che tutto l'equipaggio (osse trasferito sull'incrociatore e sostituito stil veliero da marinai nostri al comando di un ufficiale della riserva navale.. Quindi la piccola nave fu presa a rimorchio e noi continuammo la nostra crociera ». A questo punto io interruppi il cortesisslmo narratore per chiedergli: — E quale provenienza indicavano, le carte di bordo? Dove era diretto il veliero? — Onesto è il punto curioso! A bordo v'erano pochissime carte, e quelle poche in un disordine tale da non capirci nulla e da far aumentare t sospetti. Quelli dell'equipaggio dissero che non erano ben certi se provenivano da Giaffa o da Caiffa e che erano diretti a Damietla; mentre invece la loro rotta non era precisamente quella che li avrebbe condotti al porto indicato. « La mattina del giorno dopo, 4 corrente, incontrammo nella nostra crociera un altro veliero, molto carico in apparenza e, come il primo, senza bandiera. Fu fermato e si andò a bordo. Era di nazionalità turca e disse di avere la stessa mèta dell'altro. Fu preso a rimorchio anche questo, non essendo possibile visitare minutamente le sue stive, che apparivano completamente piene di carbone di legna, ma che celavano iforse ben altra merce, « Coi due catturali a rimorchio si fece rotta per Tobruk, ma fummo costretti a procedere molto lentamente per il cattivo tempo. Il giorno prima di giungere in porlo, a circa ottanta miglia da questo, il mure si fece cosi grosso che dovemmo fermarci, e mentre si cercava di rinforzare i cavi di rimorchio, un formidabile colpo di mare investi il secondo veliero facendolo colare a picco. Però non si ebbe a lamentare alcuna vittima, nè da parte dei nostri nè fra le persone dei due equipaggi prigionieri, che si trovano ancor oggi a bordo del Città di Palermo a disposizione della Commissione di verifica, che li deferirà poi, se ne sarà il caso, al Tribunale delle prede ». A conferma di quello detto prima, aggiungo, per averlo saputo da altra fonte, che quello tra l prigionieri che aveva destato maggiori sospetti, è guardato a vista, perchè l'autorità, che sta indagando, crede aver scoperto in lui un noto e ricercato agitatore turco inviato da Costantinopoli a Berna. Per questa sera si attendono con Impazienza la B. N. Varese e l'incrociatore ausiliario Città di Messina, scortanti due importanti piroscafi catturati per contrabbando di guerra poco lontano di qui. varqepsdcdv■

Persone citate: Enver Bey, Said

Luoghi citati: Berna, Cirenaica, Costantinopoli, Damietla, Messina, Palermo