Misure precauzionali della polizia dopo l'attentato

Misure precauzionali della polizia dopo l'attentato Misure precauzionali della polizia dopo l'attentato (Per telefono alla Stampa) Antonio D'Alba in famiglia Roma, ij, mauinu. isono giunte lettere minatorie ad uomini di Governo e ad alti personaggi. Sebbene non si debba da.re importanza a queste ma- nifestazioni. che seguono sempre eli at- tentati, per una misura, di precauzióne, la doppiata Ja sorveglianza intorno al Qu*ri- naie e alle case abitate da personaggi po-litici. Dovo era una guardia o un carabi-niere, ara stanno di sentinella, giorno e notte, due guardie e due carabinieri. Laximeeior sorws-llarmi vienp ««prritan ìvres-In i^k»o^I,Ì,«gìr.?v „vl,e"e,.M?lc. - PI?" eo 1 aiutatone dell on. Giolito, in via Ca- vour. 11 «Messaggero» riferisce, intorno ad un complotto finora ignorato, che parrebbe sta to ordito nel settembre scorso. «Ai primi dello scorso ottobre — dice il « Messaggero » — venne segnalato un complotto anarchico, ordito in una città dell'Alta Italia, verso la fine di settembre, complotto, in cui sarebbe stata decisa l'uccisione dell'onorevole Giolitti. A tale complotto avrebbe partecipato, sotto mentita qualità, un agente di Polizia addetto al Ministero dell'Interno, il quale avrebbe riferito poi ogni cosa ai superiori Quando l'on. Giolitti apprese la notizia del complotto, ne rise, e si reso, con la maggior indifferenza., a Torino, onde as-eislere al banchetto offerto in suo onore, alTeatro Regio, ,il 7 ottobre. «Nella relazione si davano anche ì nomi di parecchi anarchici, che avevano parteei-pato a.l complotto, e che. subito dopo, ave-vano riparato in Isvizzera. «Ad eccezione di questa informazione,nulla e risultato più di complotti anar- y£'/ „ , , , , ,„ i , , , intanto fin dal Riorno dell attentato la ca- sa, di via della Polveriera, ove abitava UDAiba, e piantonata dalle guardie. Un a-gent ein borghese passeggia da mane a se-ra nel breve andito. Il suo compito speciale* di trattenere chiunque per una ragione qualsiasi st rechi a visitare i parenti DAlbn. La polizia ha creduto opportuno di ricorrere a tale misura per procedere al«fermo.» e al conseguente i\iterrogatoriOdi quegli eventuali amici del assassino chepotessero portarsi presso i D'Alba. Il giudice che istruisce il processo controil D'Alba ha interrogata la figlia della prò-prietaria dell'osteria frequentata dal- D'AI-ba. Costei ha ripetuto particolari già noti, aggiungendo un solo fatto nuovo, e, cioè, l'affermazione dell'abnegazione della madredel D'Alba verso il figlio, e i sacrifìci chela sventurata donna compiva, nur di nonvederlo accigliato e di non lasciargli man-care mai nulla. Al mattino, .là madre si al-ava invariabilmente alle 4,30. lo destava,perchè si recasse al lavoro, gli preparavail caffè e latte, gli faceva trovar l'acqua• tiepida, senza di che non si sarebbe lavato,e gli consegnava setto od otto soldi, oltre«d un pezzo di pane, perchè a mezzogiorno si fosso comperato lin po' di companatico, La Fera egli tornava in casa, appena ab-bandonato il lavoro. Non si ricorda che ab-bla tardato eccessivamente, e la madre, quando lo vedeva comparire, gli preparava un boccone di cena, e mentre egli la còn-sn-maya, rimaneva presso di lui a interrogar-lo, a, narrawtli guanto poteva esserle, occor-so durantela giorniala. Kra quasi iéjhfftBlei che parlava, egli ascoltava e rispondevaliln^rt' ' '° rh.,™an^nre' alKe "(Si* vo te^ tv£tt bugiava■ Viln^bffiÙ^* ^un caffè, compariva .alle 23. e la madre erasempre desta ad aspetterò, sempre vigileper prevenire ogni suo desiderio. I genitori del D'Alba tacciono qualche cosaRoma. 19. notte. 11 Corriere d'Italia riassumendo le indagini sull'attentato e vagliando gli elementi della istruttoria rileva come le deposizioni del padre e della madre del D'Alba non possono essere ritenute veritiere sia per il naturale at-teggiament.o che un padre e una madre è pre-siimibile.assuma.no nei riguardi del loro AHsrholo. sia perche si sarebbero smentiti fraInni .in iilcmii narticrvlnri Hi ,.Tin natiti llrn.loro in alcuni particolari di una certa ilmportanza.. Dalila casa dei D'Alba c scomparsauna fotografia dell'aggressore, che si sapeva esistere, e della cui esistenza invece i genitori dell'aggressore hanno dichiarato di' non aver saputo mai nulla. I genitori nei primi interrogatori hanno tenuto celato alcune condanne riportate .-dal loro figliio e questo potrebbe facilmente spiegarsi cai naturale sentimento dl affetto che li* -lega a lui. Mentre la madre ha affermato che il Aglio aveva passato la maggior parte della giornata del 13 in casa il padre aveva g.ià dichiarato che il giovanemuratore trascorsela vigilia dell'attentato lon-tano dalla propria abitazione. Mentre la ma- tire assicurava che il figlio non era Inscritto a nessuna Lesa ed a nessun circolo, il padre fin dal primo momento disse clic il Aglio faceva parte del Sindacato muratori e non na scose die era a sua conoscenza la assiduità del D'Alba ai comizi e alle adunanze di ca «"attere sovversivo. A parte il fatto che l'uno " l'altra^rivelano chiaramente il partito preso ' Jt!f-Jffi&!&& ««»»• v}pJ*l° «ffi are, la quale dichiara che Antonio D'Alba dal l'età di 14 anni non aveva dato più dalori alla famiglia e che attualmente menava vita sagK'a e onesta di buon lavoratore, e quello del !™'1™- c,ie afferma che ,Al figlio era uno sfatc?:to 0 ncl' dl Plu violento e manesco anche sotto il tetto domestico. Tutto ciò il giornale romano espone per venire alla, conclusione che il padre e la madre del, D'Alba debbono essere temili, in seria considerazione nell'attuale i- bsdncpst.rutto-r.ia. e debbono sopra tutto essere considerati elementi daii quali non sii sia ancora tratto tutto il partito che si potrebbe. Peretaè Taeit era a Roma? Róma, 19, sera. Il Tacit è sempre a disposizione della Questura, che non' si è decisa ancora a rilasciarlo. Varie sono le ipotesi che si fecero sul perchè della sua permanenza- a Roma in questo periodo di guerra, pure essendo egli suddito turco. Alla Questura e- gli ha detto di essere venuto a Roma per alcune ricerche nella biblioteca vaticana, tendendo ad assodare l'origine armena del suo villaggio nativo, nel quale sarebbe nato ua Papa. Il Tacit in conclusione vorrebbe dimostrare che tra i successori di Pietro vi sarebbe anche stato un armeno. !La. Questura indaga febbrilmente per as sodare se realmente Tacit si sia occupato in questi ultimi tempi di questi studi. Pa re che effettivamente il Tacit si sia reca fo più volte a compulsare Codici nella bi;blioteca vaticana. Un conoscente del Ta|cit> a quule ha detto chc anche egU tempo ifa si meravigliò di vedere il Tacit a Roma durante la guerra, glie ne domandò le ra !gioni. Dapprima il Tacit avrebbe risposto |di essere investito di una missione politicn ma non di88e per conto di cni, Quand0 iiease sul volto del conoscente la meravi glia pei. quella risposta> aggiunse: \ 1. , ! — No, no, sono venuto por una missione 'storica, e disse dei suoi studi alla biblio teca vaticana. ! Di Nicola Tacit e del Burideanu ha par lato molto benevolmente un loro amico gior;i,nlista, corrispondente dell'Univer sai di Bu karest. . „„ „«•„,.„ „t ,„ i?„„„ ~ E4 ™ affme strano - ha detto. - Fxan capiente io credo che si tratti di un gran chio madornale. Non credo affatto, anzi e scludo completamente, che il Tacit abbia [avuto relazioni con anarchici italiani, sviz- zeri o d'altre parti. Nel tempo che egli fu -a Ginevra, io credo che vi tosse per studi ! propri e non par partecipare al convegno [anarchico quale inviato dal Governo otto! mano. Nicola Tacit, fino a prova, contra 1 ria, io lo ritengo una brava ed onesta per j sona e uno studioso. Egli ha moglie e figli, I è un bravo insegnante e non credo che ab bia voluto crearsi simili grattacapi. Quanto 1 al Burideanu egli è semplicemente un buon ; amico. Il sig. Burideaim non ha niente a ]che-ivedere in questo affare. Egli fi di Bu karest, appartiene a una distinta famiglia, ha due fratelli, uno' dei quali ò professore % diversità e l'altro è maggiore di arti- JM* S^^SS^SSt r Mt° !do' R.e d Italia, al quale presento una sua Pubblicazione dal titolo: / mm viaggi in [Albania, pubblicazione che re Vittorio gra¬ di moltissimo. Se egli è assente da Roma, ' ciò si deve semplicemente a un permesso i che egli ha ottenuto dal Ministro di Ru; menia. vlppepdppsgdFPèmcptcumamaecuiattsn