Previsioni e commenti sull'accordo delle Potenze per il tentativo di mediazione

Previsioni e commenti sull'accordo delle Potenze per il tentativo di mediazione Previsioni e commenti sull'accordo delle Potenze per il tentativo di mediazione Ostentato pessimismo francese e fiducia tedesca - Il "Journal,, trova che le sorti delle armi non si sono ancora pronunciate!... « A Berlino si conferma ufficiosamente che la sovranità dell'Italia non può essere toccata. (Servizio speciale della STAMPA) Parigi, 29, notte. I Si direbbe che la stampa francese sia l seccata della sollecita adesione della Germania e dell'Austria alla proposta russa. . 1 giornai di qui, infatti, dacché si è sa,-puto che Berlino e Vienna si sono affrettiate a sostenere l'iniziativa di Sazonoff, si ^mostrano meno ottimisti sull'esito dell'iniflziativa stessa, si preoccupano tremendamente della imparzialità dell'intervento, vedono piuttosto nero. Le sorti delle armi non si sono ancora pronunciate!... Il Journal, per esempio, in una nota che pubblicherà domattina, venerdì, arriva al punto di scrivere che l'ora della pace non ! è suonata perchè « la sorte delle armi non ' si è ancora pronunciata». Capite? In Tri} politania e in Cirenaica, secondo il Journal, non si vede ancora bene se vincano gli Italiai o i turco-arabi... La nota dico: « Tante dicerie sono state messe in cir, colazione da qualche giorno, che l'opinio■ ne rischia di smarrirsi su una falsa pista dove non incontrerebbe che delusioni. Ecco realmente ciò che avviene e ciò che è avvenuto. Liniziativa Selle idee pacificatrici spetta senza contestazione al ministro degli Esteri russo : Sazonoff aveva ideata, tre mesi fa circa, una prima combinazione che andava fino a considerare Inventualità di una pressione internazioale da esercitare sulla Turchia onde in durlà a daccettare la sovranità dell'Italia sulla Tripolitania. Questo progetto, in cui erh attribuita alla Francia una parte certo lusinghiera ma grave di responsabili• tà. fu immediatamente eliminato. Sazonoff ò ritornato alla carica alcune settimano fa. La proposta già si attenuava; ma si proponeva ancora che la pressione dovesse essere esercitata unicamente a Co | stantinopoli. La risposta fu pure questa I* volta negativa. Nessuna potenza avrebbe potuto consentire ad uscire dalla propria neutralità. Frattanto, in tutte le capitali si riconosceva quanto sarebbe bene . mettere fine alla guerra. « Da questa unanimità di aspirazioni Sa pEonòff ha tratto una terza combinazione. Non è più questione di pressione nè di intervento: si viene ad una semplice offerta : di buoni uffici. Le Potenze chiederebbero a noma ed a Costantinopoli in quali condizioìi ciascuno dei belligeranti considererebbe ia possibilità di mettere fine alla lotta. Si jiredrebbe da ciò se la combinazione è posbile. Ricondotta a queste proporzioni, la proposta russa ha trovato buona accoglieni- a Parigi ed a Londra ; Vienna le ha morato simpatia, Berlino, a quanto si capisce, non fa opposizione.; Tuttavia l'intesa lon è ancora che. in germe. Due condizioni sono indispensabili : l'azione delle Potenze ■'deve essere collettiva, e deve essere solidale, cioè deve esercitarsi simultaneamente , a- Roma d a Costantinopoli. Ora, ammettendo anche che l'iniziativa sia intrapresa, conviene non farsi troppe illusioni sopra il j suo successo. Già fin d'ora non è possibile alcun dubbio sull'assoluto disaccordo che "esiste fra i due belligeranti. Facendo rati ficaie dalle Camere — con quale entusia- • sn)o tutti sanno — il decreto di annessione, il Gabinetto Giolitti ha soppresso ogni possibiltà di compromesso. Dal canto suo, il Governo ottomano ha fatto sapere ufficialmente che non vuole trattare sulla base ') dell'ahbandono della Tripolitania e della Cirenaica. Tutto ciò che la Turchia consentirebbe a cedere è il litorale della Tripolita,aia, a condizione di conservare l'hinterland Bautta la Cirenaica. L'ora della pace non è dunque ancora suonata, perchè le sorti delle armi non si sono ancora pronunciate (?) ». Si tratta di un'inchiesta Il Temps nota che alcuni giornali continuano a parlare di un intervento delle Po i,enze, come di un avvenimento prossimo •giù concordato. Questa informazione cosi presentata, nota però il Temps, non rispon de ai fatti : «Un telegramma da Vienna, pubblicato ieri, indicava lo stato nuovo della questione. E' però vero che una nuova proposta della Russia, in vista di una mediazione, è pervenuta al conte Di Berchtold, ministro degli affari esteri austro-ungariep. Le cordialissime relazioni che esistono tra Vienna e Pietroburgo hanno assicurato a questa proposta una accoglienza benevola. I termini v generali in cui essa è concepita, ne facilite| ranno l'esame al Gabinetto di Berlino. ((Abbiamo già detto in quale misura la Francia può associarsi ad un intervento, e I gl'Inghilterra, crediamo noi, è nelle stesse disposizioni della Francia. La proposta russa ne tiene conto e non può dunque altro clic suggerire un'inchiesta collettiva di tutte lo grandi Potenze, a Costantinopoli ed h Roma, onde cercare se esiste una possibilità di intromettersi e trovare una base di pace tra i due belligeranti. E' con que-• sto intento che tutte le Cancellerie si scambiano attualmente le loro vedute e studiano la possibilità di un intervento tra i due belligeranti, pur tenendo conto che il voto dell'annessione della Tripolitania all'Italia e la dichiarazione della Porta, che rifiutaj di tenere conto di questo voto, hanno agli gravato la situazione, invece di facilitarne •gli eventuali negoziati ». I Malissori chiedono armi Atene, 29, cotte. Mandano da Costantinopoli che cento rappresentanti dei Malissori si sono recati aolr.T™; ,.h,-0,wo ni Rnmmn Hi rlistri-Scutan pei chiedeie al ^ ™° 1 ^str £uire loro armi come^ -ha risposto che chiederà istruzioni alla Por-" ta II comandante militare di Scutari aadi'à Austria e Germania alla proposta russa (Servizio speciale della Stararvi;. Berlino, 29, notte Questo è oggi riconosciuto dalla stampa tedesca; l'azione pacificatrice delle Potenze non può essere basata ohe sulla completa sovranità 'dall'Italia sulle due Provincie a(4ricane. Quantunque i giornali francesi abbiano in questi giorni condotta una delle più antipatiche ed ingiuste campagne per fare credere al mondo che l'alleata Germania non agisce correttamente nei riguardi dell'Italia, la constatazione che vi faccio questa sera non è che il corollario di quella fatta sere scorse, quando vi parlavo della inutilità del «bluff» parigino. Così, oggi, poche notizie da Roma confermano questa azione pacificatrice delle Potenze La stampa tedesca riassume nei suoi commenti il suo pensiero sulla situazione attuale nettamente e francamente, non risparmiando a noi quelle osservazioni che, essendo fatte senza pensieri reconditi, l'Italia accetta e non discute. uepjsicllnmlsTalad o i a e i a e e o d e - e o a a e Una nota ufficiosa Il primo commento è di un giornale se mi-ufficioso, il «Lokal Anzeiger». Questo giornale scrive che si può prevedere che le amichevoli proposte fatte a Roma otterranno una risposta, che renderà possibile alle Potenze continuare la loro attività rivolta verso la pace. Il giornale pensa che in Italia molto difficilmente si avrà ragione di contrastare il passo delle Potenze, tanto più che questo passo sarà accompagnato dalla dichiarazione che la sovranità italiana su Tripoli e la Cirenaica deve restare intatta. Alla proposta del ministro degli esteri russo, alla quale del resto hanno aderito contemporaneamente Germania ed Austria cui si sono aggiunte anche le altre Potenze, si aggiungerebbe un'altra questione delle più signiflcaitive per la pace europea : si sarebbe cioè presa una iniziativa, non solo favorevole agli interessi della Russia ed all'integrità del suo sviluppatisshno commercio nel mar Nero, ma tale che sarebbe uno dei migliori indirizzi delle relazioni amichevoli tra i Governi di Pietroburgo e di Roma. Da questa importante nota del Lottai Anzeiger due fatti sopratutto devono essere messi in luce. Il primo si è che la proposta russa mantiene inalterato il decreto di annessione ora approvato dalla Camera italiana, il secondo si è che, prima di ogni altra potenza, le due alleate, Germania ed Austria, si sono subito unite alla proposta della Russia. Il giornale semi-ufficioso usa infatti l'avverbio contemporaneamente per indicare il tempo in cui Austria e Gei-mania si sono unite alla Russia, mentre adopera l'espressione frattanto, accennando alle altre Potenze. Sono queste piccole sfumature dei giornali ufficiosi che hanno evidente importanza. "L'Italia sarà arrendevole sui punti secondari,, Così cade l'ipotesi della pangermanista Post, la quale stasera non crede che la Germania e l'Austria interverranno nelle trattative di pace, perchè come alleate dell'Italia ed amiche della Turchia devono mantenere con loro la più stretta neutralità. Peraltro, anche la Post scrive che una conclusione di pace apparisce solamente possibile se la Turchia riconosce la sovranità italiana sulle Provincie africane. La Vossischs Zeitung prospetta invece le difficoltà che si possono presentare. Essa ammette che nessuno può sperare che l'Italia rinunzi al suo decreto di annessione. Se le Potenze, nonostante questo, rivolgono la loro attività a Roma, ciò indica che l'Italia si mostrerà arrendevole nei punti secondari. Questi punti possono essere di natura morale e materiale. Una ripulsa su tutta la linea, secondo il giornale, non si deve attendere da parte dell'Italia. In quanto alla Turchia, il giornale crede che la sua decisione possa dipendere dai suoi avvenimenti interni, dall'esito delle elezioni e dall'opinione del Corpo degli ufficiali, avendo riguardo poi pure del sentimento religioso e della posizione del Sultano come Califfo. Poscia, la Vossische Zeitung non tralascia di dare una stoccata ai giornali francesi, assicurando, come già fece la nota semiufficiosa, che la Germania e l'Austria hanno aderito alla proposta di Sazonoff ancora prima dell'Inghilterra e della Francia. Frattanto, è ancora da segnalare, per quanto molto tendenzioso, un telegramma della Gazzetta di Francoforte da Costantinopoli secondo cui la Turchia respingerebbe la proposta di intervento delle grandi Potenze. Si vuole nientemeno che un ritorno allo statu quo ante. Riguardo alla espulsione degli italiani la Gazzetta di Colonia ha da Costantinopoli che la revoca dell'esecuzione di un tale decreto è molto difficile, ma che le autorità tedesche provvederanno affinchè agli italiani non sia usata da parte dei turchi alcuna asprezza."La Germania non progettò di occupare Tripoli,,Pure, oggi, interessante e una nota pub--: blìcata dalle Ultime Notizie di Monaco eda 1 intitolata: Cna spiegazione necessaria.- ^ i£ , Questa nota dice: « E ora necessario un .|ppe],0 a]la leaMu dc]ron GJoimi e del- à ! Governo italiano per smentire una affer-;«**i<Mic che minaccia di fare molto cam¬ kesbsun'altra Potenza europea. Alcuni deputati jge giornali italiani hanno fatto, a questo, rproposito, il nome della Germania, accu- j gsandola di slealtà verso l'alleata. Credere rche l'impero tedesco avesse progettato nel- mlo scorso settembre una occupazione nel- Bl'Africa settentrionale è una pazzia, ma Dnei discorsi e negli articoli i germanofobi | nmino nella pubblica opinione d'Italia. Nella motivazione del decreto di annessione si dice in generale che l'Italia è andata a Tripoli, perchè altrimenti lo avrebbe fatto avversari della Triplice Alleanza usano e approfittano anche di questa fantastica notizia. Noi non vogliamo aggravare la questione domandando se Giolitti abbia pensato quale fosse il popolo europeo in procinto di prevenire l'Italia, ma, poiché all'opinione italiana fu posta sul tappeto tale questione, il Governo dovrebbe dichiarare che esso non ha mai voluto alludere alla Germania». Pure riguardo alla Triplice è da segnalare una intervista che il corrispondente romano del Berliner Tageblatt ebbe con Alfredo Baccelli. Questi affermò che, nonostante le passate polemiche l'Italia rimarrà nella Triplice Alleanza, che le ha assicurato tre decenni di pace, durante i|avnclichctavppBnqi i u i a o o . a , r a inn a oa o va a. , quali l'Italia ha potuto sviluppare le sue forze economiche. In quanto al sentimentalismo per la sorella latina Baccelli disse : — I popoli si lasciano guidare dai loro interessi e d'altra parte le alleanze escludono le amicizie. La politica europea degli ultimi anni ha dimostrato che possono essere stipulate anche delle amicizie tra i popoli oltre alle alleanze. L'alleanza con la Germania e l'Austria non impedisce all'Italia di mantenere la sua tradizionale amicizia con l'Inghilterra e consolidare quella con la Francia (!) e la Russia. È ; Servizio Speciale della Stampa). Vienna, 29, notte. Il Neue Wiener Tageblatt ha da fonte diplomatica queste informazioni : « Lo scambio di idee tra le Potenze finora non ha avuto alcun risultato positivo, nondimeno sarà continuato. Già tempo fa in un simile scambio di vedute si ottenne un convincimento utilissimo, quello cioè che le pratiche per la mediazione non possono riuscire efficaci, se non sono fatte collettivamente de tutte le grandi Potenze neutrali. Il motivo è questo: se non si vuole che la Turchia speculi su possibili discordie fra le Potenze, è necessario che tra queste regni completa fiducia reciproca. Dopo l'incidente di Beirut pare che a queste considerazioni se ne sia aggiunta un'altra, cioè quella che non basta la reciproca fiducia tra le Potenze. Le Potenze neutrali debbono inspirare anche nei belligeranti la fiducia che le in'enzioni da esse manifestate siano sincere e corrispondano realmente alla loro attitudine neutrale. Ciò vuol dire nè una pressione sul Governo italiano, come lo si pretende nelle molto vivaci proteste turche sorte dopo l'episodio di Beirut, proteste che non mancarono di produrre un certo effetto in Francia ed in Inghilterra, e neppure una pressione sulla Turchia. Il diritto internazionale indica la via che si deve scegliere in questa situazione, e questa via è la mediazione fra i due belligeranti sulla hase di un mandato da conferirsi da ciascuno di essi alle Potenze neutrali. A questo scopo è necessario che i due belligeranti fissino anzitutto un limite estremo fino al quale vogliono giungere nel fare delle concessioni all'avversario ; poi essi dovranno impartire i poteri necessari ai neutrali che avranno il compito di assumere la parte del mediatore non solo onesto, ma anche perfettamente disinteressato. «Forse la situazione muterà quando gli italiani, sia con le operazioni guerresche in Africa, sia mediante trattative con le tribù arabe, saranno riusciti ad assicurare il loro dominio nella Tripolitania e nella Cirenaica. « Altrimenti anche con una ufficiale conclusione della pace, non si sarebbe guadagnato nulla, perchè gli arabi della Tripolitania continuerebbero a combattere per conto proprio, e nell'opinione pubblica della Turchia continuerebbe una tale avversione contro gli italiani, che produrrebbe il pericolo latente di nuove complicazioni. «I successi costanti per quanto lenti come lo spiega il carattere della guerra coloniale delle truppe italiane in Tripolitania, nonche la buona volontà di tutte le Potenze giustificano la speranza di possibili trattative di pace, ad onta di tutte le difficoltà. In un tempo non lontano si potrà offrire la base conveniente per l'opera pacificatrice delle Potenze. Forse ciò si verificherà dopo le elezioni della Camera turca ». Un sereno commento Dopo queste informazioni ispiranti diffidenza, fa migliore impressione un sereno commento dello stesso Neue Wiener Tageolatt sulla questione balcanica in relazione ah impresa dell'Italia in Tripolitania II giornale infatti scrive: » L'Europa vuole che la pace nei Balcani sia mantenuta, e questa sua volontà è un pegno sicuro, senza che occorra neppure farle pCnptnitapzppzp^ctmsiPCratfd„SridcrsctcpnLcrsl'occasione opportuna,. poiché l'Italia stessa ò ben conscia delle conseguenze di una ripercussione della questione tripolinr date le condizioni politiche e psicologiche dei Balcani. .Colle dichiarazioni ufficiali ed ufficiose l'Italia b- ha dato ripetute prove di tatto della sua leale d I determinazione. Dall'esame della situazione a.\a*l"'d]<' np!3a''R./^%i'ì!?LiaJ'^„fii niira sp^ |cialmenie la intensificazione della guerra nel- n ia Tripolitania, o.l oggi si può asserire con eljtutta siour<!Zi:a che l'incidente di Beirut non era nelle istruzioni e tanto meno nelle inten- fassumere un aspetto minaccioso. Il' Governo 1^^"° è s^m,pre opposto ad ogni possibile ripercussione del conflitto italo-turco npi Rai- cani, ripercussione spesseI temuta^. Ogn"guerra i — continua il giornale — provoca nervosità, ' ma la dichiarazione che la questione tripolina'nn^vn^ofco^^l^^u?»01?1 ** Ba]cani non poteva essere fatta dallltalia con maggiore risolutezza, e tale dichiarazione è stata fatta dall'Italia, in una forma che non lascia dub- bio, ai principio della guerra, ed è stata da essa ripetuta ogni volta che se né presentata r- m¬ zioni del Governo e del supremo Comando \militare italiano, i quali tenevano soltanto al' sequestro delle cannoniere turche ancorate in quel porto. L'atteggiamento costante del Governo di Roma e garanzia della tenacia con cui l'Italia persiste nella sua formula: i"Balcani non devono essere implicati nella questione tripolina. Tutto ciò lascia sperare che il desiderio di tutte le Potenze di conservare la pace nei Balcani, anzi nel mondo, sarà coronato da successo, nonostante la situazione In Creta e lo altre animosità che persistono in qualche luogo ». L'episodio di Beirut alla Camera dei Comuni Le rassicuranti Informazioni dal console inglese (Servizio speciale della Starni*). * Londra, 29, notte. Oggi, alto. Camera dei Comuni, l'on. Sykes, radicale, interrogò il ministro degli esteri per sapere se il « Foreign Office » abbia ricevuto qualche informazione ufficiale sui fatti di Beirut. L'on. Akland, sottosegretario agli esteri, rispose che -al «Fo reign Office » giunsero informazioni al ri guardo dal console generalo inglese di Bei ruit. Il console dice che durante l'affonda mento delle due navi da guerra turche la Banca ottomane, la Banca di Salonicco, la Dogana ed alcuni alberghi rimasero dan | neggia.ti dagli obici. Questi edifici si do¬ vano sul «quai», vicino al porto, ed i dan ni ohe essi subirono furono una conseguendell'affondamento di una delle navi tur che, le quali avevano replicato al fuoco italiano, n console generale ha comunicato che nessun suddito inglese rimase ferito e che le autorità civili e militari agirono prontamente per prevenire disordini. Il console venne poi consultato dal «Foreign Office» per .sapere se egli riteneva opportuna la presenza di una nawe da guerra inglese a Beirut, ma il console -rispose che non era necessario e che la città era ormai tnanquilizzata

Persone citate: Alfredo Baccelli, Baccelli, Fo, Giolitti, Neue Wiener, Neue Wiener Tageblatt, Post, Sykes