De Felice al Procuratore del Re per avere tradito segreti di Stato

De Felice al Procuratore del Re per avere tradito segreti di Stato De Felice al Procuratore del Re per avere tradito segreti di Stato sull'azione di guerra verso Zuara ' Roma, lo. seta. Il prefetto di Palermo, per ordine rice- dal Ministero aeWinterno ha defetUu , , . , „ _ ,. °' procuratore del re l'on. De Felice per '« pubblicazione compiuta nel Giornale di Sicilia di una lettera da Tripoli, in data 5 aprile, rilevante i preparativi di una ini portante operazione militare 'in Tripoli ianiQ^ . . . ."— .. .. „ L, ... . ! J*J> à^J**\™- %J™.£? ™* zelante e industrioso giornalista operante m teatrQ deUa guerra; mft e c(jrt0 ohe con ja sua giustamente incriminata lettera al Giornale di Sicilia, egli si è dimostrato il peggiore degli italiani, anzi ha dimo strato di non essere affatto un italiano, Ha commesso un vero reato contro lo Stato, il reato precisamente contemplato dall ar- tiCQlo ìm*deì Codice Penale> qua,e puni. sce con la reclusione e la multa » chiunque «rivela segreti, politici o militari, concer « nenti la sicurezza dello Staio, sia comu « nicando o pubblicando documenti o fatti, «ovvero disegni, piani o altre informazio « ni, che risguardi no il materiale, le forti(ideazioni e le operazioni militari, sia age- «vòfandone in"qualsiasi modo 'is'eogni « zione ». Perchè il lettore giudichi della gravità della cosa e della giustizia del provvedimento governativo (ora che, a fatti compiuti, possiamo farlo senza pericoli) riferiamo i passi più salienti della lettera dell'on. De Felice, spedita.da Tripoli il 6 corrente e pubblicata nel numero del 7-8 aprile dal Giornale di Sicilia, sotto il titolo: «L'oc eupatione di Zuara — Un Corpo di oceu Pozione scortato dalla squadra ha lasciato SS^^»^f*KKSiS a:ione comoinata)U A pt>- p0. £in. testazione, l'agente incaricato di fare più c meno direttamente la spia al nostro ne- roteo sulle mosse e i piani dell'Italia in 1 guerra, deve essersi fregato le mani dalla gioia e deve aver ,iivorato le tre co- lonne di prosa defeliciana con crescente soddisfazione nel vedere come la corrispon denza svolgeva particolareggiatamente l'in tereasante Tema enunciato nel titolo. L'ono revole De Felice, dunque, comincia col di- re che a Trip0li'c.e da qùaiche giorno «0 dor di polvere» e molta «elettricità guer resca » nell'aria ; quindi si affretta a spiat 'tellare i nomi delle navi giunte nel porto 6 a rivelare — non importa se con poca 0 K^àMoaZ* ~ ^ formazione del Corpo i J? pszfomscmc■scresemPdpmrePndnSvacncasvZtete..phfncesddgpaszsattnicsddsZPoàatodfS Sono Wvató I?ffi1tófl'Addai la caT di Ctonia ritte la St ném ni ere a^àS»MiffiS^ric!e«£iSr AUionT^Ciano JSm c^^T^?*M „ fL?ai L ' àróftdn tòerocik al tó &noVo^uoV? Wdi ^ formato a Tripoli e in Italia, si compone: a j^^&Pra^ìorf16 formata io ditaWanedal n |g"fanteria dal 701>f dì' aìtti due reggi- r menti, con .la: relativa artiglieria; dal 23.o fan- ^ ^0^^^^^^^ &: SS, battaglioni *BL 3^0? già di stanza qui', di = m^^,^^^^^^^^ a 2^'^^lg^^ba^^a^oSimS m «tó!^ che prese parte ^1>>^„<>M ^ Af»<™8;,,£?71? SSÌ^àtì wòltano i %™%%rTé^TJ%*£&a*%^% ^ ^^hr^tmW^^^SS I lf°y5J&.£LUS £vwS? a* teLnòrtà^nSìttore c ^M.^^nodS^a%JSe E ■ quattro zatteroni, imbarcati sul Sannio, e de-1 O stinati ad operare lo sbarco.. 1 L'imbarco delle truppe di Tripoli, già co- \ nei giorni precedenti, tu affrettato ( ieri, completandolo nelle prime ore antimera- te diane di oggi». r quì l'on. De Felice, « preso da una com- d mozione profonda» nell'assistere all'ini- dello Stato Maggiore del gen. Caneva, una i letterina per ottenere il permesso di « im- Darcarsj sulle navi che trasportano la spe- dizione, come deputalo », non dimentican- do di tirare in ballo la « funzione parla- mentare ». Senonchè, il gen. Ciancio gli ri- sponde cortesemente con un rifluto_ «jpoi |Vrebbe dovuto richiamare l'on. De Felice Mad una più esatta considerazione dei suoi doveri di cittadino, di giornalista, di de- putato, avrebbe dovuto indurlo a riflettere sulla necessità del riserbo e della discrezione; invece egli non si scoraggia, grida forte.: « Non soh uomo da fermarmiai primi ostacoli, iol », e intanto che si prepara sollecitamente « la sua spedizione », visto che non Io si vuoi far partire sul trasporti militari, passa alle rivelazioni più gravi e compromettenti della sua lettera: ■■«"Ma dove avverrà lo sbarco? Nessuno lo sa, .per quante ricerche io abbia fatto. Molti credono a Zuara. Io non lo credo,- però. Zuara ò troppo 'fortemente 'trincerata per potere essere presa dal lato dal mare, operando uno snarco sotto il fuoco di trincee, cosi a lungo e così fortemente preparato. Zuara inoltro è molto lontana dalla nostre posizioni attuali Per poter fare un attacco simultaneo, inviando le nostre truppe a rinforzare lo sbarco, pop occorrerebbero meno di 7 od 8 giorni di marcia; 0 non fare un. attacco simultaneo sarebbe un grave ed imperdonabile errore Perciò Zuara no, Zuara non sarà, sparo. Il nostro puanio di sbarco. Dove sbarcheranno dunque le nostre truppe? Ecco llncogotta. Le navi sono partite per destinazione ignota. Studiando però la costa in compagnia di un vecchio lupo di mare siciliano (!) che ha 40 anni di navigazione nello coste tripoline, e che la ha frequentate tutte palmo a palmo, conoscendone minutamente la insenature, t ricoveri, i ripari ed i nascondigli, pervengo alla convinzione che lo sbarco non po*rà essere fatto che a Tripodi Vecchia, [Sabrala), vale a dire al di là di Zavla ed ad di qua di Zuara, vicino a Zuaga. in un punto sufficientemente riparato dalle onde frequentemente tempestose * Infine, l'on. De Felice, lasciato il suo ... «vecchio lupo di mare siciliano », che probabilmente (e 6ia ringraziato Dio!)... lo ha ingannato sul luogo dello sbarco, «voi- fe non senza un po' di pittoresco, il piano ell'azione imminente:' « Dinanzi a Zuara si presenteranno — se non si sono già presentati — j trasporti su cui viaggia il corpo d'imbarco, accompagnati e seguiti dalla squadra, e si schiereranno — se non si sono già schiarati _ in posizione di sbarco, appoggiati dalie unità militari e dalle torpediniere disposte in linea di battaglia. I turco-arabi, nascosti nelle trincee 00perte, hanno aspettato lo sbarco, pronti ad accogliere le nostre truppe appena tentano sbarcare, quando ancora sono ammassate sui zatteroni. Se non che, è tardi, il sole tramonta, si avvicina ia notte e lo sbarco è rimandato allo spuntare dell'alba del giorno seguente. I turco.arabi si asserragliano meglio, aumentano le sentinelle per evitare sorprese notturne e aspettano l'alba. Se non Ohe a tarda notte il Mlnas, il Bulgaria, il Sannio ed il Verona. che sono collocati in terza fila, a maggior distanza dalla spiaggia e a lumi spenti, prendono 11 largo e partono silenziosamente neidestinazione ignota, seguiti da una parte della squadra e da un gruppo di torpediniere- A Zuara rimangono i trasporti Rina, tibia. Tri- f^«tó « La00r- dal resto "della e delle torpediniere, a lumi e a fuochi La m susseguente, prima di far Morno'J trasporti e le navi partite si presen- tón/J a TriPoli Vecchia, gettano le ancore ra ^r^At^X^^mtcZ a nemico a 33 miglia di distanza, possa aver ne noUzia e riaversi dallo stupore. Contempo radamente, da TWpoW, una divisione si a ^fdttà Sa^^iaa^8»-bS^^ìÌ» d^Àe &tòes^da«f. ì =tó«SSt^ ^gne^di^nlf ^ aTWm?«ffi marina, continuerà per Sayad, Gaie, Lemayr. ^t^^h&^^^Z^ in una volta, con un colpo di ardimento de ^S^Ì^^'W^mS^ Iffi^f^tódo^e^là^aSSSw colla sua occupazione: mentre ci darà oltm Ef^S. »igen«Wn§?è 1 Onor? ^agli organi?zatori mteuigenti 1 onore 1 , , ' _„„ a -t Ousta la lettera dell on. De Felice, scrit (a ctaque giorni innanzi l'inizio deU'impor- tente azione strategica, che, a quel che pa re dovette essere già rinviata a causa di - dannose indiscrezioni giornalistiche. Ma - nessuna fu mai più grave nè più pericolo- a ia vigilia di un'azione guerresca, rischian - do di rendere un gran servizio al nostro - nemico, perpetrando, ripetiamo, un vero - reato contro la Patria, - Il provvedimento governativo che defe- - risce l'on. De Felice al Procuratore del Re i è dunque, più che legittimo, doveroso; ma e Felice sul teatro della guerra; se clemeni tari ragioni di Stato non impongano la - sua immediata espulsione da Tripoli.