La stampa europea e l'attentato

La stampa europea e l'attentato Appendice della Stampa (129 t PEZZENTI ROMANZO m EDUARDO L4O0UGSTT1 Indi, sostenuta da un tal proposito, con lo spirito lucido, ricordando ad una ad Una le indicazioni che le erano state minuziosamente fornite dal buon Gerolamo, riprese ad avanzare con una lentezza accorta, attenta. ^ Di tanto in tanto, i suoi passi esitavano al contatto, ol fruscio delle bestie immonde, che pullulavano nell'oscuro antro; ma poscia, con accresciuta risolutezza, proseguiva il cammino, con le mani protese a destra e a sinistra, palpando e scrutando le muraglie del laberinto. Ella rendevasi pertinacemente conto che la sua fuga disordinata, nei primi momenti, aveva dovuto senza alcun dubbio allontanarla dal cammino che il suo aio le aveva tracciato ; pur nondimeno, sperava che, riprendendo in senso inverso la direzione che aveva seguita, sarebbe stata dai suoi stessi passi ricondotta &lvv*te$?afo era^mossa. Il tempo che impiegò in queste alternati ve dovette essere enorme, forse più di una giornata, a giudicarne dai tormenti della fame, che cominciava a provare acutissimi. Ora ella sentivasi debolissima, in procin to di riperdere conoscenza. Avanzava con passo tremante e pieno di esitazioni, e infine stava già per fermarsi, risoluta a geltarsi al suolo ad aspettare la morte ; ma l'istinto vitale vinse anco una volta i suoi propositi, e allora, non potendo reggersi sulle sole gambe, si pose ad avanzare carponi sul suolo putrido e vischioso... D'un tratto, un urto violento le indolenzì la fronte. Con un gemito che nulla più aveva di umano, la misera giovane si abbandonò inerte. Poco dopo però, come percossa da ima possente corrente elettrica, trasalì fortemente da capo a piedi. La sua mano, protesa istintivamente innanzi per proteggere la testa da un urto ulteriore contro una scabrosità bassa della caverna, aveva toccata una sbarra di ferro. Allora con cpiell'accecamento tenace di speranza, con quel vigore sovrumano dell'essere che, in pericolo di morte, si afferra a una qualunque tavola di salvezza, Bianca si avviticchiò, si eresse 9u quel punto di appoggio, vi si incastrò, se è possibile dire, con tutta la sua persona. E con un gemito di gioia ella balbettava — Il cancello ! Il cancello ! Scosse con prodigiosa vigorìa le sbarre di ferro, le spinse, le trasse a sè con colpi furiosi dei pugni, dei piedi, di tutto il corpo teso come una molla, impetuoso come un ariete, mancò poco si fracassasse le spalle nella titanica spinta ; poi le morse con rab bia... Le sbarre erano incrollabili ! La porta di ferro si chiudeva sul capo della sventurata ! Era la morte, la morte inevitabile ormai, ed essa alfine, abbandonandovisi, prima di smarrire i sensi, mormorò solo due nomi — Genoveffa! Gerolamo! Poi non si mosse più. I primi raggi di un sole risplendente in un cielo d'un azzurro profondo, trapunge vano come frecce di oro le antiche vetrate delle finestre ogivali, vi si impregnavano dei loro multipli colori disposti in bizzarre armonie. . Davanti all'altare, dominato da un alto crocifisso, un prete, indossante i più ricchi suoi paramenti, officiava. Ai piedi dell'altare era inginocchiata Genoveffa, vittima rassegnata all'infame sacrificio, che stava per compiersi a, suo danno. Accanto a lei, in piedi, trovavasi il visconte di Beuil, tutto impettito nella sua splendida uniforme di gala. dcyl Dietro ai due giovani, erano, in qualità di testimoni, il duca di Nemours, il marchese di Chandieu e quattro ufficiali di Royale Guienne. Terminato di celebrare la messa, il cap pellano del castello discese i gradini dell'altare, si avvicinò ai due sposi, recitò in latino una breve allocuzione, e poscia, volgendo gli occhi al cielo, disse: — Viscontessa Genoveffa, detta di Guirande, figlia del fu conte Antonio di Borbone e della fu contessa di Moret ; visconte Enrico di Beuil, Aglio della fu Yolanda di Beuil e dell'altissimo e potentissimo marchese di Chandieu, sire di Brossac, barone di Argèles ed altri siti, io vi dichiaro uniti in buono e legittimo matrimonio. — E cosi slu ! — rise sgangheratamente di Beuil. vi Indolente, a passo lento, Genoveffa se guiva il visconte. Costui, con una solennità tutta ironica, la condusse in una camera, che era stata per loro preparata in un'ala'del castello. — Signora, — le disse, inchinandosi con gravità, sulla soglia, — ho l'onore di farvi riverenza ! Vi lascio libera di pensare come vi piacerà all'amore che io non ho avuto il bene di inspirarvi, ma del quale quel povero Fontrailles deve egualmente portare il lutto. ' Genoveffa non rispose. Solo quando 1 u- setfgacgrdcdrfnlmstnta scio si fu rinchiuso dietro al giovinastro; ella cadde pesantemente sulle ginocchia, e; tutta sola, con l'anima lacerata, faccia ti faccia coi dolci ricordi del passato, sin ghiozzo disperatamente. , Il marchese di Chandieu, intanto, tutto arzillo e gioioso, non appena uscito dalla cappella, aveva preso a braccetto il suo cu gino di Nemours, dicendogli: — Confessate, carissimo mio, che la cerimonia è stata commoventissima dal punto di vista della morale. E poi; con un fare più allegro, disse ancora: — Non vi sembra, intanto, che dopo l'odore del sacrò incenso bruciato, dobbiamo recarci a gustare l'odore, anche più riconfortante, delle carni vive arrostite ? — Se non mi sbaglio, mi invitate, cugino, a una piccola passeggiata dal lato della camera della tortura? — Precisamente 1 — Quel curioso Saint-Ibal deve, laggiù, molto annoiarsi, adesso che vi è stato la sciato solo!... — Oh, carissimo ! Per distrarre quel bel tomo durante la celebrazione del matrimonio, alla quale non potevamo decentemente invitarlo ad assistere, ho preso cura di aggiungergli un compagno. — Un compagno? — Sì, nella persona di Testa Dura, il ! I1 quale, secondo le raccomandazioni che gli ho fatte prima che tutti noi ci recassimo nella cappella, deve star pronto a compiere l'opera che ha così egregiamente cominciato. — Allora andiamo ! Non lasciamo più a; lungo sospesa questa faccenda !... Discesero entrambi nei sotterranei e si; recarono nel lugubre stanzone, dove il con-: te era rimasto chiuso con Genoveffa finoalle prime ore del mattino. ' Però, prima di averne oltrepassata la soglia, il duca di Nemours e il suo degno cugino si fermarono sorpresi, stupefatti. Là'camera della tortura sembrava deserta, abbandonata. Solo la luce di una torcia la rischiarava in parte, in uno spazio appartato. — Che significa questo silenzio, questa; solitudine? — borbottò il duca. Il marchese avanzò di un passo e chiamò, ausioso : - - t— Testa Dura ! Testa Dura ! — Eccomi 1 — rispose la rauca voce del boia di Nemours. E la sua enorme ed irsuta testa emerse dall'ombra. ! — Che avete fatto, per tutti i diavoli? — ; gli chiese, furibondo, il mai-chese. — Vi aspettavo, miei aignori! — rispose' I-tranquillamente il sinistro figuro. 1 (Continua). La stampa europea e l'attentato (Per telefono e per telegrafo alla STAMPA). I giornali parigini Parigi,. 15, mattino. li lHoaro commenta in un arti.oletto 1 attentato contro il Re d'Italia. Il giornale dice che « la dimostrazione spontanea e caldissima tue è stata latta dinanzi al Quirinale dopo l'attentato, è la migliore prova dei vivi sentimenti di affetto e di riconoscenza che il popolo italiano ha per la sua Dinastia. Nessun Me è più degno di Vittorio Emanuele, nessuno dedica al compimento del suo dovere uno salo più ardente, una devoztone più appassionata. La grande patria italiana non ha servitore più premuroso di questo Sovrano, i cui gloriosi antenati fecero dell'Italia ciò che essa ora è. La nazione, impegnata attualmente in una letta difficile, sentirà tanto più la viltà e la barbarie ri»'l'attentato contro il suo Capo. La Francia, amica fedele e sicura dell'Italia, condivide i suoi sentimenti e la sua emozione. Si indigna come essa per quésto criminoso tentativo; si rallegra come està che il Re ne sia felicemente sfuggito. * VEcho de Paris è d'avviso che l'attentato non servirà certamente che a render*» la guerra più popolare in Italia. II Gaulois dice: «Questo delitto è il magKiorc del delitti: un regicidio, che può turbare, tutto uno Stato c. talvolta perderlo, è ben altrimenti temibile dell'assissinio di un privato. « Al. momento in cui Vittorio Emanuele dà al suo giovane regno d'Italia la sua prima gloria militare a cui aggiunge una bella colonia, uno dei suoi sudditi scarica sopra di lui una rivoltella. • siccome non abbiamo cessato da mezzo secolo di dimostrare all'Italia un'amicizia che nulla ha potuto alterare, ci congratuliamo Con essa della sua buona fortuna ed esprimiamo ancora una volta l'orrore che ci inspira questo atto per il quale la giustìzia non ^eve avere pietà ». ■ La Libre Parole dice: «Questo tentativo, non meno stupido che odioso, ha sollevato in tutta 1 Italia la più viva riprovazione e sarà biasimato con indignazione pure dalla Fran via intera. Che voleva l'assassino ? Protestare contro la guerra tripolina rigettandone le responsabilità sopra il Re? Ma è la nazione italiana che l'ha imposta al Governo questa impresa! Scatenare un movimento rivoluzionario e antimonarchico T Ma l'effetto prodotto è naturalmente contrario! Il Re e la Regina d'Italia sono infinitamente popolari per le virtù private di cui danno prova. L'attentato di ieri non farà che aumentare la popolarità di questi Sovrani ». : L'incaricato d affari d'Italia principe Ruspoli ha ricevuto nel pomeriggio di ieri la visita ileE'ntroduttore degli ambasciatori Mollard 11 quale gii ha trasmesso le felicitazioni del Governo della Repubblica per il pericolo scampato da re Vittorio Emanuele. I registri deposti nella portineria dell'Ambasciata si vanno ricoprendo di firme. Fra le altre si notano quelle di tutu i membri del Governo, del prefetto di polizia Lepine. del segretario generale della Presidenza della Camera, Pierre, del segretario generale della Prefettura di polizia Leiirent. del generale Michel, del barone Rotsiìbild Edoardo e di numerose altre personalità francesi ed italiane. UhtndfatgfdfdsncD„.i.„f«-* „,AM|.0 „„„i nona ..patri», «n 'Sa'SoK T^TcZelt^^rv^à^iMA *giornali francesi, che il delitto del D'Alba col- |aPisce particolarmente, perchè assolutamente inutile. « L'assassinio di Re Umberto, per ope- pra del Bresci, non ha servito che a far passare la Corona sopra la testa di Vittorio Emanue-1 cle III e la coltellata, che ha posto fine alla'mvita di Sady Carnot, non ha fatto che favori- cfé l'elevazione di Casimiro Perrier alla Presidanza della Repubblica. I Monarchi non scompaiono che in seguito a sollevazioni popolari. I cospiratori, che uccisero il Re del .Portogallo e il suo primogenito, non hanno impedito al eecondo-Kenito. Manuel, di salire al Trono, e, 8£»£a&&^ih6^ istato**} JrH^rfnrtrS «ì^^JS^:^^^^-r^S^^^SM bprersart del capitale, ture, fabbricano biglietti falsi di Banca, e non, come si crede generalmente, per impiegare il denaro rubato a godere la vita. Questa distinzione il rialza ai loro propri occhi, e sperano cosi di farsi passare agli occhi degli altri come'rtvohizionarf. elio combattono per le loro convinzioni politiche ». ■ • *•- Lia stampa inglese Londra, 15, mattino. pmjSopra 1 attentato ai Sovrani d'Italia il Duilii Chronicle nel suo articolo di fondo.| scrive : « ito Vittorio durante il suo regno si ò mostrato monarca democratico e progressista. Egli ascese al trono quando le cose nazionali non erano troppo in ordine. Il progresso fatto dall Italia negli ultimi anni è largamente dovuto alla sua energia e al suo saggio Cover-1 no. .sotto di lui l'Italia ha fatto grandi passi.innanzi tanto industrialmente quanto cominci;- clalroente. Il paese sta fronteggiando magni-, ficamente una lunga guerra in Africa Re \ it- -.tono ha visto nascere lo spinto imperialista liei suo paese. L'imperialismo è un giuoco as-|fi pericoloso e per l'Italia è assai bene che, mentre tale spirito sta acitando ia suo popolo, essa non abbiami guerrafondaio .ma sia retta j da un governante cauto e serio, 11 quale esercita e continuerà a esercitare una saggia influenza. Il Re e la Regina d'Italia sono una ideale coppia reale. La vita semplice da essi dedicata al loro paese fornisce un grande esempio al popolo italiano proprio di quel genere di esempì dL cui una nazione profitta sempre. Quindi è bene per l'Italia che il suo brillante monarca non sia stato perduto in una importante congettura storica come 'la presente ». Il Daily Mail, scrive ,. « Se vi e mai stato un Sovrano che meriti la fedeltà e l'affetto dei suoi sudditi, questo Sovrano è Re Vittorio Emanuele III. Ben con- scio del pericolo personale che lo minaccia,<vli lo ìm sempre sfidato con ammirevole co- rSr^ suoi membri uomini deboli o codardi. L'atten- tato contro di lui aumenta la sua. immensa po- polarità, e rafforzerà la sua influenza ed ilisuo poter*, attirando su di Ini maggiori e seni- pre più vive simpatie da parte dell intero mondo civile ». Il Daily Telegraph. In un lungo articolo di fondo dice : « Gli Inglesi si associano di tutto ìmM$&™l£^™™&fi$?l Veroo la quale da molti anni nutrono una prò- fonda simpatia. Re Vittorio e la Regina Elena sono fra le personalità più simpatiche dEu- i!ò»a. e tutto lo Potenze europee si unwanno ^GT^Vr&^^^&^. l'arma dello spregevole assassino ». t» Un caloroso omaggio del "Frembeiiblatt Vienna, 15, notte Il Fremdenblatt scrive: «. La. sorte benigna ha salvato Vittorio Emanuele III dall'attentato nefando di un delinquente fanatico. La noti.zlia dello scampato pericolo è stata appresa da tutto il mondo colla massima gioia, e non fra gii ultimi nella gioia è l'Austria-Ungheria, alleata dell'Italia. S. M. l'Imperatore ha subito tclegrtaflcamente trasmesso al re Vittorio Emanuele-le più sincere felicitazioni, e cosi il conte Rerchtold. La Camera del deputati si è associata, fcer iniziativa del presidente, a questa manifestazione. A Roma, poi, in questa occasione, si è dimostrata nel modo più palese Taf f ettnosa, popolarità di cui gode la coppia reale Dalla mattinata fino a tarda sera durarono le manifestazioni entusiastiche per 11 Re, il quale, nell'entusiasmo spontaneo di migliaia e migliaia di suol sudditi, può trovare ricco compenso per l'anbomlnevole misfatto d'un pazzo. L'entusiasmo di tutto il Paese, di cui il Re tu oggetto nell'ora grave in cui vide per la prima volta drizzarsi dinanzi a sè lo spettro dell'assassinio, lo Incoraggerà a perseverare nella via calcata finora. Colui che è stato tatto segno al nefando delitto è un Monarca modello, sotto il regno del quale il P&cse ha avuto un gran de sviluppo economico e l'idea democratica ha progredito; ma le palle del -D'Alba non hanno colpjto il Re. Roma, nel primo momento sgomenta, si è tosto rincuorata per abbandonarsi solo ai sentimenti di gioia c di riconoscenza per essere il Re scampato felicemente al pericolo ». I giornali madrileni Madrid, 15, notte. I principali giornali rilevano l'emozione e la indignazione prodotta ovunque dalla notizia dell'attentato commesso contro i Sovrani di Italia. •UEpoca scrive: « Esprimendo rispettosamente e sinceramente al Re e alia Regina d'Italia le sue felicitazioni per essere essi sfuggiti al criminoso attentato, crediamo inutile aggiungere che protestiamo vivamente contro l'infame dottrina, che arnia il braccio di esseri disgraziati, senza patria ». La Tribuna si esprime in modo analogo e fa l'elogio dei sentimenti generosi dei Sovrani d'Italia. A Tunisi ' Tunisi. 16, mattine L'attentato contro il nostro He ha impressionato profondamente questa colonia italiana. Il consolo ha telegrafato al Ministero le congratulazioni per lo scampato pericolo del Sovrano, stigmatizzando l'odioso attentato o interprete del sentimento unanime * ,?«fto per il.Re e per la Patria, risentiti a" „Jf£a ^^"f1,;^ r™™^ ai» Subì* il Presidente'geniale ^jwese Ala. petite, a nome del Governo francese si è ra -ato a visitare |il console, intrattenendosi cordialmente con lui. Tale atto e riuscito molto gradito alla colonia, che si augura che ogni dissapore debba scomparire per sem >e Società dei regnicoli, gli «lenti universitari. l'Associazione « Patria e beneficenza italiana ». Il Piccolo rileva che il Bonura. pre tra italiani e francesi. A Trieste Trieste, ìs, mattino Telegrafarono felicitazioni alla Reggia di stuPàtria e padre negoziante. La famiglia ricevette stamane notizie confortanti. he eòlonie italiane d'America Naw York, 15 natta. La stampa- si occupa largamente deU'attenjtato contro il Re d'Italia. Le colonie italiane della varie città affermarono i loro sentimenti .patriottici con manifestazioni e dispacci di | gioia per essere i Sovrani rimasti salvi, il presidente Tati telegrafò a Roma le sue teli citazioni o. l'Ambasciata italiana ricevette da ogni parte felicitazioni pel pericolo scampato dal s-ovrauo. Buenos Aires, 15, mattino. 1 La notizia dell'attentato contro il Re d'Ita .\ia ha prodotto nella colonia itaHai» della rapitale c nelle Provincie, manifestazioni ge , j1CTau di protesta per il melando misfatto e -.dj gioia pel. la sa|Vei,za del sovrani. |, « Presidente della Repubblica ha telegra lat0 al He. La stampa pubblica nobili articoli 0 popolazione argentina si e associata ai j sentimenti degli italiani