Coltellate al ventre, spilli sulla lingua, aghi nel naso in onore di Allah

Coltellate al ventre, spilli sulla lingua, aghi nel naso in onore di Allah Coltellate al ventre, spilli sulla lingua, aghi nel naso in onore di Allah (Per telegrafo da uno dei nostri Inviati speciali) TRIPOLI, 8, ore 20. Il vento caldo che imperversò ieri sitila città spazzò via gli ultimi fumi della esaltazione maomettana. La festa dei marabutti ebbe così la sua giornata finale, che^i è prolungata per' tuffa là notte sino 'alralM dì stamane; e furono pei fedeli di Allah ventiquattro ore di pazzie, di atti frenetici, di fanatismo e di fachirismo. Pachirismo Le scene avvenute durante le notti scorse nille moschee si ripeterono con un crescendo impressionante. Gli arabi si abbandonarono senza freno alla voluttà di torturare il loro corpo: si videro individui con gli occhi paurosamente stravolti piantarsi dei coltelli nell'epidermide del ventre senza mostrare affatto di sentir dolore ; altri trafiggersi la lingua con spilli da parte a parte, passarsi il naso con aghi, commettere insomma tutte le follìe di un ìfachìrismo tragico, mentre il coro della genite, in preda ad estasi, ripeteva con ansia, da ebbri, il nome di Aliali, dondolando la testa tra contorsioni terribili, sino a sbatterla contro le pareti... A notte tarda simile spettacolo penoso si rinnovò qua e là in qualche strada da 'alcuni branchi di fanatici che, rincasando ancora vittime della frenesia religiosa, dimenticavano la proibizione della Questura, e umtavaì-o, almeno nelle ultime ore della festa sacra, di ripetere le fantasie degli anni passati cosi tristamente celebri in questa città. Oggi, quasi a smorzare ogni colore di entusiasmo maomettano, soffiò tutto il giorno su Trìpoli un vento di nord vivo e frizzante, che fece calare rapidamente il termometro e obbligò noi, non avvezzi a simili bizzarrie del tempo africano, ad inaugurare i soprabiti. Il mare, agilatUsìmo nella mattinata, non permise alcun sbarco nel porto sino al pomeriggio ; cosi dal piroscafo Bormida, giunto da Bengasi nelle -prime ore della mattina, i passeggeri non poterono scendere che alle ore 14. 1 pacchi della corrispondenza vennero discesi nella mattinata mediante corde, e trasportati a tèrra su una barchetta. Il treno... arenato Uno strano allarme, che venne provocato da un equivoco, metteva oggi una certa agitazione tra i numerosi avventori dei caffè di sciar a Azizia. Corse infatti la voce .li «•'■ combattimento avvenuto la mattina ad Ain Zara. Vi erano persino taluni che affermavano di aver udito le cannonate. Baccolte informazioni, si venne a sapere che la voce era assolutamente falsa e che era stata messa in circolazione da qualcuno il quale aveva detto che il treno si era all'improvviso fermato alle Fornaci e non aveva potuto proseguire verso Ain Zara per ordine superiore. Il fatto dell'arresto del treno era vero ; via la ragione era un'altra: una grande quantità di sabbia trasportata dal vento si era infiltrata tra gli ingranaggi della locomotiva, impedendo la prosecuzione del viaggio. Così il treno si era arenato (è la parola) alle Fornaci. Occorrerà che la Di razione della ferrovia pensi prontamente a \vorre riparo ai danni eventuali che recherà \ia sabbia alla locomotiva, Quaranta teschi Chi presiede l'amministrazione della città si preoccupa fortemente della grave que stione della pulizia, che dovrà essere subito [risolta per il benessere della nuova colonia, ÌFu in questi giorni indetta infatti una gara è M h à n a i a i n e a e o è ■ n e e o a l a a licitazione privata fra alcune Ditte dell'Alta Italia per l'appalto del servizio di spazzature e di inaffìamento. Si provvederà pure presto al servizio di affissione e di illuminazione, che fin da ora procede egre■piamente. Ogni giorno che passai segna a dunque per Tripoli una migliorìa nuova. Oggi, mentre alcuni operai eseguivano tino scavo nella scuderia del Comando, venne scoperta una quarantina di teschi senza le rimanenti parti dello scheletro. I teschi sono abbastanza conservati. Naturalmente non si tratta di persone uccise nella presente guerra. Un vecchio arabo afferma che possono essere i teschi di certi predoni uccisi cinquanta anni fa dai soldati turchi al Garian. Allora il pascià di Tripoli aveva fatto trasportare le teste dei morti in città. L'ultimo scontro di Homs a à Da ufficiali aiutiti sul mrnirnfn Rnrmirla i/a uinciau giunii sui piroscafo tìoimiaa.si ebbero particolari sul combattimento di;Uoms nella notte dal 5 al 6, che si svolse 'm>« /„,i<„ io ,,„»(,.„ i-„:con tanta fortuna per le nostre truppe. Eojbattaglia, condotta mirabilmente, fu priva di particolari e di episodii, poiché ì nostri non uscirono dalle trincee. 11 nemico fece à o , a apparizione nelle prime ore della notte, aDanzando su quattro o cinque colonne molto compatte. Nelle trincee italiane non si udì il più piccolo rumore; pareva che tutti riposassero in pace e che nessuno si fosse accorto della presenza del nemico. Così questo fu tratto perfettamente in inganno e si avvicinò ai reticolati. La notte era calma, tepida, profumata, chiarissima, sotto il candore della luna meravigliosa. Improvvisamente le colonne dei turco-arabi attaccarono, e l'attacco fu impetuoso, tremendo; ma la fucileria i>ra appena cominciata, che dalle nostre ridotte del Mergheb giunse terribile la risposta della artiglieria, cui si aggiunse l'opera delle torpedini e il fuoco nutritissiìiio dei soldati dell'80.o reggimento fanteria, dei bersaglieri, del 5.o e del 12. o battaglione e degli alpini del battaglione Mondovì. Fu un torrente di mitraglia, una tempesta di piombo che si riversò sul corpo degli assalitori, arrestandone la marcia. Gli ufficiali elogiano la magnifica compattezza d'azione delle nostre truppe, che dimostrarono una grande resistenza al fuoco ed un accordo perfetto, e confermano quanto contiene il rapporto ufficiale, asserendo che dei nemici venne fatta strage. Con la stessa energia fu respìnto un secondo assalto. Dopo ciò, è opinione di tutti gli ufficiali che ad Homs per un pezzo non av verranno altri fatti d'armi Sembra che l'intenzione dei nemici sia quella di concentrarsi altrove per tentare una grande battaglia, ma tentino pure, che saranno ricevuti coi dovuti onori. GIOVAMI CORVETTO U listò flotta Èli Ita da \mm dallo sciopero minerario Roma. 9. mattino. 11 Messaggero dice che da informazioni assunte gli risulta che lo sciopero delle mi niere carbonifere non potrà affatto togliere il mezzo alla nostra marina di rifornirsi di combustibile, sia perchè le provviste fatte dal Ministero della marina prima che scoppiasse il conflitto italo-turco, furono così notevoli da assicurare alle nostre navi una lunga navigazione, sia perchè se que sta provvista, lungi dall'essere esaurita, enissc a mancare, esistono presso le nostre principali piazze militari tali riserve di carbone, da poter rifornire la nostra flotta anche se lo sciopero durasse mesi e mesi e venisse pure meno la possibilità di acquistare carbone in altre parti del mondo.

Luoghi citati: Ain Zara, Bengasi, Italia, Mondovì, Roma, Tripoli