Il protettorato della Francia firmato a Fez e tenuto nascosto alla popolazione

Il protettorato della Francia firmato a Fez e tenuto nascosto alla popolazione Il protettorato della Francia firmato a Fez e tenuto nascosto alla popolazione Il protettorato della Francia firmato a Fez e enuto nascosto alla popoaParigi, 3, sera. Giungono da Fez i particolari della cefiftotó^ LP Mentente. rS^he do "à "Ssar? '^.InCora del tempo ed a molti avvenimenti dovremo ancora assistere prima che la Francia possa dire di avere realmente in sue mani il vasto impero di Moulay Haftd. efispezaIl trattato firmato mentre si combatte 11 trattato, com'è noto, fu firmato il 30 marzo, ma non dal Sultano, il quale non ha l'abitudine di firmare documenti, ma dal suo ministro guardasigilli. Costui, peraltro, era molto ammalato ed era andato a casa ih tutta fretta a mettersi a letto ; ma un'ora dopo fu chiamato di urgenza al palazzo, ove fu condotto in gran pompa. Portava egli stesso un calamaio, una penna nuova e il.suggello. 11 documento venne da lui firmato e suggellato innanzi al Sultano, al plenipotenziario francese e agli altri ministri. Mezz'ora dopo il guardasigilli era accompagnato di nuovo a casa collo stesso cerimoniale e poteva finalmente porsi a letto tranquillo. L'annunzio dell'avvenimento non venne 'dato quel giorno alla popolazione, perchè si' sapeva che stava svolgendosi un violento combattimento fra le truppe scerifnane e alcune tribù ribelli dei dintorni. Siccome l'annuncio doveva essere dato con cento col pf di cannone, si temeva che il popolo aves •e a interpretarli come l'inizio di una battaglia sotto le mura della città e che fosse colto dal panico. Più tardi si decise, poi, di non festeggiare pubblicamente l'avvenimento per non urtare i sentimenti xenofobi, i quali considerano la inaugurazione del protettorato francese come un'abdicazione dello Stato. Il brindisi del Saltano ■<La sera, però, vi fu al palazzo del Sultano un pranzo ufficiale di quaranta coperti, a cui assistette il Sultano stesso. Nessuno all'infuori di lui e del plenipotenziario fran case e dei ministri che avevano assistito al la cerimonia, era al corrente del fatto sto rioo compiutosi nella giornata Per la prima vòlta il Sultano pronunziò un brindisi a tavola, improvvisandolo. Egli disse: « Sono lietissimo di aver ricevuto la mis' sione francese a Fez. Tutto il merito dei ri sultati ottenuti da questa missione spetta a-voi. Sono riconoscente al Governo francese di aver mandato In missione e sono particolarmente lieto della scelta fatta Mi con gratulo per il modo cordiale ed amichevole con cui avete adempiuto la missione affidatavi. Non sarete stupiti se continueranno buoni rapporti tra il Governo francese e il Governo sceriffiano, perchè questi buoni rapporti esistevano gin tradizionalmente, Auguro che in una collaborazione più intima il Marocco e la Francia abbiano a trovare qui piena soddisfazione dei loro inte ressi ». I berberi della montagna daranno da fare alla Francia .Date le circostanze, il discorsetto del Sul tano rivela una certa finezza diplomatica Più tardi il Sultano ricevette l'inviato speciale del Matin, a cui disse: «La Francia potrà compiere la sua opera al Marocco colla dolcezza, la persuasione e la bontà. Occorre che eviti i procedimenti troppo solleciti e violenti che le darebbero un successo lapido, ma superficiale. La Francia è una nazione potente che potrebbe imporre il suo regime colla forza, ma in tal caso dominerebbe il popolo col terrore, ma non si guadagnerebbero i cuori, che si ribellerebbero alla prima, occasione. La Francia è una grande potenza mussulmana che ha dato prova della sua generosità e della sua mira bile conoscenza dell'islamismo, ed i cui procedimenti sanno adattarsi alle circostanze. Nutro, perciò, piena fiducia in essa e nei suoi metodi ed ho la coscienza di agire non solo nell'interesse del mio popolo, ma secondo le parole del profeta. Non ha egli imposto" di fare tutto quello che può migliorare le sorti dei mussulmani ? Queste parole pronunciate tredici secoli or sono, sono eternamente vere ». Il Sultano aggiunse che a suo parere gli arabi della pianura accetteranno di buon grado il protettorato, ma coi berberi della montagna bisognerà dar prova di energia. e diquPogngealtmcluseIGa8rchtinGecenèundopoimcoansczolaTqqulerizi1 usoa il stsilaI« zitrlenzodlaqvluomràCchil Governo provvisorio cinese trasportato a Pechino Londra, 3, mattino. ; 5 Telegrafano da Shanghai, 2, al Times : « Dopo una discussione animata l'assemblea ha accettato oggi con venti voti contro sei il trasferimento del Governo provvisorio a Pechino. E' stato deciso che i aottosegre■ tari di Stato del Governo di Nankin saranno mantenuti nelle loro funzioni anche sotto il •nuovo Governo. Questo fatto indica la potenza del partito rivoluzionario, che è riuscito a fare entrare quattro membri rivo..luzionari nel Gabinetto, mentre due sollauto fra le personalità designate da Yuen Shi Kai ne fanno attualmente parte. Gli altri tre sono stati scelti all'unanimità. La nomina di Tuang, Hyi Yui, ministro della ^guerra di Nankin, come capo di stato maggiore avente il suo quartier generale a ;Nankin e come comandante delle forze del sud, mostra l'influenza dell'elemento militare nel movimento rivoluzionario e la decisione di questo partito di non correre il rischio di vedere i risultati acquisiti compromessi dalla centralizzazione del potere nel nord». 23trpdlaI p1dlatacacE„mtad«cfamea•mci-cgaqrtdzCDdEA.\mBSat£—c

Persone citate: Moulay, Yuen Shi Kai