Magnifica manifestazione patriottica anche al Senato

Magnifica manifestazione patriottica anche al SenatoMagnifica manifestazione patriotticaanche al Senato Roma, 22, sera. La manifestazione di entusiasmo del Senato non fu inferiore a quella della Camera. Il pubblico enorme, che affollava le tribune, si accalcò per parecchie ore alle porte di ingresso, impedendo e rendendo difficile la circolazione nelle vie adiacenti a Palazzo Madama. I primi senatori, Fabrizi, Taiani, Colonna, Finali, compaiono nell'aula poco prima delle ore tre; tratt.engonsi a conversare con il 60pravvenuto Ministro Di San Giuliano, che narra l'entusiastica seduta alla Camera. La tribuna dei deputati è affollata: molti deputati, reduci datila Camera, sono costretti a rimanere nel corridoio di accesso, o a chiedere ospitalità nelle tribune della stampa. Fra 1 presenti sono, 11 sottosegretario all'Istruzione, on. Vicini; gli onorevoli Rienzi, Longinotti, Cappelli; vice-presidente della Camera, Baccelli Alfredo; Messedaglia, Buonvino, Pais Serra, Colosimo, Chiaradia, Cermenati, Ciraolo, Cirmeni, Caetani, Stoppato. Fra i senatori presenti è anche don Prospero Colonna, reduce dal teatro della guerra, ove si era Imbarcato sulla nave-ospedale « Regina Margherita » : egli è vivamente complimentato dai colleghi. E' presente anche il Sindaco di Torino. Ugualmente gremite sono tutte le tribune pubbliche, la tribuna di Corte, quella del Corpo diplomatico. Poco dopo le ore 15. entrano vari Ministri: primo, fra tutti, l'on. Di San Giuliano, poi Spingardi e Glolitti. I senatori presenti sono pitì che trecento. Alle ore 15,10, entra il Presidente, on. Manfredi. Il discorso del senatore Finali Esaurite le formalità d'uso, 11 decano del Senato, in mezzo a religioso silenzio, si alza e dice: « Avrei desiderato che altri si rendesse Interprete degli alti sentimenti del Senato in questo solenne e storico momento; ma ho ceduto all'esortazione di benevoli amici, i quali hanno creduto convenisse che il Senato, dopo la lunga interruzione del suoi lavori, dovuta a circostanze ed eventi cosi straordinari, indirizzasse un saluto al valorosi dell'esercito e dell'armata. (Tutti i senatori ed i ministri si levano in piedi, plaudendo lungamente. Si grida: « Viva l'esercito; Viva il Re! Viva l'Italia!). • Ai valorosi, che sono il flore della gente nostra, l quali in quelle terre africane, che furono 7iei secoli antichi il campo alle nlù dure prove ed al più insigni trionfi di Poma, combattono, soffrono e vincono e fanno ricordare il lacere et pati fortia romanum est, ad essi l'onore ed II continuo sorriso della vittoria. « Ma il saluto più fervido, con un sentimento profondo di gratitudine e riconoscenza, deve andare al caduti! (Applausi vivissimi). Ad essi non pianti, nè cipressi; ma inni ed allori! Morirono per la Patria, perchè la Patria è dovunque sventoli la bandiera nazionale; (Nuovi e generali applausi. Si grida: « Viva l'Italia! •). * E' recente la celebrazione del 50.O anniversario della redenzione d'Italia e della sua costituzione in unità di vero Stalo. Quella celebrazione ridestò molte memorie ed accese le nostre speranze. In quella solenne occasione, nel presentare le nostre felicitazioni alla Maestà del He. del quale rifulse di un nuovo raggio la gloria della sua antica famiglia, voi gli dicevate: « Ad un gran popolo non basta vivere, e tanto meno basta al popolo italiano, le cui tradizioni eccitano e confortano I. più alti proposili! ». / vostri applausi, onorevoli collcghi. diedero rilievo a quelle. non vane parole, che rispondevano al senti-] - | valorosi condottieri (Approvazioni generali), i Essi non sono là per il gusto di guerreggiare, bensì 7ier aprire con la guerra la via alla cij vlìtn C(l axsonare le conquiste (Benissimo!), lo '«'"> W#&$'&£%2^£ Uorno delle nostre bandiere con le aste sormon fate doll'agnila romana, che tanto alta distese ' le sue ali sul mando antico! 'Approvazioni ge norali; grida di: Viva l'Italia!). ., nipiijilumo dunque, onorevoli colleglli, con animo (ideate l lavori nostri. A questi daranno ampia materia t provvedimenti di varia natura per la Tripolitania e la Cirenaica, e Ino! cene dovremo occupare con spoetale tol- vsmento nazionale. Se ne e avuta la prova pochi mesi dopo, il giorno in cui il nostro Governo, con atto pronto e risoluto, ma lungamente aspettato, prese posto nel dominio del Mediterraneo, dal quale parve che ci si volesse escludere. Che entusiasmo di applausi in tutta Italia! (Benissimo!;. Vn entusiasmo il quale, dopo parecchi mesi, ancor dura (Approvazioni). Questo mare, donde' ebbe due volte origine la civiltà universale, e che fu poi sempre illuminato dal gran cuore di civiltà, il mare sul quale si stendono più largamente i nostri lidi, era a noi precluso, quasi ci fosse a noi interdetto di partecipare all'opera civilizzatrice delle grandi nazioni (Benissimo!). Eravamo come, stretti in un circolo nel quale, con esuberanza di. popolazione e di forze, ci dibattevamo. Ne clamo usciti. Le nostre intenzioni pacifiche e civilizzatrici furono dagli indigeni disconosciute; ma noi, con giuste leggi, con mite, ed equo imperio, con quei benefizi che reca, la civiltà, noi otterremo il favore di quei popoli e daremo a loro quei benefizi che vennero ad essi meno per invasioni barbariche, e restituiremo quella vita, che fu la gloria dei nostri maggiori (Approvazioni). » Non til è grandezza senza sacrifici, non vi è gloria senza pericoli; ma la fortuna e l'onore dell'Italia sono affidali al prodi dell'esercito e dell'armala (Bene! Eravo!), ed al loro Iccltudlne. In ogni grave momento 'della vita nazionale, più luminosa e concorde si manifestò sempre la vita del Senato, il quale mgslrò In solenni occasioni la sua profónda. Immutabile devozione al Re ed alla'Patrla. Anche, ora il Senato non verrà meno a se stesso e alle sue tradizioni! La chiusa del discorso Finali è salutata ida una prolungata ovazione. Tutti, nell'aula | ] guiderdone, il premio più ambito (approvazione). In nome della marina ringrazio il Senato, assicurando che l'armala. In quale finora ha dato soddisfacente prova di sè (ovazione vivissima; tutti i senatori ed i ministri si levano e gridano: Viva la marina italiana!) continuerà a farsi onore ogniqualvolta il paese le domandi di agire. Essa persevererà nella sua azione, intesa sempre al progresso del paese, conservandosi degna della fiducia della liatria, cooperando alla grandezza di essa. nel nuovi destini al quali è chiamata:' (Nuove ovazioni vivissime). Giolitti esalta l'eroismo del Paese e nelle tribune, gridano ripetutamente' o Vi-1 va l'Esercito! Viva il Re! Viva l'ItaliaI ». L'oratore riceve infinito congratulazioni. Parla il presidente Manfredi Terminata l'imponente dimistrazione, si alza a parlare il presidente del Senato, ono' revole Manfredi. Tutti si rialzano in piedi. L'oratore dice: « SI, st. vada l'unanime, caldo saluto del Senato ai nostri combattenti, e. col saluto vada ài prodi dell/esercito e della flotta il plauso al valore con cui sni suolo libico e sui mari portano di vittoria in vittoria la noitra bandiera, tenendo alto ed onorato il nome italiano! (Applausi generali). Gloria ai caduti, che eroicamente han versato il sangue per la patria! La gratitudine della patria consacri la loro memoria! (Vivissimi applausi). Sappiano le belligeranti schiere, sappiano le navi nostre, che noi siamo presso loro, con i cuori colmi di voli perchè al valore continui feconda la sorte delle armi e la conquista nostra sia coronala da pieno trionfo! (Ovazioni prolungate). Ai valorosi di t'erra e di mare, che al nome d'Italia caddero consacrando col loro sangue i nuovi destini della patria, il Senato tributa altissimo onore inneggiando al sacrificio loro, che irradia di nuova purissima luce le nostre bandiere, che eleva gli spiriti, che ritempra caratteri e fede! (applausi). Ai fratelli d'arme, che tuttora trovansi al posto d'onore di fronte al nemico, il Senato, fidente ed ammiralo, rinnova il suo augurale saluto, mentre in ogni lembo d'Italia nostra, ambito premio al dovere compiuto, risuona alto e lusinghiero il plauso alle prove fin qui fornite dall'esercito con fervido entusiasmò e con devozione profonda! (benissimo) Ed oggi. In quest'ora memo randa, da quest'aula ove si raccolgono il più ulto senno e le maggiori benemerenze verso la- Patria, giunga ben cara ai cuori dei giovani soldati d'Italia Cattestazione solenne che essi non indegnamente seguirono l'esempio dei prodi cui devesi la redenzione della Patria! ». (Grande ovazione). Le parole dei Ministri della Guerra e delia Marina Al due oratori rispondono brevemente il ministro della guerra e quello della marina. L'on. Spingardi dice: » Onorevoli senatori! L'esercito è sommamelile grato a voi ed al paese lutto. Piero e forte di tanto consenso, l'esercito, con rinnovala lena e con fede ritemprala, continuerà a dedicare, siatene certi, le sue più nobili cneraie al degno conseguimento del suoi atti doveri, a maggior gloria del Re e della Patria! ». (Nuovi applausi generali). LEONARDI CATTOLICA, ministro della marina dice: « Il plauso di quest'alta assemblea, a favore dell'armala, suscitato dalle nobili parole dell'illustre nostro presidcnle e dell'ori. Finali, sarà appreso con vivo compiacimento da lutto il personale della marina, e sarà per esso il SI alza a parlare il presidente del Cons! glio. Tutti i senatori si.alzano In piedi ed ap plaudono. L'on. GIOLITTI dice: « MI consenta il Senato di presentare, a no me del Governo, i più vivi ringraziamenti per la patriottica dimostrazione, la quale g.li dà la forza necessaria per proseguire la s»a azione (lunghi replicati applausi generali). Le parole dei due illustri patriota, il senatore Finali e il presidente Manfredi; le parole dei miei collcghi hanno ricordato l'eroismo delì'e scrcito e della marina. Consentite a me, che ricordi anche l'eroismo del Paese! (Tu(ti i se natori applaudono entusiasticamente). « Del Paese — riprende con forza l'on. Gioititi — il guate. senza distinzione di classe e condizioni sociali, unanimemente si è stretto intorno al suo esercito ed alla sua flolla. ed ha mandato serenamente i suol figli a morire per la patria! (Ovazione vivissima). Questo contegno del J'aese è la più grande forza che una nazione, possa dimostrare di fronte allo straniero, e questa forza v tanto maggiore in quanto si riassume in una bandiera riconosciuta dalla immensa magglnranza deoli Italiani: nella persona del Re.'». Tutti I senatori gridano ripetutamente: Viva U Rei Viva l'Italia! Tutti i discorsi pronunciati furono entusiasticamente applauditi; più volte tutti i senatori .si alzarono in piedi e acclamarono — cosa insolita questa nel severo ambiente di Palazzo Madama — al Re, all'esercito, all'armata. Le" tribune si associarono lragorosamente. Il discorso del sen. Finali, detto a voce al- ta e chiara, apri la serie delle manifestazio ni patriottiche. Il decano del Senato strappò un primo applauso, lungo, fragoroso, quan do mandò il saluto ai caduti, che morirono per la patria, perchè la patria e dovunque sventoli la bandiera nazionale. Quando accennò al Re, alla gloria della sua antica famiglia, tutto il Senato fu in piedi gridando: — Viva di Rei Viva Vittorio Emanuele IH! Lungamente commentata da un mormorio di approvazioni fu la frase nella quale il decano del Sonato accennò all'atto pronto e ri soluto del Governo, ma lungamente aspettato, che fece prendere all'Italia ti suo posto nel dominio del .Mediterraneo, dal quale pare ci si volesse escludere. Ugualmente approvato e applaudito fu 11 periodo seguente, quando Finali disse: «Noi, con giuste leggi, con mite ed equo impero, otterremo n favore di quelle popolazioni: daremo loro i beni elve loro vennero meno per le invasioni barbari-che: restituiremo loro quella vita che fu gloria del nostri maggio-; ril ». Finali, con voce evidentemente com mossa, fra gli unanimi applausi, ha terminato dicendo: « Io vagheggio 11 ritorno al tempo, nel quale le aste delle bandiere con Io aquile'romane ad ali spiegate dominavano su tutto il mondo! ». L'ovazione cho segui la chiusa del discorso fu interminabile: si associarono tutte 'lo tribune, specialmente quella dei deputati. Il breve discorso del presidente Manfredi fu efficace: detto con voce ferma a sonora, osso' fu molto applaudito Ugualmente api plauditi furono i brevi discorsi deri ministri Spj.ngardi e Leonardi-Cattolica, Richiesta la parola il Presidente del Consiglio, on. Giioiittl. egli viene accolto, prima ancora che parli, con un'ovazione caloro^ssima che Invano il Presidente del Consiglio C6rca calma.ro con gesti di mano. Le forti parole con lo quali egli ha segnalato l'eroismo del Paese sono coperte da un uragano di applausi frammisti ad evviva; applaudono anche le tribune. La cerimonia è cosi terminata: molti senatori abbandonano l'nnia: I membri del Governo ritornano alla Camera: le tribune si sfollano lentamente, rumorosamente. Sono le 15.35. Pochi senatori rimangono nell'aula per la continuazione dello svolgimento deATordino del giorno.