L' UTILITÀ DI UN'AVANZATA

L' UTILITÀ DI UN'AVANZATA L' UTILITÀ DI UN'AVANZATA (Da Tino dei nostri inviati speciali) TRIPOII, 24 marzo. Dopo una lungo.- Sesta, durante la quale t'erano rafforzati e moltiplicati i segni che dicevano ritenere ■ abbandonato qualunque piano di avanzata dalla base di Tripoli, ri- compare ora qualche indìzio che si ritorna ni .■Usegiti primitivi, e che si riconsidera di ìdmvg; e con furore l'ipotesi di una marcia in aranti, verso le basn nemiche. Mi astengo niiluralinenle dal segnalare i dati di fatto,}\dai -qua}!, può desumersi che si staprepu-.rau,hiuu.nU:he awila di 1^0 carattere 0/- ■clie e considcnazLom che seguono sono il ■ frullo' di una mia personale osservazione ■e di un mìo Individuale ragionamento sulle r'/tdiziom militari attuali, e non hanno al ['cuna connessione coi piani del Comando,' che sono tenuti gelosamente segreti. Truppe svincolate dalle ditese H e pronte all'offensiva La situazione militare attuale, a Tripoli, è; la seguente. Drntro il triangolo fortificalo. .Tayiura-Ain Zara-Gargaresc si. distende la .Ischia linea delle trincee, proteggenti Tri-\jiòti che da Sciarasiiat rag giungono il forte féessri attraverso l'oasi e dal forte Mcssri córrono lungo il margine dell'oasi fino al fori'! Sultunia. Le posizioni rimangono quiii*M quelle che erano dopo la presa di Gargaresc. Ma in questi ultimi tempi sono avn'nuii importanti..ìnulamenti nella dislribuzìOii'!. delle'forze collocate a custodia delle 'posizioni, colla conseguenza che. si è costi- 'titilli a disposizione del Comando una massa ,mobile di considerevole importanza. Questo risultato è stato ottennio col. dira-\'aumento delle, forze presidiane le trincee in-^i'irno a Tripoli, consentito dalla \-oslìtuziim-:\delle fortificazioni più avanzate di Garga- resc, Ain Zara, Quota Venti e Punta di 'fa- ' ■ giura, e colla dislocazione a Tri/ioli di ima, ìiotevole parte'della divisione che oc runa-raAih Zara. 'Questa dislocazione, avvenuta il C feb- ■ braio, è il fatto militare saliente delle ul-, • time settimane. Ci siamo naturalmente guardati dal segnalarlo con particolari quando avvenne, per non dare a buon mer- -calo informazioni sollecite ed esaurienti al -nemico. Sappiamo che il Comando turco ri- cene prima per telegrafo poi per posta ciò'■ che -può interessarlo nei dispacci quotidiani che mandiamo ai nostri giornali. Perciò ci guardiamo tutti cori cura dal registrare ■i movimenti di truppe e le innovazioni nelle opere difensive, la cui conoscenza può tor- vare di giovamento al nemico.. Ma quando a spese sue,con rischi e peridite,.il nemico è venuto a esplorare queste'innovazioni, e le nuove posizioni nostre gli.sono, entro certi limiti, conosciute, il ri- serbo assoluto non ha più ragione d'essere. ! Gli italiani debbono sapere dell'andamento i ■della guerra non meno di quanto sanno i\turchi. Nel caso nostro, il Comando nemico'ha ordinato una grande ricognizione not- •turna ad Ain. Zara il 10 murzo; dopo il di- slocamento del grosso dèlia divisione. Essoìora sa che il grande campo trincerato è\stato levato, che le trincee sono state spia-\■nate, i fossi riempiti, e che a difesu dell'ivi-ì■portante posizione sono rimaste alcune po-\tenti opere difensive {forti, ridotte block haus) strettamente collegale fra di loro, '■ straordinariamente protette con difese sussi-' ■diarie di ogni natura, tenute da forze no-\tevoimente inferiori di numero a quelle die \■ v'erano prima, ma ampiamente sufficienti a're<pingere qualunque attacco. \Così il Comando, senza diminuire di un'atomo il valore delle difese di prima e se-,conila linea, ha svincolato dalle trincee e dalle ridotte, i soldati necessari per [ormare una grossa colonna operante, che può lan- 'eiare quando crede all'onffensiva. Dell'ai- tua di questa colonna non è lecito, pur. ora,lpadate, i sciré. Dimostrai allora che l'avanzata di due divisioni nel deserto era possibile sullu hase combinata della carovana cain.mellwra e della ferrovia. Le difficili ti logistiche c}rano superabili solo che si fosse, tenace La logistica e la strabica dell'avanzata Su quali linee può svòlgersi l'offensiva? Un paio di mesi fa io esposi ai lettori della Stampa le condizioni alle quali doveva sot\tostare un'avanzata >ul Garian, per ria¬ , \ o.v,(;„tc lavorato. Là ferrovia, secondo le af-\ fcrmazionì dell'eminente ingegnere che ve. citù Ai due chilometri al.giorno- calcolando che,. per le difficoltà imprevedute, là <-o-\ s Iniziane avanzasse solamente di un ehUo.\ [metro al giorno, era possibile giungere in ' \lasciandosi dietro le spalle una ferrovia di unpaiodimesialV.\ziziaeinunterzomcsealle falde del Gebel, con un complesso di forze quasi doppio dei contingenti nemici,'1 quali, secondo le informazioni concordi, non.hanno min superato in. questo sene- ciiitrei dodicimila armati. Occorreva calma, prudenza, preparazione perfetta. Non si compiva «n-ruid, ma una conquista lenta, metodica e sicura del territorio avversario, tesa da una catena di ridotte e di blockhau che in poche ore metteva in comunicazione la colonn 1 oper iute con Tripoli. KitcHener aveva vinto con questo sistema, e fra 'difficoltà molto maggiori, a distanza non di cento, vìa di mille chilometri dalla costa, te msue camp igne del 180G e 'dì nel Sudan, bui principio di ottobre del IS96 ulVagosto tiri 180?, ii giovani ingegneri- del Siriìar cosifui- ,1:0.110 1 due terzi detta fcaloria lindi Ilo.)'fu Abu liamed, cioè circa 3Ó0 chilometri di \binario, mentre contemporaneamenle ci ^compiva il tronco Sarrus-Henna, di poco \infcriorc. A noi non occorreva uno sforzo simile, eh» pure altri avevano potuto com ' picre. Invece di 6'X), bastavano 100 chilo- , metri c anche meno, perefiè nell'ultima tappa potevano impiegarsi, i cammelli. L'im 'presa era duntiue nei confini della possibi- lilà. , IH ciò del resto non credo che si sia du bitato. Ma le obbiezioni che furono sollevate da varie parti a quel mio articolo, non e- rimo di carattere logistico, ma strategico. Si ammetteva la possibilità ài rifornire la colonna 0 le colonne operanti fino al Ga- 1, da parte di qualcuno, si dubitava 'rian, ma chi: i risultali positivi dell'avanzati sareb-, bero stati minimi 0 nulli, perchè il nemico ! avrebbe retroceduto di pari passo alla, no stra avanzata, non. si sarebbe lasciato pren- de re inai, e, arrivato al Garian, avrebbe spo- sturo la sua base altrove, cosicché, fuggimi-'itoli Gcbe-t, noi ci saremmo trovati di fron- 'te la montagna vuota, c un pugno di ino-'.sche in mano. . J D.^u^ìhh. j«: ««**! ! Presunzione non confermata dai fatti i Oggi più che mai io sono convinto che le \cose non si sarebbero svolte cosi. Per imma-\'ginarsi con le minori probabilità di errore ciò che il nemico farà in determinate circo- stanze, io credo che il miglior modo sia un- ìcora di richiamarsi come esso si è compor- \tato in circostanza analoghe. Davanti ad u- \na nostra avanzata — dicono alcuni — il ìnemico si ritirerà nell'interno senza coni- \battere. I fatti di cui siamo stati tutti le- stimoni fino ad oggi, non confermano questa 'presunzione. Ogni nostra piccola avanzata ' fino ad oggi è stata fieramente contrastata \dal Comando turco e dalle nichullu arabe \ che gli obbediscono. Siamo giunti ad Aia 'Zara combattendo aspramente. Solo quando \ebbe perduti i suoi cannoni, il nemico slog- 'giò. Se la Carlo Alberto non bombardava ,nei giorni precedenti il campo arabo-turco di Ain Zara, obbligandolo a spostarsi di al- cuni chilometri a levante, le nostre tre co-^ lonne piombavano direttamente sugli atteri- damenti del nemico. Se, invece di essere aV.le dicembre, fra le giornata più brevi del- iranno, fossimo stati in, questa stagione^ a-ì vremmo avuto a nostra disposizione alcune ore di pia di luce, che ci avrebbero permesso di avanzare di qualche chilometro ancora, e cannoneggiare, se non addirittura prendere d'assalto, il campo nemico, che tutti cedevamo nettissimo colle sue tende innumerevoli stille spianate verdi di Bir-el, Turivi. Se avessimo avuto, allora i mille a\ scari e la brigata di cavalleria che oggi aboliamo, forse si potevano girare c annullare più rapidamente le resistenze, raggiungere\u neJC0 \: hueavim. Coi „ sé ,. non si fan no. le scontate del nemico e non si scriiàlu itesi rauionevou sono preziose per mi,„w-_ \nare le situazioni Nel caso di Ain Zara le \ipótesi che ho slaoiUto, e che credo indisiUbili in linea di fatto, permettono di. concludeTe cUe u nemico se la cav0 per un complesso dl clementi che non dipendevano 'da j,u£ e che non facevano parte dtun suo pìuno premeditato di ritirala sistematica ■ CSso non levò le tende e non si ritirò aopena lc slle KedcUe seffnalaro„o l'apparizione del lc noslr„ CoEói£»«, ma resistette fino a che fu umanamente possibile resistere, e solo nMa noUe d(d fji al 5 diccmhre> dopo un gra.ve rovescio, quando ebbe perduti i suoi con¬ miAando una settantina d'arabi collocativi d noni ed ebbe contezza delle formidabili forze lanciategli contro, si risolse a levare il étìvìpo e a ritirarsi verso sud. A Gargare:': avvenne di meglio. I nostri occuparono l'oasi quasi senza colpo ferire,vedi'tla dui Iwchi. Appena costoro ebberoportolo ci campo nemico la notizia che Gargaresc era stata presa dagli italiani, il Comando turco, anziché ordinare la ritirata, mandò contro i nostri due o tremila uomini, che attaccarono accanitamente, col chiaro proposito dì ricacciarci a Tripoli. Furarlo battuti e Messi in fuga, ma il loro obbiettivo era così evidente, che, per quella notte, temendo forse un secondo attacco, il nostro Comando tee: rientrare nelle trincee tulle le truppe. A l-loiif. stessa cosa, il Mergheb è presodui nostri d'improvviso. Appena lo sa it ne-mico, attratto a Sliten dalla nostra fintanavale, ritorna, fulmineo verso Homs, ' sigetta all'attacco furibondo della posizione laida cinaueceiilo morti tu'nttn % delmonte. E l'attacco si rinnova dimerntn p nifi vano in nntie ,Mm, l£ dtsPerato e "m vano la notle succei"," ! Lj ritirata 86IIZ8 FSSÌSt6ilZ3 nOn COnViene ai MmiCO Del resto-, si comprende che debba essere'cosi. I turchi non hanno convenienza ad a- dottare un piano di ritirata metodica, di'passività e Jò-ero la convenien. sibilila di adottarlo 1 mano.di ritirata metodica, didi irresistenza: e se anche aves-ivenienza, non avrebbero la posM.... Manea la convenienza, perchè il risultato di un piano simile sarebbe l'abbandono pa\cifico di una vasta zona dell'interno in mo¬ ni nostre, libertà a noi di rafforzarci, di c0. struirci ferrovie, strade, e presidii fortificali alle spalle, consolidamento dello stato quo. Ora chi ha vantaggio maggiore — intendo dire per l'esito definitivo della campagna — au un prolungamento sine die dello stato e- sistènle ? Non certamente ì turchi. Ormai noi siamo i possidentes delle parti migliori della Libia, dei suoi sbocchi sul mare: il tempo è quindi un fattore favorevole a noi, un nostro alleato: è l'elemento che ci com- pie la prescrizione del possesso in proprietà, la tacita forza chi insensibilmente persuade tutti, amici e nemici, che la Libia ha cam biato padrone, e che il cambiamento è irre- vocabile. I turchi non hanno interesse a collaborare u che questo stato di cose si or- ganizzi, si perpetui, si accentui. Noi abbia-^mo delle buone ragioni perchè la campagna sia finita al più presto, via il nemico haV.ragioni più pressanti delle nostre: perchè. fri cuso ài protrazione illimitala della caia-ìpagna, chi ci perde-è. lui, difensore- déUù ■ Libia, e-non noi, iuvasori: sopratutto se, .grazie alla passività e alla ritirata metodica avversaria, noi allarghiamo la nostra zona di àctupazione, facciamo una grande punta nell'interno, prendiamo al nemico la spina dorsale'd'elle sue difese e tagliamo le cómunicazioni del. suo scacchiere orientale colla' Tunisia, donde vengono l rifornimenti. L'in-' teressevero dèi turchi adunque è di contro-' starci,, colpirci, infliggerci, delle perdite e .degii: insuecssi^—i quali per noi, bisogna fìeórdarlo, hanno gravità a cento dóppi '•maggiore che per loro — dimostrare al mondo che il nostro possesso A limitato, precariò, costóso e cruènto, ciò che non'si può ottenere die con un piano diametralmente oppósto alla ritirata costante senza colpo ferire. Devono combattere per non sfasciarsi Manca, in ogni caso, la possibilità-ai turchi dì seguire la linea- della massinia irresistenza e della ritirata inìleflnita. Non bisogna dimenticar3 com'è composto l'esercito avversario. Il grosso delle forze è dato dagli àrabi volontarie' Costoro combattono contro '4^noi,-pe-rche i capi, comperati dai'turchi, lo ordinano, perchè, se volessero ribellarsi ai capi, i soldati turchi li punirebbero san-, guiriosiimente: ma queste due forze sareb-', bero insufficiinli a trattenere gli arabi sotto' le armi, se nel loro animo non fosse awco-j rato il sentimento che i capi comandano la' guerra pel loro bene, la fiducia che i comari-' danti turchi sono capaci dì resistere all'in-' vasioue italiana e respingerla, l'aspettazione ài un gran combattimento vittorioso in campo aperto, fuori dell'azione delle sgomcnXnnoli opere clic circondano Tripoli e dei tiri delle navi. L'ubbidienza cieca alla volontà altrui è sempre fondata in un saldo concettò della potenza in cui quella volontà è riposta. Un capo può pretendere dai suoi seguaci una ossequenza senza limiti, il sa-\ crificio e la morte, a patto che sia, o, con la frode, mostri di esserne degno. Il giorno in cui appare evidente che l'autorità del capo non ha base di ardimento, di coràggio, di potenza, il magnetismo è distrutto, l'ubbidienza è finita. Il giorno in cui gli arabi ■vedranno che i loro capi, dietro al Comando turco, li tireranno via dalle trincee costrutte a Zanzur, solo perchè gli italiani sono usciti du Gargaresc, e.poi via via li fa$fe^)&-$!$^d0ii<»*. *enw-:eòmtlaUer». Stìuni Beni -Adem, l'Azizia, Garian, tutte le posizioni scaglionate verso la montagna per trattenere la nostra avanzata e difendere il paese contro l'infedele, in quel giorno è molto difficile, che il prestigio turco sulte tribù, indigene non riceva un fiero colpo, che i cupi-arabi possano nascondere ancora ai lo- r0 oregari che la guerra è perduta, e che 17,0,1 mconuncl tirrepa ìàelle bande irregolari, .?io;i incominci l'irreparabile disgregamento, cioè dell'esercito 7ie-\ mico. I turchi temono l'alba diauel giorno : le voci fantastiche di vittorie mussulpiune ,a Bengasi, a Homs, a Derna, che ricorrono ; periodicamente nei campo di Fethi-bey, e \che 1 corrispondenti stranieri sono stati la\lora costrettl a telegrafare in Europa, lun- r"".0™1?™!1. "'"'"'^."./„ l" , M 1 . . . .. - ;. , \ta *™a> con IWrunta corazzate davanti ai Mortl da >10.1 conquistati, limminente arrivo idi cannoni, mitragliere, areoplani e dirtgi- bili costantemente e solennemente assicuru- to agli arabi, la notizia che è corsa da un capo all'altro della Tripolitania, che le in¬ raimerevoli casse portate dalla Croce Rossa germanica. allAzizia contenevano materiale da guerra, sono gli indici infallibili di questa paura dei turchi di perdere, per mancanza di successi e di forza, il loro ascendente sugli arabi, e quindi il presagio certo che gli , arabi non consentireooero senza scissioni fjrav* l"m ritirata generate, passiva, von \ar,'u e "WfWp | 0. . ^aiiun, asivantt Im avanzala degli italiani, che iiurciu naji- \no se""pre dtelitarato nemici disprezzabili, I vantaggi assoluti dell'avanzata L'esame ragionato dei variti elementi della situazione permette quindi di concludere che una nostra avanzata decisa non urterebbe nel vuoto. Tutto convince die l'avan- \zatu si farebbe attraverso una serie di coni battimenti, che probabilmente culminereb 'bero in una battaglia campale decisiva ai 'piedl del Gebel, dove il Comando nemico jgiudicherebbe la nostra vulnerabilità maglfifore* Natetralmentei: data- rraojgne; prepon< deranza delle nostre artiglierie e la nostra superiorità di manovra e di numero, deve essere certezza indiscutibile presso tutti gli italiani che il nostro Corpo di operazione avrà ragione del nemico ih qualunque punto dell'avanzata, negli scontri parziali come nell'eventuale giornata,catnpale. Se questo plinto capitale potesse essere revocato in dubbio, tutto crollerebbe .'bisognerebbe domandarci sbigottiti perchè siamo venuti qui, e prepararci senz'altro al ritorno in patria. Ma l'eroismo vittorioso dei nostri soldati e la superiorità incontestabile dei nostri comandanti dimostrata luminosamente in questi sci mesi di guerra a Tripoli, a Homs, a Bengasi, a Derna, a Tobruk, costringono anche gli avversari accaniti- dell'impresa a rigettare il dannato dubbio, che fuori delle trincee i nostri non possano misurarsi certi di vincere cogli arabo-turchi. Allora consegue che un'avanzata si effettuerebbe attraverso una serie, di combaltimenmenti vittoriosi per noi, con distruzione progressiva del nemico, e preparerebbe con tutta, probabilità l'urto fiiutlo, che invanii s'è atteso sotto Tripoli, che tarebbe,;per la Tripolilatiia almeno, il nostro trionfo .decisivo. U se proprio, nonostante gli argomenti che ho addotto, i fatti dovessero schierarsi contro gli argomenti, e ad una nostra avanzata sul Garian corrispondesse una ritirata nemica senza colpo ferire, io rimango per suaso che l'avanzata sarebbe sempre una buona impresa. Senza combattimenti e quindi senza perdite conquisteremmo una fascia mediterraneo di cento chilometri che contiene le più importanti vie carovaniere della Tripolitania e i pozzi più numerosi, la doteremmo di una ferrovia, che renderà subito grandi servìgi alla colonia pacificata, e, finita la guerra coi turchi, sarà una ferrovia strategica essenziale per dislocare verso il Gebel le truppe necessarie a domare le tribù arabe che eventualmente volessero continuare la lotta cgttiro di noi ; priveremmo tutto il terrilorió-.i^e rimane al nemico a est della linea TripóR-Gariàn delle comunicazioni facili e brevi collo scacchiere occidentale, nel quale con tutta probabilità i grosso delle forze turco-arabe si Uasferirebbe, e colla Tunisia, donde continuano-a-parlire le carovane coi vivefi- e colle munizioni:; infine-r.otterremmo il vantaggio morali grandissimo davanti agli occhi nostri, degli arabi e del mondo, di occupare, offrendo ogni giorno battaglia, un)ampìa zona dell'interno, lontano dalla costa e dalle basi fortificate, Sa zona migliore tenuta fino a ieri dal nemico, sede dei suoi comandi, dei suoi ospedali, dei suoi deposili, abbandono- ta velocemente al nostro apparire, per andare a piantare le tende in luoghi più inosiiili, senza linee telegrafiche e con scarsi pozzi. A questi, vantaggi che discendono dal piano virile àell'avanzata, ben poco si può opporre, quantoavantaggi;dai sostenitori del la permanenza in Tripoli. Quarantasei/itila uomini accalcati nella linea delle trincee e nelle fortificazioni di Tugiuru, Ahi Zara e Gargaresc, nell'attesa snervante di un attacco generale che non viene inai, e non. verrà mai, perchè è ormai certo che i'elhi-bcg è più saggio che Euver-beg, e non manda le sue genti a rompersi la testa contro le nostre batterie, non sono uno spettacolo che inorgoglisca. Non si concentra una forza simile per sopprimerne la vitalità e sciuparla nell'inazione. Su questo punto si potrebbero dire molte cose, ma desidero di non aggiungere altro. A Suani Beni Adem? Ho spiegato con una certa ampiezza le ragioni per le quali io stimo utile .Un'avanzata, perchè, come ho detto cominciando, sì toma a parlare con uva certa insistenza di avanzata per epoca non lontana. In quale direzione, con quali obbiettivi e quante forze questa avanzata si compirà io non so, se anche sapessi, mi guarderei dal dire. E'pe rò possibile, con un processo di elimina,zione, fissare con una certa approssimazione, le caratteristiche che l'operazione presenterà: o, meglio, che l'operazione potrebbe presentare, conservandosi lògica ed utile Anzitutto la spedizióne difficilmente sarà immediata, perchè, fino a quando il cavi bio della classe, ordinato per là fine del mese, non sia avvenuto, non si avranno t« truppe disimpegnate necessarie. In secondo luogo è m-ollo improbabile ehé\. si pensi ad un'avanzata sul Garian. Si sono) perduti due mesi di stagione invernale eli*, sarebbero stati preziosi per la grande fm*j presa: ora siamo in stagione avanzata, presto scòppieranno i primi caldi, e, sebbene la temperatura estiva dell'interno della Tripolitania sia sopportabile, è comprensibile, sebbene non imperativo, che senza il favore della stagione non si vogliano affr'On tare cento chilometri di dune e ,di steppa desertica. Che non si mediti un'azione su Garian è dimostrato dal fatto die la fi rovia non sarà estesa per ora olire Airi Zara : mentre,' l'abbiamo veduto, dato il htt* mero dei cammelli di cui disponiamo, senza il prolungamento della ferrovia, l'avanzata al Garian non è. possibile. Consegue che un'avanzata deve avere pet^ obbiettivo una base nemica intermedia, raggiungibile coi cammelli e senza ferrovia. Esiste questa base? Esistendo, offre op portunità t'ali dà meritare un'avanzata, «) da compensare coi suoi tfUUi lo sforzo eli*' costerà il conquistarla? Io credo di sì. Tirate una linea che passi per Gargaresc ed Ain Zara ed un'altra che l'assi per Suani tieni Adem. e l-'onduk Ben Gascif. La primei . àelimita con precisione le nostre posizioni '.' più avanzate: la seconàa quelle del nemico, ma con minor precisione, perchè essai mandano verso ponente file variabili di aU tendamenti che da Suani Beni Adem si distendono verso Zanzur. Fra le due linee è interposta la fascia inospitale delle dune mobili, profonda circa 7 chilometri in me-, dia. Oltre queste dune, oltre la linea Suani ìieni Adem-Fonduk Ben Gascir il terreno si rassoda e si conserva solido fino all'Alisia e ai piedi della montagna. Non casudtmen. te il Comando turco collocò su questa linea i suoi accampamenti-, poiché alle falde meridionali della fascia di dune corre una ricchissima vena d'acqua, che. alimenta u-i na grande quantità di pozzi, e determina lai fertilità della regione. V La distanza da Gargaresc a Smini Beni Ide/n passando per,Zanzur dove, sebbene]^ i Turchi abbiano costrutto le loro trincee,.è\' l.u strada migliorfi poiché le dune vi riduA cono ai minima la loro p^[ondttà)'~è di 19 ' chilometri al massimo. RahìùTenìoche lei primavera scorsa io visitai-Suani Beni?A4 dem, e ne ritornai a Tripoli a trotto e gaJ toppo, in due ore e mezza: una distanza^ quindi fra i 20 e ì 22 chilometri, Moteuolmenle inferiore della tappa ca?jimeniera,J cfce è di 35-40 chilometri e anche più. I rifornimenti di una colonna operante] ài 20 mila uomini sarebbero quindi possUÌ bili coi quadrupedi che abbiamo a disposi-] siane, e diventerebbero di una facilità e di\ una rapidità incredibile qualora si costruis'i', se una larga strada ben ussodala sulla-*, quale potessero correre i camions, ciò chéj finora non s'è neppure tentalo. L'occupazione di Suani Ee.i Atain e ia conquista di Zanzur! Resta a vedere il risultato strategico di una tale operazione. Contrastala o non contrastata [io ritengo contrastata enèrgicamente-, le trincee e le opere difensive co-*, strutte a i Km. davanti a Gargaresc lo pre-i annunziano- può anche darsi che intorno-! a Zanzur si abbia und battàglia in piena', regola, che impegni il grosso delle forzearabo-turche, dalla quulc naturalmente do-i vremmo uscire vincitori e nella quale poA tremino eventualmente schiacciare il nemù] co definitivamente) contrastata o incontra^ stata, adunque, la colonna prenderebbeSuani Beni Adeiri e vi si rafforzerebbe^Raf-\ forzata solidamente, lasciati nelle ridotte! quanti uomini sono necessari per tenere la posizione, la colonna si spingerebbe lungo il margine delle dune, per la carovaniera' che va a Fonduh el Scerif, occupando; e presidiando con lo stesso sistema tutti, i pozzi disseminali lungo la strada, final a Fonduk . Ben Gascir, che è ridùss'if, mo d'acque. Fatto questo, sapete quale'sarà il risultato? Che il nemico dovrà re-.; trocedere ad Azizia. Vi sarà costretto daitdj mancanza d'acqua. Sottratta al nemico la\ magnifica falda acquea che corre lungo l'or-, lo delle dune e si distende u sei metri dui] suolo, esso è fatalmente obbligato a retro-) cedere in cerca di pozzi. I rari pozzi scavati lungo la strada carovaniera fra Fonduk el Scerif e Sbea sono profondi da 30 a 35 mètri e insufficienti. Azizia ha pozzi più' numerosi via anche più profondi: i più! ricchi d'acque raggiungono i 50 metri.-. Quindi una vita di difficoltà, di disagi, -disofferenze, di morbi attenderebbe il nemico, e. si aggraverebbe sinistramente nei ' Tnesl' caldi, accelerando e intensificando la disor-; ganizzazione del blocco turco-arabo. Non basta. Suani Beni Adem in mano nostra significherebbe Zanzur perduta pel nemico. Suani Beni Adem sarebbe per l'oasi di Zanzur ciò che Ain Zara fuper l'oasi di Tripoli. Afa la conquista di Zanzur porterebbe altre conseguenze. Una delle tribù più potenti che sono al campo turco cóntro. di noi è quella degli Ursceffana. Questa tribù è composta di oltre 20.~000 anime. Essa, avita l'Azizia d'inverno e Voasi di Zanzur. d'estate. Da morii indizi abbiamo ragione ; di credere che questa tribù è stanca della guerra e, porgendosi l'occasione, non ricu!serebbfl di passare dalla nostra parte. La. presa dì Zanzur, alte porte dell'estatei ««te"-, TRIPOLI />& & m/m \ / ty cominio •l CIUDàl» tauro a/ss u mronBur n fandi POZZI J ^zmfp* ì ! ~ ■ - - il/ i<F?V \V»« yoam '% fOMDUC \ \0/*r/rim eintrìi^r Y— -, I \flZ/Z//7 FOftSUCfl SC£K/t aiRUX/liflttk'J: 8ir Gì/net su cwit minti '$">> *4 a/itoti adam.-' m f£è M CfìÙMfì Soldati arabi della Banda del Garian