Lo sciopero di Piombino e il "trust,, siderurgico alla Camera dei deputati

Lo sciopero di Piombino e il "trust,, siderurgico alla Camera dei deputati Lo sciopero di Piombino e il "trust,, siderurgico alla Camera dei deputati a Cameeptati Vivaci attacchi deli'on. E. Chiesa - Incidenti e battibecchi • Le dichiarazioni deli'on. Pavia a nome del Governo (Per filo dirotto e per telefono alla STAMPA) (Seduta del 25 marzo) noma, 25, sera. Presidenza del vice-presidente Cappelli. l.*a seduta comincia alte ore 14. Questa seduta pomeridiana delia Camera presenta un interesse eccezionale, per lo svolgimento inevitalwlmente movimentato delle interpellanze degli onorevoli Chiesa Eugenio, Arturo Luzzatto e Marangoni sugli scioperi dtìle ferriere dell'Elba e di Piombino. Il violento incidente avvenuto sabato sera alla Une di seduta alla Camera ha offerto un saggio già (li ciò che potrebbe essere ila diitscussione odierna. L'aula è insolitamente affollata. Circa duecento deputati sono presenti. Al loro posto si trovano soliamo ad un banco di distanza i due avversari della giornata, cioè l'onorevole Chiesa Eugenio e Luzzatto. li settore dell'Estrema è popolato di una trentina di deputati. Le tribune sono affollatissime, compresa quella dei senatori, e assistono moltissime signore, fra le quali in prima linea, elegantissima, Ha moglie deli'on. Arturo Luzzatto. La morte dì Antonio Pacinotti BATTELLI annuncia la morte improvvisa, avvenuta stanotte in Pisa, del senatore Antonio Pacinotti, che per avere inventato la mirabile macchina, che poi fu applicata e diffusa nel mondo industriale dal Grammo, scrisse una pagina incancellabile -nella storia del progresso umano. • Segnala il disinteresse di quest'uomo che, grande quanto modesto, non si accorse mai ■della luce di gloria che circondava la sua persona. Così come non valle mai trarre alcun profitto economico dal meraviglioso prodotto dei suo genio. Il monumento più degno deUa sua grandezza consiste nel meravigHoso sviluppo che per l'invenzione di lui ha raggiunto l'industria in tutto il mondo ci/vile. ' Alla memoria del grande Italiano manda un commosso e reverente saluto (Vive approvazioni; vivi applausi). MONTU' si associa all'on. Battelli, ricordando che ai Congresso internazionale di Parigi un altro grande scienziato italiano, Galileo Ferraris, rivendicò ad Antonio Pacinotti .il merito della invenzione della dinamo elettrica. Propone che la Camera esprima le sue condoglianze alla citta di Pisa ed alla famiglia. FALCIONI, sottosegretario all'interno, ' ricorda con commossa parola come, or sono pochi mesi, Camera e- Governo si associarono al tributo che 11 mondo scientìfico rendeva ni Pacinotti. Si unisce in nome del Governo alla proposta di condoglianze.. 11 PRESIDENTE comunica un telegramma deli'on. Queirolo, che, rimasto a Ptea par confortare le ultime ore dell'insigne cittadino, si associa ai sentimenti in suo onore espressi dalla Camera. « La Camera — aggiunge l'onorevole presidente — si unisce agli onorevoli preopinanti per esprimere il suo rimpianto per la morte 'di questo illustre scienziato. ' « Se l'umanità ha potuto giungere a domare quell'elemento, che per tanti secoli non aveva servito ad altro che a fulminarla, ciò è dovuto ad una schiera illustre di italiani, che va da Volta al Marconi. « In questa schiera, un posto sopratutto luminoso spetta ad Antonio Pacinotti. « Alla sua Imprevista dipartita, la Camera non può che, dolendosi, mandare un estremo saluto, rammentando l'illustre scienziato, gloria dell'Italia tutta » f/lpplawstj. Estrae a sorte la Commissione che, Insieme con una delegazione deHa presidenza, rappresenterà la Camera ai funerali del senatore Paoinotti. La Commissiona riuscì composta degli onorevoli Camagna, E. Gtovanefli. Vensl. Turbi■gllo, decotti, De Nava, Torre, Faustini, Caso. In atto disciplinare delle autorità militari In"mezzo all'attenzione della Camera si svolge l'interrogazione deli'on. Trapanese e di altri deputati socialisti, al -Ministro della Guerra, per sapere 6e sia vero che il sottotenente medico di complemento, dott. Francesco Tondi, sia stato deferito al Consiglio di disciplina, sotto l'accusa di essere socialista. ltisponde il sottosegretario della Guerra, onorevole MIBABELU, che dice: — Le Autorità militari di Livorno sapevano da molto tempo ohe il dottor Tondi, sottotenente medico di complemento, professava apertamente idee politiche assai avanzate, e mai venne in mente ad alcuna fra le Autorità militari di dare il benché minimo disturbo al sottotenente Tondi, perchè nelle fila dell'esercito non si 6 mai fatta l'inquisizione al libero pensiero. Recentemente, il Tondi fu accusato di aver preso parte ad una conferenza anti-mllitarlsta, ed ebbe un diverbio con un rappresentante di Pubblica Sicurezza, che assisteva alla conferenza, perchè il delegato aveva interrotto l'oratore anti-militarista. Di fronte ad accuse simili, e di fronte ad altri rapporti, secondo i quali il Tondi veniva denunziato come propagandista fervente, anzi, feroce, nel senso antimilitarista, l'Autorità militare di Livorno propose, ed il Ministero accettò, che il Tondi fosse deferito ad un Consiglio di disciplina per accertare la verità o meno dei fatti; e ciò tanto nell'interesse della disciplina, come del Tondi. . « Innanzi al Consigliò di disciplina furono I sentiti numerosi testimoni, chiamati a giustificazione dal Tondi. Il Consiglio escluse o^ni accusa mossa al sottotenente Tondi, il quale venne assolto all'unanimità. (Impressioni; commenti). « Questo prova l'utilità dei Consigli di disciplina. -Specialmente anche in seguito all'assoluzione del sottotenente Tondi, sarebbe impossibile concedere nelln fila dell'esercito maggiore libertà di quella che godono ufficiali e soldati. Ma si deve anche ammettere il diritto del Ministero di sottoporre, se ve ne sia il bisogno, gli'uftlciali al Consiglio di disciplina, ■per accertare che nulla di contrarlo ai giuramenti .sia da essi compiuto». [Vivissime approvazioni; brontolìi all'Estrema Sinistra). MARANGONI rimbecca, esclamando : — Bisogna scegliere! 0 essere ufficiali, o socialisti! loci : — Ha ragione! Replica l'interroga me on. TRAPANESE: — Della dichiarazione del Sottosegretario, per l'esito del procedimento a carico del sottotenente Tondi, mi dichiaro soddisfatto. Debbo però avvertire che l'assoluzione ad unanimità ilelrufficiale sottoposto al Consiglio di disciplina, dimostra la infondatezza e la leggerezza delle accuse mosse al 'l'ondi. L'assoluzione sta inoltre a stabilire che il partito socialista, pure esercitando opposizione irriducibile alla -guerra, non è anti-patriottico... [Rumori). Voci: — Perchè vi siete opposto all'impresa di Tripoli? TRAPANESE: — La lotta del partito socialista contro la guerra è lotta civile. Non è contro la difesa nazionale, ma contro il militarismo. [Proteste; rumori). Voci: — Non è vero! Dite questo oggi, perche vi fa comodo di dirlo! TRAPANESE: -• Nell'esercito, in Libia, si trovano a combattere anche ilei soldati socialisti, i quali hanno dato il loro san.eue alla Patria, con lo stesso entusiasmo, non minore di quello de^'li al tri soldati. (Rumori). Voci: — Tutti i soldati sono eguali! 1R\PANESK: — Mi meraviglio che l'Autorità militare di Livorno e il Ministero della •Guerra abbiano temuto il pericolo socialista ravvisabili'- nel sottotenente medico vale a dire, in un ufficiale clic non impone In mor■te, ma conduce, alla vita! Rumori e proteste) Questa è ima vera crudeltà, eri io la deplorai perchè ii socialismo, signori, non è crudeltà •' è amore. (Approvazioni all'Estrema. Ilarilàrumori-suoli altri banchi). Una voce da Destra: — Viva il deputato dell'amore! (Ilarità). Una Pretura boicottata dai titolari! GALLINI, Sottosegretario alla Grazia e Giustizia, all'on. Marangoni espone che alla Pretura di Codigoro, qualllìcata fra le serti <li-ugiate, è rimasta lungo tempo vacante, perchè i van titolari si ricusarono di recarvisi; uè il Governo aveva modo di obbligarli ad accettara la destinazione. IT «nera che 11 Magistrato ultimamente nominato prendor* possesso del posto Intanto, eJ servizio, ci provvede per mezzo di un vicepretore, * • mGgsV,! ìI ]I i[I! ! I ;■ i I e . I è l , e; Aggiunge che la riforma giudiziaria, che è innanzi al Senato, porterà rimedio a queste eccessive vacanze delle sedi minori. •MARANGONI trova singolare che il Ministero non abbia modo di obbligare i magistrati nominati ad una sede disagiata di raggiungere la loro destinazione. Lo sciopero di Piombino Alle 16 comincia la discussione delle interpellanze sugli scioperi dell'Elba. Al banco del Governo siedono l'on. Falcioni, che risponderà ! r. l'on. Giolitti, e altri sottosegretari. ; L'on. CHIESA, dopo un breve esordio, dice: — Le interpellanze rivolte al Governo nei giorni in cui durava il conflitto, invocavano 1 intervento del Governo, per la sua funzione di regolatore della.cosa pubblica, e per quella speciale di parte in causa, come proprietario delle miniere dell Elba. Non siamo certo a fa- V0^„di Sn intervenzionismo ingombrante da ?M 1S^1L?J1S M3n0mi£& p»J£™ ^i11^1.™^6?»0™f£l ^.p^o riteniamo che, date le istituzioni cosi come f?%i —?ZP™iSJl?ri te dei proprietari che non della parte operaia. lsto nonSrvt^ ìf^^A^^^^^^^^ mente per legge dello Stato ; « Quel signori, per essere libero-scambisti in fatto delle loro maestranze, dovrebbero prima itiiirtj uciid iuiu aiacsuiiu/a-, iuvitruuciu IH ina1implicare tale principio alle loro ghise, n] far-! ,ro ed all'acciaio. Il regime di favore, fatto alla ! siderurgia in Italia, è infatti tale da non po- tere dallo Stato tollerarsi, se non almeno ^questo patto: che essa garantisca la pace e la tranquillità della sua falange lavoratrice ». Rileva che il conflitto cogli operai si deter- minò ^^X^^u^l^v^del «trust» siderurgico che si affermò così ìfin da principio ostile ai lavoratori. I Nota che la Società concessionaria intendeva ridurre il personale operaio; ma avverte ]che tale facoltà le era stata limitata da alcune tassative disposizioni del Capitolato. Questi I patti furono violati dallo Società. Di qui lo sciopero. s i Accenna al ferreo regime di disciplina, cui erano sottoposto le maestranze, alla trascurali za delle Società nell'osservare le norme dirette a garantire l'incolumità dei lavoratori: nota ancora che il figlio del Commissario di [vigilanza era impiegato della Società. Ora sta in fatto che la vigilanza era deiiIciente, C06Ì per quello che riguardava gli o! perai, come per la tutela degli interessi dell'Erario. ! Dimostra che il capitolato non permetteva ili sospendere il lavoro aJBa Società, la quale perciò, dopo due mesi di inazione, avrebbe dovuto essere dichiarata decaduta dalla concessione. Accenna ai bassi salari desoli operai, cui fanno contrasto gli aliti dividendi distribuiti agli azionisti, dovuti anche al materiale estratto in massa superiore a quella consentita dalla convenzione. I Lamenta l'opera fiacca del prefetto e deplora che sia stato allontanato il sotto-prefetto, il quale, conoscendo uomini e cose, avrebbe potuto spiegare un'efficace opera di conciliazione ;e tutelare l'ordine pubblico. « Forse in tal caso — osserva l'oratore — non ■ si sarebbe, verificato un ferimento, quello del i direttore Mellini, i cui autori rimasero sempre sconosciuti, tanto che è lecito domandarsi se non si tratti per caso di un auto-attentato » (Commenti, e rumori). I Deplora gli eccessi del nuovo sotto-pretella: proibizione di ogni riunione, spiegamento esagerato di forza, rimpatri forzosi e illegali, chiamata di bande armate di forum ir L, violenze d'ogni genere, che fecero necessariamente iracollare le sorti della lotta in favore dei capitalisti. Conclude che lo Stato si è dimostralo prima imprevidente e poi violento, e non è meraviglia che il doloroso conflitto abbia lasciato un'eredità di malcontenti, rancori e di meditate vendette. Spera ancora in un'opera energica del Governo, la quale renda possibile la pacificazione degli animi, ma impedisca pure lo sfruttamento delle miniere dell'Elba, a.nelie In vista dei supremi interessi della difesa della Patria. Una grave irregolarità? L'on. CHIESA denunzia quindi una grave irregolarità, che sarebbe avvenuta, dicendo: — Nel corso delle indagni, alle quali mi ha portato la questione dell'Elba, mi à risultato, da pubblicazioni e da documenti, un fatto che debbo denunciare al Ministro delle Finanze. Noto che la vigente concessione di regale privativa per l'escavazione del minerale di ferro non fu fatta direttamente dallo Stato all'attuale esercente società dell'Elba, sibbene ottenuta dietro usta pubblica, dal cav. Tonietti, in Porto Ferraio, e da questi ceduta, circa due anni e mezzo dopo, per il tramite del Credito Italiano e col consenso governativo, alla co-stiluèndn Società, che la detiene tuttora. E' su questo atto di concessione che richiamo l'attenzione della Camera. La stipulazione di esso è avvenuta il "> novembre 1S99, avanti all'avvocato Camillo Pizzigoni, intendente di Finanza di Livorno, e riflette precisamente la cessione dell'affitto delle Regie Miniere dell'I-sola d'Elba, delle terre ferrifere dell'Isola del Giglio, dello Stabilimento siderurgico di Fol- Ionica, ecc.. « La'cessione appare fatta verso il corrispetr tivo portato dal patto 3.o dell'atto, cosi con- c.epito: «In corrispettivo della cessione, la Società Elba ha pagato al signor cav. Ugo ifcav T^oeL:kardoS°TontttÌ ha McXtn "msaldo edi a mena ucitaVio ìe tìelKcVfsionostessi TP» iSe^stSnma il^onfmttn*Sv«ito bie&svi». i eitdie somma n contralto usuua registrato agli atti pubblici, con una stipulazione, per la quale si obbligavano i signori comm. Enrico Hava. del Credito italiano, e l'ing. Arturo Luzzatto 11 contratto nnbhllcn mirti miii uni ci.11 conti atto pimu.ico porta quindi una Qi- fra ridotta a meno del lo per cento. L'erariopubblico appare da tale Mto gravementeri a n n «rsri n tri nprrhi rnóamiriri imi <ir.n,.danneggiato, perchè ha incassato una soni ma molta minore di quella che ad esso spet-terebbe. I/a gravo occultazione del prezzo «colpita dailan. lui del tes-.o muco delia Log- ge sulla tossa di registro, che dichiara ini- produttivo di azione e dì esecuzione in gin- dizio l'atto fallace senza il pagamento deltriplo della tassa che sarebbe siala riscossa sul prezzo "o valore occultato. Questa triplicotassa dovrebbe valutarsi sulla cifra di lire •5.950.000, ch\! è quella che risulterebbe denun-cinta in meno dai signori Cgo Ubaldo To-nietti, comm. Rava e Arturo Luzzatto. Quin-di, a tenore dell'art. 128 della predetta Jegge— che colpisce con lire 4 di tassa per ognicento lire qualunque atto civile traslativo atitolo oneroso del diritto di escavare e diprendere materiale da terreno di miniere —sarebbe triplicato e quindi al Vi o/O di lire714,000, più (Tue decimi: in totale L. 856.800, che spetterebbero all'erario. » Ebbene, la somma dichiarata di lire 550.000, elio paro coinè, quella pagata per detta cessio- ne, non 6 vera; la somma pagata fu di lire <; milioni e r.00 mila lire, di cui 5 milioni e500 mila lire in contanti e lire 500 mila in azio- ili delia costituenda Società Elba. | .Porgo all'on. sottosegretario di Slato ildocumento ufficiale che prova quello che ho'esposto ora». J.'on. Chiesa consegna infattiad uno degli uscieri una busta gialla conte-nenie il documento in parola. L'usciere loporta al banco del governo, ma lon. Cimati,sottosegretnrio di Stato alle finanze, a cui lo: porge, esclama: — Al presidente della Carne-'ra. non a me (Ilarità). ! L'usciere saio ili Dauco della presidenza,ima trova un nuovo rifiuto da porte del pre-sidente, on. Cappelli. Tra nuova ilarità della'Camera il documento trova infine asilo tra lemani del segretario della presidènza, on. Ba-i slini, dalie cui mani finalmente il documentoipu^i in quelle presidenziali. Calmata l'Ilarità, l'on. CHIESA prosegue: - Nessun commento riflettente le persone cheavrebbero danneggiato lo stato In un contrat-io di per ,,• così' lauto e di favore, Tonleiliè mono. Rava. dopo il fallimento del c Mobi-liare •• che dirigeva, è rimasto più conimen-datore che mai ed e tornato a galla sugliscudi del Credito Italiano. L'ina. Arturo Luz-zatto che. come è scritto nella relazione dellaSocietà Elba all'assemblea del 18 marzo 1901,«aveva preso una parte attiva alla organiz-zazione del mostro affare, dovette con nostro rincrescimento lasciare !a sua carica di amministratore, avendo deciso di presentare la sua candidatura alle elezioni politiche. ». E ; difatti 6 riuscito dopo .tale delicato sentire deputato per San Giovanni Valdarno ed oggi è uno degli interpellanti in argomento, sebbene amministratore delegato della Società • Uva». L'interrento della Banca d'Italia nel "trust,, siderurgico è e e ! Passando all'altra interpellanza, a'oratore de ; plora vivamente che il nostro massimo isti- mto di emissione, alcune Casse di risparmio ed alcuni istituti di credito soggetti alla vi giianza governativa abbiano partecipato per mo]tj milioni ad un'operazione finanziaria a favore del trust delle Società siderurgiche. , operazione essenzialmente aleatoria, inquan- ! tocnè talune di queste Società hanno nei loro' a bilanci incognite pericolose, di fronte a cui & u medito del pubblico mercato ha ne- o cessariamente depresso i corei delle azioni dei e Varii istituti ri A questa operazione, lungamente preannun. l7jata' ohfi tpnripv» »r «siivatae-irin a\ ™«. <> dì pèrsone ^Governo ^Mveva riina^ere ^ °st«*"*>. ™a doveva intervenire per Citta ; funzione di,vigilanza che SU spetta sugM iòti- n a tuli di credito. « Sopratutto, l'operazione doveva essere vie- a1. ,M 0i,„ r>_ - ~ .T'Unii,. ^.,*t«^j«.( ji -! *tB■ £5?°aJ»25^£SffiS?^Hilto?St2S a X, 0S£u^seare ar^ rfelTéforo 'w/bìn dì - ?.. ,„^?lfi irn YilJ™Jn™t,?mìl? Ji ^t&oTvi-attoP ltn*ewUante e lon. .ir- e . - « La cosa è. tanto più grave, in quanto questi capitali furono da questi Istituti investiti ^^ sa^i0 ■» »<-™alc. (Co». ì e e i o i : i a e e i i a l e n l e e » : ai, e aia ao ioata . e : a o, e e. irtt, ! ì)]jCano (]j modo che per dna o tre minuti i e i coiioqUj vivacissimi fra 1 due impediscono, o j, runlore .aei]a Camera, di comprendere -' E' o wienft) E a questo proposito l'oratore, esaminando diffusamente le condizioni di queste Società coalizzate, ne conclude che i crediti degli"istituii sovventori sono tutt'altro che garantiti; anche ciò non doveva sfuggire alla vigilanza del Governo. Accenna per incidente a gravi irregolorilà dall'oratore riscontrate nel bilancio di una società anonima, irregolarità delle quali esibisce i documenti richiamando sul fatto l'attenzione del Ministro della Giustizia. (Commenti). Si riserva di trattare in altra seduta la sua interpellanza al Ministro delle Finanze sulla necessità di ridurre i dazi di confine sui prodotti siderurgici quando si stipuleranno i futuri trattati di commercio. Lo Stato e la Metallurgica L'oratore chiede quindi -(ciò che è oggetto dolla quarta interpellanza) di.conoscere quale atteggiamento i ministri dei lavori pubblici, della guerra e della marina, che sono i tre più forti clienti.della metallurgica, intendono assumere, per le forniture ad essi occorrenti di fronti agli accordi imperativi di talune società siderurgiche, che vengono a menomare la libertà nelle gare dei pubblici incanti e nelle licitazioni private con presumibile danno per la finanza dello «tato. Chicle pure al Governo, ed in ispecie al rappresentante del ministro guaTdasigilli, se intenda vigilare, specialmente far vigilare a tutela delle pubblici*? amministrazioni gli accordi e le operazioni del a trust » siderurgico anche In relazione alle sanzioni penali riflettenti le frodi nei commerci nelle industrie e negli Incanti. CHIESA proseguendo: — L'on. tiiolitti nella seduta dell'8 luglio lirtl diceva dei Sindacati ; Riconosco che in qualche cosa essi sono utili per difenderci dalla concorrenza degli stranieri, ma io pongo come conseguenza assoluta che i Sindacati non divengano organizza zioni politiche. Queste sono le parole del Presidente del Consiglio. Ora la nomina di Rolando Ricci a senatore è uno scandalo. Egli è consulente di Società siderurgiche organizzantisi in « trust » a danno dei consumatori dello Stato. (Rumori e proteste). Appena pronunziate queste parale, dal banco del Governo scatta il sottosegretario agli In terni, on. FALCIONI, che grida rivolto all'o norevole Chiesa : Lei non dovrebbe portare qui delle accuse contro gli assenti. CHIESA: — Io deploro, ripeto, ancora una volta, quello che ha fatto il Governo. FALCIONI: — 'Ma lei non può e non deve parlare di persone che non possopo difendersi e che appartengono all'altro ramo del Parlamento. La Camera appoggia le interruzioni dell'onorevole Falcioni e protesta contro l'on. Chiesa. L'on. Chiesa urla, a perdifiato contro il sottosegretario on. Falcioni, il quale, a sua volta, rimbecca tutte le risposte del deputato repuO quello che essi dicono Interviene l'on. CAPPELLI, presidente, il quale prega ti sottosegretario Falcioni di lasciar parlare l'on. Chiesa. CHIESA, sempro urlando: — L'on. Falcioni rilegga le parole pronunziate dal suo immediato capo, e vedrà che non sono io che ho i a -, el torto. ,,,_,,„ - FALCIONI : «Io non le contesto il torto o la ragione, le ripeto che ella non dovrebbe poi- tr ;tare qui delle accuse contro persone che non - sono in grado di difendersi», a t, ., . , • o L alìclCCO a KolanflO K1CC1 mÌ " battibecco continua vivacemente per qualo'«■■»»« secondo sempre in mezzo ai rumori dell* to Camera. Poi man mano la Camera si calma a „ ,,,.„ r.uiuci nnunna- «in demi oro che ari e che secondo sempre in mezzo ai rumori della "amera si calma l'on. CHIESA prosegue: ■ Io deploro che tiia stato fatto senatore l'aw. Rolando Ricci, il finanziatone, l'ispiratore del frus* siderurgico. Egli in una assemblea delle Società si- i.' denirglche, ebbe a dichiarare di non possei- (li?n, *|ie una lrentlna di azioni, mentre in o e «««^/n ffla^&M^ra^ral ,. C.-.po nella L,,luoa u uim, "oiu" "* • i sovventori per un milione di lire. Fu l'aw. t- 1UjlariU0 Rlffci uno dei più accaniti consiglieri « della società Elba e Piombino contro gli og- ,jerai nell'ultimo grandioso e sfortunato scioi- )uj.0 e a \U[ s\ devono le famose cinquemila n- .-nazioni per danni fatte dalla Società contro el operai scioperanti. Inoltre l'aw. Rolando a Rjeci è stato anche avvocato delle ultime co convenzioni marittime, il che gli valse una e salutare propina, ed infine è il comproprten- )al-j0 QOiia Tribuna di Roma. Ebbene, questo o- è n nuovo eletto per decreto reale all'alta asn- semblea. proprio nei giorni in cui le azioni ge siderurgiche precipitano in ©orsa perchè mal- ni sane. In questa nomina a senatore dell'avv. a Rolando Ricci vi è qualche cosa di più che di un atto della sovranità ministeriale dell on. — Giolitti. ed io credo che non tutti i colleghi re deli'on. Giolitti vi avrebbero sottoscritto con e eguale spontaneità se fossero stati liberi di dare o negare il consenso» (Vive proteste del- 0, ion. Falcioni). D . .„ „,„„. o- Chiesa, proseguendo: «Lon. Rolando Ricci re una cosa ha sempre fatto: dare ausilio e e consiglio alle speculazioni. Ebbene .Questa o- nomina appare, anzi e. un sintomo grave di decadenza della democrazia borghese : non 6 il ancora la corruzione, — conclude 1 on. Chiesa, ho — ma è con questa decadenza che si può ti giungere alla rovina ». e- La tino del discorso dell on. Chiesa viene lo accolta dagli applausi della sola estrema Sii, nistra: su tutti gli altri banchi si commenlo tono le sue parole. Quasi tutti i deputati dele- l'Estrema si recano a congratularsi con l'on. Chiesa. Il presidente sospende per dieci mi- a, miti la seduta. e- Durante la sospensione della seduta gii la onorevoli Falcioni e Chiesa si incontrano le presso i banchi dell'Estrema e si stringono a- cordialmente la mano, to _, | Lon. Marangoni e: I ,. ,„,x,r-r»Mr ™«„*„ „ „„-,.n,.o o „ „ he L2Si*^^£?M^"de.* at- conflitto del 21 settembre durante lo sciopero li «» Piombino, e con W lapsus Unguae esclama bi- a gran voce: «Ebbene, o cittadini...» f Ilarità n- Qen.era.le). «„. li foci. — Crede di essere alla Costituente? z- f.Vwowo ilarità). a MARANGONI allarga le braccia come per 1, scusarsi, e prosegue: z-i «Del conflitto del 21 settembre devo essere ro | attribuita tutta la responsabilità alla Polizia, cngni(I(rzacgcsdsddmsImsttsvrsbvrvvIIetospimv• che non fece neppure le consuete intimazioni, prima di far uso delle armi». ' Voci da Destra: — E le tegole gettate sugli agenti di Pubblica Sicurezza? MARANGONI: — Non è vero; le tegole sono cadute sui poliziotti dai tetti, per M peso inconsueto delle persone che vi erano salite. (Ilarità generale). Voci: — Ma a chi volete darla a credere ? Altre, voci: — Saranno piovute dal cielo. (Ilarilà). CAMPA.NOZZI, rivolto a coloro ohe intar- rompono: — Le tegole sono cadute sul poliziotti dopo che la Polizia aveva sparato. " MARANGONI: — SI, si, dopo ohe la Polizia aveva sparato. Del resto, la Polizia ha dato csetuipo di crudeltà in quella occasione, negando al padre dell'ucciso di recarsi a vedere c ad abbracciare il cadavere del figlio. Lo stesso sistema di provocazione venne poi adclt*'.o dalla Polizia con la bomba ammaestrata, lanciata durante lo sciopero. FALCIONI, iuterrompendo: — Prego, erano due le bombe. MAItA^'GOiXI : — Una era stata inventata dal commissario di Pubblica Sicurezza» oommendrttore Cavalli. (Nuove proteste). SI, una se l'è ringoiata il comm. Cavalli. (,V«o«c utIn e protesle). L'altra, spero, che se la rimangerà l'on. Falcioni, nella sua risposta. FALCIONI : — Non c* pericolo, non ho lo stomaco adatto. (Ilarità generale). MARANGONI: — Queste bombe ammaestrate avevano carattere domestico. (Ilarità). Voci: — Alla larga! ■L'on. 'MAiRAiNGONI prosegue,- citando il contegno tenuto dal Governo ingles* durante lo sciopero dei minatori, vale a dira che il Govpiiio non ha temuto .trattare con gli scioperanti. FALCIONI, interrompendo : — Quando lo sciopero non è perturbatore dell'ordine pubblico, io sono perfettamente dello stesso avviso. CAMPANOZZI: — Parole, parola FALCIONI : — Non sono parola sono verità. MARANGONE: — Lo perturbazioni vennero originate durante lo sciopero dalla Polizia Il depntato di Livorno Prende quindi la parola il deputato di Livorno, on. CASSUTO: egli dice: — L'onorevole, Chiesa mi ha fatto un'accusa grave, ma Infondala. Mi ha accusato di non essermi Interessato delio sciopero dell'Elba e di non essermi recato all'Elba durante lo sciopero, tbbene. io risponderò che non mi sono recato all'Elba, com-e gli onorevoli Chiesa, Pascetti e altri deputati dell'Estrema Sinistra, perchè non volevo pascere gli scioperanti di illusioni. Non temevo né la impopolarità, nè fischi, ma non volevo apparire come un emìssario dell'Elba, data Iti mia qualità di avvocato. Orbene, io non ho mai posseduto un'azione dell'Elba... CHIESA : — Benissimo, ed era precisamente questa una ragione per recarsi sul luoghi del lo sciopero. CA'SSUTO : — Andarci a parlare come avete fatto voi, no, io non lo faccio. CHIESA: — Ma voi non andate in nessun luogo (ilarità). J/on. Luzzatto si difende Prende la parola l'on. ARTURO LUZZATTO, (attenzione intensa). L'on. Luzzatto fra rat tenzione della Camera dice: — Sabato ho detto le ragioni della mia interpellanza, vale a dire per rispondere agli attacchi che sarebbero stati rivolti contro la mia persona. Orbene, la mia persona non deve essere confusa con quella dell'amministratore di Società anonime. Io non devo rendere conto a nessuno di essere o no possessore di azioni di Società anonime. Lon. Chiesa mi ha accusato di non aver pagata una ingente tassa dovuta all'erario. Darò brevi spiegazioni in proposito. Partecipai. 12 anni fa, quando non.ero ancora deputato, a un contratto per cónto dell'Elba, di cui io ero ammi nistratore, ma quando io ini prosentai candidato nelle elezioni politiche stimui mio dovere dimettermi da amministratore dell'Elba. L'onorevole Eugenio Chiesa ha usato verso di me pa role che non ripeto e non rilevo per rispetto verso lei Camera (commenti). Quanto alle fac cende della Società Elba, di cui ha parlato l'onorevole Chiesa, osservo che esse non mi riguardano perchè da 1S anni io non sopo più amministratola dell'Elba. Non ho altro da dire 'silenzio glaciale). L'incidente, che si credeva sarebbe awenuto in seguito alla replica deli'on. Luzzatto, sfuma per il tono remissivo della risposta del deputato di San Giovanni Valdarno. L'interpellanza Pescetti Viene la volta dell'interpellanza deli'on. PESCETTI. Egli comincia pregando il presidente di voler consentire al rinviare a domani, stante l'ora tarda, il suo discorso. Ma il presidente è inesorabile e avverte che se egli non parlerà la sua interpellanza de cade. L'on. PESCETTI si rassegna e svolge brevemente la sua interpellanza sulle condizioni create dall'industria siderurgica nell'isola dell'Elba e della classe lavoratrice affermando che quest'ultima si trova ad un tempo soprafatta dal prepotere capitalistico e dalla pressione e dall'arbitrato della polizia. Plaudendo al discorso deli'on. Chiesa, ricorda di avere combattuto, fin da quando si discusse la legge per Napoli, gli eccessivi favori accordati all'industria siderurgica ed i mal larvati propositi di speculazione. Dice di aver seguito da vicino, per incarico del partito socialista, lo sciopero di Piombino in tutte le sue fasi, pur mantenendosi semplice spettatore dato il carattere sindacalista di quel movimento operaio e di aver cosi potuto constatare direttamente l'opera nefausta delle Società capitalistiche e della polizia che le sosteneva apertamente gli interessi. Deve riconoscere die l'opera della polizia era disforme dagli intendimenti corretti del Governo, ma il Governo non deve in certi frangenti valersi dei funzionari disposti all'eccesso ed all'arbitrio. Ricorda che l'amministrazione comunale socialista di Piombino fece sempre opera di equilibrio e di pacificazione. Spera che il Governo non si farà strumento dei desideri della Società capitalistica di Piombino che vorrebbe lo scioglimento di quella amministrazione. Conclude augurandosi che il Governo sappia sempre secondare col proprio appoggio l'ascensione delle classi lavoratrici (t'ite approvazioni, applausi). Dichiarazioni del Governo PAVIA, sottosegretario del tesoro, afferma che il Ministero del tesoro non si lasciò sorprendere nè mancò di assumere le più esaurienti informazioni alle fonti che credeva più opportune. Per quanto concerne le operazioni finanziarie della Banca d'Italia censurate dall'on. Eugenio Chiesa (t'/Ueiruzione dell'onorevole Chiesa'', il ministro del tesoro assume intiera responsabilità dei fatti compiuti ed ha agito perchè ha creduto dovere di evitare al Paese la crisi industriale, alla quale si sarebbe andato Incontro senza l'intervento della Banca d'Italia (benissimo), e la crisi di mano d'opera che ne sarebbe inevitabilmente deri-, vata (approvazioni). Non crede che abbia ra-' glone l'on. Chiesa di giudicare della bontà di quell'operazione dai corsi di Borsa dai titoli di quelle Società siderurgiche. Illustrando largamente le garanzie che. accompagnarono l'operazione della Banca d'Italia, afferma che il Ministero dei tesoro ha esercitato, come doveva, la sua vigilanza e nega che si sia in alcun modo contravvenuto alla legge sugli Istituti di emissione e in panico] ar modo all'articolo 67 citato dall'on. Chiesa. Giustifica pienamente il • direttore genernle della Banca d'Italia che merita la gratitudine de! Paese per l'opera da lui data alla prosperità del nostro maggiore Istituto (approvazioni) e che nel caso particolare tutelò ottimamente gli interessi che gli sono affidati nè commise alcun atto di favoritismo verso le Società siderurgiche. Non è nel vero l'on. Chiesa quando afferma che Istituti -i credito fra i più importanti d'Italia governali da uomini di alta.competenza finanziaria abbiano concesso si larghe sowenzlonl a que¬ ttslchcc ste Società senza averne previamente esaminata la situazione. Nota che gli addebiti qui formulati dall'onorevole Chiesa a carico delle Società consorziate furono denunciati all'Autorit àgiudiziaria e questa, senza neppure aver bisogno di interrogare i querelati, sulla base della stessa denuncia, ritenne tali addebiti insussistenti (interruzione deli'on. Chiesa). Ripete che gli Istituti di credito, sowenendo l'industria siderurgica, resero un'servizio all'economia nazionale e in ciò 11 Ministero del tesoro non poteva non coraggiare I detti Istituti mossi non da avidità di lucro e da intenti di salvataggio, ma esclusivamente da un elevato senso degli interessi del Paese. La fine del discorso del sottosegretario Pavia viene accolta con grandi applausi da quasi tutta la Camera. Un centinaio dì deputati, vale a dire quasi tutti i deputati presenti, si Tecano a congratularsi con l'on. Pavia. 11 ministro Tedesco è il primo a congratularsi col suo sottosegretario, il quale riceve'anche le congratulazioni ambito deli'on. Luigi Luzzatti, che gli stringe la mano dicendogli: « Ti) sei rivelato! ». A che l'on.rEugenio Chiesa crede suo dovere congratularsi con l'on. Pavia dicendogli che ha risposto molto bena Alle 20 [si toglie la seduta fra animatissimi commenti.