Potenze all'iniziativa russa per la pace

Potenze all'iniziativa russa per la pace Potenze all'iniziativa russa per la pace Si e fede prossimo un passo collettivo delle Potenze -— Il ri tardo è dovuto a nuove proposte dell'Inghilterra — Verso una non lontana soluzione. (Per telefono e telegrafo alla " STAMPA „) Roma, 28, notte. La «Tribuna» ufficiosa, pubblica la seguente nota: Sappiamo da buona fonte, che, in seguito all'iniziativa della Russia per affrettare la fine della guerra italo-turca, naturalmente sulle basi della sovranità italiana sulla Tripolitania c Cirenaica, è in corso uno scambio di idee tra le grandi Potenze, ohe sono tutte senza eccezione alcuna, animate da un eguale desiderio di cooperare a questo risultato. Berlino, 23, notte. Il « Wollf Boureau »■ pubblica : Il progetto di mediazione nel conflitto italo-turco, del quale la Russia ha preso l'iniziativa, è stato accettato dai Governi della Germania e dall'Austria-Ungheria. Una proposta divergente fatta dall'Inghilterra ha reso necessari) nuovi negoziati. L'ambasciatore di Germania a. Roma, von Jagow, ha ricevuto da parecchi giorni l'autorizzazione di unirai ai rappresentanti delle altre Potenze appena queste avranno ricevuto istruzioni analoghe. Vienna, 28. notte. Mandano da Berlino alla « Neu Freie Presse»: • . ■ Il ministro russo Sazonoff ha proposto alle Potenze di avviare negoziati con l'Italia e oon la Turchia per giungere dapprima ad un armistizio e rendere poscia possibile la pace. L'impressione a Roma (Per telefono alla Stampa). Roma, 28, notte. Tutte le grandi Potenze, dunque, aderiscono alla nota russa. E' questa la lieta notizia, pervenuta all'ultima ora al nostro Governo. Nello scambio d'idee avvenuto fra i Gabinetti delle grandi capitali europee è risultato che le Potenze sono tutte senza eccezione animiate dal desiderio di coopera re al successo dell'iniziativa russa. Qualo va «i rifletta che le trattative del signor Saz'onoff ' per affrettare la.fine della guerra italo-turca hanno come, caposaldo il riconoscimento da parte della Turchia della sovranità italiana sulla Tripolitania e la Cirenaica si comprenderà l'importanza e la portata dell'adesione delle grandi Potenze. Dopo questa adesione è da attendersi un passo collettivo delle Potenze verso la Turchia. Come £i esplicherà questo intervento? Mediante una -pressione che le Potenze eserciterebbero presso il Governo ottomano per indurlo a cedere, oppure sotto forma di mediazione rivolta tanto alla Turchia quanto all'Italia? Ma è ora prematura qualunque supposizione in proposito. ■ Ciò che 'preme all'Italia, è che, in qualunque forma si esplichi l'intervento delle Potenze, esso non potrà .non tenere conto del caposaldo della volontà italiana, cioè del riconoscimento della sovranità piena ed incera dell'Italia sulla Libia. Il Governo italiano non^'.a» ki' ora da .iaterloqui-re nelle e trattative avviate dal ministro degli esteri x'usso, trattative delle quali l'Italia ha avuto ufficialmente conoscenza soltanto a titolo informativo. Un punto deve essere precisato nel momento diplomatico attuale, cioè che la proposta precisa della Russia "alla quale hanno aderito le Potenze, è questa : invitare i Governi ad esaminare la convenienza di aprire conversazioni onde trovare la base per un passo collettivo nei riguardi del conflitto italo-turco in vista di possibili complicazioni internazionali che potrebbero turbare là pace europea. Questi e non altri sono i punti precisi della proposta Sazonoff che non può pertanto urtare la suscettibilità di alcuna delle grandi Potenze. Circa l'esito dell'iniziativa russa nulla è possibile prevedere per ora. Una parte della stampa estera è scettica e ritiene che la missione del signor Sazonoff sia destinata a fallire. Può darsi. Ad ogni modo se ciò avverrà non sarà certo per il valore intrinseco delle odierne dichiarazioni dei giornali turchi, i quali affermano che la Turchia non si piegherà nemmeno dinanzi all'intervento delle Potenze, le quali non giungeranno ad altro risultato che ad una sollevazione popolare contro il tentativo pacifista. Ma è da osservare che il linguaggio della stampa turca che proclama la sua indipendenza e la sua ribellione alla politica europea, ha un valore assai relativo poiché, come giustamente viene rilevato, tutta la storia della Turchia non è che una storia di rinunzie e di sottomissioni. Del resto, con o senza l'intervento, l'Italia saprà imporre con i suoi soli mezzi alla Turchia, la fine della guerra. Pare intanto che la Turchia receda dal bellicoso proposito di espellere le molte migliaia di italiani che si trovano in levante. Telegrammi da Costantinopli recano che il barone Marshall ed il conte Pallavicini, ambasciatori rispettivamente della Germania e dell'Austria, su consiglio dell'ambasciatore di Russia abbiano fatto constatare al Governo ottomano come il provvedimento che esso intendeva prendere contro i nostri connazionali là residenti non era certamente fatto per attirarsi le simpatie dell'Europa. In seguito a questo colloquio Said pascià avrebbe dato disposizioni perchè pur non addivenendo al formalo ritiro dell'ordine per le rappresaglie, le autorità non procedessero all'espulsione degli italiani. I rilievi del "Teinps,, Parigi, 23, notte. II Temps prende ad esaminare quest'oggi la possibilità di una mediazione tra Italia e Turchia, ma trova che veramente la cosa non è al momento attuale delle più facili. « Due giorni or sono — scrive il Tcmps — la Camera italiana ha ratificato, si può diro per acclamazioue. il decreto che annette al Regno la Tripolitania e la Cirenaica. Ieri la Porta rispondeva dichiarando' ancora una volta che sulla base dell'annessione all'Italia delle due Provincie africane, la pace è impossibile. Queste condizioni, quali sono poste tra i due avversari, ricordano il vecchio detto francese : « Sposare il gran turco con la repubblica veneziana » quando si voleva esprimere una cosa che sorpassa rininiagiuaziouo. La nota miaistcrioje ai iw.t cqv risponde eoa „) precisione a questi vaghi inviti alle Potenze.' Il loro inconveniente è ancora d'essere vaghi e campati in aria, e non sono senza pericolo.. Presso gli uni destano l'idea che, mantenendole riserve, si è sottratti ad un dovere di solidarietà europea ed indispongono gli altri i-cr" la scia ipotesi di una pressione dei forti conti^- i deboli. Due parole nel comunicato degli' affari esteri dissipano questa nuvola equivoci • Un intervento sarà collettivo o non sarà- si', indirizzerà ai due belligeranti o no;i" avi-i luogo. Infatti è chiaro che quegli dei due avversari, a cui si farebbero osservazioni - v yrebbe diritto di lagnarsi di un procedimento poco amichevole ed anche di un disconoscimento di quella neutralità morale, che per non essere scritta nei trattati, non è perciò meno un dovere. A Roma l'opinione pubblica si indignerebbe non senza ragione di una iniziativa che non fosse fatta in pari tempo a Costantinopoli. La Porta se fosse sola ad èssere interpellata, avrebbe.il diritto di rispondere perentoriamente: perchè s'esercita questa pressione su di noi? Abbiamo dùnque portato la menoma offesa all'Italia? Noi ci ' difendiamo; non commettiamo rappresaglie. Questa mediazione, così delicata che cede e fugge non appena la si avvicina come un miraggio, supponiamola per un momento possibile: essa non dovrebbe essere soltanto imparziale, ma anche collettiva. Non sarebbe possibile ohe tale. Non sarebbe la voce di un gruppo di Potenze a cui si potrebbe obiettare una preoccupazione ili particolari interessi, sarebbe la voce dell'Europa intera che si farebbe udire e l'intervento di questa grande persona morale farebbe escludere qualsiasi suscettibilità e qualsiasi amarezza. 'Parlerebbe insomma à nome del diritto europeo della pace generale. Queste condizioni sine qua non di azione mo-' rale di cui è fatto cenno nel comunicato francese, sono talmente precise che nessuno può ingannarsi all'estero, come in casa nostra, e sarebbe assolutamente vano equivocare sulla formula « collettiva » che si indirizzerebbe all'uno quanto all'altro dei belligeranti a e non vedervi che una sorto di clausola di stile ». "Bisogna essere francesi in pari tempo che buoni,europei., « E' altra cosa che un semplice modo di parlare cortese. Si tratta di una politica. Aggiungeremo una politica savia e la sola giusta dal nostro punto di vista francese, giacché ci è sempre permesso di essere francesi in questo affare in pari tempo che buoni europei. Si vede che certe Potenze, nonostante una alieanza formale, rimangono da parte in questo conflitto e mantengono una comoda riserva o si dispensano da qualsiasi passo c da qualsiasi iniziativa che potrebbe-turbare i loro preziosi rapporti con la Turchia. Ci- sarebbe da stupire che la Francia e l'Inghilterra, che nessuna alleanza costringe di fronte ad uno degli interessati, mantenessero la stessa riserva e la stessa circospezione? Indipendente- mente dalle considerazioni europèe, che !u Francia ha a cuore più che alcun'aìtra esistono legittime considerazioni francesi. La pòlitica seguita dal 1830 in poi ha fatto delia Francia la seconda delie-Potenze mussulmane. Tutto ciò che colpisce il primo degli Stati mussulmani ha sui mussulmani francesi un gravi contraccolpo. . L'improvvisa' azione dell'Italia in Tripolitania vicino alla Francia in Tunisi», all'Inghilterra in Egitto, ha suscitato in queste popolazoni dello stesso sangue, della stessa fede, una inquietudine ed un'agitazione. In tutta l'Africa del nord si diffonde uno stato d'animo pericoloso. La minima parzialità anche involontaria, 'il minimo passo falso so sembrasse diretto i-ontro il capo dell'Islam, metterebbe io pericolo una reale potenza a»,

Persone citate: Boureau, La Porta, Pallavicini, Said