Il grave incidente nei riguardi delle persone e delle cose

Il grave incidente nei riguardi delle persone e delle cose Il grave incidente nei riguardi delle persone e delle cose (Per telefono alla STAMPA) Roma, 20; notte. Roma ò piena stasera del tumultuoso incidente di oggi alla Camera e degli strascichi relativi. 1 padrini di Chiesa e di Arturo Luzzatto tengono stasera una prima riumo-ne ; ma c difficile che da questa riunione e-sca la decisione di uno scontro fra i due J ' "-^'-^ "*.«-*- 1 deputati. I rappresentanti dell'on. Chiesa rivendicheranno assai probabilmente a favore del loro rappresentato l'immunità parlamentare, i rappresentanti dell'on. Luzzatto sosterranno, per conto loro, il diritto di esigere una soddisfazione dall'on. Chiesa Potrebbe darsi che la questione fosse deferita a un Giuri d'onore. Ad ogni modo, tutti concordano nel ritenere che la. vertenza non sarà di semplice e "facile soluzione. Intanto alla vertenza cavalleresca in corso si aggiungono altri strascichi, come l'entrata in campo del senatore Rolandi Ricci, che, censurato ieri aliai Camera dall'on. Chiesa, pubblica'.una lettera in difesa del suo operato. giornali denunziati'ieri dall'on. Chiesa come sovvenzionati dal trust siderurgico replicano vivacemente. Scoppia insomma una tempesta di polemiche che ricorda il putiferio consimile suscitato dall'on. Chiesa in addietro con le sue parole pronunziate alla Camera sui generali italiani. Ma, all'infuori di quanto vi è di personale nella polemica suscitata dall'incidente fra. gli onorevoli Chiesa e Luzzatto, vi è una parte di interesse pubblico, cioè l'interesse del contribuente, che importa sviscerare specialmente di fronte alle obbiezioni che saranno probabilmente sollevate dui rappresentanti dell'on. Chiesa nella vertenza con l'on. Luzzatto. Genesi dell'Incidente Anzi tutto è bene precisare le origini del clamoroso incidente odierno. Le origini si devono ricercare in un punto del discorso di ieri dell'on. Chiesa alla Camera. L'on. Chiesa ha affermato esistere irregolarità e frodi a dauno dell'erario nel contratto di cessione avvenuto a favore della Società Elba per diritto di escavazione del minerale, cessione di stabilimenti, ecc. Secondo l'on. Chiesa, la somma .dichiarata di lire 550,000, che appare come quella pagata per la detta cessione, non è la vera. La somma pagata fu di L. 6,500,000, di cui 5,500,0000 in contanti e un milione in azioni della costituenda So-cietà Elba. Il contratto pubblico — aggiun- geva Chiesa — porta,una cifra ridotta a me- no di un decimo. L'erario — egli prosegui-va — apparirebbe da tal fatto danneggiato,secondo la tassa di registro, per la cifra di L. 856,000. L'oratore chiamava poi in cau- sa l'on. Arturo Luzzatto come ex-ammini-stratoro della Società Elba. Di qui gli inci- denti di ieri e quelli di oggi. Contempora- neamente l'on. Chiesa deponeva alla presi- denza della Camera un plico suggellato con- tenente le copie di due contratti della Socie- tà Elba/che, secondo l'on. Chiesa, sono ir-regolari. Quésti due contratti sono uno in data del 1899 e porta la firma dell'on. Artu- ro Luzzatto come amministratore della So- cietà Elba, l'altro contratto è di data più recente e non porta la firma dell'on. Arturo Luzzatto, perchè questi, essendo diventato deputato, si eia dimesso da amministratore della Società Elba. Questi dati sono essen- ziali per comprendere il retroscena di quan- to oggi è avvenuto. Le cose erano a questo punto : cioè l'on. Luzzatto. aveva mostrato di non voler dar seguito alla cosa, quando la questione venne ripresa invece oggi in principio di seduta dall'on. Chiesa. Arturo Luzzatto, replicando ieri alle violenti accu- se deU'on. Chiesa, che lo aveva apostrofato,come frodatore^ dello Stato, si era limitato a dichiarare che le accuse dell on. Chiesa non lo riguardavano, perchè egli non aveva firmato Tu timo dei contratti di cui aveva parlato Chiesa, e perchè egli da dodici an- ni cioè da quando egli è deputato, non è più amministratore dell.Elba. Ma l'on. Ghie- sa non si accontentò di queste dichia-razio- ni Egli oggi, al principio della seduta ri- chiamò l'attenzione del Governo sui due contratti ieri depositati alla presidenza del- la Camera, e il Governo, chiamato in cau- sa, intervenne per bocca del sottosegretario alle finanze, on. Cimati. Questi dovette con- fermare che la frode e l'inganno di 800,000 lire denunziate dall'on. Chiesa erano, pur- troppo, esistenti. Fu questa conferma, ve- nuta dal«banco del Governo, che diede agio all'on. Chiesa di riprendere la sua questio- ni narannniP r-nn l'on T inatto ni mii l'in ne personale con 1 on. Luzzatto. ui qui I in- cidente, la reazione Beli on. Luzzatto e il tentativo di pugilato seguito ornila vertenza cavalleresca. Questi gli stati d'animo. Ve- diamo ora ciò che dicono le due parti in catosi, come vi abbiamo detto, nel corridoio verde, si sottopose con molta condiscenden- za alle domande dei giornalisti intorno alla cu» nartP in onesta frode all'Erario sua parte in questa iroae an erario. Io non c'entro affatto, — diceva l'o- causa. • Ciò che dice In soa difesa l'on. Arturo Luzzatto L'on. Arturo Luzzatto, insieme a suo fra tello on. Riccardo, poco dopo l'incidente, re Inorevole Luzzatto,—■ come ho già dichiara- ieri alla Camera: fino rial maggio 1900 to uoi. faccio più parte dell'Elba. _ Ma questa somma chi avrebbe d^pagarla? . — Ecco come stauno le cose. Io, nella mia 1 qualità di ingegnere, cioè di tecnico, mi so- lno curat0 fino dal 1897 di sistemare l'indù- str:„ ajderureica ed infatti mi adoperai a l^nf^SS^aJ^^mi^^a^ han- nìi Jl^n h,„^«Hn NpI inon mori il mio no a^to buon esito. Nel 1900 mori il mio povero fratello Attilio, e mi offrirono la can- dids-turc di San Giovanni Valdarno. Ero a- | quale li sottosegretario di Stato, on. Cima : ti, ivi dichiarato essersi verificata la frode, 1 è quello del 5 novembre 1899, stipulato a j vanti l'intendente di finanza di Livorno, de ■ legato a rappresentare l'amministrazione 1 demaniale. L'atto recava la firma del cava: liere Tonietti e dei signori comm. Rava e ing. Arturo Luzzatto, questi in nome della ' Società Elba. L'on. Luzzatto rimaneva an' corti per due anni amministratore dell'El ba, la quale, nei suoi bilanci, fin dal primo anno segnò : la spesa capitale di oltre otto milioni, nella quale cifra entrava una spesa di apporto delle miniere di 5,550,000, oltre : un milione di azioni date poi ai Tonietti. E !quindi è evidente chp l'on. Arturo Luzzat to, e come contraente e come amministra tore, non poteva ignorare il complemento di prezzp. Intanto oggi, alle 5,30, in una sala di Montecitorio si sono riuniti i rappresentan ti dell'on. Luzzatto, onorevoli Montù e Di Palma, e quèUi dell'on. Chiesa, onorevoli De Andreis e Pansini. Dopo una prima nu nione preliminare, durata fino alle 19, nel la quale furono esaminati i precedenti e le fa^ii de' dibattito, che ha originato la sfida, i quattro padrini hanno rinviato la riunio ne a domattina, alle 11. |... . - . , _' _ , . _. . Ulia lettera 0611160 Senatore ROlandO-RiCCl ! Fra gli strascichi dell'incidente Chiesa- neo- lieno dalla politica, ma dovetti accettare. Avrei potuto continuare a rimanere amministratore dell'Elba, come aveva fatto qualch» mio predecessore ; non volli, e per un senso di delicatezza mi dimisi da amministrotbre dell'Elba. Divenni deputato nel moggio 1900. Ora dal bilancio di quell'anno dovrebbe risultare una cifra di 500,000 lire per apporti e compensi per la costituzione della Società dell'Elba dati al signor Tonietti dal Credito Italiano. Poiché la Società si ò costituita nel dicembre 1900, io c'entro affatto in tutto questo affare dai memento che ho dato le dimissioni alla fine di màggio. L'ou. Chiesa poteva benissimo risparmiarmi tutte queste accuse. — N'1 a la lettera o documento in cui si verifica la frode all'erario per una tassa pacata per 500,000 lire, anziché per ttoa sor,,ni;i di ciftrnìe^iirlH«toi, è; sì o no, firmata da lei ? — Per niente. Il documento è presso la segrtteria della Camera. E' una lettera firmata dal Tonietti al Credito Italiano. E' cosa che non mi riguarda affatto. Parecchi amici fecero osservare all'onorevole Luzzatto che egli avrebbe potuto dire tutto ciò con maggiore chiarezza ed ampiezza alla Camera, poiché le due dichiarazioni fecero una fredda impressione. — Già, è vero, ma parecchi mi avevano consigliato di attenermi nel limite di una bri\e. dichiarazione. D'altra parte, i fatti sono quelli che ho detto, e nessuno li può contestare. . Ciò ebe dice l'on. Chiesa L'on. Chiesa, interrogato alla sua volta nei corridoi della Camera sui termini della questione, affermava invece che l'atto sul Luzzatto è notevole una lettera che il ... senatore Rolandi Ricci invia ai giornali in risposta a quanto disse ieri alla Camera L'o norevole Eugenio Chiesa, censurando la no mina di lui a senatore é la sua partecipa zione alla formazione del trust siderurgico La lettera deU'aw. Rolando Ricci è la coni ferma di quanto disse ieri alla Camera il sottosegretario di Stato al tesoro^Tn Pa via. e merita di essere riferita per i parti cojari che circa questa grande operazione finanziaria essa contiene L'avv. Rolando rjccì scrive: nuuuiuo „ i0 ,1on òonosòù finora, neonure di vista il deputato Eugenio Chiesa ne adesso mi im porta di meglio conoscerlo e di constatare se e8h è un uomo che affermi coscientemente alla Camera cose non vere con l'intenzione di de "S^JMP^Stó 0 se .e?H è uomo che per (,uf«tto dl equilibrio mentale, accetta senza appurarne la verità le più erronee informa 7.ionl e non si avvede del Doro mendacio quan do gli sono date nell'interesse altrui con inco sciente impulsività di infatuato e le divulga P°i dalla, tribuna parlamentare. Quello che a me importa, in questo primo momento, è di precisare parecchi punti di fatto che il deputato Eugenio Chiesa ba esposto.erroneamente e cioè': ! Lo Quello che il deputato Chiesa chiama un trust nocivo fu la riunione delle diverse Società siderurgiche nell'intento di coordinare la loro produzione, disoipUrnarla, proporzio narla, per quantità e qualità di prodotti, ai bisogni del consumo italiano e di mettersi in S«™?M?m«f?2^aJ5S2?-a 8fado' ^ presumibilmente sempre maggiori esigenze del consumo stesso fronteggiando la concorrenza dell'Industria straniere! Ora, al deputato Eu 'genio Chiesa questa organizzazione può pa- •••'•• 'Ì3§K lrere contraria al suo* criteri ed alle sue tee-! *lo; lo Invece ho creduto e credo che con fa-i ,v?re concorso ad organarla ho fatto cosa utile i11 Daes6 oltr» che all'economia nazionale, la ;■• 'quale.'non avrebbe potuto sopportare, san*3fS? grande iattura generale, l'aeutttza^ ttUa^Lfc sfrenata lotta fra i siderurgici e la consègueS*^ té irievitàhfle «oora^r^diSone n^ntititi™ , " ta^aSl sotto prezzo di? prodX donde v \u>rTtérSfffiJS .,„„ X-V,< ?„0.,"ei.,PA°^f?Lf.25S.*h °'^cl* n?° sopraprodurfe e a vendere se¬ ni definitiva una crisi letale deUa siderurgià.t Dopo che questa fosse avvenuto, l'estero avreb-l bo rincarato i prezzi in Italia ed il consuma-i tore Italiano avrebbe pagato un caro contri-1 buto all'industria èstera oppure il capitalista! estero sarebbe intervenuto a rilevare a prezzi' di liiquidazione gli stabilimenti italiani e a» vrebbe convertito a proprio profitto la loro svalutazione dipesa dall'essere! reciprocamente combattuti e rovinati. L'essere riuscito a persuadere fle sei grandi Società siderurgiche italiane che ad esse meglio conveniva lavorare ciascuna secondo la capacità dei suoi impianti. In località dello sue fabbriche; e l'attitudihw del suo personale e tutto andare d'accordo e I non duplicare gli impianti già fatti da talune auaf0- frSÙffi^-^tF"^Z3X u1 ^i^^^^^^^ !cd alla Piombino la resistenza alle pretese degU operai nnamdo, dopo lo sciopero da essi .pazzamente dichiarato, si tentarono degli ac comodamenti che non potevano riuscire du Te>v0}* perchè non sanavano pienamente la s;> fazione operaia. Io però mi adoperai a riav- ™lnare le F« e ad addolcire i loro contrasti e ^ agevolaro concessioni a favore degli o ; perai ed i due prefetti competenti oltre che j quello di Genova, possono farne fede 3.o che Toperazione finanziaria della si- condo eque inteso non ò davvero sforzo det ■jderurgla fatto daUe banche è stota la miglio-. re deUe sistemazioni possibili. Vi erano due strade per provvedere al fabbisogno: o proporre a ciascuna società di aumentare il pro-i prio capitale emettendo nuove azioni o fare un debito collettivo consolidato da estinguersi gradualmente in parecchi anni. Il primo partito poteva essere vagheggiato da speculatori di borsa e corrispondeva alle attese di quel ribassisti che, prima vendendo aUci scoperto un largo stock deUe diverse azioni siderurgiche, avrebbero contato di ricoprirsene poi assumendo le nuove emissioni, la quali, per le condizioni del mercato magari all'uopo artificialmente aggravato, avrebbero dovuto farsi previa svalutazione ed a sotto prezzo. Io, fui patrocinatore del.secondo partito mediante il quale, sotto 11 vigile controllo del consorzio sovvenzionatore, le Società industriali devono anzi tutto erogare per otto anni i prò-, fitti del loro esercizi coordinati ad estinguer* i debiti contratti e cosi, mentre è precinta-.!», via al giucco degU aumenti e -dei rtbassi de titoli in ragione del dividendo, viene a provvedersi alla consolidazione e graduale maggiorazione deU'intrenseco dei titoli stessi. L'aver concorso a condurre in porto una cosi la boriosa e spesso contrastata combinazione non lo ritengo un demèrito ma una. benemerenza. Se questo finanziamento non fòsse avvenuto avremmo ora la guerra fuori ed una doppia! spaventosa crisi all'Interno: quella operaia1 per la chiusura degli stabilimenti, che danno1 lavoro a molte diecine di migliaia di operai e quella finanziaria, giacché se alle preoccupa-, zioni aUe quali ora già danno luogo'le fra-1 quanti manifestazioni del malessere di altre industrie importantissime e ai talune minori banche nelle provinole si fosse dovuta aggiungere l'insuiTicienza della siderurgia, lai situazione del credito nazionale sarebbe dive-, nuta tale da mal corrispondere alle richieste che ad essa possono essere a tempo debito ri volte per i supremi interessi dell'Italia. 4.o che la mia sportola per tutto la combinazione siderurgica fu complessivamente dalle sei società-di lire 180 mila e non di 900! mila. 5.o che non presi propine né grosse nói piccole per le ultime convenzioni marittimo,' delle cui conclusioni non fui né < magna » né < parva » parte. 6.o che quelU che mi conoscono, magistrati, colleghi, clienti, sanno che la mia a-j giatezza è esclusivamente frutto di trenta anni di lavoro assiduo professionale, lavoro di av-! vocato, solo di avvocato e che ho esercitato lai avvocatura illibatamente. Ciò chiarito, io! credo di dover trascurare tutti ' gli altri apprezzamenti che il deputato Eugenio Chiesa' ha fatto sul mio conto».

Luoghi citati: Genova, Italia, Livorno, Roma, San Giovanni Valdarno