II processo contro gli ex amministratori della "Fiat"

II processo contro gli ex amministratori della "Fiat" II processo contro gli ex amministratori della "Fiat" gL'interrogatorio del comm. Scarfiotti e del cav. Agnelli te nel gi e di eo o o a e U a di aù n e e e i o oodi F ao e ir i. e i n e. o i, a i e, er d o o là, o e, o eà a rcIr aa i, o ree a, a ra o o aa, lè e o. on Ii oe ari oe è i . e aan reti 7) a i i rnn n e Seconda udienza I cL'intorr ' JN»i»ln Hai Qoarflnttl linci rtjgbtvriU Ilei LOUIS. ObaTIlUUl Nulla <« min**» n„ii.,m),i„v„» »h hi ■rnSEP«^J?m^tóffi^*S&ÌH*A nSwMnS] minefare F^^tT°fe^S^nn^t^pStoVto h»i «E^^t.^^^ conE'era «iSTO l&^JS??**' C°8l: fne — aggiunge il presidente. Il comm. Scarfiotti- si inchina. — Ella è accusata di falso in bilancio: e cioè di avere annunciati fatti* falsi sulle condizioni della Società e nascosti fatti rlguar- come era stato ieri sera stabUlto . — Lei non e mai stato condannato! cun~sorris2 ÌZSgES&P ScaxAoM Mn'.un sornso significativo. i S— Le informazioni sul suo conto sono HR'•cu*uiis«i4 uviia ouiJicw c UOOVV3U latti nguw <danti le condizioni della medesima nel bl- wlancio 31 dicembre 1906. Ella era presidente „della Società? SSì lo fui fino all'agosto 1908. Quando si dvenne alla UqutOazione della vecchia Società *ordinal inventario e bilancio al prof. Broglia, li quale io credo è stato fatto con tutta re- agolarità. f— Perchè fu fatto quell'inventario? i— Perchè la liquidazione defila Società s'im- poneva. '— II valore del patrimonio come lo deter- minò? — Dal bilancio 1905. — Come va che il rag. Broglia che l'inven-!ctarlo non potè essere tatto con esattezza nei, rlgawrdi del materiale di officina? u— Su ciò potrà dare spiegazione 11 Broglia ' stesso. Ma per la valutazione dei materiali1 rj i _ mr, _. . . - ... ni. » u o di officina bisogna fermare U lavoro nell'officina stessa. — Come va che la liquidazione s'impose ali'8 marzo? Non sl poteva farla prima per evitare questo Inconveniente? — Volevamo presentarci all'assemblea con esercizio chiuso. — Come va che non haano presentato un ^regolare rendiconto al liquidatore? ■ — Si era approvato in quel giorno il bilancio : ciò ci pareva sufficiente. t — Ma olla sa che corre voce cb- un vero: inventario non è stato fatto? — Io non posso rispondere su questo punto, 'ordine $ stato dato, come l'inventano siai stato fatto io non so.... — Ma un reale accertamento è stato fatto... ? — Senza dubbio: io me ne sono accertato. — Come si faceva la valutazione dei titoli ? — Dal presidente col Consiglio, o coll'àmminlstratore delegato. — Chi ha fatto il bilancio 1907? — L'ufficio di contabilità. — E Broglia? — Broglia solo concorse a dare qualche spiegazione Era formato a conoscenza di tutti gli amministratori? Nei fatti essenziali... Inesattezze dì bilanci t — Pure furono notate parecchi} inesattezze. Anche in questo vi sono eccedenze di valutazione di oltre un milione. — Non lo credo : noi abbiamo sempre raccomandato ai compilatori la massima esattezza e precisione. — Pare invece che vi fosse una tendenza a gonfiare i bilanci per far credere a maggiori utili di quanto non ci fossero.... — Lo nego assolutamente: non fu mai questo il nostro sistema. — Il liquidatore afferma che non mantennero nel bilancio 1907 la svalutazione fatta V8 marzo 1906. Scarfiotti (interrompendo): — Nego assolutamente. Non si è voluto mai nascondere alcuna cosa. j Le constatazioni continuano minute special, mente sulle valutazioni Jea titoii II comm. Starnotti, accalorandosi, nega che tali operazioni siano state fatte allo scopò di defraudare iì pubblico. Sarà stato un criterio errato: ciascuno nel formare i bilanci può avere criteri speciali, ma non perciò si può dire che questi criteri siano stati predisposti a scopi illeciti. — Perchè non hanno stabilito un fondo per le oscillazioni dei titoli? La svalutazione da noi data comprendeva implicitamente 11 margine per l'oscillilazione. — I crediti non 11 hanno svalutati ? — I crediti erano tutti esigibili e furono tutti esatti. — Hanno ancora parecchie passività, come per esempio per l'imposte? — Domando quale società stanzia un fondo per l'imposte. — Ma se la Fiat lo stanziò ned 1905! — E' consuetudine delle Società Anonime *di far gravare le imposte nel bilancio dell'anno in cui si pagano. • — Perchè nel 1905 usarono la lesina nelrammettere gli utili, mentre nel 1906 furono cosi attivi nel ricercarli? — Nel 1906, se non fosse intervenuta la crisi, gli utili industriali sarebbero stati il doppio di quelli del 1905. Io nego assolutamente oosl qualunque nascondimento, come qualun que ostentazione di utili. Esagerazioni d'utili industriali — Lei è accusalo di aver anche, nella rela^ zione del 1907, esagerata la cifra degli utili industriali. — Ancora ora, dopo quattro anni, che pesa su di me, questa accusa, sarei disposto a firmare, con tutta coscienza, bilancio e relazione. Io ho l'assoluta convinzione di aver firmata e dichiarata la pura verità. Avevo preso le più sicure informazioni anche dal ragie niere. — Ella era l'estensore della relazione? — Sissignore, dopo avere interpellato il Con siglio d'Amministrazione... Ripèto che gli utili industriali lordi, del 1907, furono di cinque milioni e 257 mila lire. . . — Non pare che questi fossero tutti utili industriali, ma anche sopravvenienze degli ujtili Ansaldi? .„ J ' — Ma no; questi utili, in due milioni circa, erano fuori degli utili industriali. Noi abbiamo faitti aninxirtamentl per oltre due milioni e 257 mila lire. Il Consiglio di rifi(cnQusNnFzlrmlcmggccctvacedcdcrccVdIpfi.Amministrazione ha volato considerare come;'perdite certe passività che sl sarebbero potu-|i - Non le pare che sia stata eccessiva to' e-! distribuzione degli .utili agli azionisti quando. ti li paftramonio circolante era nullo i er a e— ù programma della Fiat era indubbia-1 mente audace; ma se non fosse sopravvenuta la crisi, le cose sarebbero andate a gonfie Vele e saremmo stati portati ai sette cieli, gI Intervenne la orisi e ora siamo carne da ma- acello gettata nel fango. « ~ Nel bilancio 1907 non hanno fatto delle fa eccessive svalutazioni? Il macchinario non *u troppo svalutato? c - Valutare a distanza dei criteri che posso- tpo avere regolato una industria e una Società n difficile.... Bisogna trovarsi nei e fomenti in cui quel criteri sono applicati. V c^é~non""svalutaVe" enormemente m mac- Ig chinarlo che anche nuovo ci A immohlliz-'m.zato daìte mancanza divoro? TU***qS {« Svalutazioni eh* ora si rimnroverano come -sRcéSto^ono ^nsegue^ePd^vTo?isirchl '•ci obbligò a radunare i creditori. iH- Tra i creditori c'erano anche loro... £ZìÌ\^L*on«^^ <^ hTì T^iT^-ì i ° """"Hl- w' 1™iKf2;Ji■ «.~» J^J „.—Jlf^J™^ J^JJ^r??„Jì%? i S hanno, pome si suoi dire, strozzati 'e auin-.« di *J^f)1™0 cb^ m.l„sl rac°|a "PPU«to <M POJVfa *vere a^hiaraito ali assemblea le imposizioni fu dea creditori, quando queste imposizioni nonsty avvennero. lo credo di avere nella relazloneSc fatto tutto il possibile per mettere in. chiaro'sile vére e reali condizioni della Società. Io la no denunciati i principali ammortamenti, av- fl 'vertendo gli azionisti ch'essi non erano una m perdita, ma una riserva, perchè solo imposti n provvisoriamente dalla crisi jli — Non pare che la crisi abbia tutte le colpe ! !cho le dà lei. Non ha operato sulle condizioni c, della Società l'improvvida distribuzione di l8 utili fatta negli anni precedenti. Intervenuta la crisi finanziaria che ebbe ripercussione sulla industria, ci furono delle 1 : ~ ] :. ^ ...... ...1,1 reali perdite che assorbirono tutti gli utili industriali. L'aliare Figari raI sSi passa all'interrogatorio del comm. Scar-^pfiotti sull'accusa di truffa pel noto affare Fi- -'b(jari. l'— Nel 1908 avevamo una causa del Figari acontro la nostra liquidazione. Egli era l'u- dnico arbitro della situazione. l'I — Quante azioni aveva? i 1 — Dieci: ma bastavano. Noi temevamo il ( disastro di una possibile vittoria del Figari. ;CQuesti ci mandò poi lavy Rolando Ricci per , una transazione. Ho parlato a dei consiglieri ssulle proposte del Figari^che furono approvate.. Noi volevamo che le 5000 azioni fossero vin- _contrario111 Ì*2B£ff&2B? tlfcKW £ ~nara^nr^i^^^^^^f^n^ n^-PFett^bK^ dando atto della reciproca Consegna dei titoli 6e denari e si faceva U conguaglio dei divi-i dendi. Non è affatto vero che noi abbiamo' tenuta nascosta* al Consiglio questa opera- czione. . aPure ci sono consiglieri che dicono che! se l'avessero saputo, avrebbero sconsigliata' la operazione. f— Ma se ci furono persino di quelli, che ci ringraziaronol Del resto io. se non ufficiai- cmente, ho dato comunicazione della cosa; pe- : rò extra consiglio l'ho detto a tutti quanti lo volevano sapere. — I testimoni dicono il contrario... — Eh, signor presidente, si capisce che chi non ha mai avuto da fare colla giustizia, certe volte per eccesso di precauziono, nasconde la verità. tadpP. M. : — Ma in istruttoria anch'Elia affer-tczmvmò che avevano convenuto di tenere il segreto... — Ma il segreto non fu tenuto. Il primo a violarlo fu il Figari e noi allora parlammo, se non ufficialmente, extra-ufficialmente ai consiglieri. Il comm. Scarfiotti narra che appena fatta loperazione le azioni da 720 caddero a 626 eÌ'J£; " P"111010 Preoccupati — egli dice — e] SS^?.1!'"^6!11"10 £!?e 'a situazione della «Fiat»<ti^i^"™,6010 Patrimoniale non era più pos-i acirca s mm^)°^hf,«Si? ^n-f'^,™ BJKE «■F03.,?, miIlonl ni utili, l'anno dopo (1907) igli utili, per contratti che avevamo alla mà-rrrncpcpspno, dovevano essere il doppio. Cosi noi abbiamo creduto che sarebbe stato non conveniente fare subito l'aumento di capitale, per quelle 5 mila azioni della convenzione, aumento che si sarebbe risolto in un danno sul mercato finanziario per noi. E fu perciò che facemmo l'abrogazione della convenzione. — Non le pare che se loro avessero awer- ' tito gli azionisti e il Consiglio che non volevano fare quell'aumento di capitale delle 5000 azioni, per un ipotetico migliore aumento di capitale dopo gli utili del 1907. forse potevano essere di diverso parere accontentandosi dellovo di oggi piuttosto che della gallina di domani? — Noi all'assemblea abbiamo dichiarato le cose come stavano. Del resto non credo affatto che gli azionisti avrebbero ragionato diversamente da noi, — Perchè consegnarono al Figari, che sapevano loro concorrente, cinquemila azioni non vincolate, ciò senza un corrispettivo utile,,»perchè era il Figari che voleva transigere e,tiche faceva delle proposte? Non è troppo av-B ventato il credere che un corrispettivo ci-sialpL , . . Ip-No, no: siamo stati degli ingenui. Noni-1credevamo che il Figari avrebbe giuocato al >iribasso.Se avessimo avute intenzioni menp ^che oneste, non avremmo fatta l'operazioneivcoll'asslstenza degli avvocati Rolando-Ricci e V. Ferrari. Il comm. Scarfiotti, alle insistenti domande del Presidente, finisce di esclamare: — Ma se In questo affare qualcuno ha perduto, slamo proprio stati noi : lo e Agnelli. L'agietaggio Il Presidente interroga poi il comm. Scarfiotti sull'accusa di aggiotaggio... — Io non ho mal divulgato notizia falsa per far ribassare od alzare il valore delle a crTnfi'3'fg. szioni. Nè io mai mi valsi a tale intento del-1 ml'opera del Damevino. ' — Perchè hanno fatto lo spezzamento dei: etitoli? Non fu per speculare più facilmente; a6ui titoli? — Perchè eravamo allarmati dell'aumento del prezzo dei titoli, e creammo cosi un calmiere, altrimenti non avremmo più potuto dare un congruo dividendo. — Ma se lo davano per 1 titoli spezzati, che non erano altro che la suddivisione dei titoli ;interi... La somma degli utili non varia, |._ — Noi volevamo anche rendere più popò- ^dari i Uto* DeT&rt^ ' Sindacati, l'ho fatto neU'interesse e nella di- f. fesa degh_ario_nisti._Io cif ho jiemprerimesso. l— Ella non sparse voci contraddittorie du- r1 rante e prima della combinazione Ansaldi? | la — Ma quell'affare fu trattato dalla Banca se Commerciale, ed o non ho mai saputo nulla I delle trattative. L Ansaldi era contrario allo-jn aerazione e la Banca Commercialo s'era prò-1 «osta lei di persuaderlo e condurre a ter-1 faine l'affare. " n comm. Scarfiotti esclude con molto caloro che la .Società abbia fatto speculazioni sui tìtoli e afferma che questa restò sempre estranea ad operazioni di borsa, ©ice e protesta di essero stato sempre, come presidente, riser- Vattimo su tatti i contatti, senza mai ma¬ gniflcàre ed esagerare. Col Damevino *pecial- mente ci siamo sempre tenuU più ohe con «mi altro riservatissimi. I sindacati furono sempre fatti in difesa degli azionisti e per aLrlb^si: àV™ &lanel° $ HKEPStifc StaSPSi.MSSJSE?8^!^ £r«™™?3eìì?, azioni' per poi coraPi;are «ueste d«lla cria1' v«D<tel« * IO» l-lre le mie azioni — esclama il comm. Scar— e ho potuto salvare la «Fiat» dal iaUimonto. Non le ho più comprate. Ciò av«,enlva neJ secondo semestre del 1903. Non ahbianio mai presa la partecipazione degli utili (720.000), che per diritto statutario ci vetyjva. Li abbiamo lasciati a beneficio della Socijetà. La «Fiat» non ha mai create Società senza basi industriali, a puro scopo di specu- lazioni. La Società Carrozzeria Industriale è floridissima, la Brevetti Fiat funzionava ottimamente; Villarperosa va magnificamentebe- ne. .Là Fiat-San Giorgio ha una posizione solida e potente. Splendida la Garages Riuniti... E con questo elenco di Società, di cui il cpmm. Scarfiotti illustra le solide condizioni, 81 chiude 1 udienza antimeridiana, Udienza pomeridiana L'interrogatorio del cav. Agnelli Oggi alla P. C. si è aggregato come procu¬ ratore l'aw. Guaita. Il pubblico diminuisce sempre più. Il dibattimento cosi procede sempre più calmo ed in ambiente sereno. Dopo brevi domande rivolte al comm. Scarfiotti dall'avv. Grassi, domande che danno occasione all'imputato di ripetere che un '-ero ufficio di presidenza non esisteva, il presidente inizia l'interrogatorio del cav. AgrielB. _ En.a è gia-stato condannato? _ si per contravvenzione: eccesso di veloClta guidando un'automobile. _ Vuoie dire quaicosa sulla toquidazlone e sull'inventario? _ La inumazione era imposta dalla neces_)tj di nnrta™ anìS alta cifrali caDitale Do~Ò ^pettarè^in m^f per *vSr?^a£ Pro^^ dell'assemblea. L'inventario era 6 ^^^^^S^SS^^^SS^^^y*^ - 13tE^^^JSmmE3S?**!2& — Spignoro; tutti i pezzi d officia furono controllati, lo potranno dire il rag. Folhs ed altri testimoni. ~ 5,* Prezzi* —Giusta ed equi: stimata ogni cosa iu fatta con regolarità. — La liquidazione era per rinnovare la Società? — Certamente. — Ci furono delle svalutazioni nell'inventario troppo forti in confronto a quelle del 31 dicembre? — L'inventarlo è la verità assoluta. — Il costo di produzione del 1907 era proprio superiore a quello del 1906? — Sissignore, perchè anche la crisi con corse ad accrescere il costo della fabbrica¬ zione delle macchine. — L'ing. Enrico veramente direbbe. Ma il comm. Agnelli interrompe: — L'ing. Enrico è un valentissimo tecnico/ ma certo non un abile contabile. — Sono esagerate lie partite dì credito « Brevetti-Fiat». A 138 Hre le Brevetti-Fiat non erano quotate troppo? _ Le avevamo collocate l'anno prima a 175. iB Borsa valevano 260. Dunque la valutazione aj 138 lire non è eccessiva. Dal resto era un ««Ho Quello della Brevetti-Fiat facilmente col- ibcabili e vendibile rjgf*Cam^rano?% Quanto tempo impiegarono per fare questo inventario? — Sei o sette giorni. — L'inventario e il bilancio 1906 da chi furono fatti? — Dall'ufficio di contabilità e dal ragioniere Broglia. „ _ — Era allora impiegato il Broglia della Società? — No: era impiegato ai « Garages Riunla ». — Chi dava aa valutazione dei titoli? — Io col presidente e vice-presidente; e cosi pure per le riserve e per gli accantonamenti. — Oltre alle svalutazioni, hanno messo un carico di spese generali nel bilancio. — Per un criterio di conguaglio. — Le Brevetti Fiat furono svalutate troppo poco.... , ■ •- — Ma questo dipende da criteri o da fiducia speciale dei compilatori del bilancio. — E la grande svalutazione dell'Itala neLa partita di giiro perchè fu fatta? Non era inu- » tile? e quindi fatta 60la per impressionare? _ oh no non fu certo fatta per questo scopo D'altronde opportuna fu la svalutazione: poichè le « Itala » precipitarono poco dopo. -1"?: pJ£hè £^ primi anni furono morto riite6ttt wffil! concessione degli utili, e poi In^i^«^ono^ioT veC6 largheggiarono anni j— Perchè In princlplo'volevaimo fare la Società grande. Non avremmo poi potuto portare la Società a proporzioni iperboliche. T _ perchè nel 1906 non fecero più accantonamento delle imposte? — Perchè si ebbe il criterio di pagare le un- filósi» neWaano,«^:?^##S^2|i eli riserva e s»i 3905 occorreva fare del fondi ui «»» "» ■= — fecero cosi anche questi accantonamenti che gassarono sotto la voce « d'irnr^sta » . - Anche nella relazione aliassernblea sono,state esposte eia-costanze non esatte special-Tmente negli utili lordi industriali. |— I periti dimostreranno che la cura era esatta. — Negli utili industriali hanno compreso anche gli utili deU'assorWmenfo Ansaldi, ecc. ? iNossignore. Sulle svalutazioni . r „ ara-kitarlNM del bilancio 1907 corri- ^*Sm9® SSSSS^&tedttOTiT S f^kf^-^f^^.M^^^ liquidazione^ _fujlm^ realtà del momento e dello condizioni del- l'industria. Se la crisi continuava par sei me- si, ia industria era finito. _ perchè nella «dazione dell'assemblea non nanno messo in chiaro la situazione ed espo- 1 sto come stavano effettivamente la cose agli 1 azionisti.T r e » l n à - è - l , / n e n o a a - : . Noi abbiamo detto tutto quanto era possibile. Agli azionisti non portavamo via nulla in concreto, perchè mutate le condizioni di quielle svalutazioni sarebbero stati reintegrati. _ — Perchè non hanno messo in evidenza queste svalutazioni? — Sì, abbiamo messo in luce ile principali. P. M. — Come va che in istruttoria lei ha convenuto con il presidente bcarfiotti che le svalutazioni furono fatte per imposizione dei creditori? Agnelli : — Abbiamo tenuto conto anche della volontà dei ereditari. Ma nessuna imposizione di questi ci avrebbe" indotto a falsare i bilanci. CavagHA: — Furono svalutazioni concordate. Agnelli — lo non mi sarà» però mal prestalo a fare delle svalutazioni che non corrispondessero a realtà Cavaglia — Quando intervenne il Broglia nella compilazione del bilancio del 1906 il lavoro di raccolta del materiale non era già stato fatto dal ragioniere Bergadani? Il Broglia non intervenne nel febbraio? I — Sissignore, cosi mi pare. . Avv. Floris — Negli otto giorni in cui si compilò l'inventario le macchine restarano ferme? — No. Presidente (ad Agnelli) — Che può dire intorno all'operazione Figari? — Il Figari è persona potente e abile. Avere nemico il Figari in una industria è molto seccante e noi eravamo minacciati da un attacco del Figari stesso. Erano già Intervenuti jnolti intermediari. Il Figari, quando, ci abboccammo, ci propose una intesa commerciale. Noi ci tenevamo ad avere l'amicizia del Figari e intavolammo^ le trattative. Il Figari volle 19 azioni subito e ci impose anche la parte poco simpatica di sostituirci, fò e Scarfiotti, alla Società per dare le azioni al Figari Fatta l'operazione, io subito, per attere un testimonio, lo dissi al vice-presidente Ceri an a — Caniana dice di no. — Ceri aria è padrone di dire quello che vuole. Agh altri amministratori non ho detto nulla, ma è improbabile che essi non lo sapessero, perchè erano entrati nella cassa del la Fiat due milioni e le azioni Stala. — Ma perchè hanno sempre fatto credere ad un'anticipazione fatta dal Figari? — Io ero tenuto al segreto: quindi dovevo trovare delle scuse. L'abrogazione della convenzione Figari — Perchè e come hanno fatto l'abrogazione di questa convenzione col Figari? — i consiglieri Ceriana e Ferrerò disapprovarono l'operazione, dicendo ohe essa dava carattere d'affarismo alla nostra azienda.'Io mandai allora l'aw. Ferraris per abrogare la convenzione a Genova col Figari. Questi volle un conguaglio di 75,000 lire d'interesso. Noi non pensammo allora a fare un aumento di capitale, perchè non ci pareva momento proprio quello per mettere sui mercato trentaimi la azioni, in vista che questo aumento si sarebbe nell'anno prossimo effettuato in—migliori condizioni, date le previsioni di un raddoppio di utili — Come va che loro cosi pratici d'operazioni di borsa.... '— Mica tanto I mica tanto t — Abbastanza 1 Abbastanza! Come va dunque che loro si sono fidatì di una persona, che sapevano nemico, come appunto era ii Figari? — Noi credevamo di propiziarcelo. 11 mio ideale era di noi restare alle cure dell'azienda j industriale ed al Figari affidare quella finanziaria. E d'altronde sarà dimostrato che tanto 'dalla convenzione, come »wrnbrogazione lo non ho avuto alcun vantaggio. Io avrei potuto venderà le azioni direttamente al Figari, senza passare per nulla per la Società. SS Ih ho ■versato i denari alla Società mi pare che le mie intenzioni non potevano essere messe in dubbio. Del resto sarebbe stato stolido per un guadagno personale prendere una via cosi storia... Bisogna fair presto... I Anche 11 comm. Agnelli, che si è difeso con Calma non sempre scevra da un po' di caustica ironia, nega assolutamente che la Fiat abbia avuto partecipazioni con altre Società non a basi Industriali e solo per speculazioni di Borsa E nega anche con calore d'avere avuto a cooperatore il Damevino nelle pretese speculazioni. p No, no. creda presidente, che io, Scarfiotti e Damevino non abbiamo costituita la... società a delinquere cui la sentenza della sezione d'accusa vorrebbe lasciar credere. a- I sindacati — Tutti i famosi loro sindacati non erano delle vere coalizioni per dominare le quotazioni m Borsa? — Erano sindacati molto platonici: perchè avevano possesso d* tre o quattromila azio n. i— E allora ohe scopo avevano questi sindacati? — lo sonc stato sempre avverso a questi sindacati. Essi c'erano ma in verità, non servivano a nulla. — Ma Scarfiotti disse che erano per sostenere i titoli. — Può essere, ma in realtà servivano a poco. — Ma come va che questi sindacati esiste- 2|Tniio proprio quando i" titoli erano ascesi ai i maE™--: nlV7vi 7 , — maggiori mezzi 7 e U1^«J°^ — e che può dirmi sull'accusa mossale di o, mQPerchè fatta la riduzione -Tael valore ieM | _ perchè più le azioni sono piccole più a !Sono laciimente collocabili. Ed è Interesse d'una Società di potere smerciare più azioni o 'possibili. Noi eravamo preoccupati ■«ella com ? i merciabUltà dei tìtoli, i quali an andavano assumendo prezzi troppo ingenti. — Non fu fatta, questa riduzione per avere loro molte azioni a disposizione per'j loro - 8*vw'chi di borsa? &te'Z £ol£^& KjeToTorffi Sche sulle azioni di altre Società. ^ ™ Noi abbiamo fatto le trasformazioni a se cond_a i bisogni dell'industria. - _ Non ha ella propaiate deiHe notizie ten- - denziose suii'aflare Ansaldi a scopo da spe cuiazione di borsa? n — E' un magro affare spargere delie voci o- etnsai perchè se qualcuno guadagna non sarà SSpLpsasaupmrAmbdifzgsvto1edecmddtscrrsrriricaidecdgrgnApilssrsap1gdevdnefIbcartrbqesrFvVzdsrBps•pnqiatifdrlscscsndtgmc £ »t^nofca2t?' w Pwde es leggera te-vita. JL?^°J° d^ r08*° «»n ho mia mésso ih f^toahf V001 ? a^8u? ^ttaonloTml Prop%JM 10 Cbe 10 tetto ^mm i..T.tNel pacato di reintegrazione, che fu duto?m° sindacato.' nanno guadagnato o p!"' — Non lo so, domani verificherò. ! m» '«ir „T<A?/° nanno negato la partecipazto-' S^..^? !Klend.e che non avevano basi ^ndu-: t&f1!' il5fndo. che tutt1 te aziende cui ìa' Fiat partecipò furono floride. Ma te floridezza! attuale non può contare : bisogna risalire aite SSSSgggg. d6,Ue aziende nel tempo In cui le\, partecipazioni avvennero. . ;W, — Tutte te aziende avevano basi industriali I Le 9 aziende cui partecipammo hanno reso' ' per 60 milioni di lavoro. Noi non siamo responsabili del «fumo» fatto in borsa. Noi non.p1 abbiamo fatto del fumo. Se un azionista aves-' se sempre tenuta te sua azione, ora avrebbe' ancora l'azione al suo valore di 200 lire con' un reddito annuo medio dell'85,25 per cento per I dieci anni d'esercizio. Questo non è fumo) signori! I L'aw. Floris interpella l'imputato sulle garanzie dei contratti con gli agenti. 14 cav.: Agnelli dice che disgraziatamente non sono V milionari che fanno gli agenti e molte volte bisogna loro fare dei «fido», invece che chiedere dèlie garanzie. — Allora farei anch'io l'agente. ; Agnelli (prohto). — Se avesse te capacità,1 il che non credo, chissà che non si potrebbero fare degli affari! : — Non avvenne talvolta che per impotenzialltà della loro azienda non furono consegnate le macchine vendute per contratto? —- Delle mancanze d'impegni ne avvengono' sempre, anche a dispetto eli tutta la buona volontà. E cosi terminano questo laborioso interrogav torio' e l'udienza ad un tempo. CINI. •

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