L'iniziativa delle Potenze e la pace

L'iniziativa delle Potenze e la pace Roma, 29, notte. Debbo cominciare col. ripetere ; guardiamoci dalle sovèrchie illusioni, guardiamoci dal credere che sia imminente la conclusione della pace. E' vero: l'Inghilterra, la Germania, l'Austria e la Francia hanno aderito aliti terza proposta russa. Questo fatto senza dubbio, ha là sua importanza, che è grande in quanto che da essa risulta in modo sicuro, che ormai non soltanto la Russia, ma tutte lo grandi Potenze, riconoscono che là sovranità piena ed intera dell'Italia sulla Tripolitania e la Cirenaica è tiri fatto irrevocabile e che per prevenire un turbamento della pace europea nell'imminente primavera occorre di far cessare le ostilità fra l'Italia e la Turchia. La concordia delle Potenze nell'apprezzamento del fatto compiuto c nella mèta da raggiungere è dunque un fatto molto importante, ma non c affatto decisivo, perchè non è sufficiente a.1 raggiungimento della mèta. Le Potenze hanno aderito alla proposta della Russi;). Ma, ad eccezione della Russia, nessuna ù disposta, almeno per ora, ad attuare le proposte in tutte le loro conseguenze. Vediamo che cosa potrebbe avvenire ed in quale modo potrebbe essere svolta l'azione col|] lettiva delle Potenze. Messa fuori questione la piena ed intera sovranità de] Regno d'Italia, le Potenze couiìhacrebbero col domandare all'Italia quali concessioni sarebbe essa disposta a fare alla Turchia per la conclusione della pace. ,lu fatto di concessioni da parte dell'Italia bisogna chiarire qualche equivoco, rettiti' care qualche errore. Sarebbe anzitutto l'Italia disposta a concludere un armistizio . più o meno lungo, per dare tempo alle Po lenze di svolgere tranquillamente la loro .mediazione ed alla Turchia di procedere al' 'lo elezioni generali politiche ? Questa sarà probabilmente la prima domanda che le Po' ttfiizo faranno all'Italia. Sono ormai più meri ohe vi dissi che l'Italia non concederà nemmeno un giorno di armistizio. Questa ; mia iiifcvmazione non è stata minimamente infirmata dal tempo e dalle fasi della guerra. Anche questa sera io mi crédo in grado di potervi assicurare che qualsiasi proposta di armistizio sarà assolutamente, recisamente respinta dall'Italia per l'ovvia ìagione che l'armistizio gioverebbe molto illa Turchia e molto nuocerebbe all'Italia. La Turchia avrebbe tutto l'agio, grazie al facile contrabbando di guerra, di riorganizzare 1 esercito combattente e di rifornirlo : .largamente, mentre l'Italia sarebbe condannata alla inazione tanto sulla Libia, quanto .sul niare. sia Mediterraneo, sia Rosso, sia Egeo.'Sarebbe l'Italia disposta a rinunciare al diritto delle Capitolazioni in tutto l'L.ipero ottomano ed a consentire nell'au! mei) lo del dazio doganale di importazione in Turchia? Queste duo concessioni sarebbero accolto con grande favore dal Governo di Costantinopoli c dal Comitato di Salonicco. L'Italia sarebbe disposta a rispondere affermativamente, ma non sic et sùnplitiier, bensì alla condiziono che consentano in esse tutte le altre grandi Potenze. Il diritto delle Capitolazioni è un privilegio del quale godono i sudditi di tutte le Potenze, come la lir»itazione del dazio doganale di importazione è un beneficio, del quale profittano i prodotti di tutte le Potenze. Se l'Italia rinunziasse per suo conto al privilegio ed al beneficio, senza che le altre Potenze facessero altrettanto, si troverebbe nel l'Impero ottomano in condizioni di grande inferiorità giuridica ed economica di fronte alle altro Potenze. Avverrebbe perciò, che l'Italia, dopo aver vinto tutte le battaglie contro la Turchia, si troverebbe in una situazione peggiore di una Potenza sconfitta dalla Turchia. Dunque, giammai armistìzio: rinunzia al diritto delle Capitolazioni ed al beneficio della limitazione del dazio doganale di im.porluzione solo nel caso che facciano ril• trettanto le altro grandi Potenze. L'Italia potrebbe dire alle Potènze di essere disposta u pagaie alla Turchia alquanti milioni anche per assumersi la parte del Debito pubblico ottomano spettante alla Tripolitania od alla Cirenaica, e che sr.rebbe disposta a trattare in ordina alla religione mussulmana dei suoi nuovi sudditi. Avuta hi risposta ufficiosa dell'Italia le Potenze chiederebbero uIla/Turchin se essa ; sarebbe disposta a concludere la pace sulla base della sovranità italiana sulla Libia . o delle concessioni offerte clnll'Italin. Se la Turchia rispondesse affermativamente, l'azione collettiva delle Potenze avrebbe raggiunto la mèta, e la pace sarebbe senz'altro conclusa Possiamo contare sulla risposta "•affermative ? I Giovani turchi hanno già L'iniziativa delle Potenze e la pace (Per telefono alla Stampa} risposto negativamente in via ufficiosa. Qualche giornale parigino, affrettatosi a consultare un pezzo grosso del Comitato limone c Progresso, probabilmente l'ambasciatore turco a Parigi, è stato autorizzato a dichiarare che la Turchia sarebbe disposta a trattare la pace soltanto qualora il Parlamento italiano distruggesse la legge che proclamò la piena ed intera sovranità del Regno d'Italia sulla Tripolitania e la Cirenaica. E' superfluo far osservare che mettere queste condizioni equivale a respingere in modo assoluto qualsiasi offerta di pace. Noi dobbiamo guardare il problema non soltanto dal punto .di vista internazionale, ma anche dal punto di vista interno della Turchia, anzi dal punto di vista egoistico del Comitato Unione e Progresso. Fino a che questo famigerato partito disponga dell'Impero ottomano, noi dobbiamo esaminare se la pace giova ad esso, al Comitato. Tutti sanno che il Comitato Unione e Progresso è impegnato in una lotta feroce, che sembra disperata, per la i innovazione della Camera dei deputati. Il Comitato ha dovuto giocare tutto sopra la carta delle eierioni generali politiche. Perciò, avendo assoluto bisogno di vincere, essendo la vittoria conditio sine qua non della sua esi stanza, ricorre a mezzi più che turchi, a mozzi addirittura favolosi: mantiene lo stato d'assedio, spinge ad una grande attività la Corte marziale, sopprime i giornali che non s.ono completamente ai suoi ordini, arresta e mette in, carcere i candidati dell'opposizione, e lancia bande armate nei Collegi rurali. In tali condizioni è molto diffìcile, per non dire impossibile, che il Governo turco, ossia il Comitato Unione e Progresso, alla prima occasione riconosca la piena, assoluta sovranità dell'Italia sull'antico vilayet africano, che la Turchia risponda affermativamente alla domanda delle Potenze. Una risposta affermativa, dopo cinque mesi dì montatura spavalda, di favoleggiate vittorie turche e di sconfitte italiane,"faciliterebbe in modo veramente straordinario il tanto temuto disastro elettorale. Prima delle elezioni dobbiamo prevedere una risposta recisamente negativa. In questo caso che farebbero le Potenze ? Passerebbero alla coercizione ? Eserciterebbero una tale pressione collettiva da costringere la Turchia a cedere? Delle cinque Potenze soltanto la Russia non esiterebbe a fare un tale passo. Delle altre quattro Potenze nessuna. La Germania e l'Austria da una parte, la Francia e l'Inghilterra dall'altra parte tengono già a far sapere che sono assolutamente aliene dall'offendere la delicata suscettibilità della Turchia Offrirle i buoni ulhVi, si, farle pressioni, no. Ecco perchè vi esortai l'altra sera e vi esorto questa sera a non farvi sovercliie illusioni a non ritenere che la concorde adesione delle Potenze alla terza nota russa possa avere tale efficacia da generare una pressione a Costantinopoli. Ecco perchè pare a me che l'azione collettiva delle Potenze in questo primo periodo rimarrà nel campo delle idealità, nel campo platonico. E' bene del resto che l'Italia si ricordi di essere uscita dalla minore età. Ho avuto altre volte occasione di dimostrarvi in modo luminoso che durante la nostra guerra le Potenze hanno fatto costantemente i loro interessi, senza punto preoccuparsi dei legami di alleanza e di amicizia che esse hanno con l'Italia, che nonno fatto esclusivamente i loro interessi fino al punto di violare, i loro più elementari doveri, per esempio, il dovere della neutralità. L'Italia, appena uscita dalla mi nore età, ha dovuto contare unicamente su se stessa, sul valore dei suoi soldati e dei suoi marinai, sul patriottismo del suo po polo e sulla saggezza dei suoi governanti Come ha fatto la guerra con le sole sue forze .militari e morali cosi deve arrivare alla mèta della pace con le sole sue forze. L'Italia non deve chiedere la page, ma deve imporla: non deve fare la pace con la Turchia, come pur troppo la fece con l'Austria nel 1S66. La Tripolitania e la Cirenaica non devono passare all'Italia, come passò all'Italia il Veneto. Essendo uscita dalla minore età l'Italia non ha più, non deve più avere tutori di sorta, sia che siano alleati, sia che si dicano amici. 0. L'inoroGiatore " Caprera „ a Porto Saiti Porto Sald, 29, mattino. L'incrociatore italiano « Caprera » è giunto nel canale ed ha subito proseguito il viaggio.

Persone citate: Porto Saiti