Il Natale di Maometto

Il Natale di Maometto Il Natale di Maometto (Per telegrafo da uno dei TRIPOLI, 1, ere 18,10. (Ritardato per Censura). Oggi l.o marzo è la prima giornata della festa del Ueilud e Tripoli gaia sorride sotto un sole d'oro. Dna folla araba, ebraica, italiana, popola le Mrade^Je. viuzze, i merr cali. Ad intervalli si ode il cannone che mette dei brividi in quanti hanno assistilo alle battaglie passate; ma questa" volta il terribile' strumento di guerra rimbomba per significare gioia, pace e riposo. Una tranquillità assoluta regna alle trincee, ove i soldati aggiungono al loro pasto consueto gli speciali dolci fatti con miele loro offerii dagli arabi. I soldati italiani mangiano, bevono, brindano ridendo alla salute di Maometto, però rispettano la solennità degli arabi, nè turbano questi nelle „oro funzioni. Cibi e preghiere Dal canto loro gli indigeni mussulmani ottemperano allt prescrizioni del Comando, non fanno cioè processioni, non dimostrazioni pubbliche, ma si accontentano di passeggiare avvolti nei candidi barraccani nuovi, pavoneggiandosi come i contadini nostri in /abiti festivi: Le donne commettono per la circostanza qualche piccolo peccato di civetteria: hanno migliorato i loro impenetrabili abbigliamenti con gingilli graziosi, sciarpe e scialli dai colori smaglianti. Anche le belle ebree, subendo l'influenza della festa, hanno reso più seducenti del solito le loro vesti pittoresche. Nelle case si trascorre il tempo pregando, mangiando: il cibo e la preghiera, ecco i due capisaldi della festa odierna. Pietanza caratteristica è la « hasida », uno strano ■miscuglio di pasta- morbida rivestita di miele. Nella forma essa ricorda la nostra polenta, ma non potrei giurare che ne ricordi anche il sapore. Infatti io non l'ho nemmeno assaggiata. Insieme all'u hasida » gli arabi bevono latte di palma che viceversa è vino; prova ne è che molti si ubbriacano beatamente sognando il Paradiso. Nelle moschee -1 topi e Maometto Nelle moschee, ricche di luci, odorose di acuti profumi, rivestite di stuoie e tappeti ricamati, si celebrano grandi cerimonie imponenti che durano lunghe ore. Vi sono moschee eleganti e moschee povere; le prime, nel centro della città, ospitano l'aristocrazia maschile (alle donne è proibito entrare nei templi). Gli uomini entrando lasciano sulla soglia le scarpe, ma ì signori hanno, sotto le scarpe, eleganti pantofole rabescate. Tutti poi si inginocchiano al suòlo rimanendovi un tempo lunghissimo e dando prova di un'invidiabile resistenza. Il sacerdote dice allora le preghiere di rito con una cantilena strana; la turba dei fedeli io accompagna con un mormorio senza fine. Le orazioni si succedono pure durante tutta la notte, dal tramonto all'alba. Quest'anno però il concorso dei fedeli alle moschee è assai minore che negli anni passati mancandovi la gente della campagna che costituisce l'elemento più numeroso nelle funzioni religiose. Malgrado la festa, la vita commerciale non iì interrotta-.'' vero che i negozi arabi iono ì iofì nostri inviati speciali), chiusi, ma fanno affari d'oro quelli degli ebrei. Sono penetrato in qualche casa; vidi dovunque visi estatici e irradiali dalla beatitudine. In un angolo di una, stanza semibuia mi accade di vedere un pezzo di dolce religiosamente conservato e mezzo tosicchiatc, senza dubbio per opera dei topi : domandai perchè fosse tenuto con tanta cura. « Perchè, mi fu risposto, il pezzo mancante lo ha mangiato Maometto!». La lode del Re ai vittoriosi di Homs Stamane il governatore annunciava con un proclama nobilissimo alle truppe di Tripoli la lode del Sovrano ai combattenti di. Homs. Il proclama, letto in tutti i reggimenti, suscitò vivo entusiasmo e venne accolto con grida di; Savoial e Viva l'Italia. Notizie varie giunsero in giornata intorno alla situazione del nemico, fornite specialmente dagli aviatori: 2500 uomini son concentrati ad El Attala; il solito concentramento esiste a Suani Beni Aden. Una importante ricognizione fece un aviatore su Farman, volando a 1406 metri sopra il Fonduk di Ben Gaschir. Egli dice di aver veduto da quella parte un aggruppamento di una sessantina di nemici. Alcuni arabi si presentarono ad Henni alle trincee del 93. o lanteria, affermando di volersi sottomettere. Gli ufficiali seppero da essi l'esistenza oltre Tagiura di gruppi di turco-arabi che tentano di indurre le bande defezionate dal campo nemico a non passare dalla parte degli italiani. Ciò conferma la notizia della rilassatezza del nemico, nelle cui file circolano varie malattie. Ad Azizia la salute delle truppe turche si dice sia pessima, mentre le nostre si trovano in ottime condizioni. Gli ospedali nostri son poco popolati '".e nessuno dei malati è in graoi condizioni. Visitai oggi l'ospedaletlo numero 31.o della Croce Rossa torinese e non trovai che convalescenti. La splendida posizione ove fisso sorge in principio dell'oasi, tra una corona di palme e una cintura di prati costellati di fiori rossi, par cercata appositamente per favorire una rapida guarigione agli infermi in questo incantevole inizio di marzo, che ricorda il maggio torinese. Doni torinesi " Dalle arabe mi guardi Iddio ! Sono giunte numerose casse ripiene di caschi di lana, offerta gentile di un Comitato di dame torinesi, il dono era accompagnato da altri regalucci graziosi: cioccolatto, sigarette, cartoline, coccarde tricolori, persino mazzi di fiori appassiti; ma la parte più simpatica dei doni erano le letterine che li accompagnavano. In esse i nostri soldati trovarono un poco del profumo delle dame torinesi e ne furono lieti e commossi. Tra le tante lettere ne ricordo, alcune, per ■ esempio questa delle allieve della scuola femminile di commercio : « Le dame sono con tot sempre col pensiero e col cuore. Le nostre preghiere si accompagnino al coraggio. Iddio sia con voi! » Questa è anonima: «Dalle arabe vi guardi Iddìi ». Tra gli ufficiali ed i soldati corse lfl..proposta di_invlflre alle dame di Tori¬

Persone citate: Ben Gaschir, Farman, Henni

Luoghi citati: Aden, Italia, Suani, Tori, Tripoli