L'emozionante disgrazia di una signora

L'emozionante disgrazia di una signora L'emozionante disgrazia di una signora Per soccorrere la serva,copita da sincope mortale, si rovescia addosso una pentola di acqua bollente Verso 11 mezzogiorno dì Ieri, alla nostra Questura giungeva notizia etra in un appartamentino della casa N. 15 di via Donati erano state trovate due donne stese a terra, l'tina morta, e l'altra in gravissimo stato. Dalle primo vooi pareva doversi trattare di un terribile .delitto : l'immaginazióne di qualche vicino aveva infatti creduto di udire non eapplamo quanti colpi di rivoltella, con relativa tuga di assassini, i quali, dopo aver depredate leUtie donne, si erano dati alla. fuga, inseguiti dalla folla. Il tatto, sebbene gravissimo, è di assai più modesto proporzioni, e deve invece attribuirsi ad una strati* • dolorosissima combinazione; Co confewnano le prime risultanze emerse dal sopralluogo fatto dai funzionari della nostra Questura, ed 1 brevi schiarimenti forniti da una dette vittime. Primi ad accorrere furono 11 commissariocapo, cav. Bouvet, e V delegati Cesare Rossi e Azzati: contemporaneamente giungevamo anche noi. La triste scoperta Appunto al primo piano della casa N. 15 di via Donati, abitava la signora Ròsa Castaudl, vedova Rigat, di anni 49, da Torino, oon la cameriera Pelila Cominotti, di sessantanni circa, da Mantova. Le due dorme vivevano sole e tranquille, in un piccolo appartamento;, composto di tre stanze: quella di ingresso, che serve anche da camera da pranzo, la cucina,- — ove è un tettuccio per la persona di servizio, — e la camera dà letto della signora. Alle undici e mézza, una delle due figlie ideila Rigat, la signora Ines Arata.- abitante in via Circonvallazione. N. 210, presso la Barriera di Milano, si era recata a trovare la madre per accompagnarla seco a colazione. A tate scopo sali direttamente all'alloggio, fhe è proprio in faccia alla prima scala, e suonò il campanello. Non ottenendo, anche dopo replicati colpi, alcuna risposta, discese dalla portinaia per informarsi se avesse già visto uscire la madre. — E' da ieri sera, alle diciannove, che non vedo alcuno, — rispose la portinaia, che, dal canto suo, era preoccupata di questa constatazione. La Cominotti, infatti, sebbene di età, alquanto avanzata, usciva tutte le mattine, di buon'ora per te spesa e si faceva notare spesse volte sulla galleria che guarda nel cortile, a spolverare l panni e ad accudire alle faccende domestiche.- La signora Arata, In preda alla più viva emozlone. ritornò a suonare il campanello con maggiore violenza, e si indusse poi a far chiamare in gran fretta un fabbro, perchè forzasse la serratura. L'opertìzioiie fu semplice e breve. La porta era chiusa con uh solo giro di chiave, e cosi tu facile penetrare nell'interno. Ma una ben triste è sinistra scena.doveva presentarsi ai loro occhi ! Stesa a terra, nel vano della porta, che da neitó. cucina, copwrta'-tfSffei sòia camìcia," giaceva'là rwèra" signora Rigat) gemendo' lamentosamente; sopra di lei, rigida,. rattrappita, coi capelli e le- vesti m disordine, stava te Cominotti. già cadavere. Il quadro era di una drammaticità spaventevole, e dava subito a pensare che la piccola stanza, — 1 cui mòbili però erano ancóra disposti In perfetto, ordine, — era stata veramente teatro di un atroce delitto. La signora Arata, vinto 11 primo istante di sbigottimento, chiamò, con alta grida, al soccórso, e subito sopraggiunsero 1 vicini, e poco dopo il dottor Luigi Vigllanl. Sollevato con ogni cura il misero corpo della morta, sul quale cominciavano a manifestarsi i primi sintomi della rigidità cadaveri ca, fu. tratta di sotto la povera signora, che, intanto, aveva aperto gli occhi, tentando cu pronunciare qualche parola. Il suo 6tato però era veramente compassionevole. La faccia e te spalle erano peste e contuse, come se avessero sbattuto con violenza sulle pareti, prima di cadere sul pavimento, ed il braccio destro presentava tutta una piaga ed era tumefatto da una orribile scottatura, che dalla mano si distendeva fino sotto l'ascella. Deposta sul letto, la disgraziata riacquistò 1 sensi, ma non seppe spiegare dapprima le cause del triste caso, balbettando soltanto, con un filo di voce, parole sconnesse, che permisero tuttavia al sopravvenuti di ricostruire alta meglio il tatto. dpddnsznatcpsmgcdsgddsCsstlcquev—ctrcgdsdvdsocdsmdqvsclsclvm e e Sincope mortale Il cadavere della Cominotti non fu mosso dalla sua posizione e fu lasciato bocconi sul pavimento, attraverso la porta che dalla sala d'ingresso conduce alla cucina. Bisogna notare che in questa» esiste, come dicemmo, il letto per la serva, un letto sui generis, di quelli che si possono smontare e trasformare a piacere, in modo da essere utilizzati anche come tavolo. Questa operazione evidentemente la Cominotti aveva eseguito appena alzata. Poco dopo, presa da leggero malore mentre accudiva alle sue faccende, essa credette potersi rimettere con una-buona tazza di caffè caldo: aperto cosi 11 contatore del gaz, preparò un recipiente pieno d'acqua, lo depose sul fornello ed accese il fuoco. Ma un nuovo e più grave attacco del suo male — essa andava soggetta spesso a disturbi gastrici — le si manifestò in Seguito, cosicché credette opportuno chiamare in aluto la padrona. A quell'era mattutina — dovevano essere state le 6 o le 7 al più tardi — la signora Rigai dormiva ancora. Alla preghiera fattale dalla fida persona di servizio, senza curarsi di mettersi addosso alcun vestito, la padrona scese dal letto ed accorse in cucina, ove la Caminetti con le labbra livide ed un freddo sudore sulla frante, lottava terribilmente per sorreggersi in piedi. In un attimo la signora tolse dal fuoco il recipiente dell'acqua bollente e lo depose sul tavolo-letto, accanto alte caffettiera a macchina e ad una tazza nella quale essa aveva già versato due dita di rhum, un po' di fernet e il succo d'un mezzo limone. La Cominotti si aggravava a vista d'occhio e si aggrappava, per non cadere, all'improvvisato tavolo, il cui piano — occorre rilevarlo — è mobilissimo. La signora non aveva ancora avuto il tempo di versare l'acqua bollente nella caffettiera, che la povera fantesca non resistette più e, colpita dal suo terribile male, cadde. In un ultimo disperato tentativo par reggersi in piedi, la Commetti s'afferrò al piano del tavolo, ma questo, sotto la violenta pressione, s'inclinò. Cosi mentre la aerva cadendo travolgeva sotto di sè te padrona, dal tavolo precipitava la caffettiera ed il recipiente dell'acqua bollente, la quale si rovesciò addosso alla signora Rigat ustionandola al braccio orribilmente. La infelice signora un po' per la violenta commozione provata, un po' per 11 dolore della tremenda scottatura ed anche per fl peso del cadavere che gravava su lei e la pre meva, si trovò nella impossibilità di rialzarsi da sola e svenne. Elia rimase cosi per parecchio ore, tino a quando cioè, per un fortuito caso non sopravvenne la figlia che potè rivelare la orribile disgrazia. Le constatazioni legali Ricostruito cosi il tatto, esulò completamente l'idea che sì trattasse di delitto. I mòbili delle stanze, airirtfuorl del tavolo ch'era in cucina, erano, come già osservammo, tutti al loro posto e non presentavano la più piccole traccia dalla violenza o dello scasso. •Ma ciò che più d'ogni altra^cosa contribuì a far credere che la scena si sia veramenU svolta come noi dicemmo, furono le risposte che al cav. Bouvet diede in seguito la eignora Rigat. Nelle frasi sconnesse che essa a fior di labbra pronunciava, ricorrevano insistente mento le parole: « Acqua bollente, caffè, gra vo malore, e Pelila», che è appunto ti nomidelia povera morta. Finite lo minutissime constatazioni legali, fu ordinato che il cadavere fosse trasportato agli Istituti Universitari del Valentino. La dolorosa funzione avvenne alle 13Ji! per mezzo di un furgone mandato dal Municipio. Un'ora dopo, con una barella della «Croce Verde ». veniva trasportata la signora Rigat all'Ospedale Mauriziano, per quelle cure che il suo stato rendono necessarie. Il dott. Carbonatto, assistente del prof.Carle, la giudicò guaribile in venti giorni, salvo complicazioni, essendo l'Interna assai prostrata moralmente. Più tardi la signora fu. interrogata ancora dal delegato Rossi e confermò che la disgrazia era avvenuta nelle circostanze esposte. La signora parlava moltoi stentatamente perché nella caduta si era morsicata la lingua provocando una enfiagione. evèriraIdtptèìdcsdsipcdpcdrg'vttuanc■susnunt'«uuvg»r•'-sv■1r'gicPdFbsglvcc

Luoghi citati: Mantova, Milano, Torino