Il tentato suicidio di un giovane fuggito da casa

Il tentato suicidio di un giovane fuggito da casa Il tentato suicidio di un giovane fuggito da casa Da u.ia settimana era fuggito dalla sua casa di Milano, in viale Monza, N. 7, il giovinetto sedicenne Geminiano Briganti. La famiglia, costernatissima, l'aveva ricercato ovunque oon trepidazione, perchè, conoscendo l'Indole alquanto frivola del figliuolo, temeva con ragione ch'egli fosse per darle un nuovo e più grande dolore. Geminiano Briganti, con tutta la spensieratezza dei suoi sedici anni, era. giunto sorridente e tranquillo nella città nostra, con il portafogli fornito di un bel gruzzolo, settecento lire circa, che aveva sottratto al padre mentre preparava la fuga. A Torino, per non essere facilmente riconosciuto, cambiò nome, e fece stampare appositi biglietti di visita, sormontati da una corona nobiliare e con la scritta: «Alfredo De Antonie — pilota aviatore ». Con tale titolo e con le 700 lire del padre prese dapprima alloggio allMIfterao Nazionale, in via Lagrange, r» si awehturò flei facili piaceri a nolle folli ebbrezze, sperperando tutto il suo danaro. Nel suo breve soggiorno a Torino, 1! giovinetto aveva anche trovato il tempo di lntessere un romanzetto d'amore con una fanciulla, della quale, a quanto si, dice, se n'era invaghito, perdutamente. E questa fu anche la causa ultima del dramma, che Ieri ebbe il suo doloroso epilogo. Preso tutto dalla morbosa passione, il giovinetto dimenticò la famiglia, dimenticò la povera madre, che aveva lasciata ammalata, e, a capo fitto, corse alla rovina. Dopo tre giorni aveva già cambia* alloggio: sotto il nome di Geminiano Briganti aveva preso stanza m'Albergo del Genio, all'angolo di corso Vittorio Emanuele e via Saluzzo. • Finite Pe poche risorse, rimasto senza un soldo in tasca, telegrafò ieri alla famiglia che si sarebbe suicidato se non gli avessero spedito dei denari': almeno cento lire. Lo sventurato padre, che è un negoziante di Milano, 'anziché rispondere, sali in treno. ■ accompagnato da uno zio del giovane, e giunse nella città nostra col diretto delle 19. n 'signor Alfredo Briganti si diresse subito alla Questura, a chiedere l'intervento di quei funzionari. Lo zio nel frattempo corse difilato all'/ilòerao del-Genio, per predisporre 11 nipote Geminiano alla visita paterna. Questi trovò il giovinetto. nella sua stanza, solo e apparèntemente tranquillo. L'Incontro con lo zio fu affèttuosisslmo. Immaginando che Geminiano doveva tenere una rivoltella, volle che la-deponesse, e tanto insistette con le buone, che il giovinetto cavò di tasca l'arma e la rinchiuse nel cassetto del tavolino da notte, accanto al letto. Intanto il signor Alfredo, che aveva ottenuto dal delegato Canavotto due agenti, verso le 20 si dispose a ricercare il figlio, con la ferma intenzione di tenérlo con sè. e di partire oggi stesso per Firenze, ove l'avrebbe internato In una Casa di correzione. La comitiva giunse all'albergo alle 20 pre else. Entrati, il signor Briganti chiese al pa drone della stanza ove era il figlio; ma volle prima far chiamare lo zio. L'albergatore salì e fece la commissione: cosi il giovane Geminiano per un momento fu lasciato solo. < Dopo pòchi minuti salivano le scale e bussavano alla stanza N. 27 11 padre, lo zio ed I due agenti. Ma il giovinetto, che aveva indonnato ciò che si preparava contro di lui. appena senti aprire la porta,, nel momento in cui 1 due agenti mettevano piede nella stanza, afferrata la piccola rivoltella, se la puntava alla tempia destra, facendo scattare un colpo. Accorsero le guardie; in preda alla Più viva angoscia entrarono il padre e lo zio. Il giovane Geminiano era caduto boccheggiante sul letto. Da una ferita alla tempia destra sgorgava abbondantemente il sangue; ma il disgraziato dava ancora segni di vita. Ne segui una scena pietosissima. Lo sventurato genitore aiutò a sollevare il corpo del figliuolo ed ebbe ancora la forza di reggerlo fino-ad una vettura, la quale si diresse a trotto' serrato al 'San Giovanni. Quei sanitari non riscontrarono ti suo stato gravissimo, perchè 11 proiettile ool quale s'era sperato eri di piccolissimo, calibro. In ogni modo si riservarono sulla prognosi. Ora al suo letto lo assiste amorosamente il padre. La carne e ir campanello Un macellaio, che ha il suo negozio all'angolo delle vie XX 'Settembre e Palazzo di f,uiu u ohi.' rie u^VKiuui u o li aiiMiiAi Citta ^ sar)èndo come premunirsi dai la ar[mcoli cne strisciando innanzi, ajla porta, potevamo fargU scomparire dalla mensola i piu hel di vitello, ideò uno stratta- gemma cne doveva sortire effetto sicuro. As sicuT-ati con tanti uncini i singoli pezzi di carne u raggruppò tutti con una funicella, alla quaIe era attaccato un campanello, lDi DUOn mattino, quando le cuoche impa zienti invadevano il suo negozio, quando dal suo gì t0 scanno era intento a distribuire ar rostl bolliti e costoletta, come poteva ba dare* alla bilancia ed ai monelli della strada; salvarsi dai picctelt saccheggiatori.... senza il campanello d'allarme? mattina, disposta ogni cosa in ordine, vaccorto macellaio riprese, sereno e tranqulllo le "suo occupazioni. Egli doveva avere la prova che il suo curioso congegno di av vertimento funzionava magnificamente, j improvvisamente infatti, mentre il macel laio ed un suo garzone si trovavano nel re trobottega, il famoso campanello 'squillò di speratameli te. i un inddvtauo aveva afferrato un 'bel pezzo 1 di carne e si dava alla fuga, ! TI macellalo, per impaurirlo, usci con "la rivoltella tri pugno e sparò un colpo in aria, imentre il suo garzone, agile e snello, tóse- guiva il ladro e riusciva, dopo un non lungo percorso, ad acciuffarlo. Il malandrino aveva subito gettato a terra la carne rubata, spe. rando che ciò bastasse ad assicurargli la 'impunità; ma invece a coadiuvare il garzone sopragglmnsero due guardie ed 41 messere do] vette' acconciarsi a seguirle. Morate: Tanto va ti ladro alla carne che vi trova IT campanello I La merle del bambino iettato dalla finestra In seguito a brcWc-pplmonite, sopravvenutagli dopo alcuni giorni dal suo trasporto alla Maternità, è morto il'bambino che due settimane fa era stato gettato da una finestra, subito dopo la nascita. La madre si trova tuttora degente, ed in istato d'arresto, alla Maternità; e la nonna e la zia, le quali si trovavano in casa nel momento del fatto, sono tuttora in carcere, a disposizione dell'Autorità giudiziaria. Grava infortunio Certo Garroni Carlo, d'anni 24, da Castiglione, mentre attendeva alla pulizia di una vettura tranviaria, nel Deposito di corso Regina Margherita. N. 14, ruppe casualmente un vetro, e riportò una ferita al polso destro, con recisione dell'arteria radiale. Accompagnato al San Giovanni, ebbe le cure del dottor Costero, che lo fece ricoverare nella sezione Fantino, giudicandolo guaribile In 20 giorni, I nomisi del ladri Il « cittadino dell'ordine » Gilodl Federico mentre eseguiva una perlustrazione in piazza Statuto, giunto in prossimità di-via San Donato, vide allontanarsi in fretta due individui. Il motivo della fuga non rimase un mistero per l'agente: egli rilevò infatti che essi stavano operando un furto in danno della salumeria Salvador!, sita in detta via, al N. 3. Al San Giovanni - Dal medico di guardia all'Ospedale di San Giovanni furono curati ti cuoco Gioachino Amone, d'anni 20, che si era ferito accidentalmente con un colteli*), e la bambina Marcellina Saboto, d'anni 8, la quale era stata investita da un ciclista sconosciuto, riportando una ferita al capo. Entrambi furono giudicati guaribili in 8 giorni. '■ Furti Certo' Michele Benente fa da un ignoto derubato di un pacco contenente lampadine, che aveva lasciato su un carro incustodito, in via Santa Teresa. • ■ — Un altro ignoto rubò una macchina da cucire, che la signorina Masuero Carolina aveva lasciato nella portieria detta,casa n. 39 di via Garibaldi, ove abita. ,

Luoghi citati: Firenze, Milano, Torino