Notevoli commenti berlinesi all'azione navale dell'Italia in contrasto con l'escandescenze franco-turche

Notevoli commenti berlinesi all'azione navale dell'Italia in contrasto con l'escandescenze franco-turche Notevoli commenti berlinesi all'azione navale dell'Italia in contrasto con l'escandescenze franco-turche (Servizio (speciale della STAMPA) Berlino, 26, notte | nNotizie da fonte turca sul bombardaanen- ito di due navi a Beirut contraddicono la ! mversione italiana. Devo però subito segnalarvi che questa .stampa, la quale sembra aver compreso il. giuoco dei turchi, non presta alcuna fede alle frottole fabbricate a- Costantinopoli. I giornali tedeschi commentano il bombardamento di Beirut con molta calma ed equanimità e rilevano an- cLd"mbmdile il nuovo atteggiamento ostile della. stampa francese, per la quale la Siria do-|dvr«hh« territorio T,rivii*ffinto nani?vsvcdvrehbe essere territorio privilegiato ad uso ; e consumo della Repubblica. Il tono dei commeniti è infatti dato da una noticina della semi-ufficiosa « Lokal Anzeigér », che dice « Come saippiamo, non è verosimile che da parte delle Potenze si sia presa una posi zione che possa essere in qualche modo considerata come una protesta contro il procedere degli italiani a Beirut, tanto più che non si tratta di un bombardamento della città, mà solamente (e ciò non contraddice al diritto internazionale) della di «trazione di navi nemiche, durante la quale una piccola parte delle cannonate è sviata, andando a colpire uomini ed edifìci della città. Che il cannoneggiamento del paese non. sia stato deciso, lo dimostra il fatto cKe i danni arrecati alla città si possono considerare come piccoli in vista della glande potenza distruggitrice dei cannoni moderni ». •1À nota del giornale semi-ufficioso era necessaria perchè l'opinione pubblica tedesca poteva essere influenzata da alcune notizie turche... o quasi, secondo le quali le Potenze avrebbero già protestato contro l'azione dell'Italia. ; Tra gli altri commenti è specialmente interessante quello della « Vossische Zeitung », . che scrive che per la Turchia il bombardamento di Beirut non ha alcuna conseguenza, e poi soggiunge: «L'Italia forse pensa con ciò di dare motivo ad un intervento delle Potenze » Del resto, la stampa tedesca si mantiene, come già vi ho detto, imparziale. Il « Berliner Tageblatt » replica semplicemente alla notizia di un giornale italiano secondo cui l'ambasciatore tedesco a Costantinopoli avrebbe già protestato e chiesto il ritiro del decreto di espulsione degli italiani. Il giornale di Berlino scrive che la notizia in questa forma non è giusta e che non è da credere che l'ambasciatore Marshall, incaricato della protezione degli italiani in Turchia, abbia già fatto rimostranze in loro favore. ■ Infine, secondo un telegramma della Banca tedesca di Palestina, che ha la sua sede ad Amburgo ed una figliale a Beirut, la città è tornata calma. Il telegramma conclùde che nessun europeo è stato ferito. Cosi ancora una volta da fonte tedesca è «fatato il «bluff» giovane-turco... e francese. In Francia si continua a deplorare che l'Italia faccia la guerra sul serio (Servizio speciale della Stampa). Parigi, 26, notte. Nemmeno quest'oggi potevano mancare le solite grida indignate, abituali lamentele e contumelie, dei soliti giornali, ogni giorno sempre più malcontenti che l'Italia faccia la guerra a modo suo, e non a modo loro. La Presse nota che il bombardamento delle due navi turche a Beirut fu solo fatto per dare soddisfazione all'opinione pubblica italiana, -ni senza alcun motivo tattico o strategico. La Presse trova poi che la formula parlamentare con cui è stata proclamata l'annessione della Tripolitania, <■ equivale a vendere là pelle dell'orso prima di averlo preso: per dare soddisfazione a questi ardori meridionali, a questa specie di fantasia imitala dagli arabi, l'ammiraglio Aubry ha distrutto due piccole navi ed ha bombardato una città aperta, senza difesa. Ma noi, riconducendo sempre la questione sopra gli interessi francesi, noi non vogliamo pagare i cocci. Potrebbe anche darsi che gli avvenimenti di Beirut provochino un risultato diverso da quello che era sperato. Comunque, la situazione della I-rancia in questo caso è grave. Si tratta della sua supremazia e della sua influenza in 0riente, e ciò deve richiamare l'attenzione di Poincaré. Non dobbiamo lasciarci molestare nà direttamente, uè indirettamente; dobbiamo far sapere che il nostro paese non è cattivo, ma che quando lo si attacca si difende... ». Il senile spirito di Rochefort Enrico Rochefort nella Patrie fa poi lo spiritoso: « L'Italia — dice egli — non sapendo come cavarsela a Tripoli, dove è bloccata dai turchi, tenta di togliersi dall'imbarazzo bombardando Beirut. Sembra che abbiano la manìa dei bombardamenti. Non siamo certi che una di queste mattine vengano fin qui a bombardare la Camera dei deputati o qualche altro punto di Parigi. Le Autorità italiane affermano che nessun straniero è stato colpito. Sembra che i loro obici, quando cadono in mezzo ad una folla, sappiano distinguere la nazionalità di coloro che colpiscono: sono proiettili coscienti, mitraglie intellettuali. Incoraggiati dall'impunità delle grandi Potenze, la flotta di Vittorio Emanuele senza dubbio si permetterà il facile piacere di bombardare cosi tutti i popoli dinanzi a cui passerà, sotto pretesto che vede da. lontano un uomo con un fez in tosta. Si crederebbe che, spinta dalla Germania, sua sorella nella Triplice, l'Italia cerchi di scatenare conflitti in tutta la su-j perfide dell'Europa. Essa non si permetterebbe certo questi continui attentati a.l diritto delle genti se non si sentisse sostenuta da qualche potente sostenitore. a Lo scopo dell'Italia è evidentemente quello di costringere hi Turchia a chiedere la pace per uaura di essere costretta a chiederla essa stessa:.. (Ringraziamo Rochefort!). Tutu la (juestione ò di sapere so, invece di indurrò ì turco-arabi a sottomettersi, onesta brutalità non li esaspererà al punto da rendern impossìbile qualsiasi transazione. Con onesti procedimenti da selvaggi — tuona il vecchio yovnaii-t.a -- la situazione non farà elio arerò"varsl^ se l'agitazione si estenda ai Balcani ndgdgvsaadrltltdgsssniqccceAtsubi nessuno può prevedere dove si arresterà. Tutti n questa guerra impegnata dall'Italia sono minacciati; tutti dunque hanno un interesse capitale di porre un freno a questa ambizione. L'annessione anticipata della Tripolitania e della Cirenaica è una mistificazione 1 ». "E'necessario che la bandiera francese...,, A Rochefort viene naturalmente a dare la mano anche la Liberio, che si stupisce del bombardamento di Beirut quantunque ammetta poi che a Beirut siano state bombar¬ da*e soltanto due cannoniere turche. Ma la ?1**?'- ecc0- teme che l'azione deU'Italia pro¬ vochi 1 esasperazione dei turchi e rappresaglie. «Senza dubbio l'Italia non sarà responsabile degli eccessi che ii turchi possono commettere; ma è un dovere per» lei, elementare ed imperioso, il mettere almeno le colonie cristiane in grado di garentire ila loro sicurezza ». La Libe'rt.6 finisce poi dando dei buoni consigli al Governo francese. Detto giornale trova insufficiente l'iniziativa che consiste nell'avere inviato un incrociatore a Beirut, il teatro delle minacele e dei pericoli di ieri: « Sono le minaccie ed i pericoli di domani che bisogna fin da oggi prevedere : in mancanza di qualsiasi indicazione rassicurante del Governo ita-Mano, è. indispensabile che là bandiera francese si fermi almeno.su Smirne e su Salonicco. La presenza In questa rada di un incrociatore francese, che non tarderà senza dubbio ad essere raggiunto da un incrociatore inglese, è uri indispensabile conforto da dare ai nostri concittadini ed anche il migliore e solo gesto di moderazione e limitazione ». Impressioni romane.rilevate dal "Temps,, Il corrispondente del « Temps » da Roma nota che il bombardamento di Beirut ha prodotto un'ottima impressione in Italia, «Lo spirito pubblico in Italia, — continua il (( Temps » — vuole un'azione energica, diretta contro la Turchia per mezzo della flotta. 11 primo colpo di cannone ti¬ rato nel Levante ha ridestato un po' di entusiasmo nel cuore del popolo italiano, il quale spera che ce ne saranno altri ben più decisivi. Tale è lo stato, dello spirito popolare. Nei circoli ufficiali si serba un grande riserbo sulle intenzioni futjrre. .E' impossibile sapere se il bombardamento -di Beirut è il primo episodio di una serie di azioni di guerra navale, o pure semplice^ mento un episodip isolato. Tuttavia, altre circostanze fanno supporre che l'ammira-, glio italiano abbia ricevuto un ordine di tendenza piuttosto politica che militare. Infatti, le navi italiane si sono pr-esentaté dinanzi a Beirut al domani della deliberai zione presa dalla Camera per una -contii niuazione energica della guerra; inoltre, le due navi turche si trovavano- a Beirut da lungo tempo. Fino ad ora la flótta italiana, non aveva avuto ardine di disturbarle. Infine questo incidente coincide con una certa* ripresa dell'aftività diplomatica dell'Italipresso le Cancellerie europee, onde richia mare la loro attenzione .sulla sua singolare, situazione di belligerante, che non. fa la guerra. Bisógna notare che durante la discussione alla Camera il Presidente del Consiglio lia smentito parecchie volte con insistenza che l'Italia abbia-rinunciato ad un'azione navale in Oriente ed abbia incontrato una opposizione qualsiasi da parte dell'Europa..,Secondo Giolitti la flotta non ha agito finora perchè l'Italia non vi.aveva alcun interesse. Tutti quésti indizi farebbero supporre che l'affare di Beirut non rimarrà isolato. In riassunto, l'impressione di Roma è che il conflitto italo-.turco sta per entrare in una nuova fase, che l'Italia si deciderà di agire onde accelerare il giro veramente troppo lento della nota russa per l'intervento collettivo delle Potenze a Costantinopoli, tra lo varie Cancellerie europee. Nei circoli diplomatici- si assicura elle la nota russa è stata accolta favorevolmente a Parigi»ed a Londra, ma che ha incontrato difficoltà a Berlino, a causa della politica turcofila della Germania ».

Persone citate: Aubry, Giolitti, Liberio, Poincaré, Rochefort, Rochefort Enrico Rochefort, Tutu