La tragedia di i contabile torinese

La tragedia di i contabile torinese La tragedia di i contabile torinese Napoli, ii8, netta. Una tragedia identica a quella avvenuta nel. l'albergo « Risorgimento » si è svolta stamane •nella pensione tenuta' dalla nota madame Alberimi in via Cluatamono. In questa pensione aveva recentemente preso alloggio la canzonettista La Breville, il cui nome effettivo era quello di Maria Rossi, una divette da caffèconcerto. Ella aveva debuttato alcune sere fa al o Teatro Umberto » come numero di Oentro del programma, e tra i suoi più ferventi ammiratori vi era un giovanotto di 33 anni, tal Giuseppe Eorsetti, abitante a Torino In via Conte Verde, N. 3. Il Borsetti stanotte dormi in casa della canzonettista. I due amanti non dettero notizia di se "fino a mezzogiorno. La padrona della pensione, allarmata, mandò a bussare alla porta, ma nessuno rispose. L'uscio -allora', tu forzato ed una terribile scena si presentò agli occhi delle persone accorse. Il Borsetti e la canzonettista erano cadaveri. L'uomo aveva ucciso l'amante .polsi era suicidato con un colpo di rivoltella. Su questa tragedia si hanno i seguenti particolari. La Maria Rossi era giùnta w dì marzo. Bruna, piacente, giovanissima, la'Maria Rossi venne subito notata nel ritrovi mondani. La bellezza della persona, le .ricche toelette che Indossava valsero a richiamare su di lei- l'attenzione della «Jeunesse dorée » e qualche giovanotto cominciò a farle la corte. La canzonettista si schermi sempre. Il Borsetti giunse a Napoli sql o sette giorni dopo, vale a dire 1115 e prese pure alloggio alla pensione.' TLa signorina Rossi lo ricevette come si può ricevere un vecchio amico, col quale si è a lungo vissuto. La coppia cominciò subito una vita assai ordinata e tranquilla. Uscivano insieme verso le 11 del mattino, rincasavano poco dopo- mezzanotte senza mai re stare a colazione o a pranzo alla pensione Ai vederli cosi uniti l'uno all'altro, cosi pre murosi, cosi teneri, sembravano felici. Ma non era cosi. 11 Borsetti si mostrava molto geloso e ne soffriva. La Rossi, creatura esuberante, piena di vita e di brio, che mal poteva sopportare il giogo che a lei veniva dalla passione di quell'uomo, avrebbe voluto ribellarsi, ma non ne aveva la forza. Certo non ha avuto il tempo di troncare questa pericolosa passione ed 6 rimasta uccisa nel sonno. Una mattina, e questa circostanza serve -a dimostrare come la Rossi mal subisse la gelosia del Borsetti, la «chanteuse» incontratasi nella sala della pensione con la signora Albertini non seppe celare il suo dolore tormentoso. La Rossi raccontò alla padrona che la relazione col Borsetti durava da sette anni, ma soggiunse che ormai ella .era stanca della lunga catena, resa ancora più insopportabile dal carattere sospettoso del suo amico. Il Borsetti e la sua amante occupavano la stanza N. 4. La stanza attigua è abitata dalla signorina Vaudik, che canta all'«Eden ». Ieri sera, la Vaudik rincasò verso le 2, e mentre si accingeva ad andare a letto, udì che la Rossi conversava con 11 suo amante. Si era da poco addormentata, quando udì due colpi di rivoltella, uno dopo l'altro, ma 11 per 11 suppose di aver sognato, anche perchè non poteva immaginare che una scena cosi tragica avvenisse in quella stanza, ove pochi momenti prima aveva inteso conversare 1 due amanti con tanta tranquillità. I due colpi erano stati realmente esplosi. La signorina Rossi era solita ogni mattina a levarsi verso le II e attraversava la sàia principale della pensione per recarsi al gabinetto, da .bagno. - , ^ Stamane invece alle 11,30 la Rossi non aveva ancora lasciata la sua stanza ma nessuno vi fece caso. Si pensò che la coppia ritiratosi tardi si trattenesse a letto. Così che verso mezzogiorno, venuta una stiratrice la quale di ordinario lavava la biancheria alla Rossi, il cameriere dellla pensione certo Pietro Martorelli la invitò a ritornare più tardi. Verso le 12,30 la stiratrice si presentò di nuovo alla pensione e la padrona ordinò ali cameriere Martorelli di bussare alla porta della camera N. 4. Il cameriere infatti bussò; la prima volta non ebbe risposta alcuna; bussò una seconda ed una terza volta e sempre con eaito negativo. Alla fine visto che nessuno rispondeva si decise ad aprire ed entrare. Le imposte del balcone erano ancora chiuse e tutto era immerso nel buio. Il Martorelli ha chiamato per nome La Rossi ma non avendo avuto risposta si è diretto al balcone ed ha dischiuso le imposte. Un fascio di luce violenta ha inondato la stanza ed ha rischiarato uno spettacolo raccapricciante. La giovane giaceva immobile, col capo appoggiato sopra un guanciale; aveva il volto intriso di sangue. Il Borsetti appariva immobile, col volto contratto. In sulle prime, 11 Martorelli ha avuto paura, ed ha cercato di allontanarsi sollecitaménle dalla camera; poi I api età l'ha spinto ad accostarsi al letto e a constatare la morte dei due giovani. II 'Borsetti stringeva ancora in pugno una rivoltella Browning. Il .Martorelli diede l'al¬ ccnsnsosiLerNpf larme, e in un baleno tutta la pensione fusossopra. Poco dopo, l'Autorità Giudiziaria compiva le formalità di legge, e sequestrava alcune carte e circa mille lire contenute nella borsetta della «chanteuse». Paro che la tragedia sia dovuta al fatto che la Rossi aveva finito per dichiarare al Borsetti dì volersi dividere da lui, amichevolmente. Si dice anche che il giovane avesse già acconsentito al distacco, ma che all'ultimo mo mento glie ne sia mancato il coraggio. Il Giuseppe Borsetti abitava affettivamente nella nostra città In via Conte Verde, 3. Era un giovanotto piccolo di statura, bruno, piuttosto grasso. Lo sciagurato deve aver compiuto il delitto ed essersi suicidato in un momento di disperazione provocata dal rimorso. Il Borsetti, contabile della ditta Pugno e Girelli che ha banco di lanerìe a Porta Palazzo, aveva abbandonato a Torino la moglie — una giovane donnina bruna, molto graziosa e simpatica — per seguire nelle sue peregri nazioni la canzonettista -Maria Rossi, detta La Bruvllle. Già Tanno scorso il Borsetti era fuggito <-n /-acav, attratto dal fascino della divette, jna poi si era .ravveduto e pentito ed aveva fatto" ritorno al tetto coniugale riprendendo la sua vita quieta di prima. Poco meno di quindici giorni fa, una sera, la signora Borsetti si presentava alla Questura centrale, accompagnata da un congiunto per denunciare la scomparsa di suo marito: La infelice donna narrò allora che il marito per la seconda volta era fuggito con una canzonettista. Ma la legge In oasi simili, non concede l'arresto e la signora se ne ritornò allora, dichiarando che non voleva piti saperne dell'uomo che l'aveva abbandonata. Il -nojrie del Borsetti apparve già altra volta nelle note di cronaca: è quegli che abbindolato dal truffatore Bonesio, aveva appunto con la moglie fatto una gita nel Bielltse in automobile, credendo di viaggiare con Giuseppe Bevlone. che Invece era a Tripoli. Il padre del disgraziato Borsetti è morto già da diversi anni: la madre vive a Torino di rendita; un suo fratello, di nome Mario, è segretario di uno stabilimento nel Biellese, ed un altro, di nome Adolfo, è capo-Untore pure in una fabbrica del circondario di Biella. Una sorella del Borsetti è sposata ad un maresciallo del carabinieri ed abita con la madre. La famiglia del Borsetti è una famiglia di ottime persone sotto ogni riguardo, ed è stimata ed amata. Quando ieri sera comunicammo al sig. Pugno, uno dei comproprietari della ditta presso la quale il Borsetti era impiegato, la notizia della tragedia, egli rimase assai impressionato. Egli narrò che il Giuseppe Borsetti aveva da poco compiuti i 32 anni ed era al servizio della Ditta dal 1902. Godeva tutta la fiducia del suoi principali, tanto che egli, pur non facendo parte della Bitta, era da loro considerato quasi come un socio. Il stg. Pugno da un anno a questa parte aveva notato che li Borsetti spendeva molto, perchè di notte frequentava i ritrovi pubblici in compagnia di canzonettiste. Il giovane conobbe la Maria Rossi appunto un anno fa al Varietà « Maffé! » e se ne innamorò perdutamente. Invano gli amici lo. sconsigliarono dal continuare la relazione che doveva essergli funesta. Il signor Pugno però non ebbe, tuttavia mai a lagnarsi del suo dipendente, perchè la contabilità pr/cedeva regolarmente ed il Borsetti era sempre puntuale all'orarlo. Soltanto qualche volta il 'Borsetti si mostrava preoccupato ma non manifestò mai il suo pensiero. • Sei anni fa si era sposato con una stimata signorina di buona famiglia: Elvira Mori ondo. Quando il Borsetti scomparve la prima voi ta, si fecero delle ricerche e si venne a sapere che si era rifugiato a Genova presso la canzonettista, la quale era stata scritturata in un caffè-concerto. -Per evitare gravi conseguenze, si recarono a Genova un congiunto ed un amico, 1 quali indussero con le buone il Borsetti a far ritorno al domicilio coniugale. La moglie perdonò la scappata al marito e tutto parve per il momento finito. Era un ravvedimento passeggero. , Fu precisamente il giorno 13 che egli si assentò per la seconda volta, dicendo al principale che si allontanava solo per qualche istante. Ma da quel momento non fu più visto. In seguito si venne a sapere che il Borsetti aveva raggiunto l'amante, la quale da Genova era partita per Napoli ove era stata scritturata. Risulta anclw che a Napoli vennero fatte delle pratiche per indurre il Borsetti a ritornare a Torino, ma senza risultato. Ci siamo recati anche in via Conte Verde 3, ove è il domicilio della infelice signora Borsetti, ma questa non era in casa. Certamente ignorava la nuova sciagura che l'ha colpita. La portinaia infatti -dichiarò che la signora era uscita di casa a mezzogiorno con una pariante, ed alle 18.30 non era ancora rincasata. Nessun telegramma ara stato fino allora recapitato alla sua abitazione, e nessuna visita di funzionari aveva avuto luogo.