Una prossima nota delle Potenze all' Italia alla Turchia?

Una prossima nota delle Potenze all' Italia alla Turchia? Una prossima nota delle Potenze all' Italia alla Turchia? pNuova grave sconfitta turca in Arabia: la guarnigione di JYTecLi prigioniera diSaieIdriss -1 regolari turchi fuggirono subito alla nostra avanzata sul IVIergheb - JPre-^ doni ricacciati dai nostri arabi armati nell'oasi di Tagiura. (Per telegrafo e» per telefono alla STAMPA) i i ui i Cdid ilii a li 30 k l d di Lhi i i Candidature militari ; Le dimissioni del socialista on. Musatti da deputato di un Collegio di Venezia, per presunto dissidio con gli elettori in riguardo all'impresa di Libia, e quelle che gli elettori vorrebbero imporre in un Collegio di ROma all'ori. Caetani, che, benché di nobilissima stirpe, fa orecchio da mercante all'invito, hanno suscitato l'idea di candidature di patriottica protesta. E' una reazione legittima e confortante, che testimonia della vitalità della rinata coscienza italiana, ferma nei suoi propositi, decisa a imporre la sua volontà alle coscienze negative di certi suoi meno legittimi rappresentanti. È a. rendere più chiara ed eloquente la protesta, certi gruppi di elettori e certi giornali hanno pensato di inalberare in quel collegio vacante e nell'altro che dovrebbe diventarlo, la candidatura di uomini vivacemente rappresentativi dell'impresa africana Contro la ideologica negazione internazionalista del socialista Musatti, qual miglior campione dell'energia italiana cosciente dell'avvenire, di Umberto Cagni? E con-'| tro le fisime accademiche dell'on. Caetani, qual più chiaro emblema di virtù eroica di Gustavo Fara? ■ Cosi sono sorte fra l'entusiasmo le candidature del contrammiraglio Cagni, a Venezia, del generale Fara, a Roma, e del colonnello Maggiotto in collegio ora indeterminato, ma che potrebbe anche essere, per esempio, quello di Ivrea, dato che l'on. Pinchia, nel suo infinito amore per la « coerenza», si decidesse a lasciarlo libero... E i giornali assicurano che queste candidature hanno incontrato il ..massimo favore, e si. dice, i— ma non lo crediamo, — che il Governo non le veda mal volentieri, tanto che cerca il modo di girare le difficoltà giuridiche che si opporrebbero a qualcuna di essa Yr^.INéssunoiftaTebtoè Julù'di noi lieto di asso? '? clarsi a chièsta dimostrazione di patriottico entusiasmo e di stima verso uomini tanto "degni dell'ammirazione e della gratitudine Clelia Patria; ma pensiamo pure che la vita politica non la si guida con la sola spinta dell'entusiasmo e della gratitudine: essa deve obbedire a leggi superiori di opportunità e di praticità. E crediamo sia nostro dovere affermare, mentro si è in tempo, che le candidature militari del Cagni, del Fara, del Maggiotto, e quelle altre che potrebbero sorgere, non rispondono a queste leggi indeprecabili. ■ Non siamo sospetti di tepida ammirazione verso questi uomini egregi, che sul lido africano hanno risollevato e fatto rifulgere dinanzi al mondo, stupefatto e ammirato, la vjjrtù eroica del popolo nostro. Abbiamo celebrato in queste colonne le loro gesta ed espresso la nostra ammirazione più calda ed incondizionata. Ma appunto perchè li ammiriamo come purissimi campioni di valore militare, come eccellenti strumenti di guerra, come preziose garanzie per le eventuali prove a cui potrebbero esser chiamati l'armata e l'esercito italiano, perciò appunto crediamo che sia 'gravissimo errore attirarli nella vita politica parlamentare. E' un errore sentimentale degno di indulgenza per la nobiltà dell'istinto donde muove, ma è un errore. E l'Italia che ha commesso tanti errori per fiacchezza di spiriti non ne deve commettere di nuovi per calore pericoloso di entusiasmo. Queste candidature militari nate, per cosi dire, per merito di guerra, ci sem brano inopportune per varie ragioni. Ci sembrano inopportune innanzi tutto per una grave questione di principio. In un regimo liberale l'esercito e l'armata deb hono essere lo strumento della difesa nazionale, ma nulla più. Non debbono in nessun modo esorbitare dal loro campo per invadere la funzione parlamentare legislativa cui sono affidati l'esame e le soluzioni di mille problemi interessanti la vita della uazione, problemi politici, economici, amnistiativi, sociali. La difesa del paese è uuo di questi problemi, ma uno solo. E' già. dubbio, e fu spesso discusso, se sia giovevole alla stessa trattazione dei problemi militari la presonza in Parlamento di ufficiali, posti inevitabilmente nel bivio eli transigere con la loro coscienza o di mancare di disciplina verso il ministro loro naturale superiore. Ma non è questo che uno degli inconvenienti minori. Maggiore è il pericolo che i deputati militari vengano a formare una casta militare parlamentare informata ad un particolare spirito che non può essere che unilaterale. Si dirà che la presenza di un ammiraglio e di un generale di più non possono presentare questo pericolo. Ma noi dobbiamo considerare il problema nella sua essenza astratto. Nulla vieta che l'entusiasmo che ha escogitato le candidature Cagni, Fara e .Maggiotto non ne escogiti altre. Se il popolo italiano dovesse nella sua riconoscenza è nel suo entusiasmo premiare con la deputazione, tutti gli ufficiali che dettero maggior ^prova di virtù nella campagna di Libia, le candidature potrebbero essere non due o tre, ma cinquanta o cento. Ora basta la semplice estensione logica ' del fatto pratico per mostrare l'inopportunità, l'errore ed anche il pericolo del prin- cipio. E il passato ci ammaestra che in nessuna nazione questo principio è stato ammesso. Nessuna nazione poteva più della Germania vittoriosa nel 70 rimeritare i prodi ufficiali che le avevano procurato la vittoria e un impero con la candidatura politica. Ora ciò non avvenne. Quel primo Parlamento tedesco, in cui, sotto la guida del Bismarck, si agitarono tutti i problemi della nuova nazione, non fu punto contrassegnato da candidature militari di riconoscenza, nè ebbe mai a sottostare ad una qualsiasi egemonia militare. Tanto meno ciò si addice all'Italia che ha tradizióni più liberali e bisogni sociali più intensi. Confessiamo che se vedessimo Io spirito italiano avviarsi per questa via di una, per josì dire, militarizzazione del Parlamento ne saremmo inquieti come di un indirizzo non sano. Questa la questione- di massima. In via secondaria osserviamo poi che la funzione parlamentare richiede attitudini, preparazione e studi affatto speciali e diversi da quelli che si richiedono per divenire buonJ marinai e buoni soldati. L'entusiasmo deiora presente non deve far dimenticare questa semplice ed incontrastabile verità. Ora, per quanto grandi siano le qualità di ingegno e di carattere del contr'ammiraglio Cagni, del generale Fara e del colonnello Maggiotto, noi crediamo di non far loro nessun torto, anzi di far loro onore affermando che in un Parlamento si troverebbero inevitabilmente spostati. Troppo diverse sono le doti che si richiedono ad un uomo di guerra da quelle che costituiscono un buon parlamentare; troppi sono i problemi che li troverebbero, essi e quei loro collaghi che potrebbero seguire le loro orme, impreparati ed incompetenti. Ora la deputazione politica npn!©uò_,diventare una carica ad honorem; nè l'impresa di Libia, per quanto importante nel momento attuale della vita delia nazione, può determinare una base elettorale per l'avvenire parlamentare, per un avvenire che può essere occupato da problemi di tutt'altra natura. Ma, avversando nettamente queste candidature e lo spirito che le ha promosse, noi crediamo fermamente di rendere anche un grande serviziai'agli stessi uomini che le incarnano. La 'guerra attuale ci ha rivelato per fortuna d'Italia uomini tutti d'un pezzo, di ferrea energia, di superba baldanza, di rapida risoluzione, di vivace entusiasmo. Noi li riteniamo troppo preziosi per le prove future che possono incombere all'esercito ed all'armata, per non soffrire di vederli mescolati alla vita parlamentare, sciupati in uffici improprii, e forse anche snaturati e menomati dalla partecipazione a schermaglie di corridoio, dall'asservimento a gruppi ed a partiti. L'esercito e la marina nel nostro concetto debbono restare estranei all'ambiente parlamentare, puri ed intatti, unicamente occupati ed Assorti nel loro ufficio. Troppo ci dorrebbe che eccellenti ufficiali divenissero mediocri parlamentari. Essi dovrebbero essere i primi a comprenderlo, i primi a desiderare di esser conservati interi a quelle istituzioni a cui hanno dato la loro intera esistenza ed il loro entusiasmo. Gli ammiragli ed i generali parlamentari e politicanti han sempre fatto cattiva prova: Lissa ed Adua informino. Abbiamo la fortuna di avere un esercito ed una marina che non fanno politica e che sono unicamente solleciti dell'esercizio del loro dovere militare in servizio della nazione : non sciupiamo questa felice condizione di spirito con improntitudini pericolose. E so- Pituita ricordiamo che, la magnifica epo pea germanica del 1870 non ha creato un deputato al Reichstag.