Il baccano dei Giovani turchi non commuove i circoli londinesi

Il baccano dei Giovani turchi non commuove i circoli londinesi Il baccano dei Giovani turchi non commuove i circoli londinesi (Servizio speciale della Stampa). j Londra, 20, notte. Nei circoli londinesi più prudenti e meglio informati all'incidente di Beirut non viene attribuita grande importanza. Che vi sia stato un bombardamento lo si esclude a prima vista. Si ritiene invece che l'Italia abbia mandato due incrociatori ad affondare le due navi ottomane nel porto di Beirut per tastare il polso alla Turchia dopo le magnifiche manifestazioni del Parlamento italiano, le quali hanno avuto tanta eco per il mondo. In altre parole, l'Italia voleva constatare ce la Turchia comincia a. tentennare, oppure se non intende ancora di smettere la sua straordinaria testardaggine L'esperimento, sempre seeondo questi circoli politici e diplomatici, ha dimostrata che la Turchia resta ancora più ostinata che mai. Probabilmente a Costantinopoli la nostra azione a Beirut è stata interpretata in questo medesimo senso. Di qui tutto il baccano che la Turchia va facendo intorno all'incidente, appunto per convincere l'Europa che essa non ha neanche la più lontana idea di darsi per vinta, ed è un baccano veramente straordinario. A Costantinopoli, da quando la guerra 6 in piedi, non ne avevano ancora macchinato uno così assordante, senza avvedersi che del frastuono per così poco potrebbe anche apparire come un indizio di debolezza incipiente. Il baccano naturalménte viene fatto per mezzo di comunicati ufficiosi alla Reuter e per mezzo di dispacci ufficiali turchi, affidati a questa e ad altre agenzie, perchè li'divulghino il più possibile. Notizie e comunicati turchi La Turchia, dunque, vuole prima di tutto che l'Europa si convinca che Beirut è stata bombardata, tanto è vero (questo è un dispaccio turco di stasera) che alcuni obioi italiani caddero perfino alla distanza di cinque chilometri dal porto... Il bombardamento fu quindi diretto contro la città, e più specialmente contro gli uffici della Banca ottomana e della Banca di Salonicco, che restarono assai danneggiati (?). Il governatore di Beirut ed altri funzionari locali, che si erano adunati negli uffici del porto, se la cavarono per miracolo, fuggendo, perchè l'edificio dove stavano fu bersagliato dalle granate. Da cinquanta a cento persone (?) rimasero uccise dàlie cannonate. In parte le vittime facevano parte dell'equipaggio delle navi da guerra turche, le quali colarono a picco soltanto perchè i loro comandanti le fecero saltare in aria (?). Tutto ciò,; peraltro, non ha prodotto la menoma impressione a Costantinopoli (questo è un dispaccio di stasera). Al contrario, il bombardamento di Beirutha avuto l'effetto di ravvivare il patriotti-smo della nazione. Lo dichiarava persino il Tanin stamane. Queste, in succinto, le notizie da Costantinopoli. Poi, vengono i comunicati emanati dall'ambasciatore turco a Londra per mezzo della P<euter.-Uno dice che l'ambasciatore stesso ha indirizzato al Governo inglese una protesta a nome del Governo ottomano contro l'azione degli italiani, i quali a Beirut apersero il fuoco sulle navi turche appena venti minuti dopo la notificazione delle operazioni. La Porta insiste rie! prodanmre che questa condótta costituisce una aperta violazione degli articoli Lo e 2.0 della convenzione deJl'Aja. Il secondo comunicato ufficiale turco diceva che l'ambasciatore ottomano a Londra ha presentato oggi al Foreign Office una nota indirizzata dalla Porta alle Potenze, che garantiscono l'integrità della Turchia, e questa nota protesta contro la legge testé votata dal Parlamento italiano per l'annessione delle due Provincie turche di Tripoli o Cirenaica. Per fortuna l'Inghilterra iè già in guardia da un pezzo contro le .sparate ottomane, e il bacceno attuale non l'impressiona gran che. Un comunicato dell'Ambasciatore italiano Tuttavia, l'ambasciatore- italiano a Londra ha credulo di far diramare dalla Reuter un comunicto ufficioso, nel quale dice che l'incidente di Beirut non implica necessariamente alcuna intenzione da parte del Governo italiano di estendere le operazioni di guerra e che non deve essere considerato come il principio di una nuova serie di operazioni. Esso fu semplicemente un movi¬ mento reso necessario dalla presenza delle navi da guerra turche, le quali avrebbero potuto costituire uria minàccia per i trasporti italiani. Fin qui il comunicato. • Quanto, poi, all'eventualità di qualche danno agli edifici portuari di Beirut, essa è spiegata benissimo dal Times, il quale fa notare che il porto di Beirut è così piccolo che molti shrapnels italiani non potevano fare a meno di colpire involontariamente qualche caseggiato nelle vicinanze delle duo navi turche. non va a Beirut il "Lancaster,, La stampa turcofila intanto sfrutta l'incidente più che può, pur avendo la cautela di non far ciò con appositi commenti, ma solo ingrossando le notizie turche con delle invenzioni di redazione. Tra l'altro hanno inventato persino che l'Inghilterra appena avuta notizia del preteso bombardamento, ha fatto partire da Malta per Beirut l'incrociatore Lancaster. Questa sembra una menzogna, giacché viene smentita ufficialmente questa sera. Il Lancaster è salpato da Malta non alla volta dei mare Egeo, ma al la volta di Creta, il che è ben altra cosa. . Tra" i giornali di stamane i soli a commentare l'incidente erano il Times ed il Daily Telegraph. 11-Times, cosa rara, si sbilancia un poco, deplorando — come già sapete — il « colpo dell'Italia », per la paura che susciti complicazioni e che possa intensificare il risentimento delle comunità mus-sulmane éntro la cerchia dell'impero ingle se, perchè tali comunità simpatizzano con la Turchia. L'argomentazione è alquanto esile ed il Times deve essersela lasciata sfuggire durante una momentanea assenza di chi lo dirige. Vedrete, infatti, che l'autorevole giornale si rimetterà quanto prima in carreggiata. D'altra parte, però, il « Times » riconosceva che le navi italiane non intesero affatto bombardare la città e neanche produrre danni alle proprietà e fare vittime sulla spiaggia, cosicché le popolazioni di Beirut e delle altre città sulla costasiriaca non hanno alcun motivo .di trepidare. Il « Daily Telegraph » invece assumeva per certo che noi abbiamo voluto bombardare Beirut e ne tirava giù una colonna di commenti alquanto catastrofici. Il giornale però, da ultimo giungeva ad una conclusicene criteriata sotto qualunque punto di vista, e dichiarava cioè essere tempo che le grandi Potenze europee usino di tutti i mezzi per far riavvicinare la Turchia all'Italia e far cessare la guerra: l'Austria^ la Russia, la Germania, la Francia, l'In-ghilterra hanno tutto l'interesse a prepa^ rare la pace ed il « Daily Telegraph » fini-" va dicendo che la diplomazia europea deveormai decidersi a trovare un ragionevolecompromesso, che ponga fine alle troppoSterraneo belligeranti nel' ' 'II 5impatlC.O Commento dilla "Pali Mail Gazette „Fra i giornali di stasera l'incidente .diBeirut è commentato solo .dalla « Westmin-ster Gazette» e dalla «Pali Mail Gazette».Il commento della ceWestminster Gazette»è ins cnificante e conclude affermando e heIn Turchia7ro volesse fare rappresaglie, néavrebbe mille mezzi. Quello della «PaliMail Gazette» è invece animato di evidentesimpa-tia verso l'Italia. L'autorevole gior-nàle scrive: i^^tlt^^^l0^^^sto è menò pericoloso tanto all'Imiterò otto-mano, quanto ai più' vasti interessi (iella paco europea. E' ormai ora per i turchi di nffiontar'e j! fatto, che nuovi colpi possono venireinflitti contro ài loro iiri mólti altri punti, vulnerabili ila una forza contro la quale essi so-no affatto incapaci ui resistere, cioè dalla potenza navale dei loro avversari. Malgrado le difficoltà di una avanzata nell'interno di Tripoli, gli italiani possefffcono tante altre risorse. Su il tacito veto delle iPotenze impedisce- loro di intraprendere un'azione nel mari1 liseo. essi possono agire altrove, lungo tutta la vulnerabile linea costiera della Siria e dell'Arabia. Ciò sembra appunto quello olle essi intendono di fare. I politicanti di Costaiitinonoli vivono nel paradiso desìi imbecilli se immaginano che una guerra, che essi non possono vincere, riesca ad essere contioliata in modo così comodo per loro, da essere confinata alla sola Tripolitania. Il Governo di (ìiulitti è stato costretto a. muoversi dall'upiuione pubblicai e sarà forzato., se ne giungerà il bisogno, ad andare -più oltre. L'Italia nell'insieme, ben lungi dal permettere al suo esercito di essere semplicemente costretto a tenersi luugo lo coste'di Tripoli, è determinata a farla finita con l'uso della sua flotta rie) m*ro di Levante e nel -Mar.Rosso. L'assoluta i. .messione della Tripolitania'venne proclamata a Montecitorio la settimana scorsa, fra scene di entusiasmo straordinarie; ma vi sono due correnti di opinioni tra gli italiani. Quando perfino mólti socialisti appoggiano lbandiera e propugnano l'espansione coloniale, esiste quasi unanimità nazionale pei" ciò che riguarda lo. scopo della guerra; ma questa unanimità non esiste circa i metodi coni quali essa deve essere condotta. L'Italia' non è'una. "rande Potenza per niente^ Il suo popolo : iste, come ógni altro popol.o insisterebbe, net suoi panni, che la lotta sia condotta alla- fine. Esso domanda che l'arrosto delle operazioni a Tripoli venga rotto mediante una risoluta-offensiva altrove». .

Persone citate: La Porta, Lancaster