Il tentato attacco contro Gargaresch

Il tentato attacco contro Gargaresch DA TKIPOLI Il tentato attacco contro Gargaresch (j»er telegrafo dal nostri inviati (speciali) bianche, che si distendeva dalla strada ca rovaniera di Zanzur /Ino al mare edxivan- TRIPOLI, S. «r« 21,55. Stanotte Gargaresch è stata per la prima volta attaccala dal nemico. ' L'attacco non ju dato in grandi forte, ma fu abbastanza prolungato ed investi circa un chilometro del fronte occidentale, dove sorge la ridotta IV. 3. Era appena scoccata Vuna, ed una grande luna splendeva nel cielo'sereno, quando le sentinelle vigilanti nella trincea della ridotta avvistarono una catena di ombre a o e o n o a e a a aa a l i l ae hi tay, uc o, a. di a oio ial ve mio on V. ree- po a- prima salve il fuoco nemico cessò per in zana lenta e cauta, senza rumore. L'allarme fu subito dato. In pochi minuti tutte le trincee erano guernite di soldati, che stavano pronti col fucile nella feritoia c le munizioni sotto mano, e gli ufficiali che speculavano il deserto inondato dalla luce lunare. Il chiarore era così forte, che si potevano usare perfettamente i cannocchiali. Attraverso le lenti gli ufficiali distinguevano nettamente i nemici e i loro movimenti. Erano circa duecento arabi, visibilissimi nei barraccaipi candidi ai raggi della luna, e pochi regolari turchi. Un cavaliere montato su un cavallo nero correva veloce da una estremila all'altra della catena, dando ordini. Il maggiore Isnaldi, comandante del secondo battaglione dell'82.o fanteria che presidia questo'fronte, ordinò ai suoi uomini di aspettare a far fuoco- finché il nemico si fosse spinto ben sotto ai reticolati. Così, nell'incanto del plenilunio, i nostri bravi soldati attesero fermi dietro alle feritoie che il nemico fosse perfettamente visibile e a sicura portata di fucile e giungesse cosi vicino che se ne potessero intendere gli appelli gutturali. .. Incomincia il fuoco A'cinquanta metri dai reticolati e a cento metri dalle trincee la bianca catena di fantasmi si arrestò e prese posizione. 1 nostri erano pronti e aspettavano. Dopo pochi secondi, una scarica fitta rintronò nell'aria taciturna. Una filigrana di vivide fiamme rossastre si formò, morì in un valcno. Dalla ridotta al mare duecento pallottole passarono sibilando, alte, sulle nostre linee, andandosi a perdere nei giardini delle oasi. I nostri risposero a salve di plotone con energia. A poco più di cento metri si urtavano le due fucilerie. I colpi grandi, larghi, veementi dei Mauser, e i colpi nvelallici, elastici, acuti dei nostri fucili si fondevano per la. prima volta come se fossero stali sparati da una sola trincea. . II fuoco nemico durò rabbioso qualche minuto: poi diminuì. Ma'si età veduto abbastanza per stabilire che il punto dove si esercitava la maggiore pressione era sulla nostra destra* vèrso il mare, lontano il più possibile dalla ridotta N. 3, dove vegliano i cannoni del hi bali eric Desuni Davanti altàirìdvt(a,v&àlèhe gruppo 8Ù steso in linea di fila tirava, ma senza efficacia; tanto che i fucilieri della'ridotta non risposero neppurci- ' Ero invece assaivivo.il fuoco che .continuava a intervalli sulla sinistra? contro le posizioni tenute' dalla quinta compagnia, che rispondeva metòdicamente coi fucili e le mitragliatrici. In questi intervalli si sentivano nitidamente le voci del nemico. Ritornavano frequenti le parole Mohammed e Allah. Un soldato che comprende l'arabo e fa da interprete alla ridotta, spiegò che i nemici recitavano prcglriere e si infervoravano con invocazioni al loro Dio. Si udì anche il lamento ulto e penoso di un ferito. Il gemito durò fino a che il nemico si ritirò Ufficiali e soldati furono concordi nel dichiarare l'effetto strano, misterioso di quelle voci vicine, incomprensibili del nemico durante le pause del combaltimento. La parola al cannone Le batterie Desuni c Battaglia, che guardano questo fronte tacevano per incorag giare il nemico a farsi più avanti;., ma quando fu evidente che gli arabo-turchi non aumentavano ed acccntuavasi il fuoco avversario contro il fianco destro meno difeso, allora il comandante della ridotta N. 3 decise di dare la parola al cannone. Due pez zi della batteria Desuni furono spinti avan ti sulle piazzuole e volli con angolo quasi ai 90 gradi sulla loro posizione normale, cosi da avere le gole verso il mare. Da que sta posizione i pezzi famosi di Sidi Messri venivano a battere quasi di infilata la linea nemic.a. Otto colpi soli furono sparati a 400 metri dalla batteria Desuni ed altri due dalla batteria Battaglia collocata più indietro ! presso il mare : non fu necessario altro. Alla ziadaohtàseglhalo togeIalaincifocovre veilratolisdidiilsesprifrglosttugnchpgHrCggndmmiPcdgncgcCgsdfcpci i za la la" à » sa miMalle enasria ita o: elersto esrte o » > re di al io: la uniGeag e e canto, pochi colpi successivi inseguirono gli arabo-turchi nella loro ritirata. Verso le 2 latto ritornava quieto sotto la grande luna che faceva scintillare il mare. Appena da Zanzur giungeva l'eco del combattimento nel latrare di innumerevoli cani, che il fragore delle fucilale aveva destato e sbigottito. Al mattino fu fatta una diligente ricognizione sul terreno occupato dal nemico: furono rinvenuti quasi 1000 bossoli sparati, 150 cortuccie nuove, una daga e numerose traccie di sangue. Fu osservato che le pallottole dei nostri srhapnels erano disseminate e confuse fra i bossoli dei nemici, segno evidente che i proiettili avevano preso di infl lata il bersaglio. E' difficile a spiegarsi l'ob biettivo di questa strana azione ; se si tratta di ricognizione di terreno, non si comprende perchè il nemico abbia fatto un fuoco co sì vivo e protratto. Se si tratta di un attacco vero e proprio, non si comprende la scarsezza visibile delle forze impiegate. Oggi dall'osservatorio Desuni abbiamo veduto un centinaio di arabi e turchi sulla vetta di certe basse colline poste a circa 5000 metri dalla ridotta. A'on è possibile scoprire che cosa facessero, forse scavavano trincee, mentre altri piccoli drappelli percorrevano le brughiera sottoposta, spostandosi di qua e di là, senza scopo bene determinabile. La bizzarra operazione nemica non costò nò morti ni feriti. Tutto è calma sulle altre posizioni. GIUSEPPE BEVIONE Il discorso del Cady alla banda del Garlan TRIPOLI, 8, ore 17,16. Ecco la tradizione del discorso pronunziato dal OadJ In oocaslone del giuramento dalla banda del Garlan: « Rammentatovi ohe avete giurato al Governo Italiano fedeltà nell'adempimento delle vostre mansioni secondo II rito prescritto dalla vostra radglone; rammentatevi ohe questo paese non ha mal visto progresso e ohe attualmente lo vede, dal paese al quale voi avete prestato giuramento; rammentatevi ohe questi agenti, guardie di città e carabinieri Italia¬ ni, che stanno di fronte a' voi sono vostri fratelli, e ohe nell'adempimento del vostro dovere, vivendo assieme a loro, dovete trattarli come fratelli; rammentatevi ohe è vostro dovere pensare, non solo a quelli del paese di qui, ma anche a quelli che, rimasti al di ià, non sanno ancora II benessere ohe Ha portato questa nuova nazione. Gridate con me: «Viva la nazione Italiana t II euo Sovrano! Viva II progresso! ». Stamane II consolo di Germania ha offerto una oolazione al comandante della piazza, generale Salsa, e al maggiore Roppolo, Vi sono Intervenute varie notabilità della Oolonla tedeeoa. ., , (Agenzia Stefani).

Persone citate: Battaglia, Cady, Mauser, Roppolo, Salsa

Luoghi citati: Germania, Italia, Sidi Messri, Tripoli, Zanzur