Il viaggio e lo sbarco della Divisione Garioni

Il viaggio e lo sbarco della Divisione Garioni Il viaggio e lo sbarco della Divisione Garioni descritti da un ufficiale della spedizione (Per telefono alla Stampa). Roma, 12, notte, capnoni di medio calibro, mentre La Tribuna riceve da Gerba: « Sono riuscito a interrogare uu ufficiale che ha preso parte allo sbarco fortunato di Sidi Said. Ecco quanto mi ha detto il mio informatore: Il piano combinato era il seguente: Puntuali al convegno « Nella notte fra il 9 e. il 10 duo convogli di piroscafi, l'uno partito da Napoli e ca- rico di truppe, scortato da alcune siluranti, e l'altro partito da Siracusa, colla scorta della squadra navale di riserva, comandata dai vice-ammiraglio Borea-Ricci, dovevano navigare in modo da trovarsi ed unirsi in una data ora e in un. dato punte del Me- diterraneo, a circa 65. miglia dalla costa di Zuara. Il convegno- riusci meravigliosa- Pe°tej\.^!0 scoccare dell ora stabilita, le tre flottiglie apparve» nel buio della notte, nel punto fissato con una precisione che fece elevare grida di giubilo e di saluto da parte delle truppe affollanti l ponti dei. pirosaaiL.il mare assai agitato il giorno innanzi si era andato a grado a grado cal- i mandosi nella notata, ma non era ancora\trnnmiilln Alunni snlHnti «^ffvivann „n nn'' tranquillo. Alcuni soldati soffrivano un po per il rullio, ma l'entusiasmo di recarsi alla guerra, fece sopportare loro ogni disagio. I vapori provenienti dalla Sicilia si unirono agli altri piroscafi. Le macchine rallentarono, si fermarono, e dai piroscafi si scambiarono ordini col megafono e col telegrafo ottico. Una squadriglia di caccia torpediniere si mette parte in testa e parte ai fianchi del convoglio di piroscafi e muove in rotta verso ponente. Il grosso della squadra comandata dal vice-ammiraglio Borea Ricci, sposta la prua verso oriente. Il nucleo compatto delle navi si scinde, le corazzate vanno verso Zuara e noi navighiamo invece verso il. confine tunisino. « Dove andiamo? Nessuno lo sa con precisione; ma in qualche luogo 4 certo che sbarcheremo, perchè gli uomini incaricati di montare gli zatteroni, che stanno appesi ai fianchi dei vapori, hanno ricevute ordine di tenersi pronti. Inoltre, abbiamo saputo che a bordo di un incrociatore, che ci precede in lontananza, e a bordo dei cacciatorpedinieri sono stati formate e disposte le compagnie di marinai da sbarco con cannoncini e mitragliatrici. " E' il capo Macabez! „ « Dopo circa tro ore di navigazione rapidissima e avvistata la costa. Ignoriamo dove siamo, non un lume, non un fanale. E' una costa bassa, nuda, triste. Sentiamo, appena le macchine che rallentano e si arrestano, un lontanissimo rumore di risacca. E' il mare non ancora calmissimo che lotta contro dei frangenti invisibili. Un lungo arresto, una lunga attesa impaziente. Ci muoviamo di nuovo. Il punto designato per lo sbarco non deve essere precisamente quello. Le navi si rimettono in moto e si spostano riprendendo il largo, lentamente anche più verso ovest. La notte ò sempre profonda; ma in ogni nave si è desti, si 1 ode da prua a poppa un ronzio di gente che parla un rumore concitato di passi, un ■ £US8Urro di gomene e di catene, che si ap prestano all'opera. Passano altre due ore, !^ tm-sp rtiiì Ci avviciniamo di mmvn n ^|^^ ! in un promontor capo Macabez. Siamo.dinanzi alla penisola che ci nasconde il golfo di Forva, dove c'è un fortino turco, il forte di Bu Kamech. Le navi di dispongono con lente evoluzioni lta catena anzi in due catene. Le caccia i torpediniere, gli incrociatori e le siluranti i si mettono in fila parallella alla costa, i pi roscafl con le truppe si dispongono anche essi in catena e formano una seconda fila parallela alla prima. Le siluranti ora ci co prono la vista della terra. II giorno si va facendo sempre più chiaro. Nessun segno di vita e sulla spiaggia. Solo qualche grup po di capanne abbandonate appare a quat tro chilometri verso levante, ma non sbuc.ca fuori anima vivo. Vediamo che sulle ! navi da guerra gli artiglieri sono pronW ai capnoni di medio calibro, mentre molte scialuppe vengono calate in acqua. Tutte le navi sono ora immobili. Le scialuppe si caricano di marinai, di mitragliatrici e si avviano verso terra. Lo sbarco ' Il tenènte- di vàscélTo, che à borào-Sl-ft: gui piroscafo di truppe ha il comando militare, ordina di calare in mare gli zatte ioni appesi ai fianchi. Le compagnie han n0 l'ordine di tenersi pronte con lo zaino m ispalla e il fucile in mano e l'imbarco delle truppe sugli zatteroni comincia. So ao diecine e diecine di enormi pontoni protetti, che vanno rapidamente e silen osamente riempiendosi di soldati. Quan do la zattera ò gremita, essa viene or mèggiata da una torpediniera o da più iancie a vapore che le prendono e le ri morcMano. Le torpediniere ne trascinano auche tre quattr0> .egate con cavi una d Yaltm Questi 'str£fni convogli) che a dIstanzu sem^anb neri cetacei che si io ^ attorno ^le navi da guel, ra, che hanno il compito di proteggere lo sh'Z.0 ' lentamente si avvicinano chi che SDarC0' e lentamente Si dVVICinanO piU Cne possono alla costa. Lo sbarco non è facile. La bassa marea ha su questo tratto di spiaggia un abbassamento di acqua notevolissimo. Gli zatteroni non possono accostare fino a terra e i soldati devono scendere nell'acqua, e hanno l'acqua fino alle ginocchia, ma sbarcano lieti e inzuppati. I manipoli di marinai hanno già preso posizione sui punti alti del costone con le mitragliatrici e con le piccole artiglierie puntate al di là verso il golfo di Bukamech, da cui si crede possano apparire gruppi nemici, ma nessuna molestia ci è fatta. Una delle .prime a sbarcare è una compagnia del Genio, che subito provvede alla costruzione di pontili, che facilitano gli sbarchi seguenti, e così si continua per tutta la giornata. La marea comincia a crescere e allora gli zatteroni possono meglio accostare e lo sbarco prosegue sempre più rapido. Il comandante Triangi, capo della squadriglia delle siluranti, ha inviato torpediniere in esplorazione ad est e ad ovest, ma nessun movimento nemico è state segnalato. Verso sera due battaglioni, uno di fanteria e uno di ascari eritrei vengono destinati verso il marabutto di Sidi Said, circondato da casupole e da' capanne abbandonate. Tutti i punti prospicienti sono occupati senza resistenza. Incomincia subito lo sbarco dei materiali pesanti e prosegue alacremente tutta la notte. I reggimenti sbarcati, intante, drizzano le tende e cominciano a scavare trincee di difesa per passarvi la notte. Quando quasi tutta la divisione ò sbarcato, il ten. gen. Garioni, il maggiore Grazioli e il comandante Triangi prendono con i capi servizio e con i colonnelli, disposizioni opportune per passare con imbarcazioni e con torpediniere il braccio di mare che separa la penisola di Macabez dal forte di Bukamech, ma il mare assai mosso impedisce le operazioni sicché il gen. Garioni e.il comandante Triangi decisero di rimettere la traversata e l'occupazione del forte turco al mattino dopo. Dicerie turche sull'azione navale dell'Italia nell'Egeo iServizio avertale della Stampa). Vienna, 12, notte. Si ha da Costantinopoli che la Porta avrebbe ricevuto da due ambasciatori turchi l'avvertimento che la flotta italiana inizierebbe le operazioni nell'Arcipelago il 25 corrente. ■La «Neue Freie Presse» dice che nei circoli diplomatici viennesi si dichiara poco verosimile la notizia da Costantinopoli secondo la quale sarebbe imminente l'azione navale italiana. In quanto poi alla notizia elio nell'arcipelago arriverà la squadra inglese si crede che si tratti di lina delle solite crociere annuali, che le navi inglesi tanno a scopo di esercitazione.

Persone citate: Borea Ricci, Borea-ricci, Grazioli, Quan

Luoghi citati: Costantinopoli, Italia, Napoli, Roma, Sicilia, Sidi Said, Siracusa, Vienna