La situazione militare e diplomatica secondo il corrispondente romano del "Temps,,

La situazione militare e diplomatica secondo il corrispondente romano del "Temps,, La situazione militare e diplomatica secondo il corrispondente romano del "Temps,, L'intensifìcazioQe della guerra L'azione navale - JLa condotta delle Potenze (Servizio lordale delia Stampa}. Pi 9 Parigi, 9, notte, bLa situazione dell'Italia ispira un lungo felegramma al corrispondente da Roma del Temps. n«Non vi riferisco — scrive il corrispon-!s'fdeat* del Temps - le voci che corrono in questo momento in Italia> perchè nQn gi appoggiano su alcun fatto preciso, dato il riserbo del Governo su quanto concerne la guerra. Si ha l'impressione che stiano preparandosi nuove operazioni, ma è inutile are previsioni, che gli avvenimenti potrebbero smentire. In attesa, non è forse inuti- riassumere la situaz|one militare e di. plomatica dell'Italia in questo momento ed j-atti cne si produrranno saranno più faili a comprendersi. Parliamo anzitutto della posizione militare dell'Italia nell'Anca del nord. «Gli itahani sono fortemente stabiliti in- orno a Tripoli in un triangolo Tagiura- Tripoli-Ain Zara, ed un attacco turco conro tali posizioni sarebbe indubbiamente respinto. Ad Ain Zara gli italiani hanno costruito un forte potente, sicché possono essere ridotte le truppe che occupano quela posizione. Le altre linee di difesa hanno pure bisogno di minoii forze che al principio della guerra, e si può affermare che delle due divisioni, circa 40,000 uomini, che si trovano nel territorio di Tripoli, una basterà per garantire le opere fortificate attuali, mentre l'altra può andare e venire come colonna mobile in un caso di movimento contro il nemico. « I turco-arabi hanno spostato la loro posizione. Dopo la presa di Ain Zara si erano ritirati verso il sud, serbando posti avanzati al Garian e ad Azizia. Ora si sono portati verso l'ovest onde proteggere le loro linee di approvvigionamento lungo il confine tunisino e fortificandosi a Zanzur ed a Zuara. Si calcola che il loro numero in questi punti ascenda ad una quindicina di migliaia. <( Data la posizione dei due eserciti avversari, è lecito prevedere che se l'Italia slu linee ui aujj confine tunisino si deciderà a prendere l'offensiva, le.opèl.azioni si svolgeranno all'ovest di Tripoli ^a avra iuogo quest'azione offensiva che potrebbe essere eseguita con attacchi com- binati per terra e per mare ed anche in delo ? £, quegta rinterro az,one che tuttJ si rivolgono in Italia. L'opinione pubblica chiede un gesto energico jn Libia o altrove jj Governo non si oppone, ma la resistenza viene piuttosto dall'alto Comando militare e sopratutto dal generale Caneva, che sembra preferire il temporeggiare all'agire bisognll confessarlo, non godi in qllesto mon,ento in Italia di una grande popolarità (?), giacché l'opinione pubblica vorrebbe maggiore attività in Tripolitania. » Quanto alla Cirenaica, dove operano du(j altr dlv,sioni rinforzate, le cose van- mcg]i0j yale a dire più vIgorosaniente grazie ai generali Briccola e Ameglio. A Tobruk, Derna, Bengasi, ogni volta che i turco-arabi si sono presentati sono stati re spinti sanguinosamente. In riassunto, è nel territorio di Tripoli che un'azione offensiva ft maggiorrnente necessaria, perchè è là che j turchi propriamente detti sono in mag gjor numero. « Passiamo ora alla flotta italiana. L'I (alia, ha una flotta sufficiente per causare uravi danni .se non decisivi alla Turchia, L& preparazione e lo stato d'animo della màrìna sono ottimi ed i marinai non ai tendono che l'ordine di agire. Ma che cosa conviene fare dal punto di vista delln pnier rfj Si è parlato di forzare i Dardanelli. La squadra ha grande desiderio di cornpie- rc ^estQ .ltK n guaIc presenterebbe però dei rischi; che non sarebbero da affvontar si se non all'estremo e quando non ce ne ^S"^ ^1X^1^ pnss0T)o impedjre passaggio dello stretto gjurchè ci sono molti mezzi per toglierle, l|e dette personalità affermano che un bom- bardamento sistematico e progressivo dei forti più lontani colle grosse artiglierie naVflIi darebbe ottimi risultati. Le potenti unità della squadra potrebbero causare gua- sti ai torti, ma il duello più grave sarebbe fra i forti più lontani e le corazzate. mellnferg« Nonostante tutto, i tecnici credono che, salvo qualche perdita obbligatoria, la flotta italiana passerebbe e giungerebbe in buono, „stato dinanzi a Costantinopoli. Ma, secondo I t. 1 ' ri le voci che circolano in questo momento, el'ora di questo fatto epico non è ancora .tsuonata, giacché gli italiani tengono molto hoD 11 ci lm*r» IVI orino J~\ ti i-ì*i ìmr» li rvr\ i-\ n.p-r\r\t%l n r>n. , 3alla loro Marina e non vogliono esporla se non in casi estremi. Rimangono dunque, senza forzare i Dardanelli, altre operazioni da compiere in Levante. La tesi dell'occupazione di qualche isola nell'Egeo riprende favore, anzi tutto perchè è sempre utile formare una base di vettovagliamento della flotta, in seguito perchè è bene, dal punto di vista diplomatico e pratico, avere in mano dei pegni per renderli alla Turchia al momento della pace. Naturalmente l'occupazione delle isole non potrebbe essere fatta unicamente dalla flotta, ma un corpo di operazione sarebbe necessario all'uopo, ove si decidesse di agire La squadra italiana, pur risparmiando le città della costa, potrebbe anche smantellare i forti sul mare, bombardare le caserme, fare la guerra di corsa, ecc.; ma l'«ultima ratio» sarà sempre l'attacco dei Dardanelli. « Finora questo programma di azione non è stato eseguito, quantunque il movimento nazionale in favore di una grande guerra prenda sempre più consistenza in Italia. Il Governo è esso deciso ad un'azione navale? Alcuni leggeri indizi lo fanno supporre ma l'azione non potrà aver luogo prima che inqcMiigsvplntfile Potenze mediatrici abbiano abbandonato ! ogni speranza di conciliare le pretese turche e ile esigenze italiane. « C'è poi la questione diplomatica. Già qui tutti sono convinti della inutilità del l'intervento delle Cancellerie se questo intervento non è accompagnato da importan ti fatti d'armi, che possano modificare laistrdsdsituazione interna della Turchia e, per coniseguenza, lo spirito dei Governi dì Europa. L'opinione generale pensa anche che la | neutralità delle Potenze debba essere com- j pietà anche «e l'Italia dovesse estendere il j campo delle sue operazioni nell'Egeo. Le Na-1 zioni alleate e amiche non dovranno met- tere ostacoli alla libertà di azione dell'Ita-1 lia quando il tentativo delle Potenze sarà completamente fallito. Del resto la diploma- zia italiana sembra essere sicura di queste fpi^^ìofr^T .tut-° pw q1Va?t0Jrj^*rda! Irn^ d f £nJ;.lU,?IC0 *su,tato S Sn^XTtf H=0a; SS? Tri plice al momento opportuno, sembra sin i ^f,iSii?*tmar^ abbia É5"K$BS0 dVessere neutrale La Germania infatti non ha ere- duto di doversi pronunziare nè in favore dell'amica ne dell'alleata, ma di rimanere Imparziale. Quanto all'Austria, le sue ri- .serve per l'azione navale italiana non sono ora così assolute come prima. In ogni mo-| do l'Italia conta sulla neutralità delle sue'alleate come sulle buone disposizioni delle Nazioni amiche, sovra tutto di quelle che hanno fatto negli anni precedenti trattati speciali con lei a proposito della Tripolita- nia. L'Italia crede pure di poter contare sulla Francia, alla quale ha prestato un aiuto prezioso nella questione del Marocco e nessuno qui dubitò del suo aiuto ami- chevole come nessuno dubita del contegno simpatico della Russia ». «ì w„l„ „,eoa „„„„..„,,■„ L amicizia ItaiO-rUSSa progredisce,, Lo stesso «Temps» in un commento sullo relazioni italo-russe, scrive: « Non ò dubbio che da due anni le rplazio- ni italo-russe si sono costantemente rinser-j rate. Anche lo sviluppo della guerra attua- le lo può dimostrare se mancassero alti in-Jdizì. Fin dai primi giorni delle ostilità la;stampa ri^sà aWVà" espresseli timore che I il teatro delle operazioni potesse estendersi verso lest del Medlt«naneo e che l'equilibrio sempre instabile «elle cose orientali fosse turbato. Il bombardamento di Prevesa aveva causato questo allarme. Nel novembre, la partenza della flotta per l'Egeo giustificò nuovamente le apprensioni del Governo di Pietroburgo. Si congetturò die l'Italia volesse prendere un pegno mettendo le mani sopra un porto o un'isola dell'Egeo. Questa impresa, cui la marina turca non avrebbe potuto opporsi, non avrebbe mancato di eccitare le rivendicazioni delle popolazioni greche e di altre popolazioni cristiane non redente. Un movimento insurrezionale come quello di cui l'Albania era appunto stata il teatro, poteva scoppiare da un momento all'altro. Tutti i popoli balcanici erano pronti non attendendo forse che il segnale dato dalla prima cannonata italiana.. La concentrazione delle truppe austrìache sulla frontiera del Samgiaccato provava che questo stato di instabilità si estendeva anche nei riguardi dell'Europa centrale « E' dunque evidente che l'Italia, nella direzione della guerra, ha tenuto grande conto dei desideri russi. Senza dubbio, il Governo italiano può essere impressionato, oltre che dai desideri russi, anche dai con- !sigli della Gei-mania. E' vero, però, che astfwndrxsi rial nnrter* i inni rnlni «ilmin..astenendosi dai poi tare' ì suoi colpi sui puri- ti più sensibili della Turchia, l'Italia ha ;mostrato .una moderazione che è. piaciuta alla Russia ed ha ispirato al ministro russo l'attività mediatrice che si è manifestata già a varie riprese. Tutti desiderano la flnedella guerra. Vari elementi il viaggio del conte Rèrchtold a Pietroburgo, quello del granduca Andrea a Schoenbrun, la.scomparsa di Aehremthal, il riavvicinamento au-stro-russo, hanno contribuito a precisare lanrfMvwtn Vii 9fl7nnnff Renza dubbio biso-Sn^hf (^^tn^iviS à Jr« gna anche tener conto del viaggio del Re del Montenegro. La presenza di Re Nicola a Pietroburgo ha segnato indiscutibilmenteun grado più in là nella politica, che èstata definita nel 1909 dai brindisi pronunciati a Racconigi. Sembra, ormai, che l'azione italiana nei Balcani si ispiri alle stesse idee di equilibrio che ispirano l'azione della Russia. Gli incidenti recenti, specialmente la surrogazione di Zacharikoff; non fanno che sottolineare la tendenza di cui è prematuro giudicare gli effetti. L'amicizia italo-irussa è * via di progresso. Il ministro De Giers ha ricevuto senza dubbio istruzioni precise di cui sarà interessante notare le conseguenze ». 'indiscutibilmente" in

Persone citate: Ameglio, Caneva, De Giers, Re Nicola, Renza