Una grande vittoria a Bengasi

Una grande vittoria a Bengasi Una grande vittoria a Bengasi ggenseoaepecomanaeageneraeeo. « Due oasi di poyat * Enormi perdite dei tufeo-arabi: più di mille mòrti : quattro" cento nemici trafitti di baionetta trovati cadaveri sul campo * Dei nostri: 3 ufficiali e 20 soldati morti, 7 ufficiali e 55 soldati feriti. Il nemico assao,ao conquistate a nord«est BENGASI, 12 (Ufficiale). Stamane, verso le 8,30, su informazioni che due oasi poste a nord-est di Fojat erano fortemsnte occupate dal nemico, il tenentegenerale Briccola, ordinò al maggior-generate Ameglio di procedere al loro attacco e alla loro occupazione. L'operazione fu affidata ad una colonna composta di sette battaglioni di fanteria'tratti da vari reggimenti, e cioè 4.0, 63.0, 57.0 e 79,o fanteria, di tre batterle da montagna e di due batterie da campagna. Questa truppa, comandata dal maggiorgenerale Ameglio, usci dalla grande ridotta di Fojat, si schierò prontamente in battaglia, sotto il fuoco vivissimo del nemico e pioesdette ardita sviluppando un movimen-.to aggirante da sud a nord, delle posizioni del nemico, pienamente riuscito, oaccian- ]dosi davanti in fuga precipitosa le grosse masse di arabo-turchi, che le occupavano, e inseguendole alla baionetta oltre le due oasi oggetto del suo attacco. A questa azione vigorosa della fanteria, sostenuta dal fuoco delle artiglierie da montagna e da campagna, concorsero anche un reggimento di cavalleggerl e il nostro reparto arabo a cavallo. L'operazione, che era stata ben preparata e che fu diretta con energia grande dal maggior-generale Ameglio ed eseguita con inarrivabile slancio dalle truppe, riusci ammirevole anche per l'armonica coopera-i ' zione delle varie armi e aopra tutto per il idisciplinato coraggio dei soldati. Le perdite del nemico sono state enormi; solo nell'oasi furono rinvenuti oltre quattrocento cadaveri, di cui B1 in un solo apposta- mp„tn e tutti morti di baionetta Altri nu- mento, e tutti morti di baionetta. Altri nu merosi cadaveri furono rinvenuti tutto In- torno all'oasi conquistata, e questi, oltre ai numerosi morti e foriti trasportati dal nemico nei primi momenti della sua rW-..-.o „„„*,„. „„„ „ „ . ta'rata, quando non era ancora degenerata In,futa Tutti insieme i morti del nemico su- fuga. Tutti insieme i morti dei nemico su- perano certamente il migliaio e i feriti sono .in numero molto maggiore. |Alle 2 il combattimento era finito e il grosso delle nostre truppe riposava sulle'.iposizioni conquistate, mentre numerose ri-.cognizioni battevano tutto intorno il terreno u . ,,. e la cavalleria proseguiva I inseguimento fino a notte. jLe nostre perdite sono di 3 ufficiali e di 28 soldati morti e di 7 ufficiali e 65 soldatiferiti. Le masse nemiche battute non eranoIcerto meno forti di seimila fucili ed erano Jt^^lM^o^^^^^tioilii impressioni sulla nuova vittoria italiana a Bengasi, ha ricevuto dal ministro della guer- tonS° oÌwmbI* À^^^ proprio nell'aspro Oatnbattlmento ili Beatasi, eostsnutJB da artiglieria. ■■ Liì m i-te del espilano Gorooìdi cognato defl'on. Fradeletio nella battaglia eli Bengasi Roma, 13, uuttu. 'n'osa battaglia di Bengasi, particolari che e la profìcua vittoria Roma, 13. notte. Il Ministero della Guerra non ha ancora ricevuto i particolari della grande e vitto- sono attesi da un istante all'altro: Certo la vittoria di Bengasi è un avveni mento la cui importanza, per vastità d'azione, per rapidità di operazione, per energia di comando, per il successo finale supera il carattere di u fatto d'arme » coloniale e prende le proporzioni di una « grossa battaglia» genialmente affrontata e trion- . talmente vinta. Il merito principale di una così brillante azione spetta al generale Ot ] Invio Briccola e al generale Giovanni Ante i Ecco il nome degli ufficiali superiori dtylio, l'anima della presa di Bengasi, alla divisione attaccante formata dal i.o, 63.o, 57.0, 79.o reggimento fanteria. Il i.o e il 63.o formano la brigata Ameglio che già si distinse in modo mirabile nella presa di Bengasi, sbarcando sotto il fuoco nemico, segnando con l'assalto alla caserma della Berka una delle più fulgide pagine della storia militare dell'Italia moderna. Gli ufficiali dei gloriosi reggimenti questi gloriosi reggimenti: 4.o reggimento, che era di stanza a Catania, è comandato dal colonnello Moccagatta; tenenti colonnelli: Comparini Gallotti Gan' gitano; maggiori: Ruggeri, Gallucci; capita ni: Denora Albani, Guarnieri, Fonte Rol, Moiri, De Gregorio, Di Donato, Perlito, Conti Sal- le, Ruggero Licobbi, Lnng, Ghirardi, Criscuo lo, Bicchieri, Ruggeri, Cornano, Barbaro. 63.o reggimento di stanza a Salerno, colonnello Luigi Airenti; tenenti colonnelli: Giovanni D'Amato e Giovanni Barone; maggiori: Boiraluto, Bianculli, Calcaterra, Sacconi; ca pitarii: Rig.noni cornale, Berrilli, Sale, Ma- dia, Antolbi, Ricciardi, Lobrano, Diana, Nas- sl- .Ta£<Je't Vigevano, Galiani, Colonna. Ma- rini, Ricciardi, unignoii. Lancia, Granelli, MartorelU Mirone, Ca/miiia, Aladino, Nan- .<><"*• „ cMn,, , ^ ' , n 'J57-°^nler,ia' dl„ stanza 1 p?.dova- «yman: ,dato dal colonnello Augusto Vanzo; tenenti colonnelli : Alberto Cancemi. Cesare Brlsl. Hl]Rprero Milazz0. maggiori: Ronchi, Bianchi. .Mezzano; capitani: lJuglietii Padda. Olivi | ^Troie^Taunolia?: SRoHei' to. Romano, Barbato. De Rosa. ' ^.9o ,fanteV.a,_,',(;sit%lt? a^Vei-ona._ coman-idato dal colonnello Carlo Rossi; tenenti COr.]onnel]i: Nieola De Bemardet, Ortensio Levi; maggiori: Raspini, Tocco, Tassoni. Bonetto: capitani: Jnnnacaro, Foraiuitt, Gastaldi, Della Noce Ac0ettella. Tissoni Baroncini .Silvestri, jSfte^iM colionazzo, Piglia. • Gli squadroni di cavalleria «Piacenza» 18' IJSM*? &$ffi'Mi8S*?' *°n° &1 C°' ' r„ „„: r0llHniRta(. ijb uhbi uiiH]i<iMiiir Le posizioni nemiche nell'oasi di Be- gem, al nord-est dei pozzi del Fojat, nostra fortificazione avanzata, erano quanto maivantaggiose per tentare1 sul nostro fronte ijui'lle rapide incursioni notturne a cui l'or- rnai abituale tattica turco-araba ci ha da ^cUi> tempo assuefatti. Gli attendamenti ne. mici erano e sano sempre sul ciglione del- l'altipiano ad oltre 25 Km. dalle nostre yo- ausale, ma lascialo l'accampa- mento le truppe di Enver Bey spesso^ scen- 'dono verso il piano asserragliandosi nelle \oasi più vicine ai nostri block-houses. In [questi giorni Enver bey era col grosso dei I suo esercito, venuto a stabilirsi qui denI Irò, forse aspettando il momento opportuno ■per tentare un assalto alla città, come lo [meditò la notte del Natale 1911. Non che \ Enver bey potesse sperare, di avere ragione Ideile nostre fortificazioni che potrebberosostenere l'urto di 150 mila uomini, ma in \questi giorni di trattative internazionali deve essere partito da Costantinopoli-VorcUpe ai comandanti dei reparti turchi in Cirenaica di tentare assalti disperati, anche se inutili, controlli italiani e'dì muoversi.e di farsi sentire. Enver Bey stava certo-mei ditando uno di questi colpi necessari a pre^ parare il bluff alla stampa giovane turca je inscenare un altro tentativo di resistenza militare in Libia di fronte all'opinione pubblica europea. Altrimenti non si spiega come Enver bey abbia fatto abbandonare al grosso delle sue schiere l'accampamento dell'altipiano per avvicinarsi a quelle oasi dove il generale Ameglio è andato fulmineamente a scovarlo. Il piano di Enver bey e della Giovane Turchia non è riuscito. L'accerchiamento li generale Ameglio ha attuato con rapidità mirabile l'avanzata di sorpresa sulle posizioni che formavano la base frorétale delle operazioni nemiche. Uscito con la divisione, noncurante delle cannante: nemiche, perchè Ertver bey*i itrrniìtik.di artiglieria, appoggiato'dalle terie da montagna e da campagna, Ameglio ha operalo intorno alle posizioni nemiche uno dei più brillanti aggiramenti delta strategia militare sopra un terreno ineguale, coperto di piantagioni, di dune, di fronte ad un nemico mobilissimo. L'accerchiamento è sempre una azione difficile e di e- silo incerto quando non sia spinta con urande vigore, con velocità e tanto più fattcosalin quanto si dovevano superare oslacoli naturali del terreno. Ameglio è riuscito a compiere l'aggiramento delle oasi nemiche ed ì suoi bei battaglioni si sono gettali sul nemico a baionetta inastata, ter. minando una brillante azione di tattica mode mai con l'attacco classico e tradizionale alla garibaldina. Le 'perdite enormi che le truppe di Enver bey hanno riportato, più dì un migliaio di combattenti, messe a confronto con quelle esigue nostre rivelano più e -meglio, di qualunque commento la rapidità e l'energia della nostra azione che ha volto a favore nostro le sorti della giornata fin dalla prima ora del combattimento. La mediocrità di Enver bey Enver bey, che veniva ritenuto dai turchi come il continuatore di quella magnifica scuola che fu quella 3i Moltke, e allievo prediletto di Von der Goltz, ha dimostrato alla prova dei fatti, d'i essere privo di tutte le qualità necessarie ad un mediocre ufficiale. Egli, difatti, ha ritenuto di potere avere vittoria sulle nostre truppe attaccandole con grandi masse disorganizzate, senza unicità di comando. L'unico obiettivo di Enver bey è stato sempre l'aggiramento che non ha mai attuato con truppe di riserva ma sempre con truppe operanti sul campo, in modo da fare subito conoscere lo scopo dell'azione. Poiché dai nostri si è sempre tenuta la riserva disponibile \è rarificato ruttano -sutfrotC$e,% svTfldfì; co disastroso p'èr gliarabi. Se a'questo si aggiunge l'ottimo impiego di truppe di ca valleria certamente la battaglia di Bengasi ha un valore disastroso per il nemico. E' da ritenere che dopo l'odierna battaglia dì Bengasi le truppe turco-arabe difficilmente tenteranno più le nostre posizioni in Cirenaica. -'enttusman a ^^j'Sorgen te Fd'acqua dolce ElWesci *BertaQo Caserma oo Berta Giardini Fòiat . NI ì ir: :: ?