La stampa austriaca e tedesca in guardia controil preteso "gioco" della "Triplice intesa" nel conflitto turco-italiano

La stampa austriaca e tedesca in guardia controil preteso "gioco" della "Triplice intesa" nel conflitto turco-italiano La stampa austriaca e tedesca in guardia controil preteso "gioco" della "Triplice intesa" nel conflitto turco-italiano ontinuaosogoaoooper l'episodio di Beirut —tri italiani espulsi dal territorio ottomano — Sang-uinosi incidenti a Creta. (Servigio speciale della STAMPA) Vienna, 27, notte. La «Zeit », a proposito dello informazioni di Parigi, secondo le quali le Potenze della Triplice intesa prenderebbero l'iniziativa per un nuovo tentativo di mediazione, mettendo come condizione l'appoggio alle loro pratiche da parte della Germania e dell'Austria, scrive: «E' chiaro lo scopo cui tendono le notizie del «Matin» che vogliono spingere la Germania e l'Austria a prendere un atteggiamento ' in una questione per esse molto delicata e che, qualunque ne sia la soluzione, riescirebbe sempre a queste' due Potenze dannosa. Se esse si associano alle pratiche della Triplice intesa,1 l'irritazione della Turchia si rivolgerà in prima linea •ccnftro di esse, perchè sono alleate dell'I talia, e quindi la Turchia sarà spinta nelle braccia della Triplice intesa. Se invece declinano ogni cooperazione con queste Potenze, si disgusteranno l'Italia, che troverà maggior appoggio nelle Potenze estranee all'alleanza. Si vede dunque — dice il giornale — che il piano è abilmente ideato e che la situazione pei- i Governi austriaco e germanico è molto delicata. Finora, i due Gabinetti sono sempre riusciti a scansare situazioni di questo genere, ma le Potenze, della Triplice intesa ritengono venuto il momento di ritentare il vecchio giuoco, e vogliono mettere alla prova il conte di Berchtold, il nuovo ministro austro-ungarico degli esteri. Del resto, il piano è fallito «e priori », perchè la Porta dichiara di non volerne sapere di trattative». La « Wienor Allgemeine Zeitung» ha da Parigi che in quei circoli bene informati si dichiara inverosimile la notizia che la Francia e l'Inghilterra si siano dichiarate disposte a far pressioni presso la Turchia. Continua la tremarella per le cannonate di Beirut Intanto, questa stampa non si è ancora riavuta della tremarella prodottale dalle cannonate italiane a Beirut, e quindi si sforza di persuadere l'Italia che il bombar damento di porti di mare e di navi turche non giova a nulla. La « Neue Freie Presse » dice che la distruzione di due navi turche a Beirut non significa un successo, nè tattico, nè strategico, e che il dare la caccia a delle povere navi, che si nascondono con tanta cura, è una piccineria. Il giornale invoca la testimonianza del grande stratega Moltke, citando un suo aforisma, secondo il quale, la strategìa è una combinazione di operazioni, che devono adattarsi alla situazione strate gica, molto varianti durante una campagna. Secondo la « Neue Freie Presse », l'Italia non seguirebbe, dunque, nelle operazioni navali, le esigenze della situazione strategica, ma intraprenderebbe solamente delle operazioni per cercare delle divagazioni superflue, poiché le navi turche non sono elemento di grande potenza bellica, e la loro distruzione, quindi, — sempre secondo la « Neue Freie Presse », —- non sarebbe uno di quegli episodi che, secondo il Moltke, devono servire ad assicurare il successo finale della guerra. Dopo questa dissertazione strategica, l'articolista della « Neue Freie Presse » dice che, l'Italia non riuscirà giammai a portare la Turchia ad accettare la pace, bombardando i suoi porti e distruggendo le sue navi. « La Turchia, nelle sue coste europee ed asiatiche, è invulnerabile, perchè l'Italia non potrebbe azzardarsi a sbarcare truppe, che sarebbero tosto annientate ». Concludendo, il giornale ammonisce l'Italia di non estendere le sue operazioni guerresche fuori della Tripoli tania e della Cirenaica. ;La « Zeit » non vede, nell'episodio di Beirat, ehe uno spettacolo clamoroso, messo in scena, per dare un po' di sfondo alla manifestazione di Montecitorio. .11 « Neue Wiener Journal » dice che l'Italia, colle cannonate di Beirut, ha tentato un ricatto contro l'Europa, per forzarla ad imporre alla Turchia la pace. Poi fa una intemerata all'ambasciatore austriaco a Co stantinopoli, perchè non approfittò della guerra per far guadagnare' al commercio ed all'industria austriaca quel terreno che in Turchia andrebbero perdendo i commerci e le industrie italiane. Infine, il giornale dice : « Plaudiremmo di cuore, se si promuovesse... una dimostrazione internazionale contro la ricattatrice politica italiana ». L'« Extrablatt » vorrebbe che si ammonisse l'Italia di smettere i suoi esercizi di tiro contro le navi turche. Il socialista « Arbeiter Zeitung » suppone che l'episodio di Beirut significa un mutamento del piano strategico degli italiani. Un conferenziere italofobo TrpetrtrmtrbiitadoadtagaZaroliati augetudiaudereSoveitana(crsmtracafrl'iCogudopipamdalee azaliinppincnruaepvsdggml'*iplczs■atlpdTcglmgntnnddzcdtfsldg°dszdi guerreggiare in Tripolitania,|nmendo delle conferenze, nelle! lQuell'esploratore africano, Arbauer, che fu parecchi mesi a Tripoli, e che dopo, . tornato in Austria, cominciò a scrivere per un giornale, in senso favorevole agli italiani, e per un altro in senso contrario sul modo ora va tenendo quali, pare, si sia deciso definitivamente, j pdicendo degli Italiani tutto il male imma-! Aginabile. Dopo di aver tenuto un paio di | mconferenze italofobe a Vienna, si è recato ca Gratz, ed innanzi ad un uditorio, del'lquale facevano parte anche molti ufficiali j rdell'esercito e il presidente della Dieta prò-! vi'nciale della Stiria, conte Astens, sciorinò: le sue frottole, esaltando il valore degli arabi, la saggezza dei turchi, e trattando gli italiani da gente crudele, da individui senza cervello. Secondo lui, gli italiani so- no andati a fare la guerra in Africa sen-1 ■ ■ j ■ - . . ,. , a « za nemmeno munirsi di carte geografiche. | Il bombardamento di Tripoli, da parte diejinavi da guerra, è ingiustificato, perchè pa a d i e o e n o d a a o e e i . Tripoli non è fortificata, e perchè nessuno pensava a resistere. L'oratore elogia le truppe di mare; ma tanto più calunnia le truppe di terra, che, secondo lui, avrebbero macellato, senza pietà, quattromila persone, tra cui il dieci per cento di donne e bambini. L'Arbauer, per provare che i soldati italiani sono vigliacchi, narra che, essen¬ dosi, lui ed un arabo, avvicinati, inermi, ad una trincea italiana, tutti i soldati italiani, presi da spavento, scapparono a gambe levate. Inoltre, afferma che ad Ain Zara, quarantadue turchi ed arabi tennero fronte a venti o ventiquattromila italiani. Da ultimo, fece delle allusioni piccanti su di un altro corrispondente di guerra austriaco, l'ex-ufficiale barone Bitfder-Krie Pspnaticdilacabiincogelstaein, che attualmente si trova al campo . turco, e dal quale l'Arbauer fu accusato lsimdi aver sperperato i fondi della spedizione ?ai *• V j ' le austriaca, per l'esplorazione del deserto del Sahara. L'Arbauer dichiara di avere restituito le seimila corone dategli dalla Società Geografica austriaca, e minaccia rivelazioni sul conto del Binder. In fondo alla sala, un gruppo di studenti italiani, accompagnò con risate le fanfaronate dell'Arbauer. " Bluff „ parigino (Servizio speciale della Stsmp*). Berlino, 27, notte. Il solito « bluff » parigino ha trovato poca credenza nella stampa tedesca ed è stasera smentito da un giornale semi-ufficioso. Si tratta, come sapete, della notizia pubblicata dal «Matin» secondo cui il Governo francese, in unione alle altre Potenze dell'intesa, intraprenderebbe energici passi a Costantinopoli per condurre .a termine la cooptinviplDuLsomageierpocameDanociaUnguerra italo-turca. Ora, la notizia, secon-. nodo il «Lokal-Anzeiger», è un nuovo esem-irapio della nota mania sensazionale del foglio Mparigino. «L'intento maligno è evidente-jmmente svelato — aggiunge il giornale dall'aggiunta che parla d'un intervento delle Potenze della Triplice intesa se l'Austria e la Germania si volessero unire alla loro azione. Si vede che il « Matin » cerca di aizzare, contro la Gei-mania e l'Austria, l'Italia, fino al punto da attribuire alla Triplice intesa una intenzione, la cui attuazione non potrebbe avere alcun effetto favorevole alla pace ». pitadicuneil caecIlCosì il giornale. E' bene anche mettervi1,din guardia contro le notizie ed i commenti, che portano la data di Berlino, e-sono ma nipolati da giornali francesi.,, A Parigi pareva, quasi quasi, che la stampa tedesca usasse le parole più velenose contro l'Italia a proposito del bombardamento di Beirut, e purtroppo tali notizie non controllate capitano anche nelle redazioni italiane. In verità, questa stampa tedesca si mantiene dNferotetuserena ed imparziale. Vi serva l'esempio ' pdell'articolo di fondo pubblicato o<*<ri dal.pgiornale pangermanista il «Deutsche Ta-jfages Zeitung ». Questi studia il bombarda- umento dal punto di vista degli accordi del- j Kjndl'Aja *' L'ammiraglio italiano agì correttamente „ rg«Senza dubbio il bombardamento — dicel-sil giornale, — non è in contrasto con alcun'upatto, accordo o consuetudine internaziona- j ele. Un tale contrasto vi sarebbe solo nel I ccaso che le navi italiane avessero indiriz- ezato i propri spari con precisa intenzione rsulla città; poiché il comandante non hajc■alcuna responsabilità per i danni causati |tetagli spari senza intenzione». Il giornale osserva un altro punto: quello riguardante il limite di tempo concesso prima di iniziare il cannoneggiamento, e dice che tale questione, così sfruttata dalla Turchia, non ha alcun valore, perchè i turchi non enano affatto intenzionati dì consegnare le due navi ». «Dopo tutto — aggiùnge il giornale, — l'ammiraglio italiano ha agito currettamente ». Se nei commenti dei giornali tedeschi vogliamo trovare un po' di fosca indeterminaitezza, dobbiamo ricorrere, come ai primi tempi dell'impresa, al democratico «Berliner Tageblatt». Questo giornale riferisce la notizia di una probabile chiusura dei Dardanelli e scrive che tutta la respousabilità di ciò ricadrà sull'Italia e riferisce la notizia, che non trovo su alcun altro giornale, che il passo della Porta contro il bombardamento di Beirut ha trovato presso le Potenze favorevole accoglienza. Che questa sia fantasia lo dichiara la nota del giornale semi-ufficioso che ieri sera vi ho mandata. Un intermezzo umoristico è costituito dalle dichiarazioni dei così detti circoli turchi { aptrttrgvdcdspvpdvftrtps1di Berlino, pubblicate stasera da qualche, giornale. Scrivono questi circoli turchi : ° , . , .il « Noi non perdiamo la testa, a proposito dell'affare di Beirut. Ma siamo d'avviso che si può tranquillamente ricorrere al giudi-, zio della pubblica opinione internazionale,|,|nel caso che fossero intraprese azioni sirni-:e! li. L© scopo del Governo italiano è chiaro:j e , r o , j poiché esso non ha più nessun successo in -! Africa, tenta probabilmente con questi i | mezzi di esercitare una pressione morale, o che obblighi il Governo turco a cedere». l'le dichiarazioni continuano per altrettante' i j righe, su questo tono falso. -! L'ambasciatore tedesco a Costantinopoli! ò: ha iniziato i suoi passi riguardo alla prò- i gettata espulsione degli italiani. Ora, il ! o corrispondente del « Lokal Anzeiger » as-' ui sicura che tra il Governo turco e il barone vo- Marshall corrono attualmente trattative n-1 sulla questione che la ferrovia di Bagdad, - , , , v e. | giunta al punto principale della, sua co- distruzione, non sia arrestata dall'espulsione è degli italiani. | ) Pressioni decisive a Costantinopoli? (Servizio speciale della Stampa). Londra, 27, notte Gli echi delle giornate di Beirut stanno spegnendosi nel notiziario di questi gior-; nali, ma continuano a ripetersi negli ar-: ticoli di fondo ed a tenere occupati i circoli diplomatici. Il Daily Chronicle questa mattina univa' la sua voce al tono di quelli che ieri invocavano come ormai urgente ed indispensa* bile un'azione concorde delle. Potenze "perii; indurre la Turchia a segnare la pace.. Il commento, un po' tardivo, dell'autorevolis- . lsimo ^8»° Mberqle ha grande importan- ?a' ,percho J? DallV Chr0™cle° Unfi.gl0rnaJ le che mantiene ì rapporti più conndenziah col Governo inglese. L'opinione che siano opportune delle pressioni decisive a Costantinopoli da parte di tutta l'Europa è condivisa all'unanimità dai circoli politici e diplomatici di qui. Dubbie notizie dall'Egeo Il sequestro del "Rescuer,, Le notizie dal mare Egeo, questa sera, sono piuttosto scarse. Secondo un telegramma da Costantinopoli all'Agenzia Exchange Teìegraph, una squadra italiana fece ieri una dimostrazione navale davanti al porto turco di Kavala, in Macedonia, a circa ottanta chilometri da Salonicco, ed alla medesima distanza dall'imboccatura del Dardanelli. Il dispaccio aggiunge che le nostre navi da guerra stanno ora incrociando intorno alle isole del mare Egeo. Un telegramma della Reuter da Costanti- . noPon aice Poi cne 'eri una nave da guerira italiana venne avvistata nelle acque di Mersina, nella Turchia asiatica, a novanta jmiglia al nord di Cipro. La nave fermò un nimpecosoedsugestridePtatadealcrnoe n a piroscafo del Lloy.d austriaco, che trasportava del materiale destinato alla ferrovia di Bagdad ; ma il piroscafo, dopo una accurata visita, venne rilasciato. Quanto alla cattura del vapore Rescuer nelle acque siciliane, la Reuter dice che il bastimento batteva bandiera inglese. Il capitano e l'equipaggio sono tutti greci, ad eccezione di un macchinista, che ò inglese. Il capitano ammise di portare contrabban- i1,do e che il bastimento era stato noleggiato , a a , n e dai Govani turchi. Cifre... turche Un telegramma alla turcofila Central News da Salonicco afferma che tutti i pre fetti dei vilayet macedoni ed albanesi fu. rono informati dal Governo dell'imminente espulsione degli italiani dar territorio turco. Inoltre, i prefetti vennero invitati a o ' prendere le opportune misure affinchè la l.popolazione Ielle rispettive Provincie non -jfaccia aggressioni contro gli italiani. Gli - ufficiali che comandano il Corpo di Capo - j Karnhurnu, hanno ricevuto istruzioni di te jnersi pronti in caso di attacco da parte delle navi italiane. Gli avvenimenti di Bei „ rut, termina il dispaccio, hanno prodotto grande impressione a Salonicco. Di Costantinopoli telegrafano infine che el-s- secondo il Tanin — a Beirut rimasero n'uccise 58 persole inglesi (?!), venti marinai - j e due ufficiali delle due navi da guerra tur l I che, 36 abitanti (7!). I feriti furono 56, in- elusi alcuni sudditi russi. Il Vali di Beie r„t, secondo lo stesso giornale, annunzia ajcae gli abitanti stanno riconsegnando tuti |te le armi e le munizioni che avevano catlo e a re— aoimi a rà ie, roa e a. ldestnciphsippdtotvatpnnr,IstdtUbsncsnddcbacpfltbetprisrdcvptaentava forse come un amico "del nostro ]lpaese ?). Tittoni ha ora avversari e giù-- ! cturato durante il panico. rupi., Parigi, 27, notte. L'intrausigeant pubblica una nota violentissima contro l'ambasciatore Tittoni. Tittoni, — scrive l'Intransigeant, — che aveva raccolto il posto di ambasciatore a Parigi, grazie all'aureola di innocenza di cui aveva saputo fare pompa (non lo si rappre- dici perfino fra i nostri governanti. Si dice che un membro del Gabinetto, e non uno degli inferiori, non perde nessuna occasione per affermare la propria antipatia per 1 illustrissimo diplomatico. Se Tittoni vuole menar per il naso i nostri uòmini politici, troverà oggi qualcuno per rispondergli come Amleto ai cortigiani: «E che voi vorreste impadronirvi del mio cuore ft non sapete nemmeno servirvi di questo riauto;». L ambasciatore dovrebbe profittare del suo prossimo soggiorno a Roma per meditare sul vantaggio che ci sarebbe stato per lui a. rimanervi. La Francia e 1 Italia ne guadagnerebbero. Ah im,ent..ónc1cns

Persone citate: Lloy