Gli ambasciatori delle Potenze hanno chiesto alla Consulta le condizioni dell'Italia
Gli ambasciatori delle Potenze hanno chiesto alla Consulta le condizioni dell'Italia Gli ambasciatori delle Potenze hanno chiesto alla Consulta le condizioni dell'Italia San Giuliano si è riservato di rispondere (Servizio speciale della STAMPA) Roma, 9, notte. Si afferma da fonte autorizzata che le Poterne hanno oggi compiuto un passo collettivo presso l'Italia in base alla proposta Spzonoff, viodiflcala dalla Francia. Il passo compiuto sarebbe stato compiuto in questa ■Janna. Gli ambasciatori delle cinque, grandi Potenze si sono recati alla Consulta se* 'paratamente, dove furono ricevuti dal mi■nisfro degli esteri, Di San Giuliano. Gli ambasciatori hanno esposto in forma vergole, senza consegnare alcuna nota scritta al nostro; ministro degli esteri la domanda delle Potenze delle, condizioni minime alle quali l'Italia sarebbe disposta a trattare per la pace an la Turchìa. Il ministro Di San Giuliano si sarebbe riservato di deliberare. E' facilmente prev-edibilc quale sarà la risposta dell'Italia. La risposta consìsterà essenzialmente in questo: che l'Italia voti ammette alcuna discussione circa il riconoscimcjito- del decreto di sovranità sulla Libia, e che quanto alle altre condizioni il Governo italiano è disposto a trattare. (Servizio speciale della Stampa). Vienna, 9, notte. La Neue Wiener Tageblatt reca: « Le Potenze, come già si è detto altre volte, non hanno mai abbandonato completamente le pratiche 'intese-a stabilire la pace tra Vllaliu e la Turchia. Anche ora è imminente un altro passo delle Potenze diretto allo stesso intento. Apprendiamo da fonte bene informala che gli ambasciatori di tutte le •l'nirnzc neutrali tasteranno il terreno a Roma presso il Governo italiano per sapere quali concessioni massime l'Italia sarebbe disposta a fare alla Turchia per una eventuale stipulazione della pace. A Costantinopoli, si fanno pratiche analoghe. E' da rilevarsi che questi passi sono fatti da tutte le Potenze neutrali non mediante una nota collettiva; ma sulle basi di un accordo tra tutti... La Germania rieonosee che non si può limitare l'azione bellica d'Italia (Servato tpetialc delta Stampa). Berlino. 9, notte. Come era da prevedere, la piena libertà di azione dell'Italia, nel Meditexr.fineo è corQ, fermata da una nota, semi-ufficiosa diraJ 'muta staterà dall'Agenzia teresca Hii'sch. /// essa si dice che dalle Potenze è slata considerala seriamente la questione se si durerà indurre, il. Governo italiano a rinunzia rr al bombardamento dei porli del Mediìe.rraneii. Dopo particolareggiate trattative tra te Potenze, si è deciso di noli uscire •malia.} neutralità, perchè non si potrebbe, di fronte all'Italia, dare le necessarie garanzie che la rinunzia di un altro bombardamento non significhi un danno per le lontane, operazioni guerresche. D'altra parte, le Potenze non potrebbero, anche di fronte alla Turchia, garantire, nonostante un in- ctomento europeo, che sia abbandonalo ognialtro bombardamento. Per questi motivi, sicredette di dover tralasciare di fare qual¬ siasi osservazione al Governo italiano. La vota è dunque più che chiara e completa quella che vi ho mandato ieri della Gazzetta di Colonia. La notizia della proposta dell'Inghilterra *■ di intervento presso il Governo italiano era dunque più che vera, ina ha subito, come meritava, il fiasco più colossale. La nota odierna non fa il nome delle Potenze, che si sono decisamente schierate contro ogni diretto intervento, come non si può ancora sapere come veramente sia proceduta lo scambio di vedute tra le diverse Potenze. Ma una parte di tale nota ufficiosa fu compilata per suggerimento della Germania La Germania, non ascoltando i suggerimenti, che il barone Marschail per incarico dei Giovani turchi certamente inviava da Costantinopoli, volle far comprendere che 7io?i per mancanza di buona volontà e di amicizia era costretta a rifiutare la proposta inglese, i Dice infatti la nota «non si può garantire, nonostante l'opposizione delle Potenze, che l'Italia non faccia tutto ciò che le piaccia e bombardi tutti i porti che essa vuole ». E' questa la parola dolce che all'amica Turchia la nostra alleata ha offerto dopo acer fatto trangugiare alla Sublime Porta il boccone amarissimo di un crudele rifiuto alla proposta inglese. La stampa tedesca insiste sulla probabilità di un'azione italiana iti Dardanelli {Servizio speciale della Stampa}. Berlino, 9, notte. La stampa tedesca anche stasera insiste sulla probabilità che l'Italia forzi i Dardanelli. Non solo, ma qualche giornale suppone che l'Italia in questa impresa sia pienamente d'accordo con la Russia ed agisca di piena conserva con lei. Uri telegramma da' Costantinopoli, alla « Vosssische Zeitung » I dice:, «Nei circoli locali molto bene infor: mata si viene a sapere che in caso di un aseàlto italiano nei Dardanelli, la flotta russa ' del mar Nero entrerà nel Bosforo. Come 'motivo principale di una tale azione russa viene prospettato il malcontento della Rus- t i «i« per JJ ripetuto contrasto, da parte della 1 Parta, alle tire proposte di intervento inoltrate dal ministro degli esteri. Inoltre è da i osservare che nell'attuale momento gli aro. 1 hasciatoxi delle Potenza estere, che si trui vano a Costantinopoli, &<» hanno fatto, al- cun passo ufficiale in seguito alle proposte di intervento. « Del vesto — dice il corrispondente — la possibilità che la flotta appaia din-ausi a Costantinopoli è qui prospettata con molta tranquillità. » Inoltre il corrispondente a Costantinopoli del «Bei-liner Tageblatt » scrive: .«.La dichiarazione Italiana- elio essa ha piena libertà di azione nel mare Mediterraneo, eccezione fatta per le coste turche dell'Adriatico e del mar Jonio, fa pensare che l'Italia, potrebbe tentare un assalto non solo di, un'isola dell'aircipeilago, .ma contro la città 'di Salonicco. Ma. si spera che Il ministro Berchtold agisca contro le pretese dell'Italia altrettanto energicamente che il suo predecessore Aehrenthal». L'inchiesta del Ministro degli interni torco i ii 3Xaoedoaia Ordini severissimi per la repressione delle bande - Confetture per gli albanesi - I malissori irritati per le mancate promesse della Porta. /Servizio speciale della Stampi). Parigi, 9, notte. Il «Temps» ha dal suo corrispondente di Uskub: Il ministro degli interni, che conduce sul posto l'inchiesla della Commissione delle riforme, non si è recato a KupruJu e ad Istip, carne aveva intenzione, ma ha convocato .le autorità ed .ha loro dato ordini severissimi per la repressione delle bande e per la (pronta soluzione dei giudizi in carso, raccomandando in pari tm-po la maggiore prudenza, tanto per la repressione, quanto per le condonne. Ad Uskub, al di fuori del controllo delle varie amministrazioni, egli ha fatto tradurre dinanzi al tribunale il capo della prigione di Uskub, accusato di .malversazioni verso i detenuti. Giovedì è partito per P.riznaeh ed ha usssitito venerdì alia cerimonia che ha avuto luogo al Touirbet in occasione della festa del profeta. Pochi albanesi hanno preso parte a questa cerimonia. Il ministro aveva con sè molte confetture per distribuirle agli Assistenti. Giti albanesi dicono: «Gì prendo forse per dei ragazzi? Crede con delle confetture di far dimenticare i colpi di bastone dell'anno scarso? » Il ministro e stato in seguito a Mitrovitza, dove aveva, a quanto si dice, invitato parecchi ca;pi albanesi che non vi si, sono recati. Su questa questione 1*« Indipendente» di Salonicco pubblica dichiarazioni interessanti di un capo del movimento della rivendicazione ailibane.se, Derviscli Hima bey. — Quali conseguenze potrà avere secondo voi, — ha chiesto il redattore dell'« Indipendente» — il viaggio della Commissione delle riforme in Albania? — Nessuna, per il momento, — rispose Hkna bey. — Le popolazioni albanesi sono stanche di lasciarsi deludere da promesse. Le popolazioni albanesi non chiedono che ri; dimostrare una fede irremovibile per la patria comune, ma chiedono anche di vivere. Il Governo cerchi di .rassicurare il benessere economico degli albanesi, costruisca ferrovie e strade, incoraggi l'industria, e la tranquillità nelle Provincie sarà assisa allora su basi sicure. Gli albanesi non chiedono che di vivere in pace, ina non bisogna spingerli. all'estremo con la miseria e con la faine. — Certi giornali europei parlano dell'eventualità, di una nuova sollevazione di Malissori nella primavera prossima, che cosa no pensate? — Non credo a questi pronostici pessimisti; non posso nulla assicurare tuttavia. Ciò che vi ha. dì cerio è che un vivo malcontènto regna, attualmente fra i Malissori perchè il Governo non ha mantenuto i suoi impegni a loro riguardo. Onesto malcontenta potrebbe d'un tratta sconciare fin ribellione, di] quantunque nulla lo faccia prevedere. S»n« i1 conv,nl° tatta™ che sc " f'0VPn,n * de a a a a e e i e à , . a o a o cide finalmente a compiere le sue Dromesse. la sua azione, ouantuimuè tardiva, non mancherà di calmare gli animi dei Malissori. Non dipende che dal Governo di aissicurare la fedeltà degli albanesi, o di spingerli alla ribellione. j socialisti italiani e l'impresa africana (Servizio toeciale della Stampa). Boriino, 9, notte. Il corrispondente romano del « Taglische Rundschau » manda al suo giornale un articolo sul contegno dei socialisti italiani durante La guerra tripolina e sulla situazione attuale del socialismo italiano. L'articolista dichiara che l'ari. Gioititi, ohe egli chiama il « riiago di .Dirimerò », c veramente riuscito in questa occasione a paralizzare le forze ■socialiste italiane. 11 giornalista fa un confronto tra la pubblica, opinione italiana dopo la battaglia di Adua ed ora., e dichiaira che se durante la guerra non una manifestazione popolare significativa è avvenuta contro l'impresa africana', ciò viene a dimostrane il grande successo ottennio dall'on. Giolitti. In questo egli fu appoggiato dalla circostanza che il popolo italiano non legge nella sua maggioranza i giornali socialisti e preferisce i grandi fogli patriottici borghesi. L'effetto più interessamte di tutto ciò è dato dal fatto che ora i socialisti a proposito della guerra di Tripoli non accusano il Governo ma si combattono tra loro. L'articolista conclude accennando alle interne discordie del partito e facendo notare che alcuni socialisti sono decisi a togliersi dalla frazione per divergenze di opinione dai loro compagni dspdsnmvptmdSsclrapppdrqcddmSdtrcsnldbpaimmgsfimcdvsmdsamcr
Persone citate: Di San Giuliano, Giolitti, Janna, Servato
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