La roccia infocata

 La roccia infocata La roccia infocata (Dal nostro inviato speciale nel Mar Rosso) Uns combinazione fortunata mi mette in grado di tentare di avvicinarmi al territorio splache è presentemente il teatro della lotta fra fiaSaid Idriss da una parte e i turchi e i loro si momentanei partigiani dall'altra. In una unmia precedente corrispondenza accennavo pusome all'infuori dei limiti del ristretto blocco tudi Hodeida, gli scambi commerciali, benché tuin misura infinitamente minore di quello Olche avveniva prima della dichiarazione di naguerra, continuano. Alcuni piccoli vapori stappartenenti ad un indiano parsi, le stesse tunavicelle che ai tempi non molto lontani, padcl resto, nei quali la nostra colonia del peTicnadir non aveva neppure il modesto o- a nore di essere congiunta alla madre patria mcon una linea di piroscafi nazionali, face- pivano il -servizio fra qui e Mogadiscio, por- l'Htano mercanzie e anche il corriere postale riturco per Hodeida e Sanali da Aden a Selif bapresso l'estremità settentrionale della linea dedi blocco. E da Selif le navi procedono per «nLoheia, Gisan, Konfida, sino a Gedda. \uoE' superfluo aggiungere che questi pirq- J orscafi estemporanei che battono bandiera in- unglese escludono rigorosamente merci e pas- quseggeri di contrabbando, perchè appena indoppiata la punta di Sceik Said, dove vive mancora qualche ostinato cannone turco, tro-yevano infallibilmente una vigile nave no-\rarastra che li visita da cima a fondo, esamina ed interroga i passeggeri arabi uno per uno e non lascia ripartire la nave se non è ben certa che il suo viaggio non ha altri scopi che gli scambi tollerati dallo stato di guerra. Secondo di bordo tra equipaggio arabo Orbene, è già stato per me abbastanza za difficile ottenere che Mr. Covagee, il ricco indiano padrone del vaporetto che partirà domani per Konfida, si persuadesse a lasciarmi imbarcare facendomi passare presso l'arabo equipaggio come secondo di bordo, poiché andarvi in altra guisa equi intul'Opuledigotrnuchquvaleva a cascare in mani nemiche. I turchi daper quel che possono non vigilano meno at- Tlentamente di noi. Soltanto non potendo presercitare cotesta vigilanza sul mare si li-\ è numsuzichtoindiancoiniluno a quella che si può facilmente fare nei punti toccati dal vapore. La presenza inoltre di un passeggero europeo su cotesto navi, di questi tempi è una cosa cosi poco persuasiva che nessuna abilità di finzione, nessun passaporto falso\toavrebbe impedito la mia messa fuori di circolazione. Chi può andare oggi a Konfida, a Loheia, a Gisan, a Gedda se non è turco 0 arabo ? E la protezione che potrebbe offrirmi la bandiera inglese del piroscafo è irrisoria. Noi abbiamo arrestato passeggeri sospetti viaggianti su navi neutrali, immaginate se i turchi non arresterebbero un italiano purchessia, vendicando prima di ogni cosa i tiri che ho giuocato loro nell'Egeo e secondariamente qualche turco non precisamente belligerante — si tratta di funzionari civili — che le nostre navi hanno arrestalo su di un vapore neutro e condotto a Massaua. Tutto questo, racconto, perchè quando questa lettera giungerà in Italia la crociera sarà male o bene finita. Un ostacolo però mi è stato impossibile superare, ed è il pericolo che non i turchi, ma gli italiani, ma 1 miei amici ufficiali di marina, scoprendomi e riconoscendomi nella inevitabile visita alla quale andremo incontro dopo Sceik Said e obbedendo agli ordini derivanti dalla inconcepibile disposizione presa dal Governo di impedire assolutamente ai giornalisti di interessarsi dell'azione dell'Italia nel Yemen o meglio nell'Assir, mi sequestrino conducendomi dagli altri miei ottimi, ma implacabili amici, i funzionari eritrei. Questa eventualità potrà sembrare da lontano alquanto graziosa per un corrispondente alla caccia di contrasti dilettevoli a scriversi e fors'anco a leggersi per la categoria dei lettori che amano il buonumore, ma non cessa di essere per me cosi supremamente assurda da farmi veramente dubitare della serietà di alcuui di coloro che passano per essere autorevoli consiglieri del Governo. Comunque, l'impegno è preso e domani si. parte. Sono stato già a presentarmi al mio comandante, al comandante del piroscafo, voglio dire, il quale piroscafo è una caravella di 300 tonnellate, esalante tutti gli odori di queste terre cosidette degli aromi. Ho trovato un uomo ragionevolissimo sopratutto dinanzi al luccicare delle sterline rappresentanti il prezzo delle sua buona volontà e il suggello di un ali right definitivo, venuto dopo una conveniente serie d'altri ali right intermedi. La nave non ha mai avuto un secondo ufficiale, non importa : da domani avrà me come tale. E se pure farò il quarto di guardia, regolarmente, mi guarderò bene dal modificare le patriarcali abitudini di bordo, proprie a questi piccoli battelli del cabottaggio arabico e somatico, dove i timonieri conoscono a menadito la costa, le rotte, i punti difficili, i dedali di scogli e dove il capitano medesimo è sul ponte soltanto agli arrivi ed alle partenze. Tra la roccia i il deserto La roccia di Aden è cosi tragicamente sterile, questo immenso bolide nerastro piombato si direbbe dalla zona degli asteroidi, questo cratere di vulcano spento, rappresenta cosi completamente la negazione della vita, che finisce per avere la sua bellezza e per suggestionare i nostri sensi attoniti di una impressione d'indicibile fascino. Il colore dominante è il nero: nere le pareti delle montagne, nere le strade, neri i declirpietrosi dove s'adagiano separati e lontani i vari quartieri che costituiscono la città. Non un filo d'erba in nessun luogo, non una sorgente. Il sole arde nel cielo ogni giorno per dodici ore con una intensità eguale durante l'inverno e l'estate, la primavera e l'autunno, durante queste divisioni deli; stagioni die qui nella uniformità sempiterna modificata appena dal regime dei centi oceanici, sembrano irrisioni. E il sole arroventa la roccia, arroventa Vario, e vi sono ore della giornata nelle quali, camminando per le vie sulla dura lava scottante, coi pensate che il grande vulcano cuquscclsianinHtacopspdl'dmdnddcdasPovtroe rsvbpdplamdd spento stia per riattivarsi, che i blocchi di lava rappresi in colossali stallagmiti sui fianchi delle creste che attorniano il cratere', si fondano, e com'è possibile che qui sorga una città, che qui vivano degli uomini. Ep pure gli uomini vi vivono e numerosi e di tutte le razze orientali ed occidentali, e di spEmdpc tutte le sfumature di colore di epidermide, c Oltre agli arabi yemenitici che predomi- q nano, ve ne sono numerosi delle tribù co-,n stiere dei Tihama dalla bibliche capella- to ture spioventi sulle spalle, alle quali ap- d partengono i seguaci di Idriss.. E' strano fa però che non si trovi ad Aden un idrissiano s a pagarlo a peso d'oro: sono tutti con 17-1 mam, uomini dei monti e uomini della-s piana. E vi sono i Beni Kahatan é genti del- li l'Hadramut e beduini dei confini di quel ter- s ribile deserto interno dell'Arabia detto Ho- n baa el Chaly (mare di sabbia), in paragone g del quale il Sahara può ancora passare per l «n territorio piacevole a percorrersi. Nessun a\uomo ha mai attraversato da occidente ad nJ oriente il Robaa el Chaly. Esso è veramente z una mare di sabbia. Una pietra, un corpo ■ m qualsiasi che abbia peso, lanciato o sperduto | a in quel mare, affonda e scompare rapida- c mente sotto le arene, sommerso nello spa-\lyentevóle oceano che solo potrà essere espio-^q\rato a volo. E' il deserto dei deserti. Gli a--crabi per indicarlo hanno le parole vaste che pindicano il nulla, l'indeterminabile, ilvuoto, Aden, città Infernale Con i beduini dell'Hadramv. t, Aden ospita tutta la gamma delle genti arabiche, dall'Oman ai territori di Bagdad. Numerosi pure vi sono i som.ali, i nostri miguirtini, le genti di Berbera, e gli abissini, e gli indiani, una casta dei quali, ì Parsi, detengono il monopolio dell'alto commercio, men- ddlIqcptre i baniani hanno quello delle vendite mi nule, e dicci e dieci altre varietà di genti nche le innumerevoli linee di navigazione che ; qui sosta.no, venendo dall'Estremo Oriente e, ld dall'estrema Africa meridionale, depongono. \n Tolta la guarnigione inglese bianca che]m presidiale fortificazioni di Aden (la fanteria n\ è indiana), gli europei non vi sono però anumerosi. La città è stretta da severe leggi Smilitari, ha il regime delle piazze forti, il nsuo commercio d'importazione e di esporta- mzione non è notevole perchè le vie più brevi che accedono all'altipiano yemenitico par- ■ tono dai centri costieri del Mar Rosso. Gli' inglesi non v'incoraggiano nessun sviluppo sdi progresso civile. Da dieci, forse da venti panni, Aden è immutata. E i dominatori vi sconducono quella insipida vita coloniale le n\tono dai centri costieri del Mar Rosso. Gli cui risorse spirituali si compendiano dalle quattro e mezza alle sci del pomeriggio nello nscambio - energico soltanto per quanto il fclima lo consente - di palle dì varie dimen- [sioni nei recinti sacri al tennis, al crichet e Hal foot-ball, e dopo nella immobilità, per un numero di ore inverosimile, dinanzi a più inverosimili successioni di wisky and soda. Ho sempre avuto poca disposizione a esaltarmi dinanzi ai segni della potenza inglese drasccosi diffusi nel mondo. Tanto più che al cposto di quei segni mi vìen fatto di scoprire spesso gli evidenti particolari della decadenza che mina il colossale organismo del Idpl'impero. Una cosa interessante qui ad A- • dden, dopala torre del Silennìo sulla som-imila della quale i Parsi mettono i cadaveri rdei loro morti perchè con il sole i falchi, i cnibbi, gli avoltoi li dissolvano divorandoli, ™dopo le famose Sanks, i grandi bacini dove ldovrebbe raeioglicrsi l'acqua di Un cielo dotmddcCche si annuvola e dà alla terra il conforto della pioggia una volta ogni cinque o sei anni, e dopo la concessione italiana delle saline che fa veramente onore al nostro Paese, sono le caserme, lo che ho negli occhi della mente le condizioni nelle quali vivono i nostri combattenti in Libia e si trovano generalmente sempre i nostri slra- ;„„,,*„,; „„„„ „ i,„u„\tordinari soldati in pace e in guerra in Italia1. e nelle colonie, non potevo ameno di ammi-\mrare con meraviglia gli ampi bellissimi caseggiati militari aperti a tutti gli alili del vento, confortati da ventilatori, con sale da bagno, di lettura, appartamentini separali per i soldati ammogliati... Già, perchè i sol-'dati inglesi, compresi i gregari, possono prender moglie, e lo Stato, oltre a pagare .lautamcnte il soldato, dà un assegno alla moglie e ai bambini, e le caserme prendono delle fisionomie inconcepibili di case di lavoratori della guerra evoluti e co¬ i i scienti. Come in tutte le terre sotto i tropici, i crepuscoli ad Aden sono brevissimi. vtasiE' l'ora più tollerabile della giornata. La'gmarina si popola di cercatori d'aria a piedi, pdi cercatori d'aria in carrozza, mentre dalle ziporte aperte delle due chiesette vicine, la pcattolica e la protestante, escono, onde di c canto, suoni d'organo. Passate davanti oìs- quelle porte: le chiese sono abbastanzapie-\S-,ne di gente di buona volontà, immobile sot- b- to lo sventolamento di due file di paneals, in- di ventagli da soffitto, che due piccoli negri o fanno oscillare tirandone le corde dall'co sterno della chiesa. -1 Dire con efficacia approssimativa cosa a-siano le notti di Aden potrebbe essere faci- lissimo, quando si riuscisse a tradurre la - sensazione prodotta sui nostri sensi' dal fe- noméno delle roccie arroventate durante il e giorno, che nelle tenebre irraggiano il car lore assorbito nelle ore solari per ritrovarsi, n al sorger del sole, in condizione d'esser di d nuovo arroventate. Una cosa quindi, deli e ziosa. Le camere da letto sono assolutao ■ mente superflue. Si passano sulle verande o | assopimenti brevi ed irrequieti, sognando - che le brezze primaverili, i prati, i boschi, -\le corolle dei fiori, l'acqua corrente, tutto -^quello che si dice che sorride all'uomo e lo --concili con la vita deve appartenere adun'e- e poca geologica scomparsa, formare lo sfon- atenrl'n, a i , - do di paradisi abitati da semidei. La terra della condanna biblica originale è questa. E la più orribile. Idris combatte per 11 suo Dio, non per l'Italia Quello che rapptesenta per noi Aden in questo momento è abbastanza evidente perch'io ne debba parlare ancora. E' il solo punto di Arabia, anzi di quell'indelermi¬ i i nato Yem™ dond,e * Possibile per noi ita- e ; e, liani assistere al drzmma rappresentato da Idriss, l'Imam Yaya e Izzet-Pacha. Ma \noi erriam?. quando Variando degli avvenie]mentt °raDl m Arabia, li designamo col a nome di avvenimenti yemenitici. Sarebbe ò assai esatto chiamarli avvenimenti dellAs- i Slr' fT, t ° * C°teSt? re3WnC Sltuata °X l nord dc\ Y™?>Jrf la c°sla ' la, catena - marginale dell altipiano, dove Said Idriss i j dovc 1 su01 ne™ci tendono a clr' - ■ .. . . . . , .. i' Al tre Personaggi del dramma arabico o suaccennati, un quarto è venuto ad agi pungersene da qualche giorno soltanto, lo i sceicco della Mecca Hussein, contro Idriss, e naturalmente i e Telegrafai della propaganda nvoluzioo nana tentata da Idriss nelle tribù intorno l f"a U™ca Questa propaganda avrebbe sor- [\to Pfr <fe"° l'intervento immediato di e HMS?em. che *« chiamato, a se fin le genti n ù a. le di Gedda e muove verso la costa contro il ribelle. D'altra parte Said Idriss dinanzi alla nuooa minaccia avrebbe dìtìhiaràto^rssere calunniosa l'accusa che gli si fa di combattere per la causa degli italiani. ì<*Jp l combatto per ilmio Dio », avrebbe egli detto e l In ogni modo è indubitato che la condizione di Idriss tende a diventare stazionaria. Il possesso ch'egli iia della costa e l'ausilio in- aadzd- • diretto che. gh possono dare le nostre navi, -imvedendo chv: 1 lvrchl c'r loro seguaci gli ri riprendano Midi c gli altri centri marittimi i chef s0»° "l 4"° »*«T«. "uscirà sempre ad , ™]ta-rgh un rovescio decisivo, via è indubi- ^e lal° clle la sua P0*™0™ non e tale, che giu-\ o dandola si possa inclinare al soverchio fottimismo LU-mcn e ni genera e l'Arabiaj ■ meridionale e stato sempre in lotta con i ; turchi. Il turco vi si è trovalo permanente-\ mentc odiato e combattuto da tutte le tribù ' della costa e delle montagne, che non hanno ^dato tregua alle loro rivalità sanguinose' che per lottare contro la dominazione di Costantinopoli. Oggi, in ultima analisi, i o i e o li li i a- „\turchi non hanno contro che Said Idriss, a1. ... . ... .. ,. ,. ' i-\menlre d rest0 dArabm k sosllene' Sorda ostilità ael a li intorno al nostro Consolato Questa, è purtroppo la situazione ve- l-'ra. E Aden, che è uno dei nostri centri o d'azione, dà di cotesta situazione un'imPia-, e .gine precisa. Il Governo ha mandato qui sutca ne o¬ mi funzionario eccellente, il cav. Zunini, già console generale a Bagdad, conoscitore P'*o-1 fondo dei turchi e degli arabi, patriota fervente [è fratello suo l'eroico maggiore Zu- pp nini, caduto da prode a Derno). Ma benché egli sia stato meco di una riservatezza assoluta, tanto da porre come condizione al rinnovarsi dei nostri cordialissimi colloqui, di evitare di accennare all'azione italiana nel Yemen, non mi sembra che potrà aumentare nel.Governo la fiducia nel successo dell'impresa destinata a costringere la Turchia alla ^pace. Un'ostilità sorda generale circonda il-Consolato d'Italia ad Aden, alla quale l'autorità inglese contribuisce con il villano contegno del governatore, che ostenta il disprezzo per l'Italia, trascurando persino di.restituire la visita al nostro console a'generale che, -appena giunto, era stato a presentargli in sull'uniform le sue creden ziali. E' tempo ormai che noi, attuando un a progetto dì vecchissima data, cessiamo dal i considerare Aden come la sede del Commis- ìsariato che presiede il Protettorato della -\Somalia seUentrionale. Gli inglesi potreb- bcro creare qui, fra breve, una situazione intollerabile i a a l Com'è nolo, la Somalia del nord non ha ancora una sede di governo nostra sul suo territorio. Noi la governiamo da Aden, e non sappiamo ancora quale potrebbe essere il punto dove stabilire la capitale di quell'abbandonata e trascurata terra, dove il nostro dominio è puramente nominale. ARNALDO CIPOLLA dvt Luigi Sicca del 2.o reggimento alpini, nativo di Benevagienna, che recentemente fu promosso tenente per merito di guèrra. Il capitano Giuseppe Chiericati dei l.o granatieri in ricognizione nell'oasi di Tripoli.. ======= I passa tempi dt i nostri artiglieri da montagna nelle trincee: il presentai-arm col eannone (oltre cento chilogrammi)r

Persone citate: Assir, Giuseppe Chiericati, Izzet, Luigi Sicca, Mecca Hussein, Said Idriss